Vai al contenuto

Anna Foa

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Anna Foa (1944 – vivente), storica italiana.

Citazioni di Anna Foa

[modifica]
  • [...] Ada [Gobetti] si butterà senza esitazioni in quel rapporto intensissimo [con Piero Gobetti], fatto di amore e politica, letture, citazioni e caste tenerezze, abbandonandovisi con una passione assai più accesa e totale di quella sublimata e razionale di Piero. Docilmente, Ada legge i libri che Piero le propone, discute con lui le sue idee, lascia sul suo esempio la scuola, dove frequenta la seconda liceo, per dare gli esami di maturità come privatista ed abbreviare il tempo di quelle scuole che vede come inutili, anzi "scellerate".[1]
  • [Luciana Nissim Momigliano] Quello ricevuto dai suoi era un ebraismo fortemente assimilato, con un'osservanza ridotta a pochi rituali famigliari, ma con una forte consapevolezza di un'irrinunciabile appartenenza ebraica, "questa piccola debolezza di essere ebrei, che non si capiva bene che cosa fosse", come la definirà molto più tardi.[2]
  • Rieducata, ricreata, ma anche in qualche modo fagocitata da Piero, Ada [Gobetti] mantiene tuttavia il suo carattere, grazie alla sua innata forza, alla sua intelligenza vivace. Le lettere di quegli anni, fino al 1923, data del loro matrimonio, ce la mostrano anche nella sua diversità da Piero, e mostrano un Piero che combatte e critica il suo sentimentalismo, la sua praticità, in qualche modo, forse, la sua vitalità.[3]

Luisa Ferida

[modifica]
  • Bellissima, ma dotata di scarsa personalità, tanto che è difficile trovare il suo nome da solo e non in coppia con quello di Valenti, Luisa Ferida si limitò probabilmente a seguire a Villa Triste il Valenti. Anche in questo campo, è difficile che il suo ruolo sia stato più autonomo e rilevante che nel resto della sua attività di attrice, di donna, di fascista militante. Solo la fucilazione le ha restituito, nella memoria, una dignità di eguale a quella del suo compagno di vita e d'arte, Osvaldo Valenti.
  • Furono gli anni Ottanta a riportare i due attori [Valenti e Ferida] all'attenzione del pubblico. La questione fu sollevata dal filosofo francese Jean Baudrillard, che ne fece due esseri superiori, per la loro bellezza e la loro libertà dagli schemi, alla morale comune, fucilati non per le loro colpe ma per la loro trasgressività: una concezione decisamente estetica, in cui la questione della colpevolezza dei due si stemperava fino a divenire ininfluente.
  • I due [Valenti e Ferida] diventano il simbolo del cinema di Salò: belli e trasgressivi, dediti alla droga e alla vita sregolata. Si legano alla banda di torturatori che sotto la direzione di Pietro Koch gestisce a Milano, tra l'agosto e il settembre del 1944, la famigerata Villa Triste, prigione di partigiani.

Note

[modifica]
  1. Da Gobetti Ada, in AA.VV., Italiane. Dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra (1915-1950), www.150anni.it
  2. Da Nissim Luciana, in AA.VV., Italiane. Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011), www.150anni.it
  3. Da Gobetti Ada, in AA.VV., Italiane. Dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra (1915-1950), www.150anni.it

Bibliografia

[modifica]
  • Anna Foa, Ferida Luisa, in AA.VV., Italiane. Dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra (1915-1950), www.150anni.it

Altri progetti

[modifica]