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Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/387

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312 parte seconda

Da yi e tse venne khung? domanderà il lettore, quasi spaventato, non ostante che abbia dinanzi agli occhi i miracoli della moderna linguistica! — È da rispondere, che bisogna fare attenzione al significato e non al suono: yi, che significa volgarmente «unità», è uno dei tanti nomi che si danno alla rondine, tse poi vuol dire «figliuolo; e yi-tse», figliuolo di rondine; come infatti Khi aveva diritto d’esser chiamato, se la sua nascita accadde a quel modo. Ora, il carattere cinese che si pronunzia khung è propriamente formato di due parti, le quali separatamente formano le due parole monosillabiche yi e tse «figliuolo di rondine». Se poi si troverà curioso, anzi assurdo, il fatto, che due caratteri che separati si pronunziano yi e tse, riuniti in un solo si pronunzino khung; io mi contenterò di scusarmi come soleva un sinologo, del resto valentissimo, quando gli venivano fatte delle osservazioni sulla stranezza della lingua dell’Impero di Mezzo: «Che volete, diceva, non son io che ho fatto il Cinese».

Comunque sia, questa è l’origine favolosa della famiglia del Filosofo di Lu; e, si sa, nella favola, e pur troppo anche in altre faccende di questo mondo, non bisogna pretendere che tutto vada come vorrebbe il buon senso. Torniamo alla leggenda. «È notte: e sulla casa, dove era Wei-tsai, la futura madre del filosofo, si posano due Draghi, scesi dall’alto dei cieli; e allora Wei-tsai ebbe un sogno, in cui gli fu rivelato, che ella doveva partorire il Savio. Due fate vengono con profumi a purificare la donna. L’Imperatore celeste discende in terra: e dal mezzo dei quattro punti cardinali si ode una musica soave, che invade la stanza di Wei-tsai; e una voce nello spazio va gridando: — Il Cielo si commuove, nasce il Santo; e questo suono inusitato di flauti e di campane accompagna la sua venuta. — Cin-