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Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/265

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201 — e Torquato Tasso ancora e non di rado eloquente nelle altre prose, dove parla molto di se stesso, e quasi sempre eloquentissimo nelle lettere, dove non ragiona, si può dire, se non de’ suoi propri casi. CAPITOLO SETTIMO. 5 Si ricordano anche parecchi suoi motti e risposte argute; come fu quella eh* ei diede a un giovanetto, molto studioso delle lettere, ma poco esperto del mondo; il quale diceva, che dell’ arte del governarsi nella vita sociale, e della cognizione pratica degli uomini, s’imparano cento fogli il di. 10 Rispose 1 Ottonieri: ma il libro fa cinque milioni di fogli. A un altro giovane inconsiderato e temerario, il quale per ¿schermirsi da quelli che gli rimproveravano le male riuscite che faceva giornalmente, e gli scorni che riportava, era usato rispondere, che della vita non è da fare più stima 15 che di una commedia ; disse una volta 1’ Ottonieri : anche nella commedia e meglio riportare applausi che fischiate; e il commediante male instrutto nell’ arte sua, o mal destro in esercitarla, all ultimo si muore di fame. Preso dai sergenti della corte un ribaldo omicida, il 20 quale per essere zoppo, commesso il misfatto, non era potuto fuggire ; disse : vedete, amici, che la giustizia, se bene si dice che sia zoppa, raggiunge però il malfattore, se egli è zoppo. 3 A Lettere 6 A argute, — 7 A giovanetto — 8 A mondo, — X*?- 14 A giornalmente — 15 A rispondere — 16 A commedia, — 19 AMF muor — 21 AMF esser 1 e il Tasso — 3 Lettere che si può dire, che non abbiano altra (di altra) materia se non - 14 faceva egli - 20 Anche questo capoverso fu aggiunto da ultimo, e l’Autore ne segnò a q. I. il posto con la postilla: • a fine dell opuscolo — 23-4 i malfattori, se sono zoppi —