Radice (linguistica)

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In linguistica, la radice o radicale di parole o etimo, (in inglese etymon o root word), è l'elemento lessicale irriducibile e indivisibile che esprime il significato omogeneo e comune sia della parola specifica sia della intera famiglia etimologica alla quale la parola appartiene, salvo le parole di origine sconosciuta. Nei dizionari etimologici delle lingue neolatine e nell'inglese, lingua che al 75% è composta da radici greco-latine, gli etimi sono scritti nella originaria forma latina o greca. Per esempio MITT-/MISS-/* è l'etimo di quella che in italiano è la famiglia del verbo METTERE, in spagnolo METER, in francese METTRE, composta in italiano dai verbi mettere, ammettere, commettere, dimettere, immettere, rimettere, sottomettere e trasmettere); per esempio LEV- è l'etimo latino di allevare, prelevare e sollevare; e così via: CAP-, DIC-, FAC- NASC-, PON-, ROT-, SAN-, TEN- sono rispettivamente gli etimi latini di grandi famiglie etimologiche, rispettivamente quelle dei verbi: cacciare, dire, fare, nascere, porre, ruotare, sanare, tenere. Per quanto riguarda la componente delle radici greche, a titolo di esempio gli etimi CRAT- e GRAPH- sono quelli delle famiglie di parole di democrazia e grafica.

trattamento degli etimi nei dizionari etimologici

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I dizionari moderni e avanzati inseriscono sempre di più, nel lemmario, gli etimi di grande produttività lessicale trattandoli, al pari dei prefissoidi, in apposite voci e talvolta in schede icastiche della famiglia dove figurano le parole più frequenti che racchiudono l'etimo. Mentre i dizionari specialistici, avendo un indice speciale destinato ad individuare ogni famiglia etimologica, permettono anche di contare quanti sono gli etimi e di suddividerli in base alla loro origine storica e territoriale, perciò rispondendo alla domanda: quanti sono gli etimi e quindi le famiglie etimologiche di questa o di quella lingua ?

  • Il dizionario francese Le nouveau Petit Robert conta non solo 60.000 parole con 300.000 significati e 34.000 citazioni, ma anche 620 cosiddetti encadrés étymologiques che sono le enumerate famiglie etimologiche greco-latine della lingua francese.
  • In italiano, il dizionario specialistico RIF - Repertorio Italiano di Famiglie di parole, della Zanichelli, esclude le famiglie etimologiche di origine inglese e germanica, produttive di sinonimi spesso inutili, e conta 25.000 voci divise in 366 famiglie etimologiche italiane di tradizione greco-latina.

trattamento degli etimi nella etimologia

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La etimologia è la scienza che studiando gli etimi, può enumerare e classificare gli effetti della annominazione (uso di parole somigliantisi perché legate da un comune etimo e perciò recanti un comune significato di base), distinguendoli dagli esercizi di retorica come gli effetti della paronimia o paronomasia (uso di parole somigliantisi solo per morfologia o per fonologia ma aventi differente etimo). Quindi gli studi etimologici possono statisticamente determinare la produttività delle parole affini o imparentate (in inglese dette cognates words) sulla base del lessema, che è una variante dell'etimo greco-latino, dell'etimo germanico e dell'etimo di altra origine, funzionale alla derivazione nelle diverse lingue discendenti dal ceppo linguistico indoeuropeo. Nelle lingue ideogrammatiche come sono il Cinese e il Giapponese, invece, non esistono etimi o radici di parole equiparabili.

Grammatica tradizionale

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Nella grammatica tradizionale, la radice è quell'elemento linguistico a cui vanno aggiunte poi le desinenze ed eventuali prefissi o suffissi che servono a specificarne il significato.

Data quindi una parola - o un lemma -, essa potrà essere suddivisa separando il tema dalla desinenza, e quindi individuando nel tema la radice: la radice sarà quell'elemento irriducibile (cioè che non può essere ulteriormente suddiviso) e parte fondamentale di una famiglia di parole.

Ad esempio: nel verbo "amare" si può individuare la desinenza flessiva "-re" = infinito presente separandola dal tema "ama"; a sua volta il tema si può analizzare come unione della radice "am-" e della vocale tematica "-a-" = 1ª coniugazione. La radice "am-" ci permette di identificare il verbo come appartenente alla stessa famiglia del sostantivo "amore", radice che esprime appunto il concetto di amare.

Per fare un esempio in lingua ido: una volta definita la radice "frat-" che rappresenta il concetto di essere figli degli stessi genitori, si può applicare il suffisso "-ul-" che significa "maschile" o il suffisso "-in-" che significa "femminile", e infine la desinenza "-o" che significa "sostantivo singolare", per ottenere le parole "fratulo" ossia "fratello" e "fratino" ossia "sorella". Applicando invece la desinenza "-a" ossia "aggettivo" direttamente alla radice, si ottiene "frata" che significa "fraterno".

La definizione tradizionale di "radice" ha difficoltà di applicazione nelle parole composte; in questo caso occorre prima scomporre la parola nelle varie componenti (per esempio "portaborse" diventa "porta" + "borse") e poi si individuano le varie radici, una in ogni componente ("port-" e "bors-").

Linguistica contemporanea

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Nella linguistica contemporanea sono dunque considerate radici:

  • le radici in senso tradizionale;
  • i prefissoidi e i suffissoidi (elementi come "tele-" ossia "a distanza" o "-dendr-" ossia "pianta") e in generale tutti i termini fossilizzati (dunque anche l'elemento "-dur-" che si trova in "con-dur-re", "ad-dur-re", ecc.), ossia quegli elementi che non hanno più un significato autonomo nella lingua ma che derivano da termini ormai obsoleti o presenti solamente nelle lingue di origine.

Alcuni linguisti fanno fatica a considerare radici:

  • i lemmi fondamentali delle lingue agglutinanti e delle lingue isolanti, in quanto possono essere morfemi liberi oltre che legati (in lingua finlandese "kirja" è già una parola, "libro", ma forma anche parole come "kirjani" ossia "il mio libro", ecc.; in lingua inglese "dog" è già una parola, "cane", ma forma anche parole come "dogs" ossia "cani", ecc.); questi linguisti preferiscono usare per queste parole il termine tema, che però può risultare ambiguo con l'uso che se ne fa in altri ambiti;
  • alcuni termini fossilizzati, in particolare quando l'elemento è l'unico morfema lessicale di una parola; in un esempio precedente sarebbe dunque sbagliato (secondo questi linguisti) considerare "-dur-" come morfema (e quindi come radice) in quanto non può formare parole in modo autonomo cioè senza prefissi; di conseguenza gli elementi indivisibili e dunque le radici sarebbero rispettivamente "condur-", "addur-", ecc.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàThesaurus BNCF 41248 · NDL (ENJA00577096
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