cioncare
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cioncare (vai alla coniugazione)
- (obsoleto), (regionale) tagliare via, rimuovere dal resto, detto generalmente di arti
- cioncare il braccio, la gamba a qualcuno
- la lancia del pagan par che si cionchi (Luigi Pulci, Morgante, canto XXII, stanza 105)
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- (obsoleto), (anche assoluto) bere senza moderazione, avidamente, detto in particolare di alcolici
- cioncare una bottiglia intera
- ha passato la notte a cioncare in qualche bettola
- cioncar le tazze (Vincenzo Monti, traduzione dell'Iliade di Omero, libro IV, 427)
- io cionco senza potermi ubbriacare ed obliare! (Ferdinando Petruccelli della Gattina, I suicidi di Parigi, episodio III, XVII)
- cion | cà | re
- IPA: /t͡ʃonˈkare/
- (tagliare via) dubbia, forse dal latino volgare *extruncare, dal classico trunco, "tagliare via, mozzare"
- (bere senza moderazione) forse dal tedesco schenken, "versare, mescere"
- nel senso di "tagliare via", è oggi termine impiegato regionalmente soprattutto nel dialetto romanesco e nel Lazio
- (tagliare via dal corpo) mozzare, tagliare, asportare
- (bere senza moderazione) tracannare, trangugiare
tagliare via dal corpo
vedi mozzare |
- Enrico Olivetti, Dizionario Italiano Olivetti edizione on line su www.dizionario-italiano.it, Olivetti Media Communication
- AA.VV., Vocabolario Treccani edizione online su treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana
- Aldo Gabrielli, Grande dizionario italiano edizione online su grandidizionari.it, Hoepli