Valmarecchia
Valmarecchia | |
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Stati | Italia San Marino |
Regioni | Toscana Marche Emilia-Romagna |
Province | Arezzo Pesaro e Urbino Rimini |
Località principali | Badia Tedalda, Pennabilli, Novafeltria, San Leo, Torriana, Verucchio, Santarcangelo di Romagna e Rimini |
Comunità montana | Comunità Montana Valle del Marecchia Comunità Montana Alta Valmarecchia |
Fiume | Marecchia |
Cartografia | |
La Valmarecchia è la valle dell'Italia settentrionale tracciata dall'omonimo fiume. È percorsa dalla Via Marecchiese e appartiene per la maggior parte del suo territorio all'Emilia-Romagna; origina però nel comune di Badia Tedalda in Toscana e lambisce l'estremo nord delle Marche (nei comuni spartiacque di Montecopiolo,[1] Sassofeltrio e Monte Grimano Terme).[2] Nel bacino del Marecchia ricade anche parte del territorio sammarinese, con le convalli del Rio San Marino e dell'Ausa.
Geografia
La Valmarecchia scende dall'Alpe della Luna comune di Badia Tedalda in Toscana fino alla foce del Marecchia nell'area urbana di Rimini. Le maggiori località lungo il corso del fiume sono Badia Tedalda, Pennabilli, Talamello, Novafeltria, San Leo, Torriana, Verucchio, Santarcangelo di Romagna e Rimini, cui si aggiungono paesi e frazioni dai nomi legati alle tipicità dei luoghi che sorgevano lungo il fiume: Ponte Presale, Ponte Messa, Molino di Bascio, Ponte Santa Maria Maddalena, Ponte Verucchio, San Martino Dei Mulini. La Valmarecchia è ricca di luoghi d'interesse storico ed archeologico. Tra questi, le torri di segnalazione di epoca romana, che sorgevano a distanza visiva ed alcune ancora presenti, specie su alcune alture.
La Valmarecchia si differenzia considerevolmente rispetto alle valli più a nord tanto che il corso del suo fiume è utilizzato convenzionalmente come confine tra l'Italia settentrionale e quella centro - meridionale. Dalla Valmarecchia infatti si è soliti fare iniziare il territorio propriamente detto della penisola italica.[senza fonte] A prova di questo vi è il fatto che la vallata è la primissima a perdere il tipico tratto di pianura dei fiumi dell'appennino settentrionale. Nel Marecchia tale tratto è infatti circoscritto alla sola parte attraversante la città di Rimini; il fiume invece immediatamente settentrionale, (l'Uso) ha un tratto di pianura piuttosto lungo che lo permette di definire ancora come un fiume con caratteristiche padane.
Contrariamente ai seguenti fiumi poi, dove le valli sono disposte perpendicolarmente rispetto alla dorsale dei Appennini formando una struttura omogenea "in denti di sega", caratterizzata da dorsale strette che scendono gradualmente verso il mare adriatico, nella zona del Montefeltro le valli sono caratterizzate da scarpate o cadute intervallate da stimoli rocciose fortemente modellati dagli agenti atmosferici. Le formazioni marnose lasciano qui il posto ad argilla scagliosa di cui emergono delle rocce alte e ritagliate, formate soprattutto di gradimenti e di argille. Questa conformazione geologica collegata alla storia sanguinante medioevale che ha caratterizzato questo territorio, fa che i principali nuclei abitati si siano sviluppati sugli stimoli rocciosi che sono sospesi sul fondo delle valle (fa eccezione la moderna Novafeltria, già Mercatino Marecchia, che si trova nella valle).
Suddivisione amministrativa
La Valmarecchia è compresa dalle sorgenti nella storica regione del Granducato di Toscana, nella Romagna storica e, nella sua parte più alta, già parte del Ducato di Urbino (fin dal XV secolo), risulta amministrativamente divisa fra la Repubblica di San Marino e tre regioni italiane; tuttavia il settore marchigiano, che in origine spezzava nettamente la valle in tre tronconi costituendone il tratto centrale (Alta Valmarecchia), è oggi limitato alle aree più settentrionali dei comuni di confine, che gravitano anche nel bacino idrografico del Marecchia, ma per la maggior parte in quello parallelo del Conca.[3] Il 15 agosto 2009 l'Alta Valmarecchia è stata infatti distaccata dalle Marche e aggregata all'Emilia-Romagna. Le Marche hanno successivamente proposto ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della regione; nel luglio 2010 la Corte si è pronunciata sul ricorso giudicandolo infondato.[4] La parte più a monte della Valmarecchia, compresa nel comune di Badia Tedalda, fa parte della provincia di Arezzo. Dal punto di vista della geografia ecclesiastica la Valmarecchia è suddivisa in tre diocesi: Rimini, San Marino-Montefeltro e Arezzo-Cortona-Sansepolcro (fino al 30 settembre 1986 Sansepolcro).
Geologia
Le rocce di San Leo e di San Marino sono i frammenti di una grande lastra calcarea che precedentemente, quando la grande parte della penisola non era ancora emersa, ebbero la loro base al di là della linea che oggi indica il limite tra Toscana e Romagna. Il fondo di questo mare dei tempi Miocene (circa 15 milioni di anni) era costituito da una roccia friabile e fangosa che è all'origine della formazione geologica detta dell'argilla scagliosa[5]. Questa paleosuperficie, di argilla scagliosa, scivolò sulle parti (ora occupate tra l'altro dalla Toscana e la Romagna) che provengono da settori occidentali tirreni. In relazione con gli spostamenti orogenetici, alternò periodi di movimento con altri di riposo che provocarono la formazione, sul fondo, di una lastra calcarea.
Quando i movimenti dei bassifondi ripresero, aiutati dallo spostamento dei ghiacciai, trasportarono anche la lastra che si era formata (come un torrente che trasporta una zattera galleggiante). Ma su quest'ultimo si aprirono fessure, poi si frantumò e infine abbandonò i frammenti lungo il percorso Ovest-Est, verso l'Adriatico. Gli esiti di questo gigantesco processo sono: il Monte Varna (1283 m, il frammento più grande), quindi la lastra del Monte Fumaiolo (1407 m), ed infine i numerosi altri "pezzi", al di qua e al di là della Valmarecchia, lungo la quale le argille scagliose si mossero e scesero.
La roccia di San Leo (509 m) è uno di questi pezzi, un altro è il maestoso massiccio del Titano (739 m) (San Marino). Gli altri maggiori "frammenti" sono Verucchio (332 m) e Torriana (337 m). Fu durante il Pliocene e il Quaternario che l'erosione strappò le rocce più tenere (attaccando molto meno le rocce dure calcaree), che assunsero l'aspetto rimasto intatto fino ad oggi.
Note
- ^ Iniziativa di legge per il distacco-aggregazione di Montecopiolo
- ^ Fra questi due ultimi centri ricadono le sorgenti del Rio San Marino, precisamente nel territorio di Monte Grimano.
- ^ Distretto Idrografico dell'Appennino Settentrionale
- ^ La Valmarecchia rimane in Romagna
- ^ Gli strati di argilla scagliosa sono chiaramente visibili quando si prende la superstrada E45 Ravenna-Orte, all'incrocio degli Appennini, intorno alla località di Bagno di Romagna. Questi strati di colore grigi lattei, inclinati, sono intercalati tra strati rocciosi più densi di uno spessore da 20 a 30 cm. In questi strati, le scale sono piccoli frammenti di roccia piatta di circa 1 centimetro di spessore su alcune centimetri di lunghezza e tutti orientati nello stesso senso. Il colore grigi lattei dell'argilla si trova nelle acque dei fiumi al momento delle piene.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Valmarecchia
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Valmarecchia
- Wikinotizie contiene l'articolo Referendum popolare alta Valmarecchia
Collegamenti esterni
- Valmarecchia nel Web, su appenninoromagnolo.it.
- Galleria fotografica, su id3king.it.
- Turismo e ospitalità in Valmarecchia, su lavalmarecchia.it.
- Turismo e eventi in Valmarecchia e Santarcangelo, Sito dell'assessorato al Turismo di Santarcangelo, su santarcangelodiromagna.info.