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Romano Guardini

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Romano Guardini nel 1920

Romano Guardini (1885 – 1968), sacerdote, teologo e scrittore italiano naturalizzato tedesco.

Citazioni di Romano Guardini

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  • Chi pensa davvero deve imparare ad andare oltre l'apparenza dell'ovvio e a immergersi nelle profondità abissali. (da Accettare se stessi)
  • Di certo nessuna grande azione, nessuna opera autentica, nessuna relazione umana sincera è possibile senza che l'uomo vi arrischi ciò che è suo. (da La Rosa Bianca)
  • Il Cristianesimo non è una teoria della verità o una interpretazione della vita. Esso è anche questo, ma non in questo consiste il suo nucleo essenziale. Questo è costituito da Gesù di Nazareth, dalla sua concreta esistenza, della sua opera, dal suo destino. (da L'essenza del Cristianesimo)
  • Il compito dell'uomo è di andare a Dio e di condurre a Lui il mondo delle cose. (da La visione cattolica del mondo)
  • In nessun ambito la profanazione della parola, lo svuotamento dell'agire, la vanificazione del segno è così terribile quanto nella vita religiosa. (da Lo spirito della liturgia – I santi segni)
  • L'arte delinea in anticipo qualcosa che non è ancora presente. Essa non può dire come diventerà; tuttavia garantisce in modo misteriosamente consolante che avverrà. Dietro ogni opera d'arte si dischiude, per così dire, qualcosa. Qualcosa s'innalza. Non si sa né che cosa, né dove, ma nel più profondo si sente la promessa. (da L'opera d'arte)
  • L'impressione di purezza singolare che promana da lei [Maria], si radica nella modalità del suo esistere; nel fatto che la fede divenne puramente e semplicemente la forma della sua vita personale femminile, e la realtà che ella credeva divenne il contenuto della sua immediata esistenza. (da La madre del Signore. Una lettera, Morcelliana, 1989)
  • L'uomo è uomo soltanto con Dio e in Dio. (dal Diario)
  • La parola rettifica i rapporti sociali, nella comunità e nella storia. Essa rende liberi. (da Il testamento di Gesù)
  • Nessun essere, cosciente della sua natura umana, dirà che egli si riconosce nell’immagine presentata dalla moderna antropologia, che essa sia biologica, o psicologica, o sociologica o di qualunque altro carattere […]. Si parla dell’uomo ma non si vede realmente l’uomo. L’uomo quale è concepito nei tempi moderni non esiste. I rinnovati tentativi di rinchiuderlo in categorie alle quali egli non appartiene: meccaniche, biologiche, psicologiche, sociologiche, sono tutte variazioni della volontà fondamentale di fare di lui un essere che sia “natura” e diciamo pure natura spirituale. E non si vede ciò che egli è anzitutto e in modo assoluto; persona finita, che come tale esiste, anche quando non lo voglia, anche quando rinneghi la propria natura. Chiamato da Dio, posto in relazione con le cose e con le altre persone.[1]
  • Non c'è nessuna libertà senza coscienza – tanto meno può esservi coscienza, responsabilità morale in un essere che non è libero. (da La Rosa Bianca)
  • Ogni autentica opera d'arte, anche la più piccola, è come un mondo: uno spazio ben disposto e ricolmo di significati in cui si può entrare guardando, ascoltando, muovendosi. (da L'opera d'arte)
  • Solo dall'accettazione di sé parte una via che conduce al vero futuro, per ciascuno al proprio. (da Accettare se stessi)

Etica

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  • La cultura [...] è [...] il grado di vigile attenzione, intensità, attitudine al pluralismo e finezza con cui la persona recepisce la ricchezza dei valori propria dell'esistenza, ma anche il grado di sicurezza con cui non si disperde in tale ricchezza di valori, conservando la capacità di adottare una scelta sua caratteristica, che regga la sua vita.
  • Da ciò che è vero nasce quanto è giusto.
  • Il bene è l'autorealizzazione dell'uomo, corrispondente alla verità della sua natura.
  • Il comportamento morale è possibile solo là dove vi è libertà.
  • Io posso comprendere in assoluto me stesso solo in ragione della libertà, così come in virtù della conoscenza spirituale.
  • L'azione libera ha [...] un carattere particolare: parte dal principio interiore di vita, dal moto autonomo dello spirito, dalla decisione con la quale dispongo del mio essere.

Il testamento di Gesù

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  • Anche l'ascolto è un processo graduale verso la nostra interiorità, tanto più importante quando Dio è a parlare.
  • Come il sacramento e come l'uomo, la parola di Dio è fisica e spirituale destinata ad essere accolta dall'uomo per il quale è alimento e forza vitale.
  • Il silenzio schiude la fonte interiore da cui sgorga la parola.
  • Il tempo è inquietudine e distrazione; l'eternità è pace ed unità.
  • Il silenzio si ottiene solo volendolo con determinazione, anche a costo di qualche sacrificio.
  • L'animale non è libero ma ha una difesa: l'ordine interiore dei propri istinti.
  • L'uomo manca di profondità ed equilibrio, sono l'esteriorità ed il caso a guidare la sua vita. [...]L'uomo non elabora realmente ciò che i mass media, i rapporti sociali, l'istruzione gli hanno trasmesso.
  • La comunità nasce quando i fedeli sono interiormente presenti, quando entrano in contatto reciproco e tutti partecipano dello spazio sacro.
  • La domenica è in pericolo perché non rientra nel ritmo naturale della vita. Ciò che è naturale riesce ad affermarsi, ma la domenica affonda le proprie radici nella Rivelazione.
  • La fede può accendersi anche alla lettura di un testo, ma la parola della buona novella acquista la vera forza solo quando viene ascoltata.
  • Quando il mondo intero si preclude una via d'uscita, si irrigidisce, si fa tetro e fascia l'uomo come un carcere. La parola abbatte questo carcere, eleva dalle tenebre alla luce e fa manifesto ciò che era conchiuso. Essa rende capaci di mettere le cose in chiaro e di superare se stessi.
  • Solo l'uomo può essere distratto, poiché qualche cosa in lui, lo spirito, trascende la semplice natura.

Lettere dal lago di Como

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  • Perché un ordine sia accettato e perché non riesca gravoso a colui che riceve, bisogna essere capaci di comandare.
  • La vita pulsa anche nelle più lontane membra. La varietà della vita si manifesta in mille piccoli particolari. Poiché ogni portale, ogni cancello, ogni scala, ogni proverbio e ogni costume, ogni arte e ogni tradizione traggono la loro esistenza e la loro forma particolare dalla vita.
  • Qualsiasi banalità viene raccontata facendo ricorso a paroloni.
  • L'uomo ha certamente bisogno di strumenti ausiliari, in gran numero e il più possibilmente perfezionati. Tuttavia essi rimangono sempre un aiuto.
  • Non dobbiamo irrigidirci contro il nuovo, tentando di conservare un bel mondo condannato a sparire. E neppure cercare di costruire in disparte, mediante una fantasiosa forza creatrice, un mondo nuovo che si vorrebbe porre al riparo dai danni dell'evoluzione. A noi è imposto il compito di dare una forma a questa evoluzione, e possiamo assolvere tale compito soltanto aderendovi onestamente; ma rimanendo tuttavia sensibili, con cuore incorruttibile, a tutto ciò che di distruttivo e di non umano è in esso.

Sul limite della vita

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  • Bisogna chiedersi in quale rapporto stia il grado della vitalità religiosa con il livello razionale-tecnico. Quanto più decisamente si razionalizza l'esistenza, quanto più questa razionalità diviene una componente generalizzata della cultura, tanto più forte deve avvertirsi il sentimento che l'esistenza non presenti alcun "mistero", ma solo problemi che potranno risolversi scientificamente.
  • Libertà significa la presa di possesso del mondo, perché è da questo possesso (l'animale non possiede neppure quando divora) che derivano la sovranità, l'azione.
  • Paradiso significa la realizzazione dell'esistenza, grazie alla pura unione con Dio, con il puro bene, anzi con il santo.

Tre scritti sull'università

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  • L'uomo riceve vita essenzialmente dal suo rapporto con Dio.
  • Qual è il significato ultimo dell'università? Lo si può esprimere con la frase: «Conoscere la verità e precisamente per se stessa!»
  • L'uomo vive di ciò che sta sopra di lui.

Note

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Bibliografia

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  • Romano Guardini, L'essenza del Cristianesimo, traduzione di Manfredo Baronchielli, Morcelliana, Brescia, 1984.
  • Romano Guardini, Diario. Appunti e testi dal 1942 al 1964, a cura di Felix Messerschid, traduzione di di Nerea Ponzanelli, Morcelliana, Brescia, 1983.
  • Romano Guardini, La visione cattolica del mondo, a cura di Silvano Zucal, traduzione di Giulio Colombi, Morcelliana, Brescia, 1994.
  • Romano Guardini, Lo spirito della liturgia – I santi segni, traduzione di Mario Bendiscioli, Morcelliana, Brescia, 1996.
  • Romano Guardini, La Rosa Bianca, a cura di Michele Nicoletti, Morcelliana, Brescia, 1994.
  • Romano Guardini, Il testamento di Gesù. Pensieri sulla S. Messa, traduzione di Raffaele Forni, Vita e Pensiero, Monza, 1950.
  • Romano Guardini, Accettare se stessi, traduzione di G. Pontoglio, Morcelliana, Brescia, 1992.
  • Romano Guardini, L'opera d'arte, traduzione di Francesco Tomasoni, Morcelliana, Brescia, 1998.
  • Romano Guardini, Etica, a cura di Hans Mercker, edizione italiana a cura di Michele Nicoletti e Silvano Zucal, Morcelliana, Brescia, 2001.
  • Romano Guardini, Lettere dal lago di Como, traduzione di Giulietta Basso, Morcelliana, Brescia, 1993.
  • Romano Guardini, Sul limite della vita: Lettere teologiche a un amico, traduzione delle benedettine di S. Maria di Rosano, Vita e Pensiero, 1994.
  • Romano Guardini, Tre scritti sull'università, a cura di Marcello Farina, edizione italiana a cura di MArcello Farina e Giulio Colombi, Morcelliana, Brescia, 1999.

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