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Ansia

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Disambiguazione – Se stai cercando il dipinto di Edvard Munch, vedi L'ansia.
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Ansia
L'ansia, di Edvard Munch (1894, Museo Munch, Oslo)
Specialitàpsichiatria e psicologia
Eziologiapreoccupazione e pericolo
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10F41.9
OMIM607834
MeSHD001007
MedlinePlus003211

L'ansia è uno stato psichico di un individuo, prevalentemente cosciente, caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura, relativa a uno stimolo ambientale specifico, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell'organismo in una determinata situazione che si esprime sotto forma di stress per l'individuo stesso.[1]

La sua forma patologica costituisce i disturbi d’ansia.

Caratteristiche

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L'ansia è una complessa combinazione di emozioni, che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno, mal di pancia e dolori intestinali. Può esistere come disturbo cerebrale primario oppure può essere associata ad altri problemi medici, inclusi altri disturbi psichiatrici. I segni somatici sono dunque un'iperattività del sistema nervoso autonomo e in generale della classica risposta del sistema simpatico di tipo "combatti o fuggi"[2]

Si distingue dalla paura vera e propria per il fatto di essere aspecifica, vaga o derivata da un conflitto interiore[3].

La distinzione col termine angoscia appartiene solo alle lingue di origine latina, infatti in tedesco un termine usato sia per ansia, che per angoscia o paura, è Angst[4].

L'ansia sembra avere varie componenti di cui una cognitiva, una somatica, una emotiva e una comportamentale[5][6].

  • La componente cognitiva comporta aspettative di un pericolo diffuso e incerto.
  • Dal punto di vista somatico (o fisiologico), il corpo prepara l'organismo ad affrontare la minaccia (una reazione d'emergenza): la pressione del sangue e la frequenza cardiaca aumentano, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e quello digestivo diminuiscono. Esternamente i segni somatici dell'ansia possono includere pallore della pelle, sudore, tremore e dilatazione pupillare.
  • Dal punto di vista emotivo, l'ansia causa un senso di terrore o panico, nausea e brividi.
  • Dal punto di vista comportamentale, si possono presentare sia comportamenti volontari sia involontari, diretti alla fuga o all'evitare la fonte dell'ansia. Questi comportamenti sono frequenti e spesso non-adattivi, dal momento che sono i più estremi nei disturbi d'ansia. In ogni caso l'ansia non sempre è patologica o non-adattiva: è un'emozione comune come la paura, la rabbia, la tristezza e la felicità ed è una funzione importante in relazione alla sopravvivenza[7][8].

Funzioni e disturbi

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Lo stesso argomento in dettaglio: Disturbo d'ansia.

Si pensa che i circuiti neurali che coinvolgono l'amigdala e l'ippocampo soggiacciano all'ansia.[9] L'amigdala è dietro il lobo mediale temporale. Questa è formata da tredici diversi nuclei e tre di questi costituiscono i nuclei principali chiamati in causa nei pattern di risposta dell'ansia e della paura. Si tratta di quelli basale, laterale e centrale. Gli input ricevuti dal talamo sensoriale vengono trasmessi prima all'amigdala laterale e in seguito al nucleo centrale. Il circuito ansia - paura richiede che vengano attivati due canali diversi[10]. Il primo riguarda il talamo sensoriale, che ha la funzione di realizzare una connessione fra i sistemi sensoriali esterocettivi e le aree sensoriali primarie della corteccia cerebrale. Il talamo, infatti, è preposto alla trasmissione degli stimoli al nucleo amigdaloideo laterale che trasmetterà poi quest'ultimi al nucleo centrale. La funzione dell'Amigdala, in tal caso, chiama in causa i nuclei lateriali che ricevono gli input sensoriali dal talamo che in seguito vengono trasferiti ai nuclei centrali. Il secondo canale riguarda invece la corteccia sensoriale, l'insula e la corteccia prefrontale. Queste mandano un input al nucleo amigdaloideo laterale e da qui il segnale viene spedito al tronco centrale e all'ipotalamo. La principale distinzione fra i due suddetti canali è che nel primo caso viene chiamata in causa la corteccia prefrontale che ha il ruolo di modulazione dell'ansia. Nel secondo caso, invece, gli stimoli vengono inviati ai nuclei laterali da parte della corteccia sensoriale. L'amigdala riceve inoltre dal talamo informazioni che non sono elaborate e la risposta attiva una serie di pattern comportamentali che producono una reazione a un input "pericoloso". Tuttavia sono molteplici le variabili chiamate in causa nelle tipologie di risposta a questo genere di stimoli, in quanto devono essere presi in considerazione anche gli aspetti biologici dell'essere umano, le esperienze pregresse, il carattere oltre alla condizione emotiva del soggetto[10].

Quando i soggetti vengono sottoposti a stimoli spiacevoli e potenzialmente dannosi come odori o gusti ripugnanti, le scansioni PET eseguite su di loro mostrano flussi sanguigni aumentati nell'amigdala[11]. In questi studi, i partecipanti riportarono anche un'ansia moderata. Questo potrebbe indicare che l'ansia sia un meccanismo protettivo progettato per prevenire comportamenti potenzialmente dannosi per l'organismo come nutrirsi di cibo avariato.

Se invece l'ansia ricorre cronicamente e ha un forte impatto sulla vita di una persona si può allora diagnosticare un disturbo d'ansia[5]. I più comuni sono il disturbo d'ansia generalizzata (DAG), il disturbo di panico (DP), la fobia sociale, le fobie specifiche, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e il disturbo post traumatico da stress (DPTS).

Uno studio rivela inoltre che l'ansia è molto comune tra soggetti con autismo, in particolare tra adolescenti e bambini (42-80%).[12]

Interpretazione psicoanalitica classica

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Secondo l'interpretazione psicoanalitica classica di stampo pulsionalista, l'ansia viene definita un "sintomo-segnale", intorno al quale si struttura il conflitto nevrotico caratterizzato dalla presenza di pulsioni e affetti che vorrebbero essere soddisfatti, ma che sono contrastati dai meccanismi di difesa dell'Io. Le pulsioni sono vissute come proibite e quindi ritenute pericolose. L'ansia è il segnale di pericolo avvertito dall'Io, e i sintomi equivalgono sia al tentativo di rinnegamento del desiderio proibito sia a un suo mascherato progetto di realizzazione. Il soggetto spesso ignora il contenuto delle pulsioni rimosse, ed è quindi indotto a trasferire fuori dal suo psichico, e quindi nel mondo esterno o nel corpo fisico, ciò che invece investe il suo mondo psichico[13].

Attorno alla fine del 800' avvenne la modernizzazione del termine dell'ansia come malattia e non più come una terribile maledizione come si credeva nel XIX secolo. Il primo a presentare questa rielaborazione fu lo psichiatra Ewald Heckel nel 1893, due anni dopo venne proposta anche da Sigmund Freud. Inizialmente veniva chiamata Angstneurose, un termine più preciso rispetto al termine "nevrastenia". Quindi è solo da centotrent'anni che viene considerata un disturbo.[14] Negli anni quaranta, con i danni psicologici della guerra, il governo inglese mise a disposizione degli psicologi per diffondere stati di serenità e sicurezza della popolazione, periodo nel quale nacquero i primi tranquillanti e riscossero un enorme successo immediato.[15]

  1. ^ Arlington: American Psychiatric Publishing., Diagnostic and Statistical Manual of Mental DisordersAmerican Psychiatric Associati., 2013, p. 189-195, ISBN 978-0-89042-555-8.
  2. ^ Ansia e disturbi d’ansia: sintomi, cause e cura, su ipsico.it.
  3. ^ Ansia, su Blog di psicologia.
  4. ^ Angoscia, su Treccani.it.
  5. ^ a b Cattani, D., Scapellato, P. (2017) Attacchi di panico e ansia acuta: Soccorso psicologico di base. Giunti O.S. Psychometrics: Firenze..
  6. ^ (EN) Sergio Frumento, Angelo Gemignani e Danilo Menicucci, Perceptually Visible but Emotionally Subliminal Stimuli to Improve Exposure Therapies, in Brain Sciences, 12(7), 867, Giugno 2022, DOI:10.3390/brainsci12070867.
  7. ^ Joseph Ledoux, Emotion, memory and the brain, in Scientific American, vol. 270, 1994, pp. 50–57, DOI:10.1038/scientificamerican0694-50.
  8. ^ Seligman, M., Walker, E. and Rosenhan, D. (2001) Abnormal psychology. Norton & Company Inc
  9. ^ (ES) Laura Ruiz Mitjana, Los 5 tipos de ansiedad (qué las causa, y síntomas), su estilonext.com.
  10. ^ a b Amir Garakani, M. D., Sanjay J., Mathew, M. D., and Dennis S., Charney, M. D., Neurobiology of Anxiety Disorders and Implications for Treatment, The mount Sinai Journal of Medicine Vol. 73 No. 7 November 2006.
  11. ^ Zald & Pardo, 1997; Zald, Hagen & Pardo, 2002
  12. ^ Filippo Vicari, Trattamento dei disturbi d’ansia nello spettro autistico, su portale-autismo.it, 23 maggio 2014. URL consultato il 28 agosto 2022.
  13. ^ Angoscia e ansia in Freud e Lacan, su stateofmind.it.
  14. ^ p47 Tiffany Watt Smith, Atlante delle emozioni umane, traduzione di Violetta Bellocchio, La Repubblica, gennaio 2018 [2015].
  15. ^ p48 Tiffany Watt Smith, Atlante delle emozioni umane, traduzione di Violetta Bellocchio, La Repubblica, gennaio 2018 [2015].
  • Roberto Marchesini, Mio Dio, che ansia! Come vincere la paura di non farcela, Il Timone, Milano 2022. IBAN: 9788897921448

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Collegamenti esterni

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