Transaxle: differenze tra le versioni

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==Collegamenti esterni==
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Versione delle 20:45, 20 ago 2014

Sistema transaxle della Lancia Aurelia

Con il termine transaxle (parola macedonia per transmission-axle) o cambio-differenziale o impropriamente cambio posteriore, si indica una particolare configurazione della trasmissione in un mezzo di trasporto.[1][2]

Descrizione

Questa soluzione viene adottata nella maggior parte dei casi su vetture con motore anteriore e trazione posteriore; è caratterizzata dal posizionamento del cambio (e solitamente anche della frizione) al retrotreno, in blocco con il differenziale.

Caratteristiche

I vantaggi dell'adozione di questa architettura nelle auto a motore anteriore e trazione posteriore sono:

  • Miglior distribuzione dei pesi questo perché il gruppo cambio-differenziale assieme al motore costituisce uno dei componenti più pesanti di un autoveicolo. Spostando la loro collocazione verso il posteriore, si raggiunge una distribuzione dei pesi più equilibrata.[3]
  • Albero di trasmissione più leggero: infatti, in un sistema tradizionale (con il cambio posto in serie al motore, e prima dell'albero di trasmissione) l'albero è soggetto alla coppia massima in uscita dal cambio; nei rapporti bassi, essa è superiore alla coppia massima del motore. Lo schema transaxle permette di adottare invece alberi meno massicci, poiché il momento torcente a cui l'albero è sottoposto è pari, al più, alla coppia massima del motore (la coppia subisce la moltiplicazione dovuta al cambio subito prima dell'ingresso nel differenziale).

Questo sistema, purtroppo, presenta anche degli svantaggi:

  • Non è adatto al ponte rigido: difatti, questa soluzione, porta ad avere un eccessivo peso delle masse non sospese, che inficia la funzionalità delle sospensioni.
  • Può comportare difficoltà nell'azionamento manuale nel cambio: dovuto all'allungamento dei leveraggi di rinvio, specie nelle vetture a passo più lungo
    L'inconveniente del difficile azionamento del cambio da parte delle vetture "transaxle" viene oggi (nella maggior parte dei casi) superato attraverso l'adozione di un cambio robotizzato.

Storia

Il primo schema utilizzato per il trasporto è stato della Škoda Popular nel 1934, con motore e frizione anteriori, mentre il cambio, il differenziale e la trazione erano posteriori. Successivamente questo sistema venne rivisto e utilizzato dalla Lancia che lo introdusse nella produzione di serie con il modello Aurelia del 1950, su progetto di Vittorio Jano, che prevede il motore anteriore longitudinale ed il gruppo cambio-differenziale-frizione in blocco al retrotreno, con freni posteriori posizionati centralmente.

Per la produzione di grande serie, il sistema "transaxle" venne ripreso, nel 1972, dalla Alfa Romeo per la realizzazione dell'Alfetta e mantenuto per i successivi Alfetta GT, 90, Giulietta, 75 e SZ.

Attualmente

Col diffondersi dei dispositivi elettronici di controllo della stabilità, (come l'ESP), l'esigenza di una perfetta equilibratura dei pesi nelle vetture a motore anteriore è divenuta meno importante, determinando il sostanziale abbandono dello schema "transaxle" per le vetture di grande serie.

Questa soluzione è ora utilizzata, prevalentemente, dalle autovetture a motore anteriore ad alte prestazioni, sulle quali la corretta ripartizione dei pesi resta un presupposto fondamentale per garantire un'elevata sicurezza di stabilità e tenuta alle alte velocità.

Esempi di autovetture Transaxle

Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

Voci correlate

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