Vulpini

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Volpi
I principali clade: Vulpes (volpe rossa), Nyctereutes (nittereute) e Otocyon (otocione)
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineCarnivora
SottordineCaniformia
FamigliaCanidae
SottofamigliaCaninae
TribùVulpini
GenereNyctereutes
Otocyon
Vulpes

Le volpi (Vulpini, Hemprich e Ehrenberg, 1832) sono una tribù di canini che comprende le volpi propriamente dette, l'otocione e il nittereute. Si tratta di una tribù piuttosto diversificata che ebbe origine nel Nordamerica durante il Miocene.

Sono generalmente di taglia piccola, distinguendosi dagli altri membri della sottofamiglia per i loro corpi allungati, arti brevi, code folte, orecchie larghe e musi appuntiti. Le volpi sono onnivore e vivono in piccoli gruppi familiari.

Il nome volgare viene talvolta usato per descrivere alcune specie di Cerdocionini e gli urocioni, sebbene i primi siano più imparentati ai canidi lupini come i lupi e gli sciacalli, mentre gli ultimi rappresentano una stirpe più antica.

Volpe deriva dal latino vulpēs[1] o volpēs, parola senza corrispondenti esatti in area indoeuropea[2]; le possibili relazioni con il greco attico ἀλώπηξ alṓpēx (da ϝαλώπηξ walṓpēx, forma conservata in altri dialetti), il lettone lapsa e il lituano lapė sono molto labili[3].

Durante la colonizzazione europea delle Americhe, vari canidi indigeni furono nominati "volpi" puramente per il loro aspetto simile alle volpi propriamente dette, sebbene non fossero imparentate, tra cui gli urocioni, detti anche "volpi grigie", e certi canidi sudamericani come il maikong (talvolta chiamato "volpe dei boschi") e le licalopecie, che gli zoologi chiamarono "volpi false".[4]

Scheletro di volpe rossa

Tutte le volpi condividono le seguenti sinapomorfie: un processo paroccipitale, che è ampiamente suturato alla superficie posteriore della bolla timpanica, e un secondo molare superiore con un metaconulo e un postprotocono.[5] Con l'eccezione della volpe artica, notevole per la sua mandibola profonda e dentatura robusta, le volpi sono caratterizzate dalle loro mandibole lunghe e snelle, con denti piccoli e ampiamente spaziati, ideali per catturare prede piccole e agili.[6]

Le volpi sono canidi di taglia piccola con poco dimorfismo sessuale, caratterizzati dai loro corpi allungati, arti relativamente brevi, musi appuntiti, orecchie larghe e triangolari, e code lunghe almeno quanto la metà del corpo. Dispongono di chiazze triangolari nere tra gli occhi e il muso, baffi lunghi e neri, occhi a forma ovale con pupille ellittiche, e una punta della coda che solitamente presenta un colore diverso dal resto del corpo. La pelliccia è solitamente rossiccia, sabbia, o bruna, con gli esemplari adulti spesso mostrando più di un colore, ma in certe specie può essere completamente nera o bianca. Il cranio è relativamente appiattito in confronto a quello dei canidi lupini, con un rostro allungato. Dimostrano la tipica formula dentaria degli altri membri della sottofamiglia (I 3/3, C 1/1, P 4/4, M 2/3 = 42), eccezione fatta per l'otocione, che dispone di sei molari in più. A quest'ultimo manca anche una superficie tagliente sui carnassiali. La maggior parte delle specie hanno un odore pungente, dovuta alle ghiandole sopracaudali.[7]

Le volpi sono solitamente solitarie, formano coppie monogame durante la stagione degli amori e vivono in piccoli gruppi familiari. Possono scavarsi le proprie tane, sebbene spesso allarghino quelle già scavate da altre specie. Sono predatori onnivori e generalisti, con una dieta composta per la maggior parte di piccoli vertebrati come roditori, lucertole, uccelli e invertebrati. Si nutrono anche di uova, piante e frutta. Le volpi seppelliscono il cibo in eccesso per consumarlo successivamente. L'otocione è l'unico membro puramente insettivoro, mentre il nittereute è l'unico capace di arrampicarsi sugli alberi.[7]

Storia evolutiva

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Le volpi derivano dai leptocioni, canidi di taglia piccola che ebbero origine in Nordamerica durante l'Oligocene inferiore, a circa 34 milioni di anni fa. Erano simili ai borofagini contemporanei, ma con mandibole più snelle e denti più piccoli, adatti a catturare prede piccole e veloci. Disponevano inoltre di arti allungati, e persero l'utilizzo del pollice, adattamenti per una vita dedicata alla corsa, un vantaggio importante nel Nordamerica oligoceno, caratterizzata da una crescente ascesa di zone di pianura. Forme simili alle volpi odierne emersero circa 9 milioni di anni fa, poco prima della scomparsa dei leptocioni e coincidendo con l'estinzione dei borofagini più piccoli. Almeno due specie ancestrali migrarono in Asia orientale durante il Pliocene inferiore per poi dare luce a numerose specie di canidi Eurasiatici e Africani, alcuni di cui avrebbero poi colonizzato il Nordamerica durante il Pleistocene.[8][6]

Una filogenia proposta nel 2005 in base al genoma mitocondriale, dimostra una stretta parentela tra le vere volpi e il nittereute,[9] quest'ultimo precedentemente ritenuto d'essere imparentato con il maikong o altri canidi sudamericani della stessa sottofamiglia.[10][11] L'otocione dell'Africa rappresenta invece il membro più basale della tribù[9]:


 Caninae 

Urocioni

Volpi

Otocione

Nittereute

Vere volpi

Veri cani (canidi lupini e sudamericani)

  1. ^ volpe, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Carlo Battisti e Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950-57, p. V, 4085, SBN IT\ICCU\LIA\0963830.
  3. ^ Giacomo Devoto, Avviamento all'etimologia italiana, Milano, Mondadori, 1979, p. 461, ISBN 88-04-26789-5.
  4. ^ M. Wallen, Fox, Reaktion Books, 2006, pp. 28-30, ISBN 1861892977
  5. ^ (EN) R. H. Tedford, X. Wang, and B. E. Taylor, 2009, Phylogenetic Systematics of the North American Fossil Caninae (Carnivora: Canidae), Bulletin of the American Museum of Natural History 325:1-218
  6. ^ a b (EN) X. Wang & R. H. Tedford, Dogs: Their Fossil Relatives and Evolutionary History, Columbia University Press, 2008, pp. 51-55, 130, ISBN 978-0-231-13528-3
  7. ^ a b (EN) J. R. Castelló, Canids of the World, Princeton, 2018, p. 172, ISBN 978-0-691-17685-7
  8. ^ (EN) Wang, X., e R.H. Tedford, Evolutionary history of canids. In P. Jensen, ed., The Behavioural Biology of Dogs, CABI International, 2007, pp. 3–20, ISBN 1845931874
  9. ^ a b (EN) Lindblad-Toh, K., Wade, C. M. e Mikkelsen, T. S., Genome sequence, comparative analysis and haplotype structure of the domestic dog, in Nature, vol. 438, n. 7069, 2005, pp. 803–819, Bibcode:2005Natur.438..803L, DOI:10.1038/nature04338, PMID 16341006.
  10. ^ (EN) Huxley T.H. (1880). On the cranial and dental characters of the Canidae. Proceedings of the Zoological Society of London, 1880, 238-288.
  11. ^ (EN) J. Clutton-Brock, G.G. Corbet e M. Hills, A review of the family Canidae, with a classification by numerical methods, in Bull. Brit. Mus. Nat. Hist., vol. 29, 1976, pp. 119–199. URL consultato il 15 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2013).

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