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Jean Laffitte

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Jean Laffitte (1952 – vivente), presbitero e teologo francese.

Il senso del perdono

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  • Constatare che non si è dimenticato ciò che è successo non significa che non si è perdonato.
  • È necessario guardarsi bene dal raffigurarsi le due dimensioni della Chiesa, umana e divina, come due strati che si sovrappongono.
  • Il perdono divino offre un altro significato al sentimento di irreversibilità del male commesso: non toglie la possibile enormità della colpa passata, ma libera il suo autore dalla disperazione.
  • Il perdono non si può disinteressare di colui al quale è destinato.
  • Il rancore è una passione; aggiunto alla sofferenza dell'offesa, ne accentua il carattere alienante, ipotecando insieme la possibilità dell'offerta di perdono.
  • L'evocazione delle azioni passate di Dio e delle occasioni di vittoria che hanno potuto far conseguire, per il fatto che sono motivo di lode e di azione di grazie, si trasforma ora in preghiera al Dio presente.
  • L'offesa accolla ormai all'offeso il futuro della relazione: dalla sua iniziativa dipenderà il futuro.
  • La domanda di perdono mette ormai l'offensore in una condizione di dipendenza reale di fronte alla sua vittima. Formulandola l'aggressore è entrato nella prospettiva della vittima. La memoria possiede una doppia relazione al perdono: ogni atto di perdono è necessariamente un atto che fa memoria.
  • La speranza cristiana agisce nella memoria del peccatore purificandola dai dubbi che essa può generare sull'efficacia del perdono di Dio.
  • Non si potrebbe comprendere veramente cosa sia il perdono divino, se si sottovalutasse la gravità specifica di un'offesa commessa contro Dio.
  • Se è difficile agire direttamente sulle immagini che sorgono dal passato, [...], è in compenso possibile, per ciò che riguarda le suggestioni di vendetta e i ritorni di collera, suscitare altri ritorni alla coscienza presente, sostituendo a questi il ricordo dell'azione di Dio nel passato.
  • Sul piano teologico, la questione del perdono cristiano non può essere posta adeguatamente al di fuori di una vera riflessione ecclesiologica.
  • Un'offesa è sempre assurda e, di conseguenza, viene avvertita come ingiusta.

[Jean Laffitte, Il senso del perdono nella tradizione cristiana, traduzione di Susanna Befani e Marco Bozzola, in Dono e perdono nelle relazioni familiari e sociali, Vita e Pensiero, 2000]

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