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Ivan Ivanovič Kozlov

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Ivan Kozlov

Ivan Ivanovič Kozlov (Mosca, 22 aprile 1779[1]San Pietroburgo, 11 febbraio 1840[2]) è stato un poeta russo.

Ivan Kozlov

Figlio di un nobile[3] segretario di stato di Caterina II di Russia, Kozlov svolse da giovane l'attività militare, nel 1795 fu promosso guardiamarina,[4] e tre anni dopo entrò nel servizio civile.[3]

Nel 1809 Kozlov sposò Sofija Andreevna Davydova, dalla quale ebbe un figlio, Ivan, e una figlia, Aleksandra.

Nel 1812 lavorò alla commissione per la formazione della milizia moscovita e per qualche anno svolse attività impiegatizia, fino a quando, nel 1818, fu colpito da paralisi e perse gradualmente la vista, diventando cieco nel 1821.[4][5] Il suo amico e poeta Vasilij Žukovskij, testimoniò la grande forza e pazienza con cui sopportò la sua sfortuna, oltre che il profondo conforto che trovò nell'ispirazione poetica e nella fede in Dio.[6]

Kozlov morì il 30 gennaio 1840 e fu sepolto nel cimitero Tichvin a San Pietroburgo, vicino alla tomba di Žukovskij.[4]

Stile, pensiero e poetica

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Esordì con il poemetto Černec ("Il monaco") nel 1825,[3][5] il cui protagonista perde tragicamente la famiglia, ottenendo grande consenso e successo, sia per l'influenza byroniana sia per l'intensa emozione e la totale partecipazione che suscitarono le sue liriche, intrise di una consapevole sofferenza.[6] Le sue opere si caratterizzarono per la fedele rappresentazione dell'esperienza emotiva, per i toni mistici, romantici e il senso di tristezza.[3] Tra le tematiche approfondite da Kozlov vi fu l'amore per la libertà,[3] il linguaggio segreto della natura e i suoi sussurrii miracolosi.[7]

Le sue successive opere, intitolate Knjaginja Natal'ja Dolgorukaja ("La principessa Natal'ja Dolgorukaja", 1828), basata sul tema della sventura sentimentale delle nobildonne e Bezumnaja ("La folle", 1830), confermarono le sue capacità liriche.[6]

Tra le composizioni più significative si possono menzionare i celebri Večernyj zvon ("Scampanio della sera") e Venecianskaja noch ("Notte veneziana"), ritenuti alcuni dei capolavori del Romanticismo russo,[6] oltre che K Svetlane ("A Svetlana", 1821), tuttora popolari grazie alla loro freschezza e melodiosità.[8]

Kozlov fu molto stimato e considerato dai suoi colleghi coetanei, quali Puškin,[3] Žukovskij, Baratynskij, sia come poeta sia come traduttore.[6]

Kozlov fu un uomo erudito, conoscendo numerose lingue straniere, tra le quali il francese e l'italiano fin da bambino, e in seguito l'inglese, il tedesco e il polacco.[4] Dimostrò di aver una ottima memoria, che gli consentì di ricordare a memoria l'intera produzione di Byron, le poesie di Scott, le migliori opere di Shakespeare, di Racine, di Dante, oltre che tutto il Vangelo.[4]

Tradusse dal polacco Mickiewicz, dall'inglese Byron, Moore, Wordsworth, dal francese Lamartine, Chenier, dall'italiano sonetti del Petrarca, una parte della Gerusalemme liberata, dell'Orlando furioso, Ermengarda morente dall'Adelchi manzoniano e altri.[8] La sua traduzione di These Evening Bells di Moore divenne la base di una famosa canzone russa.[3][9]

Opere principali

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  • Пленный грек в темнице ("Prigioniero greco in prigione");
  • К другу В.А Жуковскому ("Per un amico V. A. Zhukovsky");
  • Венгерский лес ("La foresta ungherese");
  • Крымские сонеты ("Sonetti di Crimea");
  • Молодой певец ("Il giovane cantante");
  • Байрон ("Byron");
  • Киев ("Kiev");
  • Плач Ярославны ("I lamenti di Yaroslavna");
  • Княгиня Наталья Борисовна Долгорукая ("La principessa Natal'ja Dolgorukaja", 1828);
  • К П. Ф. Балк-Полеву ("A P. F. Balk-Polev");
  • Обетованная земля ("La terra promessa");
  • Пловец ("Nuotatore");
  • Чернец ("Il monaco", 1825);
  • Тайна ("Il segreto");
  • Бренда ("Brenda");
  • Отплытие витязя ("La partenza del cavaliere");
  • Безумная ("La folle", 1830);
  • Обманутое сердце ("Cuore ingannato");
  • Тревожное раздумье ("Meditazione inquietante");
  • Песня ("La canzone");
  • Разбитый корабль ("La nave rotta", 1832).
  1. ^ 11 aprile del calendario giuliano, il 22 aprile di quello gregoriano.
  2. ^ 30 gennaio del calendario giuliano, l'11 febbraio di quello gregoriano.
  3. ^ a b c d e f g (EN) Kozlov, Ivan Ivanovich, su encyclopedia2.thefreedictionary.com. URL consultato il 16 settembre 2018.
  4. ^ a b c d e (EN) Kozlov, Ivan Ivanovich, su persona.rin.ru. URL consultato il 16 settembre 2018.
  5. ^ a b Kozlov, Ivan Ivanovič, su sapere.it. URL consultato il 16 settembre 2018.
  6. ^ a b c d e le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 302.
  7. ^ (EN) Dmitrij Cizevskij e Dmitrij Tschižewskij, History of Nineteenth-century Russian Literature: Romantic period, su books.google.it. URL consultato il 16 settembre 2018.
  8. ^ a b Ivan Ivanovič Kozlov, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 16 settembre 2018.
  9. ^ Concorso studentesco "Che sia... Poesia", su liceoalpi.gov.it. URL consultato il 16 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2018).
  • (RU) N. V. Gogol, O poezii Kozlova, Mosca, 1952.
  • (RU) V. G. Belinskii, Sobr. stikhotvorenii I. Kozlova, Mosca, 1954.
  • (RU) Istoriia russkoi literatury, XIV, Mosca, 1962.
  • R. Tomassoni e M. Colarieti, Traduzione integrale dal russo e commento psicologico delle principali opere di Ivan Ivanovic Kozlov, Cassino, Garigliano, 1982.
  • (RU) Una breve enciclopedia letteraria in 9 volumi, Mosca, Casa editrice scientifica statale Enciclopedia sovietica, 1966.
  • (RU) N. K. Gudzii, I. I. Kozlov - traduttore di Mickiewicz, in Notizie dagli Archivi della Tauric Accademia, n. 57, 1920.

Voci correlate

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Altri progetti

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