Collateral
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Collateral
Titolo originale |
Collateral |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 2004 |
Genere | thriller, azione, drammatico |
Regia | Michael Mann |
Soggetto | Stuart Beattie |
Sceneggiatura | Stuart Beattie |
Produttore | Michael Mann |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Collateral, film statunitense del 2004 con Tom Cruise, Jamie Foxx e Jada Pinkett Smith, regia di Michael Mann.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Diciassette milioni di persone, è diventata la quinta potenza economica del mondo e invece nessuno si conosce. Ho letto di uno che ha preso la metropolitana qui... è morto. [...] Ci sono volute sei ore prima che qualcuno se ne accorgesse. Il cadavere ha fatto il giro della città, la gente è salita e scesa, si è seduta accanto a lui... nessuno lo ha notato. (Vincent)
- Mai sentito parlare del Ruanda? [...] Decine di migliaia di cadaveri prima che cali il sole, mai così tanti morti in così poco tempo dall'epoca di Nagasaki e Hiroshima, hai battuto ciglio Max? Ti sei iscritto ad Amnesty International? Oxfam? Save the Whale, Greenpeace o roba simile? No. Io faccio fuori un grassone e ti fai venire un attacco isterico. (Vincent)
- [I genitori] Ti proiettano addosso i loro difetti, quello che non gli piace di se stessi, della loro vita, di tutto e poi se la prendono con te. (Vincent)
- Non hai alternative Max, consolati sapendo che non hai mai avuto scelta. (Vincent)
- Prendi il telefono, la vita è breve. Un giorno ed è andata. (Vincent)
- [Ultime parole] Ehi Max, un uomo sale sulla metropolitana qui a Los Angeles e muore. Pensi che se ne accorgerà qualcuno? (Vincent)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Annie: Sono molti i taxisti che si mettono a discutere per far risparmiare il cliente?
Max: Eravamo in due, l'altro l'ho fatto fuori. Non mi piace la concorrenza. - Max: L'hai ucciso tu?!
Vincent: No, gli ho sparato. I colpi e la caduta l'hanno ucciso. - Max: Non posso portarti in giro ad ammazzare la gente. Non è il mio lavoro!
Vincent: Questa sera sì. - Daniel: Vai con la domanda.
Vincent: Dov'è che Miles ha imparato la musica?
Daniel: Io so tutto quello che c'è da sapere su Miles.
Vincent: Allora sentiamo.
Max: In una scuola di musica! L'ha imparato in una scuola di musica!
Daniel: Padre dentista, in Saint Louis. Ha investito nell'agricoltura, è diventato ricco, ha mandato Miles alla Juliard School of Music, a New York, nel millenovecentoquarantacinque.
Max: Si! [Vincent uccide Daniel sparandogli alla testa, Max trasalisce]
Vincent: È uscito dalla Juliard dopo meno di un anno, ha rintracciato Charlie Parker sulla cinquantaduesima che gli ha fatto da mentore per i successivi tre anni. - Max:[La madre] È in ospedale.
Vincent: E ci vai ogni sera?
Max: Sì, che differenza fa?
Vincent: Se non ci vai interrompi una routine.
Max: E allora?
Vincent: Allora cominciano a fare delle ricerche. Non mi piace, è una cazzata.
Max: Io non ti porto a trovare mia madre!
Vincent: Da quando in qua credi di poter trattare? - Felix: "Mi dispiace" non ricompone i pezzi di Humpty Dumpty, lo capisci no? Tu ci credi a Humpty Dumpty?
Max: No.
Felix: Credi a Babbo Natale?
Max: No.
Felix: Nemmeno io. Però i miei figli sì, loro sono ancora piccoli. Ma sai chi gli piace dieci volte di più di Babbo Natale? Il suo tirapiedi, Pedro el negro, Pietro il nero. C'è una vecchia storia messicana che racconta di come Babbo Natale fosse talmente occupato a cercare i bambini buoni che fu costretto ad assumere un aiutante per cercare i bambini cattivi. Così, assunse Pedro e Babbo Natale gli diede una lista con tutti i nomi di tutti i bambini cattivi, e Pedro tutte le sere andava a trovarli. E alle persone, ai bambini, che non erano buoni, che non dicevano le preghiere, Pedro lasciava un piccolo asinello sulla finestra. Un piccolo burro. E, quando tornava, se i bambini si erano comportati ancora male, Pedro li portava via e nessuno li vedeva mai più. Ora, se io sono Babbo Natale e tu sei Pedro, come pensi che il buon vecchio Babbo Natale la prenderebbe se Pedro si presentasse nel suo ufficio e gli dicesse che ha perso la lista, quanto cazzo si incazzerebbe secondo te?! - Vincent: Ci manca solamente la cavalleria polacca. Sei vivo, ti ho salvato e tu mi dici grazie? No! Sai solo chiuderti a riccio. Almeno parla, mandami a fanculo!
Max: Vaffanculo... dovevi ucciderlo Fenning?
Vincent: Chi cazzo è Fenning?
Max: Fenning, il poliziotto! Perché l'hai dovuto ammazzare? Avrà una famiglia, dei figli che dovranno crescere senza di lui. Mi ha creduto!
Vincent: Oh, oh, avrei dovuto risparmiarlo perché ti ha creduto?
Max: No, non per quello!
Vincent: Sì, per quello! - Max: Perché non mi ammazzi e ti cerchi un altro tassista?
Vincent: Tu sei forte, siamo insieme stasera, destini incrociati, coincidenze cosmiche... Stronzate così.
Max: Oh, quante cazzate!
Vincent: Ah, sparo cazzate? Tu sei il monumento alla cazzata! Ti sei perfino convinto della cazzata che io uccido i cattivi, che elimino la spazzatura...
Max: Be', l'hai detto tu!
Vincent: E mi credi, Max?
Max: Cosa hanno fatto?
Vincent: Che ne so io? Hanno tutti lo sguardo da testimoni d'accusa per me. Ecco, probabilmente hanno qualche grave imputazione federale oppure non vogliono assolutamente averne.
Max: Questo è il motivo?
Vincent: Certo, è così non c'è una ragione, non c'è una buona o una cattiva ragione per vivere o morire.
Max: Allora tu cosa sei?
Vincent: Indifferente! Seguimi... Milioni di galassie di centinaia di milioni di stelle e un puntino che vaga nello spazio... Siamo noi persi per sempre! Lo sbirro, tu, io, chi se ne accorge?
Max: Ma cos'hai nel cervello?
Vincent: Nel senso?
Max: Se qualcuno ti puntasse una pistola alla testa e ti chiedesse: dimmi che cosa sta provando quest'uomo, quali sono i suoi sentimenti oppure ti faccio secco. Cosa lo spinge? Che cos'ha in testa? Ecco tu non saresti in grado di rispondere, perché... Dovrebbero ammazzarti perché a te non interessa sapere che cosa gli altri pensano. Sei squallido, fratello, davvero squallido! Cioè, ma chi sei? Uno di quegli sbandati cresciuti in istituto? Ti batte qualcosa dentro? Ciò che, ciò che... normalmente fa parte della natura umana in te... non c'è! Perché non mi hai ancora ammazzato?
Vincent: Dovevo andare a beccarmi Max Sigmund Freud tra tanti tassisti... - Vincent : Specchiati! Tovaglioli di carta, taxi immacolato, un giorno compagnia di limousine, quanto hai da parte?
Max: Non sono affari tuoi!
Vincent: Un giorno, un giorno il mio sogno si avvererà? Una notte ti sveglierai e scoprirai che non è mai successo! Sì, ci hai girato intorno, non si è avverato e sei diventato vecchio. Non ha funzionato ma tanto tu non l'avresti mandato in porto comunque. Lo spingerai nel ricordo e poi lo rimuoverai sdraiato sulla poltrona reclinabile, ipnotizzato dalla tv per il resto della vita. Quindi non venirmi a parlare di omicidio, ciò che volevi era solo un anticipo per una lussuosa Lincoln e quella ragazza che non hai il coraggio di chiamare. Che cazzo ci fai ancora dentro un taxi? Dimmelo... - Max: Non mi sono mai messo di impegno a guardare... me stesso. Avrei dovuto. Io ho tentato di giocarmi una via d'uscita di straforo ma era un gioco perdente in partenza.
Vincent: Rallenta.
Max: Deve essere perfetto, deve essere perfetto, per partire, ogni rischio andava eliminato... Potevo farlo quando volevo.
Vincent: È rosso!
Max: Ma sai che ti dico?! Buone notizie! Non me ne importa più niente! Chissenefrega in fondo, no?! Siamo tutti insignificanti qui, in questo gigantesco nulla! Stronzate ai confini della realtà! Dice il paraculo sociopatico dietro di me! Ma sai la novità? Ti devo ringraziare perché finora non l'avevo mai vista da questa prospettiva! Chissenefrega, certo, giusto, fottiamocene! Tanto che abbiamo da perdere!?
Vincent: Rallenta!
Max: Perché?! Mi spari così c'ammazziamo tutti e due?! Accomodati, sparami!
Vincent: Rallenta, cazzo!
Max: Coraggio, sparami! Vuoi spararmi adesso?! Fallo allora, coraggio! Eh?! Sparami!
Vincent: Rallenta!
Max: Avevi ragione! Sai una cosa, Vincent?! Vaffanculo!! [fa cappottare il taxi]
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