Olivier Boulnois
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Olivier Boulnois (1961 – vivente), filosofo e storico francese.
Duns Scoto: il rigore della carità
[modifica]- Gilson vede in Scoto il teologo più importante del Medioevo latino dopo san Tommaso. Alla base di questa grandiosa sintesi c'è una posizione filosofica differente a quella di san Tommaso: con la sostituzione dell'essere con l'essenza, Scoto determina il seguito della storia della metafisica; ha la responsabilità dell'oblio dell'essere e del declino della metafisica. (p. 17-18)
- Tommaso e Scoto non si ergono più come due figure parallele e antagoniste: sono percorsi dalla medesima corrente, la storia. Questa introduce una continuità, una comune appartenenza, e fa risalire molto più a monte i motivi della loro divergenza: la pluralità delle scuole, l'eterogeneità dei corpus, la successione delle controversie consentono di dipanare una diversità di posizioni che non si riduce a un senso unico della storia. L'opera di Scoto s'inscrive nell'infinita, insistente ripetizioni delle dispute, che reitera senza tregua le medesime autorità, spostando in modo infimo ma paziente il loro senso, rimodellando senza posa la struttura della loro argomentazione. (p. 19)
- Scoto è l'erede delle grandi figure francescane del XIII secolo. Lungi dall'essere un declino del tomismo [dottrina di Tommaso d'Aquino], Scoto è la più alta espressione della teologia francescana dopo le condanne del 1277. (p. 19)
- Quando Enrico critica con vigore la distinzione di essere e di essenza quale Egidio Romano l'aveva formulata dopo Tommaso, Scoto lo segue senza discussione. Erede di Bonaventura, ma lettore di Tommaso d'Aquino, Enrico concilia la conoscenza per illuminazione divina e la priorità dell'idea di Dio in noi mediante una risalita a posteriori che parte dal sensibile. Qui Scoto lo critica, riducendo questa illuminazione a una funzione regolatrice: la semplice considerazione da parte dell'uomo delle essenze senza influsso speciale di Dio che le produce. (p. 21)
- I «filosofi» non designano lo statuto di una scienza, ma la sua situazione storica completa. (p. 64)
- Il filosofo non può dire nulla di valido su ciò che supera la ragione, mentre il teologo può mostrare la validità del discorso filosofico. (p. 64)
- La verità della Scrittura dipende dalla sua unità totale. Scoto oppone così l'integralità del Canone delle Scritture ricevuto nella fede cattolica alla lettura parziale e mutila, che definisce le altre religioni. La gnosi manichea rifiuta l'Antico Testamento, attribuito a un principio del male. I Giudei, simmetricamente, non riconoscendo Cristo come Messia, accettano solo l'Antico Testamento. I Saraceni (musulmani) riprendono solo una parte dei due Testamenti, e ritengono il resto un una deformazione abramitica. Certi eretici infine, definendo la loro particolarità sulla base di alcuni testi della Scrittura, ne trascurano altri. La fede cristiana si caratterizza dunque come una tradizione storica tra altre, ma come la più esauriente. (p. 67-68)
Bibliografia
[modifica]- Olivier Boulnois, Duns Scoto: il rigore della carità, traduzione di Costante Marabelli, Jaca Book, Milano, 1999.
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