Zone Rouge
La Zone rouge (Zona rossa) è una catena di aree non contigue attraverso il nord-est della Francia che il governo francese decise di isolare impedendone l'accesso e qualsiasi utilizzo dopo la prima guerra mondiale. Questi territori, che in origine si estendevano per più di 1 200 chilometri quadri (460 mi²),[1] erano stati talmente devastati e contaminati dalle armi utilizzate durante la guerra, da rendere troppo pericoloso l'abitarci o addirittura il transitarvi. Piuttosto che procedere a una bonifica immediata, tali aree vennero espropriate nel 1919 e si preferì che si naturalizzassero.[1] Nel 2021 la Zone rouge esiste ancora anche se la sua estensione si è molto ridotta (attualmente circa 100km2, equivalenti all'estensione di Parigi).
La Zone rouge fu definita, dopo la guerra, come un'area completamente devastata, senza possibilità di bonifica e di vita umana.[2]
Principali pericoli
[modifica | modifica wikitesto]Queste aree sono saturate di ordigni inesplosi tra cui molti proiettili caricati con aggressivi chimici, granate e munizioni varie molto degradate. Il suolo è gravemente inquinato dal piombo, mercurio, cloro, arsenico, vari composti chimici nocivi o velenosi, acidi e resti di migliaia di cadaveri.[3] Vi sono migliaia di bunker sepolti contenenti munizioni convenzionali e chimiche.
Ogni anno più di 30 tonnellate di ordigni inesplosi vengono recuperati.[1] Il 2% degli ordigni ritrovati è caricato con aggressivi chimici, principalmente Iprite.[4] Secondo l'agenzia governativa francese Sécurité Civile ci vorranno non meno di 700 anni perché l'area sia completamente bonificata. Alcuni sondaggi svolti nel 2005–06 trovarono fino a 300 ordigni/10 000 m2 nei primi 15 cm di suolo delle aree più contaminate.[3]
Nel 2007 alcune aree rimanevano completamente interdette al pubblico. Per esempio due aree intorno a Ypres e la Lorena dove il 99% della vegetazione ancora non attecchisce, a nord di Verdun, in un'area denominata localmente place à gaz (il posto dei gas) furono ammassate ed incendiate, negli anni venti del novecento, le munizioni caricate a gas di arsenico, il soprassuolo è costituito da queste ceneri dove l'arsenico può arrivare a concentrazioni di 175,907 mg/kg in alcuni campioni[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c http://www.defense.gouv.fr/actualites/articles/verdun-dans-la-zone-rouge, su defense.gouv.fr. URL consultato il 24 luglio 2017.
- ^ (EN) The Real "No-Go Zone" of France: A Forbidden No Man's Land Poisoned by War, su messynessychic.com, 26 maggio 2015. URL consultato il 23 luglio 2017.
- ^ a b The Real "No-Go Zone" of France: A Forbidden No Man's Land Poisoned by War, su messynessychic.com, 26 maggio 2015.
- ^ (FR) Benoît Hopquin (Le Monde), Le poison de la guerre coule toujours à Verdun, in Le Monde.fr, 20 gennaio 2014. URL consultato il 24 luglio 2017.
- ^ Tobias Bausinger, Eric Bonnaire e Johannes Preuss, Exposure assessment of a burning ground for chemical ammunition on the Great War battlefields of Verdun, in The Science of the Total Environment, vol. 382, n. 2-3, 1º settembre 2007, pp. 259–271, DOI:10.1016/j.scitotenv.2007.04.029. URL consultato il 23 luglio 2017.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Corinna Haven Smith e Caroline R. Hill, Rising above the ruins in France: an account of the progress made since the Armistice in the devastated regions in re-establishing industrial activities and the normal life of the people, New York & London, G. P. Putnam's sons, 1920, OCLC 877535054.
- (FR) David de Sousa, La reconstruction et sa mémoire dans les villages de la Somme (1918-1932), Ed. originale, Editions la Vague verte, 2001, ISBN 9782913924222, OCLC 50697488.
- (FR) Bonnard Jean-Yves, La reconstitution des terres de l'Oise après la Grande Guerre: les bases d'une nouvelle géographie du foncier, in Annales Historiques Compiégnoises, n. 113-114, 2009, pp. 25-36.
- (FR) Georges H. Parent, Trois études sur la Zone Rouge de Verdun, une zone totalement sinistrée, collana Ferrantia, Lussemburgo, Musée national d'histoire naturelle, 2004, OCLC 441696491.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Zone Rouge
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Déminage à Douaumont, su cheminsdememoire.gouv.fr (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2009).
- (EN) Stuart Thornton, Red Zone: France’s Zone Rouge is a lingering reminder of World War I, su nationalgeographic.org, National Geographic Society, 1º maggio 2014.