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M32 (astronomia)

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M32
Galassia ellittica
Galassia ellittica nana Messier 32
Scoperta
ScopritoreGuillaume Le Gentil
Data1749
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneAndromeda
Ascensione retta00h 42m 41,8s[1]
Declinazione+40° 51′ 52″[1]
Distanza2,9 milioni[2][3][4] a.l.  
Magnitudine apparente (V)+8,08[5][6]
Dimensione apparente (V)7,6' × 5,8'[1]
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia ellittica
ClasseE2[1]
Dimensioni8 000 a.l.  
Magnitudine assoluta (V)12,5
Caratteristiche rilevantiGalassia satellite della Galassia di Andromeda
Altre designazioni
NGC 221[1]
Mappa di localizzazione
M32
Categoria di galassie ellittiche

La galassia ellittica M32 (nota anche come Oggetto Messier 32, Messier 32, M32, o NGC 221) è una galassia ellittica nana nella costellazione di Andromeda.

È stata scoperta il 29 ottobre 1749 dall'astronomo Guillaume Le Gentil. È stata osservata da Charles Messier nel 1757 e catalogata il 3 agosto 1764 sotto la sua denominazione attuale.

Caratteristiche

M32 è un membro del Gruppo Locale di galassie. Orbitando attorno alla Galassia di Andromeda, è situata — rispetto a un osservatore terrestre — davanti a uno dei bracci di quest'ultima.

Le stelle esterne di M32 sono state visibilmente strappate dall'attrazione della sua vicina e quindi la galassia si riduce alle sole stelle vicine al nucleo[7]. Mostra comunque tracce di formazione stellare nel passato relativamente recente. Questo nucleo possiede una massa di circa 108 masse solari, con una densità di 5 000 stelle/pc3 orbitanti attorno a un oggetto estremamente massivo: cifre comparabili al nucleo della Galassia di Andromeda.

M32 ha una massa di circa 3 miliardi di masse solari, e un diametro di 8000 anni luce. Dista da noi 2.900.000 anni luce, e assieme a M110 è la galassia ellittica più vicina[8]. Esiste anche la prova che M32 possegga un disco esterno[9].

Distanza

Sono state usate almeno 2 tecniche per misurare la distanza di M32. La misurazione della distanza all'infrarosso (fluttuazione della luminosità superficiale) utilizza l'aspetto granuloso del bulge per stimarne la distanza. I rigonfiamenti delle galassie vicine appaiono infatti molto granulosi, mentre bulge di galassie più remote appaiono con una luce diffusa; le prime misurazioni utilizzando questa tecnica hanno fornito una distanza di 2,46 ± 0,09 milioni di anni luce (pari a 755 ± 28 kpc)[2]. Tuttavia M32 è abbastanza vicina da poterne misurare la distanza con il metodo TRGB.[10] La distanza stimata con questo tipo di approccio è 2,51 ± 0,13 milioni di anni luce (770 ± 40 kpc).[3][4]. La media tra queste 2 misurazioni dà una distanza stimata di 2,49 ± 0,08 milioni di anni luce (763 ± 24 kpc).

Uno studio del 2008, in base alla dispersione della velocità centrale e i dati sulle nebulose planetarie, dubita che M32 sia satellite di M31 ma una galassia di dimensioni nornali, circa tre volte più lontana e prospetticamente allineata. Tuttavia tale tesi è in contrasto con la distanza ricavata mediante le stelle RGB, ritenuta molto affidabile, e non trova favore tra gli esperti[11].

Osservazione

M32 può essere facilmente localizzata osservando la Galassia di Andromeda, dal momento che si trova a 22' a S della regione centrale di M31. Appare come una macchia luminosa, leggermente allungata, ed è facilmente osservabile con un piccolo telescopio. La sua magnitudine è 8,1.

Buco Nero

M32 contiene un Buco nero supermassiccio. la sua massa stimata è stata calcolata essere tra 1.5 e 5 milioni di masse solari.[12]

Note

  1. ^ a b c d e NASA/IPAC Extragalactic Database, su Results for NGC 221. URL consultato il 29 novembre 2006.
  2. ^ a b Jensen, Joseph B.; Tonry, John L.; Barris, Brian J.; Thompson, Rodger I.; Liu, Michael C.; Rieke, Marcia J.; Ajhar, Edward A.; Blakeslee, John P., Measuring Distances and Probing the Unresolved Stellar Populations of Galaxies Using Infrared Surface Brightness Fluctuations, in Astrophysical Journal, vol. 583, n. 2, 2003, pp. 712–726, Bibcode:2003ApJ...583..712J, DOI:10.1086/345430.
  3. ^ a b Karachentsev, I. D.; Karachentseva, V. E.; Hutchmeier, W. K.; Makarov, D. I., A Catalog of Neighboring Galaxies, in Astronomical Journal, vol. 127, n. 4, 2004, pp. 2031–2068, Bibcode:2004AJ....127.2031K, DOI:10.1086/382905.
  4. ^ a b Karachentsev, I. D.; Kashibadze, O. G., Masses of the local group and of the M81 group estimated from distortions in the local velocity field, in Astrophysics, vol. 49, n. 1, 2006, pp. 3–18, Bibcode:2006Ap.....49....3K, DOI:10.1007/s10511-006-0002-6.
  5. ^ SIMBAD-M32, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD Astronomical Database. URL consultato il 29 novembre 2009.
  6. ^ Gil de Paz Armando, Boissier; Madore; Seibert; Boselli; et al., The GALEX Ultraviolet Atlas of Nearby Galaxies, in Astrophysical Journal Supplement, vol. 173, n. 2, 2007, pp. 185–255, DOI:10.1086/516636, arXiv:astro-ph/0606440.
  7. ^ George Robert Kepple, Sanner, Glen W., The Night Sky Observer's Guide, Vol. 1, Willmann-Bell, 1998, p. 17, ISBN 0-943396-58-1.
  8. ^ Bekki, Kenji; Couch, Warrick J.; Drinkwater, Michael J.; Gregg, Michael D., A New Formation Model for M32: A Threshed Early-Type Spiral Galaxy?, in Astrophysical Journal Letters, vol. 557, n. 1, 2001, pp. L39, Bibcode:2001ApJ...557L..39B, DOI:10.1086/323075.
  9. ^ Graham, A. W., Evidence for an Outer Disk in the Prototype Compact Elliptical Galaxy M32, in Astrophysical Journal Letters, vol. 568, n. 1, 2002, pp. L13, Bibcode:2002ApJ...568L..13G, DOI:10.1086/340274.
  10. ^ Kristen. B. W. McQuinn et al, Using the Tip of the Red Giant Branch As a Distance Indicator in the Near Infrared, in The Astrophysical Journal, vol. 880, n. 1, 2019, DOI:10.3847/1538-4357/ab2627.
  11. ^ C. Ke-shih Young, Malcolm J Currie e Robert J Dickens, A Critical Review of the Evidence for M32 being a Compact Dwarf Satellite of M31 rather than a More Distant Normal Galaxy, in Chinese Journal of Astronomy and Astrophysics, vol. 8, n. 4, 2008-08, pp. 369–384, DOI:10.1088/1009-9271/8/4/01. URL consultato il 12 luglio 2023.
  12. ^ M. Valluri, D. Merritt e E. Emsellem, Difficulties with Recovering the Masses of Supermassive Black Holes from Stellar Kinematical Data, in Astrophysical Journal, vol. 602, n. 1, 2004, pp. 66–92, Bibcode:2004ApJ...602...66V, DOI:10.1086/380896.

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