Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
GIUSEPPE PARINI
Udrà del tuo cantore
Le commosse reliquie
132Sotto la terra argute sibilar.
263 | Alla Musa |
Fugge i figli e la moglie ovunque il chiama
Dura avarizia nel remoto flutto,
4Musa, non ama.
Nè quei cui l’alma ambizïosa lode
Fulgida cura onde salir più agogna,
E la molto fra il dì temuta frode
8Torbido sogna.
Nè giovane che pari a tauro irrompa
Ove alla cieca più Venere piace:
Nè donna che d’amanti osi gran pompa
12Spiegar procace.
Sai tu, vergine dea, chi la parola
Modulata da te gusta od imita,
Onde ingenuo piacer sgorga, e consola
16L’umana vita?
Colui cui diede il ciel placido senso
E puri affetti e semplice costume;
Che di sè pago e dell’avito censo,
20Più non presume;
Che spesso al faticoso ozio de’ grandi
E all’urbano clamor s’invola, e vive
Ove spande natura influssi blandi
24O in colli o in rive;
E in stuol d’amici numerato e casto,
Tra parco e delicato al desco asside,
E la splendida turba e il vano fasto
28Lieto deride;
356 |