Governo Berlusconi I

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Disambiguazione – Se stai cercando altri governi presieduti da Silvio Berlusconi, vedi Governo Berlusconi.
Governo Berlusconi I
StatoItalia (bandiera) Italia
Presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi
(FI)
CoalizioneFI, MSI, LN, CCD, UdC
LegislaturaXII legislatura
Giuramento11 maggio 1994
Dimissioni22 dicembre 1994
Governo successivoDini
17 gennaio 1995

Il governo Berlusconi I è stato il cinquantunesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XII legislatura. È da molti ritenuto il primo governo della cosiddetta Seconda Repubblica[1][2][3].

Il governo rimase in carica dall'11 maggio 1994[4][5][6][7] al 17 gennaio 1995[8], per un totale di 251 giorni, ovvero 8 mesi e 6 giorni. È stato il primo ed unico governo nella storia della Repubblica Italiana in cui erano presenti esponenti del Movimento Sociale Italiano.

Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 18 maggio 1994 con 159 voti favorevoli, 153 contrari e 2 astenuti[9].

Ottenne la fiducia alla Camera dei deputati il 20 maggio 1994 con 366 voti favorevoli e 245 contrari[10].

Diede le dimissioni il 22 dicembre 1994 a seguito di numerose tensioni fra il presidente del Consiglio Berlusconi e la Lega Nord, che, di conseguenza, decise di uscire dalla maggioranza.[11]

Compagine di governo

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Appartenenza politica

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Partito Presidente Ministri Sottosegretari Totale
Forza Italia 1 8 13 22
Movimento Sociale Italiano - 5 12 17
Lega Nord - 5 10 15
Centro Cristiano Democratico - 2 2 4
Unione di Centro - 2 - 2
Fondazione Liberaldemocratica - 1 - 1
Indipendenti - 2 1 3
Totale 1 25 38 64

Provenienza geografica

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La provenienza geografica dei membri del Consiglio dei ministri si può così riassumere:

Regione Presidente Ministri Sottosegretari Totale
  Lombardia 1 6 5 12
Sicilia (bandiera) Sicilia - 2 6 8
  Campania - 2 5 7
  Piemonte - 2 3 5
  Veneto - - 5 5
  Lazio - 3 1 4
  Toscana - 3 1 4
  Puglia - 2 2 4
  Calabria - 1 2 3
  Liguria - 1 2 3
  Sardegna - 1 2 3
  Emilia-Romagna - 1 1 2
  Umbria - 1 - 1
  Abruzzo - - 1 1
  Friuli-Venezia Giulia - - 1 1
  Marche - - 1 1

Sostegno parlamentare

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  • Sostegno parlamentare al momento della fiducia (18 maggio al Senato, 20 maggio alla Camera).
Camera Collocazione Partiti Seggi
Camera dei deputati[12] Maggioranza LN (116), FI (113), MSI (109), CCD (27), Altri (5)[13]
370 / 630
Opposizione PDS (129), PRC (39), PPI (33), PSI (16), FdV (11), AD (10), Patto Segni (9), La Rete (8), Minoranze linguistiche (4), Altri (1)[14]
260 / 630
Senato della Repubblica[15] Maggioranza LN (59), MSI (48), FI (36), CCD (12), LAL (1), Altri (4)[16]
160 / 326
[17]
Opposizione PDS (76), PPI (34)[18], PRC (18), PSI (10)[19], FdV (7), La Rete (6), AD (6), SVP (3), UV (1), Altri (5)[20]
166 / 326
Carica Titolare Sottosegretari
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (FI)
Vicepresidente del Consiglio Roberto Maroni (LN)
Giuseppe Tatarella (MSI)
Ministri senza portafoglio Sottosegretari di Stato
Coordinamento delle politiche dell'Unione Europea Domenico Comino (LN) Carica non assegnata
Famiglia e solidarietà sociale Antonio Guidi (FI) Carica non assegnata
Funzione pubblica e Affari regionali Giuliano Urbani (FI) Carica non assegnata
Italiani nel mondo Sergio Berlinguer (Indipendente) Carica non assegnata
Rapporti con il Parlamento Giuliano Ferrara (FI) Carica non assegnata
Riforme istituzionali Francesco Speroni (LN) Carica non assegnata
Ministero Ministri Sottosegretari di Stato
Affari esteri Antonio Martino (FI)
Interno Roberto Maroni (LN)
Grazia e giustizia Alfredo Biondi (UdC)
Bilancio e programmazione economica Giancarlo Pagliarini (LN)
Finanze Giulio Tremonti (FLD)
Tesoro Lamberto Dini (Indipendente)
Difesa Cesare Previti (FI)
Pubblica istruzione Francesco D'Onofrio (CCD)
Lavori pubblici Roberto Maria Radice (FI)
Risorse agricole, alimentari e forestali Adriana Poli Bortone (MSI)
Trasporti e navigazione Publio Fiori (MSI)
Poste e telecomunicazioni Giuseppe Tatarella (MSI)
Industria, commercio e artigianato Vito Gnutti (LN)
Sanità Raffaele Costa (UdC)
Commercio con l'estero Giorgio Bernini (FI) Carica non assegnata
Lavoro e previdenza sociale Clemente Mastella (CCD)
Beni culturali e ambientali Domenico Fisichella (MSI) Carica non assegnata
Ambiente Altero Matteoli (MSI)
Università, ricerca scientifica e tecnologica Stefano Podestà (FI)

Aprile

  • 28 aprile 1994 - Il Presidente della Repubblica conferisce a Silvio Berlusconi l'incarico di formare il nuovo governo. Berlusconi accetta con riserva.[21]
  • 1º luglio 1994 - Massimo D'Alema è eletto segretario del Partito Democratico della Sinistra al posto del dimissionario Occhetto.
  • 13 luglio 1994 - Il Consiglio dei ministri vara un decreto-legge che limita i reati per i quali la magistratura può disporre la richiesta di custodia cautelare e impone il segreto sulla comunicazione degli avvisi di garanzia. Il provvedimento, noto anche come "decreto Biondi" (dal nome del ministro di grazia e giustizia Alfredo Biondi) aprirebbe le porte del carcere per molti degli imputati delle inchieste di Tangentopoli.
  • 14 luglio 1994 - I principali magistrati del pool milanese che ha animato la stagione di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, chiedono l'assegnazione ad altro incarico nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Procura della Repubblica di Milano. Il marciapiede su cui si affaccia l'ingresso principale del Palazzo di Giustizia ospita la manifestazione spontanea di un gruppo di cittadini, che protestano in solidarietà con i magistrati e contro il decreto Biondi. Proteste contro il decreto anche da Lega Nord e Alleanza Nazionale, che chiedono modifiche.
  • 18 luglio 1994 - Il Ministro dell'Interno Roberto Maroni (Lega Nord) minaccia le dimissioni nel caso in cui il decreto Biondi venga approvato.
  • 20 luglio 1994 - Piero Alberto Capotosti è eletto al terzo scrutinio membro del Consiglio superiore della magistratura.
  • 21 luglio 1994 - La Camera nega (con 33 sì, 418 no e 41 astenuti) i requisiti di urgenza del decreto Biondi, facendolo quindi decadere.
  • 27 luglio 1994 - Rocco Buttiglione è eletto segretario del Partito Popolare Italiano.
  • 28 luglio 1994 - Paolo Berlusconi, fratello minore e socio d'affari del presidente del Consiglio in carica, viene tratto in custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta sulla corruzione della Guardia di Finanza da parte del gruppo Fininvest. Nelle seguenti settimane viene interrogato dal sostituto procuratore Antonio Di Pietro.
  • 4 agosto 1994 - Muore a Roma il senatore a vita ed ex Presidente del Senato Giovanni Spadolini.
  • 11 agosto 1994 - Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro rinvia alle Camere il disegno di legge di conversione del decreto-legge 401/1994 ("Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle unità sanitarie locali")
  • 28 settembre 1994 - Il governo presenta al Parlamento la Legge Finanziaria 1995, dal valore di 48 000 miliardi di lire. La legge prevede tra le varie cose un consistente taglio della spesa per le pensioni.
  • 14 ottobre 1994 - Le confederazioni sindacali proclamano uno sciopero generale e portano in piazza oltre 3 milioni di persone, in 90 manifestazioni nelle principali città della penisola. Record di presenze a Milano, Torino e Roma. L'agitazione contesta i tagli alla spesa pensionistica contenuta nella Legge Finanziaria 1995. È il più grande sciopero degli ultimi vent'anni, in termini di partecipazione effettiva. In seguito governo e sindacati avviano un tavolo di trattative
  • 18 ottobre 1994 - Il ministro di Grazia e Giustizia Alfredo Biondi avvia un'inchiesta ministeriale sui giudici del pool milanese.
  • 4 novembre 1994 - Berlusconi rompe il tavolo di trattative tra governo e sindacati sul nodo della riforma del sistema pensionistico. Ripartono le agitazioni sindacali, viene programmata una manifestazione nazionale contro la Legge Finanziaria e contro il governo Berlusconi.
  • 10 novembre 1994 - Si tiene il XLVII Congresso del Partito Socialista Italiano, che delibera lo scioglimento del partito. Al suo posto nasce la nuova formazione dei Socialisti Italiani, di cui Enrico Boselli è eletto segretario e Gino Giugni presidente. Le componenti contrarie allo scioglimento danno vita al Partito Socialista Riformista, con Fabrizio Cicchitto segretario e Enrico Manca presidente.
  • 12 novembre 1994 - Manifestazione nazionale indetta dai sindacati a Roma contro i tagli alle pensioni e in difesa dei diritti dei lavoratori. Più di un milione di persone riempie le piazze della capitale per protestare contro la Legge Finanziaria del governo. È la più grande manifestazione sindacale di piazza nella storia dell'Italia repubblicana.
  • 14 novembre 1994 - La Camera approva (con 321 sì e 134 no) la questione di fiducia posta dal governo sull'articolo 30 della Legge di razionalizzazione della finanza pubblica.
  • 16 novembre 1994 - La Camera approva con due distinte votazioni le questioni di fiducia poste dal governo sugli articoli 10 e 11 della Legge di razionalizzazione della finanza pubblica.
  • 18 novembre 1994 - Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro rinvia alle Camere il disegno di legge di conversione del decreto-legge 545/1994 ("Norme di interpretazione e di modificazione del decreto-legge 487/1992, convertito con modificazioni dalla legge 33/1993, e successive integrazioni, concernente la soppressione dell'EFIM").
  • 20 novembre 1994 - Si svolgono le elezioni amministrative in 242 comuni, che vedono un calo di FI e un avanzamento di PDS e AN.
  • 22 novembre 1994 - Mentre presiede a Napoli la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata, Berlusconi si vede recapitare un invito a comparire dinanzi alla Procura di Milano, nell'ambito delle indagini sul suo gruppo.
  • 1º dicembre 1994 - Viene siglato un patto tra governo e sindacati. Il primo stralcia i provvedimenti sulle pensioni dalla Legge Finanziaria 1995, in via di approvazione entro la fine del mese. I secondi rinunciano allo sciopero generale annunciato per l'indomani, il 2 dicembre.
  • 6 dicembre 1994 - Il sostituto procuratore di Milano Antonio Di Pietro si dimette dalla magistratura, sfilandosi la toga in aula alla fine dell'ultima requisitoria per il processo Enimont. Tra le motivazioni prevale la protesta contro la campagna di delegittimazione avviata nei confronti del pool di Milano, attraverso denunce e ispezioni ministeriali.
  • 7 dicembre 1994 - La Corte Costituzionale dichiara parzialmente incostituzionale la Legge Mammì.
  • 17 dicembre 1994 - La Lega Nord annuncia l'uscita dalla maggioranza a causa delle divergenze con il resto del Polo.
  • 20 dicembre 1994 - La Camera approva in via definitiva (con 237 sì, 161 no e 29 astenuti) la Legge Finanziaria 1995. Lega Nord, Partito Democratico della Sinistra e Partito Popolare Italiano presentano una mozione di sfiducia al governo.
  • 21 dicembre 1994 - Privo di una maggioranza, Berlusconi annuncia alla Camera le dimissioni del governo.
  • 22 dicembre 1994 - Berlusconi sale al Quirinale e rassegna le dimissioni, chiedendo il ritorno alle urne. Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro accetta le dimissioni ma, constatata l'esistenza di una maggioranza alternativa dopo le consultazioni, affida, a norma di Costituzione vigente, il mandato per la composizione di un nuovo esecutivo al Ministro del Tesoro del governo Berlusconi, Lamberto Dini.
  • 17 gennaio 1995 - Con il formale passaggio di consegne, si conclude il governo Berlusconi I e nasce il governo Dini.
  1. ^ SIMON PIETRO ISAZA QUERINI, La formazione del primo Governo Berlusconi: continuità e discontinuità nel passaggio dalla prima alla seconda fase della Repubblica, su federalismi.it. URL consultato il 5 ottobre 2023.
    «Il primo Governo Berlusconi nasce all'indomani delle consultazioni elettorali del 27-28 marzo 1994 [...]. Com'è noto, si è trattato di un appuntamento elettorale che ha segnato il passaggio da una prima fase della Repubblica, profondamente tormentata da vicende interne (delegittimazione della classe politica travolta dagli scandali di Tangentopoli) e internazionali (crollo dell'URSS e rafforzamento del processo d'integrazione europea), a una seconda fase dagli incerti sviluppi politici e costituzionali.»
  2. ^ La seconda Repubblica, su Politica Semplice, 13 gennaio 2015. URL consultato il 5 ottobre 2023.
    «In sostanza, solo nel 1994 con la discesa in campo di Silvio Berlusconi, acquista definitivamente consistenza ed evidenza la seconda Repubblica italiana»
  3. ^ Treccani.it - L’Italia della Seconda Repubblica Lezioni d'Autore

    «27 marzo 1994 – Berlusconi vince le elezioni

    Elezioni politiche del 27 marzo 1994 al governo la coalizione guidata da Silvio Berlusconi

    Inizia quella che è stata chiamata l’età berlusconiana e che nel linguaggio giornalistico viene definita come la Seconda Repubblica

  4. ^ 11 maggio 1994 Giuramento dei componenti del Gabinetto Berlusconi, su archivio.quirinale.it.
    «11.00 Il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio dei Ministri fanno ingresso nel Salone delle Feste. Il Presidente del Consiglio dei Ministri presta giuramento sulla copia anastatica della Costituzione. Il Segretario Generale legge la premessa del giuramento. Subito dopo, il Presidente del Consiglio dei Ministri legge la formula del giuramento e firma il verbale che, controfirmato dal Presidente della Repubblica, viene ritirato dal Capo dell'Ufficio per gli Affari Giuridici e le Relazioni Costituzionali (*).»
  5. ^ Comunicato concernente la formazione del Governo, in "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana", Serie generale, n. 113 del 17 maggio 1994, pp. 26-27.
  6. ^ Governo: iniziata cerimonia giuramento, in Adnkronos, 11 maggio 1994.
  7. ^ Maurizio Caprara, Giura il governo Berlusconi, Bossi si imbuca, in Corriere della Sera, 12 maggio 1994.
  8. ^ Governo: ha giurato nelle mani del presidente della repubblica, in Adnkronos, 17 gennaio 1995.
  9. ^ a b Seduta del 18 maggio 1994 (pomeridiana), Votazione nominale con appello, pp. 61-63.
  10. ^ a b Seduta del 20 maggio 1994, Comunicazioni del Governo, pp. 315-321.
  11. ^ Governo: Berlusconi si dimette, in Adnkronos, 22 dicembre 1994.
  12. ^ Seduta del 20 maggio 1994
  13. ^ Pietro Cerullo (LAM) e i quattro fuoriusciti dal Patto Segni: Alberto Michelini, Giulio Tremonti, Giuseppe Siciliani ed Ernesto Stajano
  14. ^ Sergio Castellaneta (Ex LN)
  15. ^ Seduta del 18 maggio 1994
  16. ^ Gianfranco Miglio (Ex LN) e i senatori a vita Gianni Agnelli, Francesco Cossiga e Giovanni Leone
  17. ^ 12 senatori non parteciparono al voto di fiducia, abbassando il quorum necessario a 158.
  18. ^ Tra cui i senatori a vita Carlo Bo, Giulio Andreotti e Amintore Fanfani
  19. ^ Tra cui il senatore a vita Francesco De Martino
  20. ^ Claudio Magris e Leo Valiani votano contro; Giovanni Spadolini e Paolo Emilio Taviani si astengono; Norberto Bobbio non partecipa al voto
  21. ^ l'Unità - Archivio storico, su archivio.unita.news. URL consultato il 20 luglio 2023.
  22. ^ Da pretoriano a traditore di Clemente Corriere della Sera, su Corriere della Sera, 24 gennaio 2008.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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