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88 | myricae |
Vedeste l’erba lucido tappeto,
e sulle pietre il musco smeraldino;
tremava il verde ciuffo del canneto,
sbocciava la ninfèa, nell’acquitrino,10
tra rane verdi e verdi raganelle.
Vedeste azzurro scendere il ruscello
fuori dei monti, fuor delle foreste,
e quelle creste, aereo castello,
tagliare in cielo un lembo più celeste:15
era colore di vïola il colle.
Vedeste in mezzo a nuvole di cloro
rossa raggiar la fuga de’ palazzi
lungo la ripa, ed il tramonto d’oro
dalle vetrate vaporare a sprazzi,20
a larghi fasci, a tremule scintille.
Dormono i corvi dentro i lecci oscuri,
qualche fiaccola va pei cimiteri;
dentro i palazzi, dentro gli abituri,
al buio, accanto ai grandi letti neri,25
dormono nere e piccole le culle.
III
Nel ciel dorato rotano i rondoni.
Avessi al cor, come ali, così lena!
Pur l’amerei la negra terra infida,