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il concetto di specie in biologia | 89 |
Dapprima il Darwin respinse quasi completamente le idee Lamarckiane; in seguito le accettò in parte, accordando egli pure una certa importanza ai fattori climatici e all’uso e al non uso degli organi, ma li considerò pur sempre come cause minori e concomitanti; la cernita naturale rimase sempre il fondamento della sua dottrina, la quale non si preoccupava delle origini delle variazioni.
Il darwinismo, chi ormai non lo sa? vincendo ostilità e ritrosìe non poche nè lievi, grazie allo zelo e alla valentìa di parecchi, che ne divennero ferventi apostoli e divulgatori, guadagnò rapidamente terreno, facendo ben presto cadere nell’oblio ogni altro precedente tentativo di dottrine trasformistiche, e diventò, in breve volgere d’anni, la religione ufficiale di naturalisti della seconda metà del secolo XIX. Ciò contribuì alla confusione, che spesso fu fatta e dura tuttora, fra Darwinismo e trasformismo, o teorie evoluzionistiche in generale.
Ma se i primi oppositori delle nuove tendenze furono messi a tacere o lasciati da parte e dimenticati come vecchi brontoloni, o disprezzati come bigotti e gente di poco senno, sebbene non sempre meritassero un simile trattamento, non tutte le obiezioni potettero essere facilmente rintuzzate, o definitivamente eliminate. L’eccessivo zelo dei discepoli fece spesso anche più male che bene, mettendo talvolta in evidenza i punti vulnerabili della dottrina. Contro questi non mancarono di appuntare le armi varii critici, che non potevano esser sospetti di ortodossia, ma che non erano disposti ad accettare, senza esame, il verbo di una nuova fede, sol perchè correva le piazze. Il trionfo incontrastato del darwinismo fu più apparente, che reale, più sbalorditivo che duraturo.
Le insufficienze e le debolezze del principio della selezione naturale, le contraddizioni tra i fatti e le teorie, non vedute dai più, o passate sotto silenzio, ora per ignoranza, ora per difetto di critica, ora per mala fede, furono avvertite fin quasi dal principio; ma poi andarono mano mano rendendosi più evidenti, con grande giubilo di coloro, che non rendendosi ben conto del valore delle ipotesi scientifiche, credono, quando qualcuna di queste si dimostra erronea o insufficiente, che la scienza stessa stia per dichiarar bancarotta e che gli scienziati siano volgari ciarlatani che non ne sanno, né possono saperne, in fondo, più degli altri.