Brigate Rosse
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Citazioni sulle Brigate Rosse e i brigatisti.
Citazioni
[modifica]- A me queste Brigate Rosse fanno un curioso effetto, di favola per bambini scemi o insonnoliti; e quando i magistrati e gli ufficiali Cc e i prefetti ricominciano a narrarla, mi viene come un'ondata di tenerezza, perché la favola è vecchia, sgangherata, puerile, ma viene raccontata con tanta buona volontà che proprio non si sa come contraddirla. (Giorgio Bocca)
- Gli unici veri cattolici in Italia sono i brigatisti, non lo sa? (Romanzo criminale)
- I brigatisti si erano mostrati risoluti ed efficienti, ma la loro non fu una vittoria. La decisione di uccidere Moro creò gravi dissensi al loro interno, mentre all'esterno si diffuse un profondo sentimenti di ripulsa per quanto avevano fatto. È generalmente riconosciuto che la crisi del terrorismo italiano prese l'avvio dall'uccisione di Moro. A posteriori sembra quindi corretto riconoscere che avevano ragione i paladini dell'intransigenza: se Moro fosse stato scambiato con uno o più terroristi in prigione, le Brigate Rosse sarebbero apparse allo stesso tempo invulnerabili e propense al compromesso, col risultato che il loro fascino sarebbe quasi certamente cresciuto. [...] Dopo la morte di Moro la democrazia italiana non solo si difese ma si rafforzò. (Paul Ginsborg)
- I brigatisti sono sempre accesi, sempre apocalittici. Scrivono «lotta attiva», scrivono «disarticolare le strutture». Sono oracolari. I padri del deserto hanno lasciato le distese di sabbia della Palestina e sono venuti in città, nelle università e nelle fabbriche, a raccontare, a testimoniare, a predire e a maledire. (Giorgio Vasta)
- I più giovani si identificano con le BR, sono ammirati. I nevrotici stupiti e ammirati. Per gli psicotici è un po' più complesso, così come per i paranoici. Ma lo stupore e l'ammirazione del nevrotico è per qualcuno che ha avuto il coraggio di fare quello che lui ha lungamente fantasticato. Il salto, ha fatto il salto. (Esterno notte) [sul caso Moro]
- [In riferimento all'omicidio di due militanti missini di Padova, attuato da componenti padovane delle BR] L'azione non aveva niente a che vedere con ciò che le BR stavano facendo. Non vedevamo nei fascisti un reale pericolo. Mi preoccupai moltissimo. C'era il rischio di stravolgere l'immagine delle BR, riducendola a quella di un gruppo di scalmanati che davano ordine di andare ad ammazzare la gente nelle sedi missine. (Renato Curcio)
- L'esperienza delle Brigate Rosse é esaurita e conclusa, perché è concluso un periodo storico, perché si è esaurito un processo politico. Allo stesso modo non c'é niente da buttare a mare e non c'é niente da dimenticare come sembra vada molto di moda in questo periodo. (Prospero Gallinari)
- La sconfitta politica del terrorismo passa attraverso scelte coraggiose: è la famosa risaia da prosciugare. Tenendo conto che i confini della risaia sono meglio definiti oggi che non tre mesi fa. E tenendo conto di un altro fattore decisivo: l'immagine delle Brigate rosse si è rovesciata, sono emerse falle e debolezze. E forse non è azzardato pensare che tante confessioni nascano non dalla paura, quanto da dissensi interni, laceranti sull'organizzazione e sulla linea del partito armato. (Walter Tobagi)
- Le Bierre funzionano come una sovrastruttura che vuole ad ogni costo coincidere con la realtà senz'avere la forza di accorgersi dell'errore. (Paolo e Vittorio Taviani)
- Le Brigate Rosse non possono considerarsi un gruppo di terroristi. Terrorista è infatti chi mette una bomba su un treno, terrorizzando, appunto, la gente comune. (Erri De Luca)
- Non è un caso che le azioni dei brigatisti siano rivolte non tanto a uomini di destra, ma a progressisti. Il loro obiettivo è intuibilissimo: arrivare allo scontro nel più breve tempo possibile, togliendo di mezzo quel cuscinetto riformista che, in qualche misura, garantisce la sopravvivenza di questo tipo di società. (Emilio Alessandrini)
- [Sui componenti delle neonate Brigate Rosse] Sono di estrazione di sinistra ed inseguono con lucidità una loro utopia con atti criminali e non sembrano provocatori, in questo senso. Che poi, altri utilizzino il loro nome per altre azioni, può anche essere. (Luigi Gui)
- Sono stupito e dissento totalmente dalle parole scritte (Il Fatto del 26 marzo) da un magistrato di valore come Gian Carlo Caselli. Che scrive: "Non ci sono elementi sufficienti per dire che le BR furono eterodirette". Sbalordisco. Ci sono valanghe di prove per affermarlo, a cominciare dal covo di Via Gradoli (di proprietà del Ministero degli Interni), per finire con le rivelazioni di Pieczenick, di Giannino Galloni. Per continuare con le prove delle decine di depistaggi provenienti da diversi settori dello Stato, dai servizi segreti italiani e stranieri, dalle dichiarazioni dello stesso Aldo Moro prima di venire catturato e ucciso, dal Lago della Duchessa, dai documenti trafugati, dalle sporchissime biografie dei cosiddetti "servitori dello Stato", tutti iscritti alla P2, alle testimonianze lasciate cadere su chi e quanti spararono a Via Fani, su chi c'era a Via Fani, su quanti erano là a coprire e a sorvegliare che tutto si svolgesse come "doveva svolgersi" e che non erano membri della Brigate Rosse. (Giulietto Chiesa)
- Br buone e Br cattive? Non ci ho mai creduto. Non butto croci addosso a nessuno, però non mi dimentico i biglietti che ci mandavano i brigatisti in carcere invocando un omicidio al giorno. Nessuno da dentro ci disse mai: "Ragazzi state calmi". Ci dicevano: "È tempo di azione, dovete tirarci fuori costi quel che costi".
- Molti brigatisti non erano convinti delle scelte che portavano avanti gli altri. Questo li costringeva a fare delle forzature su se stessi. Qualcuno poteva diventare fragilissimo e maturare un cambiamento che esplodeva al momento dell'arresto.
- Qualcuno ha rivendicato di appartenere alle Br senza avere mai fatto un'azione. Il percorso più lungo e sofferto, il più autentico, forse, è quello di chi si è dissociato prima della legge che riduceva le pene.
- [Sul rapporto col Partito Comunista Italiano] Era un rapporto conflittuale perché una parte del P.C., minoritaria, in qualche modo ci era vicina mentre la parte maggioritaria, quella che noi chiamavamo berlingueriana, non voleva modificare più di tanto lo Stato. Quello Stato, e le sue regole democratiche gli andavano bene.
- L'elemento di gratificazione era forte perché altrimenti avremmo lasciato stare subito. Ad esempio, durante il sequestro del magistrato Sossi la televisione parlava non tanto di noi come persone ma dei fatti che noi compivamo. Chiaramente questo tipo di dimensione è indubbio che ci gratificasse, nel senso che ci faceva ritenere allo stesso livello, alla stessa altezza, di chi comandava il Paese. Eravamo il "contro potere".
- L'ideologia delle Brigate Rosse ha una sua storia. [...] Posso dire che questo tipo di cultura, che viene dalla resistenza, dalla lotta armata contro il fascismo ed il nazismo, per certi aspetti si pensava non dovesse terminare come in effetti è terminata. Probabilmente non si sarebbe trasformata in attività pratica se non ci fosse stata la rottura storica rappresentata dal sessantotto, sessantanove. Quegli anni erano anni che hanno rimesso in discussione qualunque cosa.
- Noi ritenevamo che la destra fosse strettamente legata a doppio filo a settori dello Stato, del potere. Il famoso discorso della strategia del colpo di Stato. In particolare questi gruppi, Ordine Nero, Ordine Nuovo, erano assolutamente funzionali a questo progetto. Al progetto delle forze armate in particolare che cercavano una soluzione, come si diceva allora, alla greca o alla cilena della crisi italiana.
- Non c'era nessuno dietro di noi, almeno fino a quando io ho fatto parte dell'organizzazione. Di certo le nostre azioni facevano comodo a qualcuno. In quegli anni erano in molti a vedere con favore un'escalation di violenza in Italia.
- Potrà apparire anche strano ora, l'inizio per noi è stato abbastanza ludico, uso questa parola. Un inizio dove non ci sono fatti di sangue.
- Io sono convinto che le Brigate Rosse... la nostra esperienza sia esaurita. Ma, siccome non riesco a ragionare nei termini di "vincitori e vinti" ma nei termini di uno scontro che ha prodotto una trasformazione, posso rilevare, per quel che mi riguarda, che gran parte delle nostre aspettative non sono andate... non hanno avuto successo. Ma il problema del fatto che si sia esaurito un movimento, e insieme ad esso si siano esaurite anche le Brigate Rosse, non è avvenuto in un giorno, è avvenuto nell'arco di anni. Alla fine degli anni Ottanta è risultato chiaro, nonostante tutti i nostri sforzi, i nostri tentativi producevano soltanto divisioni, spaccature, non producevano più risposte possibili e praticabili a livello di movimenti che si stavano trasformando in una società che si era trasformata. E quindi questa esperienza si è esaurita. Noi ne abbiamo preso atto in un certo momento, questo sì. Io ne ho preso atto. Non me ne sono reso conto in un momento; ma in un certo momento, insieme ad altri compagni, ne abbiamo preso atto e, responsabilmente, abbiamo detto a tutti: "Signori, questa esperienza... cari compagni, per quanto riguarda la nostra possibilità di valutazione, è esaurita ed è irripetibile". Lo diciamo ai compagni ma lo diciamo anche a tutti gli altri.
- La tesi che le Brigate Rosse siano state manovrate dall'esterno è una tesi cara a chi non può sopportare l'idea che in questo Paese si siano svolti dei fatti, delle iniziative, si siano giocati dei progetti politici esterni ai giochi di Palazzo.
- Le Brigate Rosse sono finite da anni, i compagni sono in carcere, e ancora siamo una spina che va di traverso. Si tace o si cerca di esorcizzarci. E, peggio, c'è chi cerca di intorbidare una vicenda che è stata piena di speranze, forse illusioni, tentativi, errori, dolore, morte – ma non sozzure.
- Le Br scardinarono la Dc, ma gli schieramenti che hanno governato fino a oggi sono peggio di quelli di allora.
- Le Br non capirono Aldo Moro, il suo spessore politico era molto più alto di quello delle Br. E non lo dico per santificarlo.
- Le Br sono state una piccola esperienza, non si può dargli troppa importanza. Era già scritto che sarebbero state sconfitte: erano partite da un'idea giusta, ma sono finite su una strada sbagliata.
- Noi abbiamo tentato di realizzare la dottrina di Karl Marx, ma solo la borghesia ha saputo usarlo bene.
Voci correlate
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