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Samuel Rogers

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Samuel Rogers ritratto da George Richmond

Samuel Rogers (1763 – 1855), poeta britannico.

Citazioni di Samuel Rogers

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  • Non importa molto chi sposi, poiché la mattina dopo di sicuro t'accorgerai che si trattava di un'altra persona.[1]
  • Non sono più padrone di me stesso. Sono diventato schiavo di un demone. Siedo giorni e giorni con gli occhi fissi su quel terribile fantasma, il Duca di Urbino [...] [La Statua] Siede leggermente inclinata in avanti, il mento sulla mano sinistra, il gomito sul bracciolo della sedia. Il suo sguardo è calmo e pensoso, eppure sembra dire qualcosa che fa ritrarre in se stessi, qualcosa che trascende le parole. Affascina come il basilisco. All'ombra del minaccioso caschetto a forma di elmo, il volto di Lorenzo è appena visibile. Si scorgono vagamente i tratti di un sembiante, ma non è facile dire se si tratti di un vivo o di un morto, di un essere mortale o di un angelo celeste, di un volto o di un teschio. La sua figura è nobile e gigantesca, ma non tale da scuotere la tua credulità o di ricordarti che si tratta solo di una statua. È la creazione in pietra più reale e ad un tempo più irreale che sia scaturita da uno scarpello.[2]

Attribuite

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  • Men solo mai che quando solo.[3]
Never less alone than when alone. (da Human Life)
Cfr. Marco Tullio Cicerone: «P. Scipione, quello che per primo ebbe l'appellativo di Africano, Catone, che era quasi suo coetaneo, scrisse che era solito affermare che mai era meno inoperoso di quando era libero da impegni politici, né meno solo di quando era solo» (De Officiis, III, 1, a cura di Giusto Picone e Rosa Rita Marchese, Einaudi, 2019).[4]
  • Quando un nuovo libro è stato pubblicato, ne leggo uno vecchio.
When a new book comes out, I read an old one.[4]
  • Un uomo che cerca di leggere tutte le nuove pubblicazioni dovrebbe fare come le pulci – saltare.
A man who attempts to read all the new productions must do as the flea does, — skip.[4]

Note

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  1. Da Table Talk; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644
  2. Da The Italian Journey of Samuel Rogers, edited by J. R. Hale, Faber & Faber, Londra, 1956, p. 25; citato in Viaggiatori inglesi e americani nella Città del Fiore, in Emanuele Kanceff, Attilio Brilli, Giorgio Cusatelli, Renato Risaliti, Silvia Meloni Trkulja, Mara Miniati e Maurizio Bossi, Firenze dei grandi viaggiatori, a cura di Franco Paloscia, Edizioni Abete, Roma, 1993, p. 74. ISBN 88-7047-053-9
  3. Da La vita umana, poema di Samuele Rogers, dall'inglese trasportato in italiano, e di annotazioni accresciuto da Vittorio Paciotti torinese, Vedova Pomba e figli, Torino, 1820.
  4. a b c Citato in Samuel Arthur Bent, Familiar Short Sayings of Great Men, Ticknor and Co., Boston, 1887.

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