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Gotta

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La gotta (J. Gillray, 1799)

Citazioni sulla gotta.

Citazioni

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  • C'è un'incapacità nell'uomo, innata, a separar l'età dall'avarizia, più che non a tenere separata la carne giovane dalla lussuria; ma l'una è castigata dalla gotta, l'altra dalla sifilide; ma i mali che sono già per lui codesti due mi dispensano dall'indirizzargli anche tutte le mie maledizioni... (William Shakespeare)
  • Conoscerallo quando la chiragra reso avrà le sue giunture calcinate e secche come ramo reciso dall'annoso faggio. (Aulo Persio Flacco)
  • [«Mangiare tutte queste carni comportava poi dei problemi anche di salute»] Dei problemi di salute perché, innanzitutto: eccesso proteico, ma la cosa più importante: troppe basi puriniche, quindi la gotta. Quasi tutti i personaggi importanti, nobili, regnanti, dell'epoca [di Michelangelo] erano tutti gottosi. [«E lei mi diceva che anche quei pizzi che si vedono spesso nei quadri...»] ...è per camuffare le deformazioni alle articolazioni, caratteristiche della gotta. (Carlo Cannella)
  • – Dio onnipotente.
    – Tutto ok?
    – No! Sono povero e ho anche la malattia del Re!
    – La gonorrea?
    – I re non scopano le troie, scopano le vergini o le loro nipoti. La malattia del re è la gotta! Ho l'alluce che pulsa come un mal di palle che nessun pompino può guarire! (Shameless)
  • E a che credete voi che servir possano le gotte, o sia quel mal che gotta artetica chiamasi più comunemente? A vivere, risponderete voi, sempre in continove doglie, a star lì confitto in s'una seggiola senza moversi mai. Eh! perdonatemi, Chè può servire a tutt'altro ne gli uomini cotesto male. Egli m'è stato socio fido ed amico nel corso di varii giorni, e di varie notti: e stato è causa ch'io abbia fatto i lontani e lunghissimi viaggi ch'io ho fatto. [...] Adunque siavi noto, che quando vennemi ad aflliggere giovine com'io son la gotta artetica per sollevarmi un poco da la doglia, e da la noia di quel male, diedimi a studiare un poco sopra un piccolo Libretto Geografico; ed in simile guisa mi vendicai di quello stranio mal che volea rapirmi a i dolci studii. (Giuseppe Parini)
  • Fu intorno a cinquant'anni fa molto confermata l'opinione della dieta lattea per la gotta da varie esperienze fatte in Inghilterra, ove poco dopo par che fosse scoperto che anco il vivere per alcune settimane di qualche fresca e idonea pianta senz'altro cibo aveva il medesimo effetto in quel male sì molesto, e finalmente ivi fu ampliata tale riputazione a tutto il vitto vegetabile. (Antonio Cocchi)
  • Gotta, | che meglio non viveva alla campagna. | Anzi peggio vivea, ché il suo padrone | seco la porta al bosco, ai solchi, al campo. | Tagliar, spaccar, zappare, non c'è scampo | di riposare e dice un zibaldone | che Gotta scossa è assai presto rimossa. (Jean de La Fontaine)
  • Gotta (s.f.). Il nome che il medico dà ai reumatismi di un paziente ricco. (Ambrose Bierce)
  • Ha il mal della podagra | che unito alla chiragra | penare assai la fa. (Gaetano Donizetti)
  • Ha la gotta alle mani.[1] (Modo di dire toscano)
  • – Ho trovato una cura numero uno per la gotta, Sam — rispose il signor Weller posando il bicchiere.
    – Una cura per la gotta! — esclamò il signor Pickwick cavando in fretta il suo portafogli; — e qual'è?
    – La gotta, signore, — rispose il signor Weller, — la gotta è un certo malanno che viene dalle troppe comodità e dall'averne troppi. Se mai vi piglia la gotta, signore, subito sposatevi una vedova che abbia una buona dose di voce e che se ne serva discretamente, e la gotta ve lo dico io che non torna più. È una ricetta miracolosa, signore. Io la prendo regolarmente tutti i giorni, e posso garentire che son sicuro da qualunque malattia prodotta dallo star troppo bene. (Charles Dickens)
  • – Io sono troppo vecchio, madamigella, per entrare in questa mischia. Non si corre più quando si à la podagra. Siete voi fortunato, signor duca!
    – Adagio, signore, adagio, non cercate svignarvela. Io sono pigra, io: amo la podagra. (Ferdinando Petruccelli della Gattina)
  • La gotta ha preso possesso del mio piede sinistro, e sta scavandosi la via verso l'alto, sicché un giorno o l'altro arriverà a bussare al cuore; non lo rimpiango, perché penso a tutto il roast-beef che ho mangiato, a tutto il Bordeaux che ho bevuto, e credo che ne sia valsa la pena, ma non posso nascondermi che sarò fortunato se arriverò a vedere un altro autunno. (Alessandro Barbero)
  • La Gotta pacifica si adagia | sul corpo ad un prelato eminentissimo | come se fosse un letto di bambagia. | In quanto a cataplasmi di speziali, | si sa che son dagli uomini inventati | per trarre in peggio i mali. (Jean de La Fontaine)
  • La infermità delle gotte soleva essere più rara, non solamente ai tempi de' padri e avoli nostri, ma ancora a' presenti. Anche questa venne tra noi d'altronde. Il che perciò si prova che se anticamente fosse stata in Italia, avrebbe avuto nome latino. Non è da credere, che tale infermità non si possa guarire, perché in molti s'è veduta risanare da se stessa, e in molti per cura medica. (Plinio il Vecchio)
  • La nodosa podagra, con gravissima noia di chi l'ha, tiene tutto il corpo quasi immobile e contratto. (Giovanni Boccaccio)
  • Le lentiggini si ereditano nelle famiglie scozzesi come la gotta nelle famiglie inglesi. (Oscar Wilde)
  • Ma la fortuna, invidiosa di tanta virtú, con ogni sua forza s'oppose a cosí glorioso principio, talmente che, non essendo ancor il duca Guido giunto alli venti anni, s'infermò di podagre, le quali con atrocissimi dolori procedendo, in poco spazio di tempo talmente tutti i membri gli impedirono, che né stare in piedi né moversi potea; e cosí restò un dei piú belli e disposti corpi del mondo deformato e guasto nella sua verde età. (Baldassarre Castiglione)
  • Mi ritrovai perciò nell'aprile una fierissima podagra a ridosso, la quale m'inchiodò per la prima volta in letto, e mi vi tenne immobile e addoloratissimo per quindici giorni almeno, e pose cosí una spiacevole interruzione ai miei studi sí caldamente avviati. (Vittorio Alfieri)
  • Muove liti Diodoro in ogni lato, | sebbene afflitto sia dalla podagra; | ma quando ha da pagare l'avvocato, | il suo male convertesi in chiragra. (Marco Valerio Marziale)
  • Non sa la medicina guarire la nodosa podagra. (Publio Ovidio Nasone)
  • O prigionia, sii molto benvenuta! Tu sei forse per me la giusta via alla liberazione; grazie a te, sto meglio io di un malato di gotta che preferisce languir nel dolore piuttosto che cercar la guarigione ricorrendo a quel medico infallibile, la Morte. (William Shakespeare)
  • Quando la gotta fa visita a uno dei miei piedi, devo stare per forza seduto. Non riesco a mettermi nemmeno un calzino e non posso appoggiare sullo stesso piede neppure un foglio di carta sottile. Alla fine tutto quello che posso fare è guardarlo, imprecare contro di esso e battere i pugni sulla superficie dura più vicina in attesa che gli antinfiammatori che mi ha prescritto il medico facciano effetto. (Frank Bruni)
  • Truovasi d'alcuni, che beendo latte d'asina si sono liberati dalle gotte de' piedi e delle mani. (Plinio il Vecchio)
  • Un uomo che, a causa di un violento attacco di gotta negli arti, si trova libero da un peso nella testa o da una mancanza di appetito nello stomaco, desidera di esser alleggerito anche dal dolore ai piedi e alle mani (giacché, dovunque c'è dolore, c'è desiderio di liberarsi); tuttavia poiché sa che la rimozione del dolore può trasportare l'umore nocivo ad una parte più vitale, la sua volontà non si determina ad un'azione che può servire ad allontanare questo dolore. (John Locke)
  • Duole dapprima il dito grosso del piede, dipoi il calcagno nella parte principale, sulla quale ci appoggiamo, dipoi nella sua parte concava, e si tumefà il malleolo posteriore. Gli infermi non ne trovano la legittima cagione: alcuni ne accusano lo stringere delle scarpe, una lunga camminata, un urlo, una percossa, e niuno saprà sospettarne la cagione intestina e famigliare: e quando agli ammalati tu la snoccioli chiara e tonda, essi penano a crederti. Infrattanto incontrano una malattia insanabile, poiché il medico non può ostare ai principii, essendo il morbo per se stesso allora leggerissimo, e acquistate che abbia per lunghezza di tempo maggiori forze, a nulla valgono le mediche cure. Ad alcuni, il morbo si sta conficcato nelle articolazioni del piede sino alla morte: ad altri va vagando per tutta la periferia del corpo. Per lo più va dai piedi alle mani, e non importa gran fatto, se piuttosto negli uni, che nelle altre risieda; perocché ambedue le articolazioni sono della medesima natura, cioè gracili, scarne, esposte all'esterno freddo, e dal calore interno remotissime.
  • L'artritide è uno spasmo comune a tutte le articolazioni; se dei piedi podagra, se delle cosce ischiade, se delle mani chiragra si nomina. [...] Dapprincipio dolgono i nervi delle legature articolari, e quelli che partono dalle ossa, o che in esse si inseriscono. E nelle ossa accade questo di mirabile; che esse non dolgono ne nel segarle, ne nel romperle; ma se alcuna di esse dolga per artritide, nessun'altra cagione genera in esse dolore più forte; non ferri né funi che stringano, non spade taglienti, non fuoco bruciente; cose tutte che talora anzi s'impiegano come rimedii de' grandi spasimi. Che se taluno tagli un osso dolente, il dolore del taglio e oscurato dall'altro che è maggiore. E se il primo prevalga, come avviene de' denti e di qualche altro osso, il dolore del taglio e della estrazione è tosto seguito da piacere, e dalla oblivione delle passate sofferenze. La vera causa dell'artritide la sanno i soli Iddìi: a noi non è dato prescrutarne, che la probabile e la apparente.
  • La podagra continua difficilmente si incontra: il più spesso è intervallata da lunghe intermissioni, essendo di natura fuggevole. Un podagroso, quietatogli il morbo, riportò vittoria nel corso agli Olimpici ludi. Gli uomini agevolmente incappano nella malattia, e fra le donne le più agili. Nel vero le donne assai diffìcilmente sono da questo vizio attaccate. Ma appunto perche loro non è consueto né famigliare, se per alcuna urgente cagione con forza lo contraessero, si renderebbe violento e arrecherebbe maggiori calamità. La eta proclive a tale malattia è dai cinque anni sopra i trenta, o più tardi come la natura di ciascuno, o il tenore del vitto predispone. Atroci certamente sono i dolori, ma i sintomi concomitanti lo sono ancor più; deliquii, impotenza al moto, contrarietà ai cibi, sete, vigilie.
  • Nelle articolazioni poi si osservano altresì certi nodi tofacei, che dapprincipio occupano le nocche articolari, a guisa di ascesi. Fattisi in seguito più duri per il concreto umore tolgono ogni flessione, e infine in forma di tofi solidi e bianchi si manifestano. Lungo tutta la parte si vedono piccoli tubercoli, quali sono i cosi detti Jonthi dai greci, Vari dai latini, che più s'ingrossano. L'umore che contengono è denso, biancastro, grandinoso, essendo tutto il morbo frigido come grandine.
  • E siccome la querela comune degli uomini si è che la podagra uccide di preferenza piuttosto i ricchi che i poveri, piuttosto i sapienti che i fatui.
  • Il vino, la venere e l'ozio generano la podagra. Si risana poi col bevere acqua, latte e coll'esercizio. Nelle malattie delle articolazioni i fonticoli recano ad alcuni un massimo vantaggio. Vadano a letto presto principalmente nell'inverno quelli che vanno soggetti alla podagra; poiché le notturne vigilia ai disturbi dell'animo offendono le prime cozioni, e producono un uberrìmo fornite di affezione podagrosa.
  • La podagra, malattia dolorosa delle articolazioni invade più che altro quei vecchi che dopo avere passato i migliori anni della vita nella mollezza e dilicatezza ed essersi dati all'ozio, alla crapula, alla venere, al vino e ad altri liquori spiritosi, aggravandosi l'età si tolgono dall'esercizio e menano una vita del tutto oziosa. Sebbene talora attacchi i giovani, e specialmente i gracili ed i macilenti, nulladimeno succede di rado, e principalmente per queste cause, vale a dire o per vizio ereditario o perché si dettero con troppa intemperanze o troppo presto ai piaceri della venere, o perché tralasciarono l'esercizio in loro in pria famigliare, furono edaci di troppo, bevvero in troppa quantità il vino ed i liquori spiritosi, quindi ad un tratto si dettero ai liquori refrigeranti ed umettanti; che offesero la funzione della prima cozione per troppo severi studii delle lettere, o per cure molto gravi dell'animo e per vessazioni. Coloro che vanno soggetti 'alla podagra hanno il cranio alquanto più grande, l'abito del corpo per lo più assai pieno, umido e lasso, la costitazione del corpo salace e robusta. Quando invade i vecchi non gli affligge tanto gravemente, quanto quelli della età media ed i giovani. I fanciulli, gli eunuchi e le donne, o mai o raramente vanno soggetti alla podagra.
  • I dolori articolari poi, sia che avvengono alle mani, sia a' piedi, sia in qualunque altra parte, in modo che vi succeda la contrazione de' tendini; ovvero cotale arto si stanca ad ogni lieve cagione, ed è al pari tormentato dal caldo e dal freddo, si può prognosticare la podagra, o la chiragra, o altro vizio nell'articolazione nella quale siffatti incomodi dolori si provano.
  • Il cavalcare è anche nemico a' podagrosi.
  • L'urina densa poi con sedimento bianco, dà indizio soffrirsi alle articolazioni o ai visceri, ed esservi timore di malattia.
  • Più frequenti poi e poi più ostinati sono i vizii delle articolazioni dei mani e piedi, che sogliono avvenire nella podagra o nella chiragra. Esse raramente si sogliono manifestare ne' castroni, ne' giovanetti prima di usare il coíto e, nelle donne, nelle quali non siensi soppressi i mestrui. Apena cominciano a sentir gl'indizi del male convien usar il salasso; poiché questo mezzo quando è eseguito sollecitamente fin dal principio, spesso rende l'infermo libero dal male per un anno, e talora anche per tutta la vita. Alcuni parimenti, essendosi alimentati di solo latte asinino, si liberarono da questo male per tutta la vita. Alcuni altri, ottenero di star tranquilli per sempre, usando temperanza per un anno intero dal vino, dal vino melato e dalla venere.
  • Il freddo è la causa rimota della gotta. S'egli lo è di altre morbose affezioni, ed in ispecie delle intermittenti, delle reumatiche, del tetano, noi abbiam veduto quali particolari circostanze determinino questo effetto sia relative alla intensità del freddo, sia alla predisposizione degli individui. Il freddo produce la gotta per la di lui azione annua e quasi perpetua sulle parti in cui risiede la malattia, e per la particolare struttura od ufficio di queste parti. [...] La gotta sarà dunque malattia di quegli individui in cui il freddo avrà siffattamente agito sulle articolazioni degli arti da indurvi un grado notabile, e abituale, di atonia. Tuttavia, per la special natura di questa atonia, e pel modo con cui il freddo ha qui potuto produrla non sarà essa immediatamente e necessariamente seguita dalla gotta; e questa potrà tardare a svilupparsi.
  • La gotta ha veduto nascere la Medicina, e ancora le sopravvive. Si tratta presso a poco oggidì la gotta come trattavasi son due mila anni; cioè a dire cogli stessi mezzi e collo stesso scarso successo. La di lei natura è ancor meno conosciuta. Verità umiliante e quasi incredibile, dopo gli sforzi di tanti Uomini, di tanti secoli, di tanti rimedii. Che? Sarà dunque invincibile la malattia?
  • Ora la gotta è evidentemente malattia primaria, costituzionale. Quando essa è squisita e ben caratterizzata, si annunzia coi sintomi febbrili, con brividi di freddo, prima ancora che siasi stabilito il dolor gottoso cogli altri sintomi locali. Se talvolta la febbre gottosa si annunzia contemporaneamente coi sintomi locali, son eglino bene spesso così leggieri al principio, che non è presumibile dipendere dai medesimi quella generale affezione. Se altre volte incomincia la malattia col dolor gottoso, e con concomitanza non con precedenza di febbre, l'incerto rapporto tra il grado e l'andamento dell'affezion locale e quello dell'universale, dimostra ancora che questa non è conseguenza di quella. Finalmente il metodo di cura, unicamente diretto all'universale, e punto alla località, prova l'universalità dell'affezion gottosa.
I capricci della gotta (1783)
  • Gli eunuchi non si ammalano di gotta né diventano calvi.
  • Le affezioni podagrose si riattivano in primavera e in autunno.
  • Le donne non si ammalano di podagra a meno che non siano soppresse le mestruazioni.
  • Nelle affezioni gottose, l'infiammazione è sedata entro 40 giorni.
  • Un ragazzo non si ammala di podagra prima dell'uso di Venere.
  • Calco i capi degli uomini, e le piante de' miei piedi son tenere, e dal valgo son chiamata Podagra, perché ai piedi io fo caccia.[2]
  • Grande, o ricca Podagra[2], è il poter tuo, | cui pur teme di Giove il pronto dardo; | treman di te l'onde del mar profondo, | tremane il re degl'Infernali, Pluto. | O godente di fasce, e di piumacci | amante, e d'ogni corso impeditrice, | dei talloni tormento, e delle piante | dei piedi incendiatrice, e che la terra | tocchi appen sulla pelle, e dei pestelli | paurosa, ginocchi piangi, vegghia, | calcina e crucia man, ginocchi piega; | ed ingobba, Podagra potentissima.
  • Io al mondo grave, con cattivo nome | Podagra detta son[2], terribil male, | con nervei lacci lego altrui le gambe; | penetrando ne' membri non veduta, | rido di quei che son da me percossi, | che il ver non dicon mai de' mali loro; | ma con pazze finzioni lusingandosi, | ciascun pasce sé stesso di bugie; | e con dire agli amici esserci svolto, | O percosso il suo piè, la cagion tace, | e agli altri ascoso vuol quel ch'ei non dice. | Ma il ver col tempo poi malgrado suo | mostrasi, e vinto allor mi chiama a nome; | e gli amici lo menano in trionfo. | La fatica è compagna de' miei mali, | io sola senza d'essa non son nulla.
  • Molti ne ho pure io domi degli Eroi | e sel sanno i Sapienti, e Priamo detto | fu Podarco, per esser podagroso. | Morì di gotta Achille di Pelèo: | di podagra patì Bellorofonte; | podagroso fu Edipo re di Tebe. | Podagroso Plistene dei Pelopidi: | di Peante il figliuol colla podagra | conduceva l'armata, ed altro duce | dei Tessali fu pur detto Podarco, | il qual, poscia che cadde in la battaglia | Protesilao ancor esso gottoso, | Benché non sano conducea l'armata. | Il re d'ltaca Ulisse di Laerte | uccisi io, non la spina della triglia.[2]
  • D'altronde siccome l'artritide è quasi sempre la malattia dei ricchi, e ben di rado quella dei poveri, e siccome i cadaveri di questi e non dei primi sono quelli che si concedono agli anatomici, ovvero se talvolta avviene che qualche corpo di un ricco si abbia ad incidere, si permette di esaminare i visceri e quasi mai le membra, ne viene di conseguenza che le osservazioni propriamente spettanti all'artritide sono meno numerose ne' libri degli anatomici di tante storie di altre malattie.
  • L'artritide stessa, che di sovente trae dietro a sé un'affezione calcolosa ed anche l'apoplessia. Ed in fatto leggi fra le altre, le istorie, una di un Principe, l'altra di un Conte, che andarono soggetti alla podagra, ed ivi scorgerai che, oltre i calcoli della vescica rinvenuti in ambedue, in uno i ventricoli del cervello si trovarono ripieni di siero, e nell'altro di sangue, e ciò spetta al nostro argomento.
  • Non ignoro quanto vadano di sovente congiunti alla gotta i calcoli dei reni, e mi è noto che, a motivo di questi, il sangue dei gottosi è meno purificato, e che così si accresce la materia artritica.
  • Attienti a scarpa larga, e tazze piene per la podagra, e grida quando viene.
  • Non può star la podagra coi villani, che in esercizio han sempre e piedi e mani.
  • Qual la podagra, e qual l'epilessia, ereditaria è in molti la pazzia.
  • La Podagra assale il più spesso que' vecchi, i quali poiché passarono la migliore età infra la mollezza e i piaceri abbandonandosi alle delizie della mensa, al vino, ai liquori spiritosi, infine mercé dell'inerzia compagna alla vecchiaia lasciarono quegli esercizj di corpo, cui giovani erano avvezzi. Oltracciò le persone soggette a questa malattia hanno grossa la testa, sono d'ordinario d'un abito di corpo assai pieno, umido e lasso, tutti però di florida costituzione e robusta, e d'ottimi stami vitali.
  • La podagra rarissime volte assale le donne, e quando il fa o sono vecchie o sono d'abito di corpo virile. Donne gracili, in giovinezza o in maggiore età soffrono di dolori che mentono podagra, sono isteriche, o gli è antico reumatismo, lo cui fomite non venne abbastanza dapprincipio eliminato.
  • Noi andiamo a letto sani e ci addormentiamo: alle due dopo mezza notte ne sveglia repente un dolore d'ordinario al pollice d'un piede, talora al calcagno, alla gamba, al tallone, somigliante a quello ch'è prodotto dal dislogamento di quelle stesse ossa con un senso d'acqua appena non fredda, che scorra lungo le membrane di tal parte. Segue ribrezzo e certa lieve febbre. Il dolore dappria discreto va grado grado aumentando e scema di pari grado il ribrezzo suddetto. Cosi passa il giorno; quando sul venir della notte fassi atrocissimo insinuandosi perfettamente tra le varie ossa del tarso, e metatarso, di cui ne circonda i legamenti. Ora prende sembiante di tensione violenta, ora pare ti laceri i legamenti, ora è morso di cane che roda, ora assembra a pressione, a stringimento; ed è a un tempo sì vivo sì squisito il senso della parte, che né può soffirire il peso delle lenzuola, né il tremito della stanza per moto di chi cammina men lieve. Non è quindi a dirsi quanto trista notte, agitazione, tormento, volgere qua là l'arto addolorato, perpetuo cangiar di sito.
  • Se appare ella per la prima volta a molta vecchiezza né tiene periodi sì fissi, né è sì feroce, come quando mostrasi in gioventù. Perocché e d'ordinario vien morte innanzi ch'ella giunga al sommo di sua forza, e per la naturale diminuzione del calore e della robustezza né sempre né con impeto molto può scoppiare sulle articolazioni. All'opposito assalendo ne' buoni anni, comechè dapprincipio e vaga sia e non d'assai crudele, e serbi incerto periodo giusta le occasioni, e duri pochi dì venendo senza metodo e ritirandosi; pure a poco a poco si fissa, e prende legge e tipo sì rispetto alla stagione, in che ella venga, come rispetto alla durata del parossismo; facendosi allora ben più d'assai feroce che non fosse a principio.

Proverbi

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  • Bere vino e avere la gotta, non bere vino e avere la gotta comunque. (Inglese)
  • Gotta inossota, mai fi sanata.
  • Gotta nell'ossa, dura fino alla fossa. (Toscano)
  • Mangiar molto e bever bene, e urlar quando la viene. (Toscano)
  • Nella gotta, il medico non vede gotta.
  • Per la gota, ghe vol el son de la campana rota.[3] (Veneto)
  • La gotta, l'è el maa di sciori.[4] (Milanese)
  • Per la gotta è bon nagotta.[3]
  • Per la gotta ghe völ el son d'ona campana rotta.[3]
  • Quij che patiss la gotta han de mangià e bev ben, e sgari quando la ven. (Milanese)

Note

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  1. Il detto si riferisce all'"essere avari" e deriva molto probabilmente da un epigramma di Marziale su Diodoro.
  2. a b c d Nei due componimenti di Luciano, Il podagroso e L'ocipo, la Podagra viene personificata come una dea.
  3. a b c Contro la gotta niente può l'arte.
  4. Ovvero "la gotta è la malattia dei signori", in quanto associata ad un'alimentazione abbondante.

Altri progetti

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