All That Jazz - Lo spettacolo comincia

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All That Jazz - Lo spettacolo comincia
Una scena del film
Titolo originaleAll That Jazz
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1979
Durata123 min
Generemusicale, drammatico
RegiaBob Fosse
SceneggiaturaRobert Alan Aurthur, Bob Fosse
ProduttoreRobert Alan Aurthur
Produttore esecutivoDaniel Melnick
Casa di produzione20th Century Fox, Columbia Pictures
FotografiaGiuseppe Rotunno
MontaggioAlan Heim
MusicheRalph Burns
ScenografiaPhilip Rosenberg, Tony Walton, Edward Stewart, Gary J. Brink
CostumiAlbert Wolsky
TruccoFern Buchner
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

All That Jazz - Lo spettacolo comincia (All That Jazz) è un film del 1979 diretto da Bob Fosse, interpretato da Roy Scheider, Jessica Lange e da un folto gruppo di attori comprimari.

Storia autobiografica, caratterizzata da grande cura per le coreografie, musiche, ritmo, e da una sorta di omaggio anche a , ottenne ben quattro Oscar relativi al settore artistico-tecnico. Il film prende il titolo dall'omonima canzone del musical con la regia di Fosse Chicago. Presentato in concorso al Festival di Cannes 1980, ha vinto la Palma d'oro come miglior film ex aequo con Kagemusha - L'ombra del guerriero di Akira Kurosawa.[1]

Nel 2001 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[2]

Joe Gideon, affermato attore, ballerino e coreografo di musical e danza moderna, lavora alla preparazione del suo nuovo spettacolo, iniziando con il casting dei ballerini sul palco del teatro, sotto gli occhi vigili dei produttori, del compositore delle musiche e della ex moglie, anch'ella ballerina del musical per la quale Joe ha scritto il copione. Contemporaneamente, in scene immaginarie, parla e risponde alle domande di Angelica, una dama vestita di bianco, sulla sua vita, sulle origini della sua carriera e sulle donne della sua vita; la dama bianca non è una figura angelica o una fata ma è una sorta di angelo della morte, ella ascolta con interesse e simpatia quello che lui le racconta.

Joe le racconta del suo esordio in uno spettacolo di vaudeville, che andava in onda subito dopo l'esibizione di alcune spogliarelliste; esse giocavano ad eccitarlo di proposito dietro le quinte tanto che, prima di una sua esibizione di tip-tap, ebbe un'eiaculazione ben visibile sui suoi pantaloni, rendendolo ridicolo al pubblico. Nonostante questa iniziale figuraccia, lui continuò la sua carriera di ballerino divenendo un grande artista: fondò una compagnia di ballo e si esibì in spettacoli di grande impegno e fascino, anche con scene di semi-nudo scandalose.

Nella vita privata non manca di sposarsi e di avere una figlia ma, mentre lui ama molto la figlia, con la moglie nascono troppi problemi: la sua professione infatti gli offre molteplici occasioni per avere innumerevoli amanti. La sua carriera va a gonfie vele ma il logorio fisico è grande tanto che il cuore comincia a soffrirne in maniera pesante e, arrivato alla soglia dei cinquanta anni, ha consumato la sua speranza di vita; ricoverato in un ospedale ed operato non gli basterà per salvarsi.

La parte finale del film è un grande musical, con scenografie dedicate al sistema circolatorio. Appaiono tutte le persone importanti della sua vita, incluse le spogliarelliste, la moglie e la figlia, grande spettacolo musicale col ritornello di "I think I'm gonna die". Poi alla fine, il buio e l'apparizione della signora in bianco, verso cui Joe si incammina nell'apoteosi finale del musical, mentre, come in un atroce contrappasso, la chiusura di un sacco per cadaveri si sigilla sul suo corpo.

Riconoscimenti

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  1. ^ (EN) Awards 1980, su festival-cannes.fr. URL consultato il 20 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2013).
  2. ^ (EN) Librarian of Congress Names 25 More Films to National Film Registry, su loc.gov, Library of Congress, 18 dicembre 2001. URL consultato il 6 gennaio 2012.
  • Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario del cinema americano. Da Griffith a Tarantino, tutti i film che hanno fatto la storia di Hollywood, Roma, Editori Riuniti, 1996, ISBN 88-359-4109-1.

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Collegamenti esterni

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