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Arash Hejazi

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Arash Hejazi (1971 – vivente), scrittore iraniano.

Negli occhi della gazzella

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  • Non ho mai incontrato nessuno, di nessuna nazionalità, che amasse il suo paese di quanto gli iraniani amano l'Iran. (p. 28)
  • [...] l'Iran per gli iraniani non è un paese, ma un ideale che li unisce al di sopra dell'appartenenza etnica, del dialetto, della religione. (p. 28)
  • "Iraniano" non è una nazionalità, è un modo di vivere. Nina avrebbe stentato a crederci se le avessi detto che gli iraniani, memori degli insegnamenti di Zarathustra risalenti a tremila anni addietro secondo cui l'unica alternativa era scegliere se far parte dell'esercito delle tenebre o essere un guerriero della luce, credevano ancora nell'eterna lotta tra il bene e il male. Dovevano scegliere e la loro decisione avrebbe determinato l'esito della battaglia. Morire sul campo di battaglia è il massimo onore per un iraniano. (p. 29)
  • Khomeini era diventato il leader ufficiale del movimento contro lo scià e la gente credeva sul serio che l'islam fosse la loro unica speranza di salvezza. (p. 33)
  • Era troppo tardi per lo scià, che ora raccoglieva i frutti di quello che aveva seminato nel corso del trentennio precedente: la repressione dei mezzi d'informazione, la tortura e l'assassinio degli intellettuali e di chi gli si opponeva, il pugno di ferro con cui aveva governato il paese. La gente era stufa della sua tirannia e non aveva alcuna fiducia nella restaurazione di una monarchia costituzionale. (p. 36)
  • Immaginate di vivere in un'atmosfera orwelliana. È in corso una guerra in cui non credete più, ma ogni giorno venite addestrati a guadagnarvi l'onore di diventare martiri di questa guerra. Tutti i vostri amici d'infanzia hanno lasciato il paese. Non avete mai avuto l'opportunità di scoprire l'altro sesso. Non vi è concesso distinguervi in alcun modo se non volete destare sospetti. Chiunque attorno a voi abbia criticato il regime è in prigione, in esilio o è già stato giustiziato. L'orrore aleggia minaccioso ovunque. Cosa bisogna fare per mantenere l'equilibrio mentale? (p. 161)
  • Mi resi conto che Khomeini era sempre stato lì per me, nei miei pensieri. Le sue azioni, le sue decisioni, la sua vanità, la sua crudeltà mi avevano spezzato il cuore, eppure può un bambino odiare Babbo Natale perché cessa di esistere quando cresce? (p. 213)
  • Se Khomeini intendeva davvero nominare Khamenei quale proprio successore, perché non l'aveva annunciato ufficialmente, limitandosi a dirlo solo a Rafsanjani? (p. 213)

Bibliografia

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  • Arash Hejazim, Negli occhi della gazzella, Piemme, Milano, 2011.

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