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Azione (finanza): differenze tra le versioni

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[[File:1923-01-15 Aktie Hannoversche Immobilien-Gesellschaft Aufsichtsratsvorsitzender Emil L. Meyer faksimilierte Unterschrift.jpg|miniatura|Azione datata 15 gennaio 1923 della Hannoversche Immobilien-Gesellschaft con facsimile della firma del presidente del consiglio di sorveglianza Emil L. Meyer.]]
Un''''azione''' (in [[Lingua inglese|inglese]]: '''share'''), nella [[finanza]], è un [[titolo finanziario]] rappresentativo di una [[quota]] della proprietà di una [[società per azioni]]. Insieme all'obbligazione/bond e ai derivati, fa parte delle [[Security (finanza)|security]] ("valori mobiliari"). Il possessore è detto [[azionista]] ([[shareholder]]) e l'insieme delle azioni della società è detto "capitale azionario" (distinto dal [[Capitale sociale (economia)|capitale sociale]] risultante dal [[Bilancio d'esercizio|bilancio aziendale]]).
In [[finanza]] un{{'}}'''azione''' (in [[Lingua inglese|inglese]]: '''''share''''' o '''''stock''''') è un [[titolo finanziario]] rappresentativo del diritto di credito al dividendo dell'utile aziendale quale corrispettivo del conferimento di una quota di capitale che passa, al momento dell'acquisto dell'azione, alla proprietà di una [[società per azioni]], che ha personalità giuridica e quindi è il vero proprietario della quota conferita. Insieme alle obbligazioni e ai derivati, fa parte dei [[valori mobiliari]]. Il possessore è detto [[azionista]] (''shareholder'') e l'insieme delle azioni della società è detto "[[capitale azionario]]" (distinto dal [[Capitale sociale (economia)|capitale sociale]] risultante dal [[Bilancio d'esercizio|bilancio aziendale]]).


Costituisce una forma di [[investimento finanziario]] da parte del detentore, è uno [[strumento finanziario]], soggetto ad un [[rating]] di valutazione, ed in genere a capitale [[Investimento#Rischio finanziario|non garantito]].
Costituisce una forma di [[investimento]] finanziario da parte del detentore, è uno [[strumento finanziario]], soggetto a un ''[[rating]]'' di valutazione, e in genere a capitale non garantito.


== Panoramica ==
== Caratteristiche, la borsa, differenze con i bond e dematerializzazione ==
{{vedi anche|Società per azioni|Borsa valori|Valori mobiliari|Finanza d'impresa}}
{{Vedi anche|Azione (diritto societario italiano)}}
Le aziende (e.g. [[società per azioni]]), secondo la [[corporate finance]], hanno bisogno di denaro per svolgere le loro attività di business e accumulare profitti nel tempo per svolgere ulteriori attività, effettuare investimenti e crescere. Esistono due modi per raccogliere finanziamenti: a [[debito]] (debt financing) e non a debito, cioè a [[Equity (finanza)|equity]] (equity financing). Tramite debito, si ricorre ai prestiti in banca da restituire con gli interessi maturati. Come alternativa, si emettono le [[Obbligazione (finanza)|obbligazioni societarie]]/corporate bond (vedi avanti). Il debito accumulato tramite queste due forme di finanziamento si chiama "senior debt". Se si usa una terza via, il mezzanine debt (denaro concesso senza garanzie, con tasso d'interesse alto per il rischio alto e con la richiesta di emettere delle [[Opzione (finanza)|option]] come [[strumento derivato]] per mitigare i rischi), si accumula il "junior debt", concesso di solito ad aziende già avviate.


Secondo la [[finanza d'impresa]], le aziende (ad esempio le [[società per azioni]]) hanno bisogno di denaro per svolgere le loro attività e accumulare profitti nel tempo per svolgere ulteriori attività, effettuare investimenti e crescere. Esistono due modi per raccogliere finanziamenti: a [[debito]] (''debt financing'') e non a debito, cioè a [[Equity (finanza)|''equity'']] (''equity financing'')<ref>{{Cita libro|titolo=Brealey, Richard; Myers, Stewart; Allen, Franklin. Principles of Corporate Finance. 12th edition. McGraw-Hill, New York: 2017.}}</ref>.
L'alternativa al debt financing è l'equity financing. La raccolta di finanziamenti non a debito avviene attraverso la vendita di azioni. Anticamente, l'azione era un pezzo di carta certificato che attestava il versamento del suo valore e il possesso di una parte di tutto il [[Capitale sociale (economia)|capitale sociale]] dell'azienda. Gli acquirenti, comprando questi prodotti finanziari che apparivano come dei pezzi di carta, versavano ognuno una parte di tutto il capitale. Per esempio, se si emettono 10 azioni dal valore di 100€ l'una e un azionista e compra 4 e il secondo azionista ne compra 6, in totale si raccolgono 1000€; il primo azionista versa 400€, mentre il secondo versa 600€. Il primo possiede il 40% del capitale sociale, mentre il secondo, possedendone il 60%, è l'azionista di maggioranza; di contro, il primo è un azionista di minoranza.


Tramite debito, si ricorre ai prestiti in banca da restituire con gli interessi maturati. Come alternativa, si emettono le [[Obbligazione (finanza)|obbligazioni societarie]]. Il debito accumulato tramite queste due forme di finanziamento si chiama ''senior debt''. Se si usa una terza via, il ''mezzanine debt'' (denaro concesso senza garanzie, con tasso d'interesse alto per il rischio alto e con la richiesta di emettere delle [[Opzione (finanza)|opzioni]] come [[strumento derivato]] per mitigare i rischi), si accumula il ''junior debt'', concesso di solito ad aziende già avviate.
Il senso ultimo di comprare azioni è molteplice: innanzitutto, l'acquisto di questi pezzi di carta aventi un valore permette alle aziende di ricevere capitale e spinge dunque all'imprenditorialità; permette lo svolgimento di attività siccome si possono coprire i loro costi; se queste attività hanno successo e portano ricavi tali per cui si copre il costo delle attività e si genera un profitto/surplus/utile, quest'utile serve all'azienda per crescere o svolgere sempre più attività o ripagare i debiti nel medio e lungo termine; infine serve agli azionisti stessi per guadagnare, cioè capitalizzare sul successo dell'azienda che hanno finanziato a equity.


L'alternativa del finanziamento a debito è l{{'}}''equity financing'', in cui il finanziamento avviene tramite la vendita di quote della società, ovvero le azioni. Anticamente, l'azione era un pezzo di carta certificato che attestava il versamento del suo valore e il possesso di una parte di tutto il [[Capitale sociale (economia)|capitale sociale]] dell'azienda. Gli acquirenti, comprando questi prodotti finanziari che apparivano come dei pezzi di carta, versavano ognuno una parte di tutto il capitale. Per esempio, se si emettono 10 azioni dal valore di 100 € l'una e un azionista ne compra 4 e il secondo azionista ne compra 6, in totale si raccolgono 1.000 €; il primo azionista versa 400 €, mentre il secondo versa 600 €. Il primo possiede il 40% del capitale sociale ed è azionista di minoranza, mentre il secondo, possedendone il 60%, è l'azionista di maggioranza.
Per la precisione, alcune volte all'anno, parte dei profitti generati dall'azienda viene redistribuito suddiviso in [[Dividendo (economia)|dividendi]] agli azionisti. In base al principio plutocratico, i profitti stanziati si suddividono in base alla partecipazione azionaria: all'azionista di maggioranza che ha versato il 60% del denaro siccome ha comprato il 60% delle azioni, spetta il 60% dei profitti. All'azionista di minoranza che ha versato il rimanente 40%, spetta il 40%.


L'utilità delle azioni è molteplice:
In più, il valore dell'azione può oscillare nel tempo siccome, in base al successo dell'azienda e/o delle valutazioni esterne delle agenzie di [[rating]], può alzarsi o abbassarsi. L'azionista, inclusi gli speculatori e coloro che praticano il [[day trading]], può guadagnare dunque anche rivendendo la propria partecipazione azionaria a un nuovo azionista che, in passato, comprava questo pacchetto fisico di azioni già posseduto da un azionista; chiaramente, paga queste azioni secondo il nuovo valore. Per esempio, se l'azionista di maggioranza che ha comprato 6 azioni dal valore di 100€ l'una e ha speso 600€ aspetta che l'azienda generi profitti, può vedere come il valore di una sola azione raddoppi da 100€ a 200€. Quindi, può rivendere la propria partecipazione per 1200€ e guadagnare 600€, senza bisogno che riceva dividendi.
* permette alle aziende di ricevere capitale e spinge dunque all'imprenditorialità;
* permette lo svolgimento di attività in quanto si possono coprire i loro costi;
* se le attività hanno successo e portano un [[profitto]], quest'utile serve all'azienda per crescere o svolgere sempre più attività o ripagare i debiti nel medio e lungo termine;
* permette agli azionisti di guadagnare, cioè capitalizzare sul successo dell'azienda che hanno finanziato a ''equity''.


Per la precisione, alcune volte all'anno, parte dei profitti generati dall'azienda viene redistribuito suddiviso in [[Dividendo (economia)|dividendi]] agli azionisti<ref>{{Cita web|url=https://www.investopedia.com/terms/s/shares.asp|titolo=Shares (azioni)|accesso=29 marzo 2021|dataarchivio=17 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210417233800/https://www.investopedia.com/terms/s/shares.asp|urlmorto=no}}</ref>. In base al [[Plutocrazia|principio plutocratico]], i profitti stanziati si suddividono in base alla partecipazione azionaria: all'azionista di maggioranza che ha versato il 60% del denaro siccome ha comprato il 60% delle azioni, spetta il 60% dei profitti. All'azionista di minoranza che ha versato il rimanente 40%, spetta il 40%.
L'azione è un finanziamento non a debito siccome i soldi non devono essere restituiti maggiorati di interessi, ma il guadagno per l'azionista deriva dalla distribuzione di dividendi. Questi ultimi sono ricavabili se le attività di business e investimento hanno successo, il che non è affatto scontato siccome possono essere un flop. Pertanto, l'azienda e gli azionisti possono perdere tutto il capitale di rischio. In più, anche se l'azionista vendesse le azioni per liberarsene, esse avrebbero un valore più basso rispetto a quando le ha acquistate (esso potrebbe più che dimezzarsi), dunque perderebbero anche oltre metà dell'investimento. Quest'ultimo dunque ha sempre un rischio di fondo. Un alto profitto sottoforma di dividendo è un premio al rischio.


In più, il valore dell'azione può oscillare nel tempo, in base al successo dell'azienda e/o delle valutazioni esterne delle agenzie di ''[[rating]]''. L'azionista, inclusi gli speculatori e coloro che praticano il ''[[day trading]]'', può guadagnare dunque anche rivendendo la propria partecipazione azionaria a un nuovo azionista che, in passato, comprava questo pacchetto fisico di azioni già posseduto da un azionista pagando queste azioni secondo il nuovo valore. Per esempio, se l'azionista di maggioranza che ha comprato 6 azioni dal valore di 100 € l'una e ha speso 600 € aspetta che l'azienda generi profitti, può vedere come il valore di una sola azione raddoppi da 100 € a 200 €. Quindi, può rivendere la propria partecipazione per 1.200 € e guadagnare 600 €, senza bisogno che riceva dividendi.
La differenza tra un'azione e un'obbligazione societaria (corporate bond) richiede nel meccanismo di guadagno e nel rischio: l'obbligazione è un prestito di denaro da parte di un investitore, l'obbligazionista (bondholder), all'azienda. Quest'ultima, entro la data di maturità, deve restituire il denaro con interessi maturati e si impegna a rispettare dei patti obbligazionari (bond covenant), per esempio quello di non indebitarsi ulteriormente fino alla data di maturità. Il tasso di interesse dell'obbligazione si alza se l'investimento è rischioso (e.g. la società è già molto indebitata) o in base a un rating basso delle agenzie apposite giustificato dagli alti debiti o dalla violazione abituale dei covenant. Se gli interessi sono altissimi e il rischio è altissimo, si parla di [[junk-bond]] (spazzatura). Ma di base, l'azione è più rischiosa dell'obbligazione e permette un finanziamento a equity, mentre l'obbligazione permette un finanziamento a debito.


L'azione è un finanziamento non a debito poiché i soldi non devono essere restituiti maggiorati di interessi, ma il guadagno per l'azionista deriva dalla distribuzione di dividendi. Questi ultimi sono ricavabili se le attività di ''business'' e investimento hanno successo, il che non è scontato. Pertanto, l'azienda e gli azionisti possono perdere tutto il capitale di rischio. In più, anche se l'azionista vendesse le azioni per liberarsene, esse avrebbero un valore più basso rispetto a quando le ha acquistate. Quest'ultimo dunque ha sempre un rischio di fondo. Un alto profitto sotto forma di dividendo è un premio al rischio.
Le azioni, le obbligazioni e i derivati (forwards, futures, option, SWAP) fanno tutti e tre parte di una classe di prodotti finanziari dette [[Security (finanza)|security]] ("valori mobiliari").

La differenza tra un'azione e un'obbligazione societaria (''corporate bond'') risiede nel meccanismo di guadagno e nel rischio: l'obbligazione è un prestito di denaro (''debt financing'') da parte di un investitore, l'obbligazionista (''bondholder''), all'azienda. Quest'ultima, entro la data di maturità, deve restituire il denaro con interessi maturati<ref>{{Cita web|url=https://www.investopedia.com/ask/answers/09/difference-between-bond-stock-market.asp|titolo=Differenza tra mercato azionario e obbligazionario|accesso=29 marzo 2021|dataarchivio=27 marzo 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210327195215/https://www.investopedia.com/ask/answers/09/difference-between-bond-stock-market.asp|urlmorto=no}}</ref> e si impegna a rispettare dei patti obbligazionari (''bond covenant''), per esempio quello di non indebitarsi ulteriormente fino alla data di maturità<ref>{{Cita web|url=https://www.investopedia.com/terms/b/bond-covenant.asp|titolo=Bond covenant|accesso=29 marzo 2021|dataarchivio=4 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210504040206/https://www.investopedia.com/terms/b/bond-covenant.asp|urlmorto=no}}</ref>. Il tasso di interesse dell'obbligazione si alza se l'investimento è rischioso (ad esempio la società è già molto indebitata) o in base a un ''rating'' basso delle agenzie apposite giustificato dagli alti debiti o dalla violazione abituale dei covenant. Se gli interessi sono altissimi e il rischio è altissimo, si parla di [[Titolo spazzatura|titoli spazzatura]]. Ma di base, l'azione è più rischiosa dell'obbligazione e permette un finanziamento a ''equity'', mentre l'obbligazione permette un finanziamento a debito.

Le azioni, le obbligazioni e i derivati fanno tutti e tre parte di una classe di prodotti finanziari dette [[Security (finanza)|security]] ("valori mobiliari"); le azioni sono titoli di capitale, mentre le obbligazioni sono titoli di debito<ref>{{Cita web|url=https://www.investopedia.com/terms/s/security.asp|titolo=Security|accesso=29 marzo 2021|dataarchivio=17 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210417231022/https://www.investopedia.com/terms/s/security.asp|urlmorto=no}}</ref>.


Siccome le azioni possono essere rivendute liberamente a nuovi azionisti, si dice che sono titoli negoziabili, cioè scambiabili tramite compravendita. In più, siccome si possono vendere velocemente sia in caso di successo che di fallimento, sono investimenti facilmente liquidabili, cioè sono dotati di un'alta liquidabilità.
Siccome le azioni possono essere rivendute liberamente a nuovi azionisti, si dice che sono titoli negoziabili, cioè scambiabili tramite compravendita. In più, siccome si possono vendere velocemente sia in caso di successo che di fallimento, sono investimenti facilmente liquidabili, cioè sono dotati di un'alta liquidabilità.


Le azioni e le altre security si scambiano in mercati e canali non ufficiali, privati e meno regolamentati, cioè [[over the counter]] OTC e, in alternativa, nel mercato pubblico, ufficiale e regolamentato nato apposta per scambiare le security: la [[borsa valori]] (stock exchange), che non è unica siccome svariate grandi città mondiali ne hanno una, e.g. la [[New York Stock Exchange]] (NYSE), [[Nasdaq|NASDAQ]], [[London Stock Exchange]], [[Borsa di Milano]], [[Borsa di Shanghai]], Borsa di Parigi, Borsa di Francoforte, Borsa di Madrid, Borsa di Hong Kong, Borsa di Shenzhen, Tokyo Stock Exchange, Mumbai Stock Exchange, Seoul Stock Exchange, Borsa di San Paolo ecc. Esistono varie borse nel mondo e, per scambiare azioni di una determinata società in borsa, l'azienda deve essere prima quotata/iscritta in essa. La quotazione avviene solo se l'azienda rispetta determinati requisiti, e.g. avere un capitale sociale non al di sotto di una certa soglia e, da quando ci si iscrive, produrre report finanziari trimestrali e controllati da un'agenzia di audit/revisione. Un'azienda può anche disiscriversi da una borsa ([[delisting]]) o trasferirsi da una borsa all'altra (translisting) o quotarsi in due borsa (double listing). Quando un'azienda si quota in borsa e emette le sue prime azioni nel mercato pubblico, queste azioni sono lanciate tramite un prezzo (collegato anche a un grande evento pubblicizzato) detto [[Initial Public Offering]] IPO. Il prezzo di queste azioni può anche essere sottostimato o sovrastimato (nel primo caso, l'azienda incorre in una perdita).
Le azioni e le altre ''security'' si scambiano in mercati e canali non ufficiali, privati e meno regolamentati, cioè [[over the counter]] (OTC) e, in alternativa, nel mercato pubblico, ufficiale e regolamentato nato apposta per scambiare le security: la [[borsa valori]] (''stock exchange''), che non è unica siccome svariate grandi città mondiali ne hanno una, ad esempio la [[Borsa di New York|New York Stock Exchange]] (NYSE), [[Nasdaq|NASDAQ]], [[London Stock Exchange]], [[Borsa di Milano]], [[Borsa di Shanghai]], Borsa di Parigi, Borsa di Francoforte, Borsa di Madrid, Borsa di Hong Kong, Borsa di Shenzhen, Tokyo Stock Exchange, Mumbai Stock Exchange, Seoul Stock Exchange, Borsa di San Paolo ecc.
Esistono varie borse nel mondo e, per scambiare azioni di una determinata società in borsa, l'azienda deve essere prima quotata in essa. La quotazione avviene solo se l'azienda rispetta determinati requisiti, ad esempio avere un capitale sociale non al di sotto di una certa soglia e, da quando ci si iscrive, produrre report finanziari trimestrali e controllati da un'agenzia di ''[[audit]]''. Un'azienda può anche disiscriversi da una borsa (''[[delisting]]'') o trasferirsi da una borsa all'altra (''translisting'') o quotarsi in due borse (''double listing''). Quando un'azienda si quota in borsa e emette le sue prime azioni nel mercato pubblico, queste azioni sono lanciate tramite un prezzo (collegato anche a un grande evento pubblicizzato) detto [[offerta pubblica iniziale]] (in sigla IPO). Il prezzo di queste azioni può anche essere sottostimato o sovrastimato (nel primo caso, l'azienda incorre in una perdita).


Oggi questi titoli sono dematerializzati, cioè non sono più dei pezzi di carta, ma dei dati virtuali e la compravendita avviene attraverso delle piattaforme di trading online e non più di persona in borsa o via telefono.
Oggi questi titoli sono dematerializzati, cioè non sono più dei pezzi di carta, ma dei dati virtuali e la compravendita avviene attraverso delle piattaforme di trading online e non più di persona in borsa o via telefono.


Tutto il denaro raccolto con le azioni emesse e esistenti/in circolazione nel mercato pubblico e/o privato (outstanding shares) si chiama "[[capitalizzazione di mercato]]/azionaria", market cap. Per esempio, una società startup nata da poco viene solitamente classificata nelle nano-cap, mentre le piccole aziende solitamente sono delle micro-cap e small-cap.
Tutto il denaro raccolto con le azioni emesse e esistenti/in circolazione nel mercato pubblico e/o privato (''outstanding shares'') si chiama [[capitalizzazione azionaria]] o di mercato (''market cap''). Per esempio, una società startup nata da poco viene solitamente classificata nelle ''[[NanoCAD|nano-cap]]'', mentre le piccole aziende solitamente sono delle ''micro-cap'' e ''small-cap''<ref>{{Cita web|url=https://www.investopedia.com/investing/market-capitalization-defined/|titolo=Market capitalization|accesso=29 marzo 2021|dataarchivio=27 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181027203653/https://www.investopedia.com/articles/basics/03/031703.asp|urlmorto=no}}</ref>.


L'insieme di tutte le compravendite di azioni forma, in senso astratto, il mercato azionario, che è parte dunque del mercato delle security (mercato azionario, mercato obbligazionario e mercato dei derivati).
L'insieme di tutte le compravendite di azioni forma, in senso astratto, il [[mercato azionario]], che è parte dunque del [[Mercato mobiliare|mercato dei valori mobiliari]] insieme a [[Mercato obbligazionario|quello obbligazionario]] e quello dei derivati.


Gli acquirenti di azionisti possono essere comuni risparmiatori, grandi investitori professionali, altre società (e.g. banche, corporation, società di assicurazione ecc.),lo Stato, tale per cui si forma una società pubblica/a partecipazione statale, il management dell'azienda stessa e i lavoratori dell'azienda stessa. Questi ultimi due possono godere quindi dei frutti del loro operato diligente e non opportunistico tramite i dividendi (si pensi per esempio a un manager che spreca i soldi dell'azienda per comprarsi un'auto di lusso per sé). I lavoratori, in generale, possono essere coinvolti direttamente nella partecipazione azionaria con dei piani appositi detti [[Employee Stock Ownership Plan]] (ESOP), con cui vengono pagati in azioni da cui derivano dividendi o la possibilità di rivenderle quando si alzano di valore.
Gli acquirenti di azioni possono essere comuni risparmiatori, grandi investitori professionali, altre società (ad esempio banche, ''corporation'', società di assicurazione, ecc.), lo Stato, nel qual caso si forma una società pubblica o a partecipazione statale, la dirigenza e i lavoratori dell'azienda stessa. I lavoratori, in generale, possono essere coinvolti direttamente nella partecipazione azionaria con dei piani appositi detti ''[[Employee Stock Ownership Plan]]'' (ESOP), con cui vengono pagati in azioni da cui derivano dividendi o la possibilità di rivenderle quando si alzano di valore.


Se il raccoglimento di finanziamenti a equity avviene over the counter, cioè in contesto privato, si parla di [[private equity]] financing (e.g. l'apporto di seed capital da parte di un [[angel investor]] nei confronti di una startup o l'apporto di un fondo di [[venture capital]]), altrimenti se avviene in borsa si parla di public equity financing.
Se la raccolta di finanziamenti a equity avviene over the counter, cioè in contesto privato, si parla di ''[[private equity]] financing''<ref>{{Cita web|url=https://www.investopedia.com/terms/p/privateequity.asp|titolo=Private equity|accesso=29 marzo 2021|dataarchivio=10 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210410085525/http://www.investopedia.com/terms/p/privateequity.asp|urlmorto=no}}</ref> (ad esempio l'apporto di ''seed capital'' da parte di un ''[[angel investor]]'' nei confronti di una ''startup'' o l'apporto di un fondo di ''[[venture capital]]''), altrimenti se avviene in borsa si parla di ''public equity financing''.


In conclusione, esistono più tipi di azione. Le azioni ordinarie sono quelle basilari e, comprandole, l'azionista ha anche potere di voto nell'assemblea dei soci quando si prendono decisioni importanti sul futuro dell'azienda (e.g. emendamenti dello statuto sociale); il voto viene tarato in base al numero di azioni comprate ("one share, one vote") o, nella maggior parte dei casi, in base al principio plutocratico: se l'azionista di maggioranza ha versato il 60% del capitale sociale, a prescindere dal numero di azioni comprate, il suo solo voto vale 60 su 100, quindi si dice che è anche un azionista di controllo. Le azioni privilegiate danno diritto di precedenza (prelazione) sugli azionisti ordinari quando si distribuiscono i dividendi ma, come contraltare, tolgono il diritto di voto. Altre azioni aumentano il potere di voto per tamponare gli opportunismi degli azionisti di controllo su quelli di minoranza. Questi tre sono i tipi principali di azioni. Nonostante esista una gerarchia nell'ordine della distribuzione di dividendi (azionisti privilegiati/con prelazione e quelli senza), tutti gli azionisti hanno il diritto di partecipare ai profitti a prescindere dall'ordine siccome vige il divieto assoluto di [[patto leonino]].
Infine, esistono più tipi di azione. Le azioni ordinarie sono quelle basilari e, comprandole, l'azionista ha anche potere di voto nell'assemblea dei soci quando si prendono decisioni importanti sul futuro dell'azienda (ad esempio emendamenti dello statuto sociale); il voto di default viene tarato in base al numero di azioni comprate ("''one share, one vote''") o, nella maggior parte dei casi, non si segue esplicitamente questo standard in favore del principio plutocratico: se l'azionista di maggioranza ha versato il 60% del capitale sociale, a prescindere dal numero di azioni comprate, il suo solo voto vale 60 su 100, quindi si dice che è anche un azionista di controllo<ref name="The Anatomy of Corporate Law. A Comparative and Functional Approach (2nd edition). Oxford University Press, Oxford">{{Cita libro|titolo=Kraakman, Reinier; Armour, John; et al. The Anatomy of Corporate Law. A Comparative and Functional Approach (2nd edition). Oxford University Press, Oxford/New York: 2009.}}</ref>. Le azioni privilegiate danno diritto di precedenza (prelazione) sugli azionisti ordinari quando si distribuiscono i dividendi ma, come contraltare, tolgono il diritto di voto. Altre azioni aumentano il potere di voto per tamponare gli opportunismi degli azionisti di controllo su quelli di minoranza. Questi tre sono i tipi principali di azioni. Nonostante esista una gerarchia nell'ordine della distribuzione di dividendi (azionisti privilegiati/con prelazione e quelli senza), tutti gli azionisti hanno il diritto di partecipare ai profitti a prescindere dall'ordine siccome vige il divieto assoluto di [[patto leonino]].


Se l'azienda fallisce e, fallite le rinegoziazioni dei crediti e le iniziative per salvarla dall'interno o dall'esterno ([[employee buyout]], [[management buyout]] ecc.), gli azionisti hanno diritto a ricevere il denaro che resta dalla liquidazione dell'azienda. I primi a essere pagati sono coloro che sono intitolati a un risarcimento a seguito di un processo. Dopodiché vengono le banche. Se resta qualcosa, va poi ai fornitori e obbligazionisti. Infine, ammesso che resti qualcosa, vengono gli azionisti, rimborsati in base al principio plutocratico.
Se l'azienda fallisce e, fallite le rinegoziazioni dei crediti e le iniziative per salvarla dall'interno o dall'esterno (''[[employee buyout]]'', ''[[management buyout]]'', ecc.), gli azionisti hanno diritto a ricevere il denaro che resta dalla liquidazione dell'azienda. I primi a essere pagati sono coloro che sono intitolati a un risarcimento a seguito di un processo. Dopodiché vengono le banche. Se resta qualcosa, va poi ai fornitori e obbligazionisti. Infine, ammesso che resti qualcosa, vengono gli azionisti, rimborsati in base al [[Plutocrazia|principio plutocratico]]<ref name="The Anatomy of Corporate Law. A Comparative and Functional Approach (2nd edition). Oxford University Press, Oxford" />.


== La quotazione ==
== Quotazione ==
{{Vedi anche|Quotazione}}
{{vedi anche|Quotazione}}

La [[quotazione]] di un'azione, ovvero del suo [[valore (economia)|valore]] nel mercato azionario, è in primis una conseguenza della maggiore o minore importanza in termini di [[Valore (economia)|valore]] o peso economico attribuita all'azienda cui essa è legata, seguendo dunque in linea di massima le quotazioni dell'azienda (ad es. per [[fatturato]]). Un'altra fonte di quotazione è relativa all'andamento del particolare [[mercato]] di riferimento dell'azienda stessa all'interno del sistema economico - per cui rispetto all'[[obbligazione (finanza)|obbligazione]] l'azione è considerata in genere una forma di investimento a rischio finanziario maggiore, in quanto soggetta a quotazione sul [[mercato azionario]] quindi con valore mutevole nel tempo.
La [[quotazione]] di un'azione, ovvero del suo [[valore (economia)|valore]] nel mercato azionario, è in primis una conseguenza della maggiore o minore importanza in termini di [[Valore (economia)|valore]] o peso economico attribuita all'azienda cui essa è legata, seguendo dunque in linea di massima le quotazioni dell'azienda (ad esempio per [[fatturato]]). Un'altra fonte di quotazione è relativa all'andamento del particolare [[mercato]] di riferimento dell'azienda stessa all'interno del sistema economico, per cui rispetto all'[[obbligazione (finanza)|obbligazione]] l'azione è considerata in genere una forma di investimento a rischio finanziario maggiore, in quanto soggetta a quotazione sul [[mercato azionario]] quindi con valore mutevole nel tempo.


Si distinguono 3-4 valori di riferimento per il prezzo di un'azione:
Si distinguono 3-4 valori di riferimento per il prezzo di un'azione:
* [[Valore nominale]], relativo al [[capitale sociale (economia)|capitale sociale]] dell'emittente
* [[valore nominale]], relativo al [[capitale sociale (economia)|capitale sociale]] dell'emittente;
* [[Prezzo di emissione]]: uguale o maggiore del prezzo nominale (''sopra la pari'')
* [[prezzo di emissione]]: uguale o maggiore del prezzo nominale (sopra la pari);
* Target price: prezzo atteso dall'emittente
* ''target price'': prezzo atteso dall'emittente;
* [[Fair value]]: prezzo atteso dai potenziali acquirenti e analisti, in base al prezzo corrente del [[Mercato finanziario secondario|mercato secondario]] (anche ''dopo'' il collocamento).
* ''[[fair value]]'': prezzo atteso dai potenziali acquirenti e analisti, in base al prezzo corrente del [[Mercato finanziario secondario|mercato secondario]] (anche ''dopo'' il collocamento).
La valutazione utilizza l'[[analisi tecnica]] e l'[[analisi fondamentale]] (come l'[[analisi di bilancio]]).
La valutazione utilizza l'[[analisi tecnica]] e l'[[analisi fondamentale]] (come l'[[analisi di bilancio]]).


== Il rendimento ==
== Rendimento ==
Il rendimento di un'azione dipende dall'incremento (o decremento) del valore dell'azione in un dato periodo a cui si aggiungono eventuali dividendi pagati nello stesso periodo.
Il rendimento di un'azione dipende dall'incremento (o decremento) del valore dell'azione in un dato periodo a cui si aggiungono eventuali dividendi pagati nello stesso periodo.


Se P<small>1</small> è il [[prezzo]] di vendita di un'azione, P<small>0</small> il prezzo di acquisto (P<small>1</small> significa prezzo al momento 1 e P<small>0</small> prezzo al momento 0) e D il dividendo complessivamente pagato dall'azione tra il momento 0 e il momento 1, il rendimento percentuale può essere calcolato come:<math>\frac{P_1+D-P_0}{P_0}*100</math>
Se P<small>1</small> è il [[prezzo]] di vendita di un'azione, P<small>0</small> il prezzo di acquisto (P<small>1</small> significa prezzo al momento 1 e P<small>0</small> prezzo al momento 0) e D il dividendo complessivamente pagato dall'azione tra il momento 0 e il momento 1, il rendimento percentuale può essere calcolato come:
:<math>\frac{P_1+D-P_0}{P_0 }\cdot 100</math>


A seconda che un investitore sia maggiormente interessato all'una o all'altra variabile, dividiamo l'insieme degli azionisti in ''[[cassettista|cassettisti]]'' e ''[[speculazione|speculatori]]'':
A seconda che un investitore sia maggiormente interessato all'una o all'altra variabile, dividiamo l'insieme degli azionisti in ''[[cassettista|cassettisti]]'' e ''[[speculazione|speculatori]]'':


* I cassettisti tendono a tenere le azioni in [[Portafoglio (finanza)|portafoglio]] per lunghi periodi, generalmente poiché sono interessati ai dividendi o diritti di natura amministrativa (come il [[Assemblea (società per azioni)|diritto di voto]]); a questa categoria di azionisti preme quindi soprattutto prevedere l'entità dei ''dividendi futuri''.
* i cassettisti tendono a tenere le azioni in [[Portafoglio (finanza)|portafoglio]] per lunghi periodi, generalmente poiché sono interessati ai dividendi o diritti di natura amministrativa (come il [[Assemblea (società per azioni)|diritto di voto]]); a questa categoria di azionisti preme quindi soprattutto prevedere l'entità dei dividendi futuri;
* Gli speculatori, al contrario, non sono interessati ai diritti amministrativi e mantengono in [[Portafoglio (finanza)|portafoglio]] le azioni per un breve arco di tempo, aspettando che il loro prezzo salga abbastanza per permettere loro di realizzare una [[plusvalenza]] (oppure [[Mercato rialzista e mercato ribassista|vendono per ricomprare lo stesso titolo ad un prezzo inferiore]]); se consideriamo poi che il breve tempo di detenzione delle azioni spesso non permette loro nemmeno di percepire i dividendi, il loro interesse si concentrerà sul ''prezzo dell'azione''.
* gli speculatori, al contrario, non sono interessati ai diritti amministrativi e mantengono in [[Portafoglio (finanza)|portafoglio]] le azioni per un breve arco di tempo, aspettando che il loro prezzo salga abbastanza per permettere loro di realizzare una [[plusvalenza]] (oppure [[Mercato rialzista e mercato ribassista|vendono per ricomprare lo stesso titolo ad un prezzo inferiore]]); se consideriamo poi che il breve tempo di detenzione delle azioni spesso non permette loro nemmeno di percepire i dividendi, il loro interesse si concentrerà sul prezzo dell'azione.


== Calcolo del rendimento ==
== Calcolo del rendimento ==
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Il rendimento del cassettista si calcola seguendo il cosiddetto [[modello di Gordon]]:
Il rendimento del cassettista si calcola seguendo il cosiddetto [[modello di Gordon]]:


<math>P = \frac{D_1}{r-g}</math> ossia <math>r = \frac{D_1}{P} + g </math> >>>
:<math>P = \frac{D_1}{r-g}\iff r = \frac{D_1}{P} + g</math>


dove:
Dove:


* P è il prezzo dell'azione
* <math>P</math> è il prezzo dell'azione
* D<small>1</small> è il dividendo al tempo 1 (es. un anno dopo l'acquisto dell'azione)
* <math>D_1</math> è il dividendo al tempo 1 (ad esempio un anno dopo l'acquisto dell'azione)
* r è il rendimento atteso dall'azionista
* <math>r</math> è il rendimento atteso dall'azionista
* <math>g</math> è il tasso di crescita del dividendo.
* g è il tasso di crescita del dividendo: si ipotizza che il dividendo nel tempo cresca ad un tasso 1+g, in modo tale che: <math>{D_2} = {D_1}\,{(1+g)}</math> ; g a volte viene uguagliato al tasso di inflazione, in modo tale che il valore del dividendo in termini reali sia sempre lo stesso.
Si ipotizza che il dividendo nel tempo cresca ad un tasso <math>1+g</math>, in modo tale che:
:<math>D_2 = D_1\,(1+g)</math>;


<math>g</math> a volte viene uguagliato al tasso di inflazione, in modo tale che il valore del dividendo in termini reali sia sempre lo stesso.
È evidente che, se calcolato ''ex ante'', tale previsione è soggetta ad alcune limitazioni, poiché il tasso di crescita futuro può essere approssimato al massimo facendo riferimento a dati storici; in più, perché il modello di Gordon sia valido, dobbiamo supporre che tutti gli anni il dividendo venga distribuito e che esso cresca sempre con un tasso (1+g).


È evidente che, se calcolato ''ex ante'', tale previsione è soggetta ad alcune limitazioni, poiché il tasso di crescita futuro può essere approssimato al massimo facendo riferimento a dati storici; in più, perché il modello di Gordon sia valido, dobbiamo supporre che tutti gli anni il dividendo venga distribuito e che esso cresca sempre con un tasso <math>1+g</math>.
r è calcolabile in questo modo:
<math> r = rrf + B * (rmktM-rrfM) </math>


<math>r</math> è calcolabile in questo modo:
rrf = tasso di rendimento ''risk free'' (di solito si prende il [[Buono_del_Tesoro_Poliennale|BTP]] di durata decennale)


:<math> r = r_{rf} + B \cdot (r_{mkt,M}-r_{rf,M}) </math>
B (rmktM - rrfM) è il premio per il rischio, ossia:
dove:
* B = rischiosità relativa dell'investimento in essere rispetto al mercato (è un coefficiente che se maggiore di uno indica un investimento più rischioso rispetto a quello del mercato, se minore di uno indica un investimento meno rischioso rispetto a quello del mercato)

* rmktM = tasso di rendimento medio di mercato (es, prendere la media dell'indice del mercato considerato)
* rrfM = tasso di rendimento medio ''risk free''.
* <math>r_{rf}</math> = tasso di rendimento ''risk free'' (di solito si prende il [[Buono_del_Tesoro_Poliennale|BTP]] di durata decennale)

* <math> B \cdot (r_{mkt,M}-r_{rf,M}) </math> è il premio per il rischio, essendo:
** <math>B</math> = rischiosità relativa dell'investimento in essere rispetto al mercato (è un coefficiente che se maggiore di uno indica un investimento più rischioso rispetto a quello del mercato, se minore di uno indica un investimento meno rischioso rispetto a quello del mercato)
** <math>r_{mkt,M}</math> = tasso di rendimento medio di mercato (ad esempio prendere la media dell'indice del mercato considerato)
** <math>r_{rf,M}</math> = tasso di rendimento medio ''risk free''.


=== Rendimento dello speculatore ===
=== Rendimento dello speculatore ===
{{Vedi anche|Valore attuale delle opportunità di crescita}}
Calcolare il rendimento dello speculatore significa calcolare la plusvalenza sull'azione, ossia la differenza fra prezzo di vendita prezzo di acquisto. La forte variabilità dei mercati e dei prezzi delle azioni non permette di calcolare con precisione tale valore: l'[[analisi fondamentale]] fornisce quindi alcuni indicatori per indicare, tramite il confronto con altre azioni se un titolo è sottovalutato o sopravvalutato.
Calcolare il rendimento dello speculatore significa calcolare la plusvalenza sull'azione, ossia la differenza fra prezzo di vendita prezzo di acquisto. La forte variabilità dei mercati e dei prezzi delle azioni non permette di calcolare con precisione tale valore: l'[[analisi fondamentale]] fornisce quindi alcuni indicatori per indicare, tramite il confronto con altre azioni se un titolo è sottovalutato o sopravvalutato.


Alcuni di questi indicatori sono:
Alcuni di questi indicatori sono:


* [[Book value]]: (Patrimonio netto / N. azioni in circolazione)
* ''[[Book value]]'': (patrimonio netto / numero di azioni in circolazione)
* [[Earnings per share]] (EPS): (Utili netti / N. azioni in circolazione)
* ''[[Utili per azione]]'' (EPS): (utili netti / numero di azioni in circolazione)
* [[Price to book value]]: (Prezzo del titolo / Book value)
* ''[[Price to book value]]'': (prezzo del titolo / ''book value'')
* [[rapporto prezzo-utili|price earning ratio]] |price earning ratio Price earnings: (Prezzo del titolo / Earnings per share)
* ''[[Rapporto prezzo-utili]]'': (prezzo del titolo / EPS)

== Note ==
<references/>


== Bibliografia ==
Vedi anche: [[VAOC]], [[Valore attuale delle opportunità di crescita]].
* Brealey, Richard; Myers, Stewart; Allen, Franklin. ''Principles of Corporate Finance. 12th edition.'' McGraw-Hill, New York: 2017.
* Kraakman, Reinier; Armour, John; et al. ''The Anatomy of Corporate Law. A Comparative and Functional Approach (2nd edition).'' Oxford University Press, Oxford/New York: 2009.


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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* [[Società (diritto)]]
* [[Società (diritto)]]
*[[Corporate finance]]
* [[Finanza d'impresa]]
*[[Contabilità finanziaria]]
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*[[Azione (diritto societario italiano)]]
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*[[Azionista]]
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* [[Azione di risparmio]]
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== Collegamenti esterni ==
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* https://www.investopedia.com/terms/s/shares.asp Definizione su Investopedia.com
* https://www.investopedia.com/terms/s/shares.asp Definizione di "azione" su Investopedia.com
* https://www.investopedia.com/ask/answers/09/difference-between-bond-stock-market.asp Differenza tra mercato azionario e obbligazionario su Investopedia.com
* https://www.investopedia.com/ask/answers/09/difference-between-bond-stock-market.asp Differenza tra mercato azionario e obbligazionario su Investopedia.com
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Versione attuale delle 03:38, 22 dic 2024

Azione datata 15 gennaio 1923 della Hannoversche Immobilien-Gesellschaft con facsimile della firma del presidente del consiglio di sorveglianza Emil L. Meyer.

In finanza un'azione (in inglese: share o stock) è un titolo finanziario rappresentativo del diritto di credito al dividendo dell'utile aziendale quale corrispettivo del conferimento di una quota di capitale che passa, al momento dell'acquisto dell'azione, alla proprietà di una società per azioni, che ha personalità giuridica e quindi è il vero proprietario della quota conferita. Insieme alle obbligazioni e ai derivati, fa parte dei valori mobiliari. Il possessore è detto azionista (shareholder) e l'insieme delle azioni della società è detto "capitale azionario" (distinto dal capitale sociale risultante dal bilancio aziendale).

Costituisce una forma di investimento finanziario da parte del detentore, è uno strumento finanziario, soggetto a un rating di valutazione, e in genere a capitale non garantito.

Lo stesso argomento in dettaglio: Società per azioni, Borsa valori, Valori mobiliari e Finanza d'impresa.

Secondo la finanza d'impresa, le aziende (ad esempio le società per azioni) hanno bisogno di denaro per svolgere le loro attività e accumulare profitti nel tempo per svolgere ulteriori attività, effettuare investimenti e crescere. Esistono due modi per raccogliere finanziamenti: a debito (debt financing) e non a debito, cioè a equity (equity financing)[1].

Tramite debito, si ricorre ai prestiti in banca da restituire con gli interessi maturati. Come alternativa, si emettono le obbligazioni societarie. Il debito accumulato tramite queste due forme di finanziamento si chiama senior debt. Se si usa una terza via, il mezzanine debt (denaro concesso senza garanzie, con tasso d'interesse alto per il rischio alto e con la richiesta di emettere delle opzioni come strumento derivato per mitigare i rischi), si accumula il junior debt, concesso di solito ad aziende già avviate.

L'alternativa del finanziamento a debito è l'equity financing, in cui il finanziamento avviene tramite la vendita di quote della società, ovvero le azioni. Anticamente, l'azione era un pezzo di carta certificato che attestava il versamento del suo valore e il possesso di una parte di tutto il capitale sociale dell'azienda. Gli acquirenti, comprando questi prodotti finanziari che apparivano come dei pezzi di carta, versavano ognuno una parte di tutto il capitale. Per esempio, se si emettono 10 azioni dal valore di 100 € l'una e un azionista ne compra 4 e il secondo azionista ne compra 6, in totale si raccolgono 1.000 €; il primo azionista versa 400 €, mentre il secondo versa 600 €. Il primo possiede il 40% del capitale sociale ed è azionista di minoranza, mentre il secondo, possedendone il 60%, è l'azionista di maggioranza.

L'utilità delle azioni è molteplice:

  • permette alle aziende di ricevere capitale e spinge dunque all'imprenditorialità;
  • permette lo svolgimento di attività in quanto si possono coprire i loro costi;
  • se le attività hanno successo e portano un profitto, quest'utile serve all'azienda per crescere o svolgere sempre più attività o ripagare i debiti nel medio e lungo termine;
  • permette agli azionisti di guadagnare, cioè capitalizzare sul successo dell'azienda che hanno finanziato a equity.

Per la precisione, alcune volte all'anno, parte dei profitti generati dall'azienda viene redistribuito suddiviso in dividendi agli azionisti[2]. In base al principio plutocratico, i profitti stanziati si suddividono in base alla partecipazione azionaria: all'azionista di maggioranza che ha versato il 60% del denaro siccome ha comprato il 60% delle azioni, spetta il 60% dei profitti. All'azionista di minoranza che ha versato il rimanente 40%, spetta il 40%.

In più, il valore dell'azione può oscillare nel tempo, in base al successo dell'azienda e/o delle valutazioni esterne delle agenzie di rating. L'azionista, inclusi gli speculatori e coloro che praticano il day trading, può guadagnare dunque anche rivendendo la propria partecipazione azionaria a un nuovo azionista che, in passato, comprava questo pacchetto fisico di azioni già posseduto da un azionista pagando queste azioni secondo il nuovo valore. Per esempio, se l'azionista di maggioranza che ha comprato 6 azioni dal valore di 100 € l'una e ha speso 600 € aspetta che l'azienda generi profitti, può vedere come il valore di una sola azione raddoppi da 100 € a 200 €. Quindi, può rivendere la propria partecipazione per 1.200 € e guadagnare 600 €, senza bisogno che riceva dividendi.

L'azione è un finanziamento non a debito poiché i soldi non devono essere restituiti maggiorati di interessi, ma il guadagno per l'azionista deriva dalla distribuzione di dividendi. Questi ultimi sono ricavabili se le attività di business e investimento hanno successo, il che non è scontato. Pertanto, l'azienda e gli azionisti possono perdere tutto il capitale di rischio. In più, anche se l'azionista vendesse le azioni per liberarsene, esse avrebbero un valore più basso rispetto a quando le ha acquistate. Quest'ultimo dunque ha sempre un rischio di fondo. Un alto profitto sotto forma di dividendo è un premio al rischio.

La differenza tra un'azione e un'obbligazione societaria (corporate bond) risiede nel meccanismo di guadagno e nel rischio: l'obbligazione è un prestito di denaro (debt financing) da parte di un investitore, l'obbligazionista (bondholder), all'azienda. Quest'ultima, entro la data di maturità, deve restituire il denaro con interessi maturati[3] e si impegna a rispettare dei patti obbligazionari (bond covenant), per esempio quello di non indebitarsi ulteriormente fino alla data di maturità[4]. Il tasso di interesse dell'obbligazione si alza se l'investimento è rischioso (ad esempio la società è già molto indebitata) o in base a un rating basso delle agenzie apposite giustificato dagli alti debiti o dalla violazione abituale dei covenant. Se gli interessi sono altissimi e il rischio è altissimo, si parla di titoli spazzatura. Ma di base, l'azione è più rischiosa dell'obbligazione e permette un finanziamento a equity, mentre l'obbligazione permette un finanziamento a debito.

Le azioni, le obbligazioni e i derivati fanno tutti e tre parte di una classe di prodotti finanziari dette security ("valori mobiliari"); le azioni sono titoli di capitale, mentre le obbligazioni sono titoli di debito[5].

Siccome le azioni possono essere rivendute liberamente a nuovi azionisti, si dice che sono titoli negoziabili, cioè scambiabili tramite compravendita. In più, siccome si possono vendere velocemente sia in caso di successo che di fallimento, sono investimenti facilmente liquidabili, cioè sono dotati di un'alta liquidabilità.

Le azioni e le altre security si scambiano in mercati e canali non ufficiali, privati e meno regolamentati, cioè over the counter (OTC) e, in alternativa, nel mercato pubblico, ufficiale e regolamentato nato apposta per scambiare le security: la borsa valori (stock exchange), che non è unica siccome svariate grandi città mondiali ne hanno una, ad esempio la New York Stock Exchange (NYSE), NASDAQ, London Stock Exchange, Borsa di Milano, Borsa di Shanghai, Borsa di Parigi, Borsa di Francoforte, Borsa di Madrid, Borsa di Hong Kong, Borsa di Shenzhen, Tokyo Stock Exchange, Mumbai Stock Exchange, Seoul Stock Exchange, Borsa di San Paolo ecc.

Esistono varie borse nel mondo e, per scambiare azioni di una determinata società in borsa, l'azienda deve essere prima quotata in essa. La quotazione avviene solo se l'azienda rispetta determinati requisiti, ad esempio avere un capitale sociale non al di sotto di una certa soglia e, da quando ci si iscrive, produrre report finanziari trimestrali e controllati da un'agenzia di audit. Un'azienda può anche disiscriversi da una borsa (delisting) o trasferirsi da una borsa all'altra (translisting) o quotarsi in due borse (double listing). Quando un'azienda si quota in borsa e emette le sue prime azioni nel mercato pubblico, queste azioni sono lanciate tramite un prezzo (collegato anche a un grande evento pubblicizzato) detto offerta pubblica iniziale (in sigla IPO). Il prezzo di queste azioni può anche essere sottostimato o sovrastimato (nel primo caso, l'azienda incorre in una perdita).

Oggi questi titoli sono dematerializzati, cioè non sono più dei pezzi di carta, ma dei dati virtuali e la compravendita avviene attraverso delle piattaforme di trading online e non più di persona in borsa o via telefono.

Tutto il denaro raccolto con le azioni emesse e esistenti/in circolazione nel mercato pubblico e/o privato (outstanding shares) si chiama capitalizzazione azionaria o di mercato (market cap). Per esempio, una società startup nata da poco viene solitamente classificata nelle nano-cap, mentre le piccole aziende solitamente sono delle micro-cap e small-cap[6].

L'insieme di tutte le compravendite di azioni forma, in senso astratto, il mercato azionario, che è parte dunque del mercato dei valori mobiliari insieme a quello obbligazionario e quello dei derivati.

Gli acquirenti di azioni possono essere comuni risparmiatori, grandi investitori professionali, altre società (ad esempio banche, corporation, società di assicurazione, ecc.), lo Stato, nel qual caso si forma una società pubblica o a partecipazione statale, la dirigenza e i lavoratori dell'azienda stessa. I lavoratori, in generale, possono essere coinvolti direttamente nella partecipazione azionaria con dei piani appositi detti Employee Stock Ownership Plan (ESOP), con cui vengono pagati in azioni da cui derivano dividendi o la possibilità di rivenderle quando si alzano di valore.

Se la raccolta di finanziamenti a equity avviene over the counter, cioè in contesto privato, si parla di private equity financing[7] (ad esempio l'apporto di seed capital da parte di un angel investor nei confronti di una startup o l'apporto di un fondo di venture capital), altrimenti se avviene in borsa si parla di public equity financing.

Infine, esistono più tipi di azione. Le azioni ordinarie sono quelle basilari e, comprandole, l'azionista ha anche potere di voto nell'assemblea dei soci quando si prendono decisioni importanti sul futuro dell'azienda (ad esempio emendamenti dello statuto sociale); il voto di default viene tarato in base al numero di azioni comprate ("one share, one vote") o, nella maggior parte dei casi, non si segue esplicitamente questo standard in favore del principio plutocratico: se l'azionista di maggioranza ha versato il 60% del capitale sociale, a prescindere dal numero di azioni comprate, il suo solo voto vale 60 su 100, quindi si dice che è anche un azionista di controllo[8]. Le azioni privilegiate danno diritto di precedenza (prelazione) sugli azionisti ordinari quando si distribuiscono i dividendi ma, come contraltare, tolgono il diritto di voto. Altre azioni aumentano il potere di voto per tamponare gli opportunismi degli azionisti di controllo su quelli di minoranza. Questi tre sono i tipi principali di azioni. Nonostante esista una gerarchia nell'ordine della distribuzione di dividendi (azionisti privilegiati/con prelazione e quelli senza), tutti gli azionisti hanno il diritto di partecipare ai profitti a prescindere dall'ordine siccome vige il divieto assoluto di patto leonino.

Se l'azienda fallisce e, fallite le rinegoziazioni dei crediti e le iniziative per salvarla dall'interno o dall'esterno (employee buyout, management buyout, ecc.), gli azionisti hanno diritto a ricevere il denaro che resta dalla liquidazione dell'azienda. I primi a essere pagati sono coloro che sono intitolati a un risarcimento a seguito di un processo. Dopodiché vengono le banche. Se resta qualcosa, va poi ai fornitori e obbligazionisti. Infine, ammesso che resti qualcosa, vengono gli azionisti, rimborsati in base al principio plutocratico[8].

Lo stesso argomento in dettaglio: Quotazione.

La quotazione di un'azione, ovvero del suo valore nel mercato azionario, è in primis una conseguenza della maggiore o minore importanza in termini di valore o peso economico attribuita all'azienda cui essa è legata, seguendo dunque in linea di massima le quotazioni dell'azienda (ad esempio per fatturato). Un'altra fonte di quotazione è relativa all'andamento del particolare mercato di riferimento dell'azienda stessa all'interno del sistema economico, per cui rispetto all'obbligazione l'azione è considerata in genere una forma di investimento a rischio finanziario maggiore, in quanto soggetta a quotazione sul mercato azionario quindi con valore mutevole nel tempo.

Si distinguono 3-4 valori di riferimento per il prezzo di un'azione:

La valutazione utilizza l'analisi tecnica e l'analisi fondamentale (come l'analisi di bilancio).

Il rendimento di un'azione dipende dall'incremento (o decremento) del valore dell'azione in un dato periodo a cui si aggiungono eventuali dividendi pagati nello stesso periodo.

Se P1 è il prezzo di vendita di un'azione, P0 il prezzo di acquisto (P1 significa prezzo al momento 1 e P0 prezzo al momento 0) e D il dividendo complessivamente pagato dall'azione tra il momento 0 e il momento 1, il rendimento percentuale può essere calcolato come:

A seconda che un investitore sia maggiormente interessato all'una o all'altra variabile, dividiamo l'insieme degli azionisti in cassettisti e speculatori:

  • i cassettisti tendono a tenere le azioni in portafoglio per lunghi periodi, generalmente poiché sono interessati ai dividendi o diritti di natura amministrativa (come il diritto di voto); a questa categoria di azionisti preme quindi soprattutto prevedere l'entità dei dividendi futuri;
  • gli speculatori, al contrario, non sono interessati ai diritti amministrativi e mantengono in portafoglio le azioni per un breve arco di tempo, aspettando che il loro prezzo salga abbastanza per permettere loro di realizzare una plusvalenza (oppure vendono per ricomprare lo stesso titolo ad un prezzo inferiore); se consideriamo poi che il breve tempo di detenzione delle azioni spesso non permette loro nemmeno di percepire i dividendi, il loro interesse si concentrerà sul prezzo dell'azione.

Calcolo del rendimento

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Rendimento del cassettista

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Il rendimento del cassettista si calcola seguendo il cosiddetto modello di Gordon:

dove:

  • è il prezzo dell'azione
  • è il dividendo al tempo 1 (ad esempio un anno dopo l'acquisto dell'azione)
  • è il rendimento atteso dall'azionista
  • è il tasso di crescita del dividendo.

Si ipotizza che il dividendo nel tempo cresca ad un tasso , in modo tale che:

;

a volte viene uguagliato al tasso di inflazione, in modo tale che il valore del dividendo in termini reali sia sempre lo stesso.

È evidente che, se calcolato ex ante, tale previsione è soggetta ad alcune limitazioni, poiché il tasso di crescita futuro può essere approssimato al massimo facendo riferimento a dati storici; in più, perché il modello di Gordon sia valido, dobbiamo supporre che tutti gli anni il dividendo venga distribuito e che esso cresca sempre con un tasso .

è calcolabile in questo modo:

dove:

  • = tasso di rendimento risk free (di solito si prende il BTP di durata decennale)
  • è il premio per il rischio, essendo:
    • = rischiosità relativa dell'investimento in essere rispetto al mercato (è un coefficiente che se maggiore di uno indica un investimento più rischioso rispetto a quello del mercato, se minore di uno indica un investimento meno rischioso rispetto a quello del mercato)
    • = tasso di rendimento medio di mercato (ad esempio prendere la media dell'indice del mercato considerato)
    • = tasso di rendimento medio risk free.

Rendimento dello speculatore

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Lo stesso argomento in dettaglio: Valore attuale delle opportunità di crescita.

Calcolare il rendimento dello speculatore significa calcolare la plusvalenza sull'azione, ossia la differenza fra prezzo di vendita prezzo di acquisto. La forte variabilità dei mercati e dei prezzi delle azioni non permette di calcolare con precisione tale valore: l'analisi fondamentale fornisce quindi alcuni indicatori per indicare, tramite il confronto con altre azioni se un titolo è sottovalutato o sopravvalutato.

Alcuni di questi indicatori sono:

  1. ^ Brealey, Richard; Myers, Stewart; Allen, Franklin. Principles of Corporate Finance. 12th edition. McGraw-Hill, New York: 2017..
  2. ^ Shares (azioni), su investopedia.com. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato il 17 aprile 2021).
  3. ^ Differenza tra mercato azionario e obbligazionario, su investopedia.com. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato il 27 marzo 2021).
  4. ^ Bond covenant, su investopedia.com. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato il 4 maggio 2021).
  5. ^ Security, su investopedia.com. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato il 17 aprile 2021).
  6. ^ Market capitalization, su investopedia.com. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato il 27 ottobre 2018).
  7. ^ Private equity, su investopedia.com. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato il 10 aprile 2021).
  8. ^ a b Kraakman, Reinier; Armour, John; et al. The Anatomy of Corporate Law. A Comparative and Functional Approach (2nd edition). Oxford University Press, Oxford/New York: 2009..
  • Brealey, Richard; Myers, Stewart; Allen, Franklin. Principles of Corporate Finance. 12th edition. McGraw-Hill, New York: 2017.
  • Kraakman, Reinier; Armour, John; et al. The Anatomy of Corporate Law. A Comparative and Functional Approach (2nd edition). Oxford University Press, Oxford/New York: 2009.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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