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parte prima | 77 |
dal moderno Buddhismo pei tempi anteriori a Çâkyamuni, e le dottrine del Mahâyâna, che tendevano a fare sparire tutto quel che c’era d’umano e di storico in questa religione, per condurla nei dominii del soprannaturale e del leggendario, trascinarono nel campo del mito anche gli atti della vita di Siddhârta. Non è dunque negli scritti delle scuole prodottesi come ultimo svolgimento delle dottrine del Buddha, che si devono cercare i dati per stabilire una cronologia verisimile; ma in quelli delle scuole che s’inspirano alla dottrina primitiva, meno corrotta, la quale principalmente si conserva dai Buddhisti del mezzogiorno.
Nella Cina ci fu poi anche un’altra cagione, che indusse ad alterare la data del cominciamento dell’èra buddhica. E questa cagione fu, secondo quello che dicono gli stessi autori cinesi, come si rileva da un’opera che porta il titolo di Wei-keu thu cih (lib. lxv),1 la gelosia che nacque tra i preti delle religioni Taoistica e Buddhica. I seguaci della dottrina del Tao, che non vedevano di buon occhio i progressi di una nuova credenza, tentarono dapprincipio di fare di Lao-tzu e di Çâkyamuni una sola persona; insegnando in pari tempo, che il Buddhismo e il Taoismo non erano infine che una medesima religione, che i due insegnamenti procedevano da una sorgente comune, e avevano un solo fondatore. A provare tale asserzione i Taoisti cercarono di mostrare, che il Buddha morì il terzo anno dell’imperatore Khaowang dei Ceu, ossia l’anno 437 av. C., quasi un secolo dopo la morte di Lao-tzu; e che la leggenda della vita, del Savio indiano poteva dunque benissimo esser quella, del Savio dell’Impero di mezzo, passata col tempo nei