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Alfa Romeo 155

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Alfa Romeo 155
Descrizione generale
CostruttoreItalia (bandiera) Alfa Romeo
Tipo principaleBerlina
Produzionedal 1992 al 1998
Sostituisce laAlfa Romeo 75
Sostituita daAlfa Romeo 156
Esemplari prodottiTotali (192.618), Arese (669), Pomigliano d'Arco (191.949)[senza fonte]
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza4443 mm
Larghezza1700 (1992) 1730 (1995) mm
Altezza1440 mm
Passo2540 mm
Massada 1204 a 1400 kg
Altro
AssemblaggioStabilimento Alfa Romeo di Arese (1992-1992)
Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco (1992-1998)
StileErcole Spada (I.De.A Institute) per il Centro Stile Alfa Romeo
Walter de Silva (Interni e Restyling)[1]
Altre antenateAlfa Romeo Giulietta (1977)
Altre erediAlfa Romeo 159
Stessa famigliaAlfa Romeo: 145, 146, Spider 1995 e GTV
Fiat Tempra
Lancia: Dedra e Delta
Auto similiAudi 80 e Audi A4
Austin Montego
Citroën BX e Xantia
Ford Sierra e Mondeo
Opel Vectra
Peugeot 405
Rover serie 400 prima e seconda serie
Volkswagen Passat

L’Alfa Romeo 155 (numero di progetto 167) è una berlina di segmento D costruita dalla casa automobilistica Alfa Romeo tra il 1992 e il 1998 (rimanendo in produzione dalla fine del 1997 al marzo 1998 nelle sole versioni 1.7 Twin Spark, 1.9 e 2.5 Td). È stata la prima media a lasciare le linee di montaggio dello stabilimento Alfa Romeo di Arese dove venne prodotta in 669 unità per continuare la produzione nello stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco.

Il contesto

Lanciata per sostituire l'Alfa 75 (che, tuttavia, rimase in produzione nelle versioni "1.6 i.e." e "2.0 TD" fino alla fine del 1993), la 155 abbandonava lo schema classico delle medie Alfa Romeo (motore longitudinale e trazione posteriore, con cambio e differenziale in blocco al retrotreno, sospensioni a quadrilatero all'anteriore ed a ponte rigido de Dion al posteriore) per adottare una configurazione a trazione anteriore e sospensioni a 4 ruote indipendenti (del tipo McPherson all'anteriore ed a bracci tirati al posteriore).

Schema dimensionale della Alfa 155

L'Alfa Romeo 155 adottava il pianale derivato dal progetto Tipo2. I motori 4 cilindri 8 valvole Twin Spark della prima serie erano derivati dal 2.0 Twin Spark della 75 (bialbero Alfa Romeo), mentre i Twin Spark 16 valvole della seconda serie, denominati Pratola-Serra (nome della città in cui vennero assemblati), erano di tipo modulare con basamento in ghisa, mentre il 2.0 turbo 16v derivava dalla Lancia Delta HF e il 6 cilindri era lo storico V6 Busso 12 valvole Alfa Romeo. Aggressiva nelle linee, i designer Alfa risolsero brillantemente la difficile sfida di distaccare l'estetica da quella di Fiat e Lancia: prova ne furono lo sbalzo anteriore della carrozzeria, e la coda massiccia. I gruppi ottici anteriori erano molto stretti simili alla 75, la linea di cintura alta e le fiancate percorse da profonde scalfature di alleggerimento come la 164, che riuscirono a conferirle la proverbiale linea a "cuneo", lo stile della vettura fu disegnato da Ercole Spada. Gli interni molto sportivi furono affidati a Walter de Silva (che collaborò insieme ad Ercole Spada per il successivo restyling della vettura), conferendole una posizione di guida ottima. La 155 dell'Archivio Storico Alfa Romeo è un esemplare importante, anche perché è stata una delle ultime Alfa a montare lo storico motore bialbero, in particolare il 1.7 e 1.8 furono in dotazione solo alla 155.

Prima serie (1/1992-3/1995)

Vista laterale di un'Alfa Romeo 155 prima serie

Presentata in anteprima mondiale a Barcellona in gennaio, e definitivamente nel mese di marzo del 1992 presso il Salone dell'automobile di Ginevra, la 155 era inizialmente disponibile in 4 differenti versioni, tutte con motore a benzina.

Due erano mosse dai 4 cilindri bialbero Twin Spark, dotati di alimentazione a iniezione e variatore di fase, di 1773 cm³ (126 CV) e 1995 cm³ (141 CV), mentre le altre due erano rispettivamente la versione "V6", spinta dal classico V6 Busso ad iniezione di 2492 cm³ da 163 CV, e la "Q4", dotata di trazione integrale ed equipaggiata con un 1995 cm³ turbo 16v da 192 CV derivato dalla Lancia Delta Integrale.

Nel 1993 la gamma venne completata con l'introduzione della versione "Twin Spark 1.7" e da due versioni sovralimentate a gasolio, la "1.9 TD" e la "2.5 TD". La "Twin Spark 1.7" (che sostituì la Twin Spark 1.8 base del 1992) differiva dalla "Twin Spark 1.8" per la cilindrata leggermente ridotta (1748 cm³), per l'assenza del variatore di fase, per la potenza inferiore (115 CV), per i paraurti neri e gli allestimenti semplificati. La "1.9 Td" era spinta dal noto 4 cilindri turbo FIAT di 1929 cm³ da 90 CV ed era identica per esterni e allestimenti alla "Twin Spark 1.7", mentre l'altra era mossa da un 4 cilindri turbo, della VM Motori, di 2499 cm³ da 125  CV (derivato dalla 164), aveva lo stesso allestimento della Twin Spark 2.0. Nel 1994 venne commissionata a Franco Sbarro la creazione di una versione Sport Wagon della 155. La vettura era basata sulla versione Q4 a cui era stato inserito un body kit Zender. Presentata al Salone dell'automobile di Ginevra, la vettura non superò lo stato di concept car.[2]

A partire dal 16 giugno 1993 vengono poste sul mercato le Twin Spark 1.7 e 2.0 con cambio automatico. A partire dal Marzo 1995 la versione più accessoriata della 2.0 viene sostituita dalla 2.0 16 Valvole con cambio automatico, la 2.0 8 Valvole con cambio automatico rimane solo nella versione "L" che comprendeva solamente gli specchietti retrovisori elettrici, l'aria condizionata e un quadro strumenti sportivo. Inoltre in Giappone la 2.0 automatica veniva commercializzata solamente nella versione Q4.

L'Alfa Romeo 155 Silverstone

Nel 1994 venne presentata la 155 Silverstone (in Gran Bretagna con il nome di Formula), che nasce per essere iscritta al BTCC e anche per il lancio della 155 seconda serie che avverrà a dicembre dello stesso anno. Venne prodotta in 2.500 esemplari da gennaio 1994 a dicembre 1995. Fu disponibile solo in tre colori rosso, grigio e nero, ed utilizzava gli stessi interni allestiti per la 155 Q4, ma esternamente si presentava con un alettone sul baule e con uno spoiler nel paraurti anteriore (soggetto a particolare usura), e cerchi in lega di 205/50 per 15 Pollici o anche di 205/45 per 16 Pollici. La 155 Silverstone ha un codice che porta solo lei a differenza dalle altre 1.8, il suo codice è "167A4E" e differiva di cavalli da 126 (1.8 normale) a 130 (1.8 Silverstone).

La 155 Silverstone vista posteriolmente

Il prezzo di vendita della Silverstone si aggirava sulle 31.600.000 Lire.

La prima serie comunque resterà in produzione fino al 3/1995 in versioni "base, L e S" e fino al 1997 come versione su ordinazione, in quanto già dal 12/1994 vi era in produzione la seconda serie. Dal 1/1995 riprendeva lo scudetto cromato della seconda serie anche con la calandra a filo, invece in tinta con la carrozzeria divenne optional.

La 155 TI.Z e GTAZ

Nel 1993 venne sviluppata la 155 Zagato in versione TI.Z (Twin Spark) e GTAZ (Q4).

Tali versioni differivano dalla normale serie per le carreggiate allargate, uno spoiler da gara sul baule e dei paraurti più sportivi ed aerodinamici, la TI.Z venne prodotta in due versioni in quanto vi era la 2.0 Twin Spark da 170 CV prodotta dal 1993 al 1995 e la 2.0 Twin Spark 16v da 190 CV prodotta dal 1995 al 1997. La GTAZ invece derivava dal Q4 ma con una potenza di 215 CV.

Inoltre dal 1995, con la nascita della 155 seconda serie le due versioni riprendono lo scudetto della calandra cromato e le nuove luci di direzione laterali abbandonando quelle tipiche della prima serie di forma appuntita. Anche se non vi era traccia nei listini italiani ne vennero creati 6 esemplari in Italia su richiesta. Il resto della produzione vi era per i mercati della Germania e Giappone. In Giappone ne venne anche prodotta una versione su richiesta GTA-Z con motore 2.5 V6 220 CV.

Seconda serie (12/1994-03/1998)

Modello Esemplari
ALFA 155 1.6 6.310
ALFA 155 1.7 36.359
ALFA 155 1.8 67.295
ALFA 155 1.8 Silverstone/Formula 2.500
ALFA 155 1.8 8v Sport 2.500
ALFA 155 1.8 /1.6 16v Sport 2.500
ALFA 155 2.0 38.315
ALFA 155 2.5 7.196
ALFA 155 2.0 TD 15.652
ALFA 155 2.0 Q4 2.591
ALFA 155 2.0 Q4 (1995/1997) 110
ALFA 155 2.5 TD 11.290
Totale 192.618
Alfa Romeo 155 Seconda Serie 2.0 Twin Spark 16v del 1996, vista anteriore
L'Alfa Romeo 155 Model Year 1995 1.7 Twin Spark (prodotta dal 1995 al 1997)

Dal Dicembre 1994 il modello fu sottoposto ad un sostanziale restyling, affiancandosi con la prima serie fino al marzo 1995. Il restyling interessò numerosi dettagli estetici, tra cui i paraurti (ora in tinta con la carrozzeria su tutte le versioni), i parafanghi (allargati sia sull'anteriore che sul posteriore), e lo "scudetto" Alfa Romeo della calandra anteriore, che divenne cromato (optional in tinta con la carrozzeria) e sviluppato in profondità, con la griglia della versione Q4. Venne cambiata anche la collocazione dei loghi "155" che da in alto a sinistra del logo Alfa Romeo vennero collocati poco al di sotto i gruppi ottici posteriori (Caratteristica che la contraddistingue dalla prima serie, in particolare nelle Twin Spark ora viene prima la cilindrata ad esempio di Twin Spark 1.8 che diventa 1.8 Twin Spark, fanno eccezione però le versioni per la Polizia poiché vengono collocati come la prima serie ma a destra). Anche gli interni subirono alcune lievi modifiche: la strumentazione venne ritoccata, così come alcuni dettagli della plancia e della tappezzeria, e i poggiatesta schiumati e forati tipici della prima serie vennero abbandonati in favore di un design più classico ed ergonomico. Per quanto riguarda i motori, il 2000 Twin Spark ad 8 valvole venne dimezzato, scomparendo dai listini, lasciando il posto - nella produzione di serie - ad una nuova unità di 1970 cm³, sempre con doppia candela e variatore di fase, ma con una testata a 16 valvole e una potenza di 150 CV. Nonostante fossero stati rimpiazzati dai più recenti Pratola Serra Twin Spark dotati di 4 valvole per cilindro, l'Alfa continuo' a montare i bialbero Twin Spark di 1748 cm³ (115 CV), 1773 cm³ (126 CV) e 1995 cm³ (141 CV) all'interno delle nuove scocche, dando vita a pochi esemplari "ibridi", denominati "model year 1995", che vennero prodotti fino al 1997 con la dicitura Twin Spark, senza la presenza del logo 16v.[3] Queste (assieme alle auto dotate del 2000 Twin Spark prima serie), furono le versioni più utilizzate dai privati per alcune elaborazioni sportive.[4] L'Alfa decise inoltre di assegnarne parte alle forze dell'ordine.[5] Nel 1996 la gamma propulsori venne rinnovata anche per le altre cilindrate; furono quindi introdotti i nuovi Twin Spark 16 valvole sia di 1598 cm³ (120 CV) che di 1747 cm³ (140 CV), strettamente imparentati con l'unità da 2.0 litri.

L'auto ottenne riconoscimenti per gli ampi successi sportivi. Durante quegli anni la 155 dovette confrontarsi sul mercato automobilistico con modelli quali Audi A4, BMW Serie 3, Citroën Xantia, Ford Mondeo e Mercedes-Benz Classe C.

Uscì di produzione nel 1998 con 192.618 esemplari, sostituita dalla 156.

Motorizzazioni

Alfa 155
Modello Motore Cilindrata (cm³) Alimentazione Potenza Coppia massima Trazione Cambio-Numero di marce Consumo (litri/100 km) Accelerazione 0–100 km/h (s) Velocità Massima (km/h) Massa in ordine di marcia (kg) Anni di Produzione
1.7 Twin spark 4 cilindri in linea 1.748 Benzina 85 kW (116 CV) @5.800 giri/min 153 N·m @5.000 giri/min A M-5/A-5 6,8 11,8 193 1325 1993-1998
1.8 Twin Spark 4 cilindri in linea 1.773 Benzina 93 kW (126 CV) @6.000 giri/min 165 N·m @5.000 giri/min A M-5 6,3 10,3 200 1325 1992-1997
1.8 Twin Spark 16v 4 cilindri in linea 1.747 Benzina 103 kW (140 CV) @6.300 giri/min 165Nm a 4000 giri/min A M-5 6,5 10,3 205 1300 1996-1997
1.6 Twin Spark 16v 4 cilindri in linea 1.598 Benzina 88 kW (120 CV) @6.300 giri/min 144Nm a 4500 giri/min A M-5 6,5 11,4 195 1300 1996-1996
2.0 Twin Spark 4 cilindri in linea 1.995 Benzina 104 kW (141 CV) @6.000 giri/min 186 N·m @4.000 giri/min A M-5/A-5 6,3 9,3 205 1300 1992-1997
2.0 Twin Spark 16v 4 cilindri in linea 1.970 Benzina 110 kW (150 CV) @6.200 giri/min 186 N·m @2.500 giri/min A M-5/A-5 6,2 9 208 1340 1995-1997
2.0 Turbo 16v Q4 4 cilindri in linea 1.995 Benzina 137 kW (186 CV) @6.000 giri/min 293 N·m @2.500 giri/min i M-5 7,4 7 225 1445 1992-1997
2.5 V6 6 cilindri a V 2.492 Benzina 120 kW (163 CV) @5.800 giri/min 216 N·m @4.500 giri/min A M-5 7,3 8,4 215 1370 1992-1997
1.9 Td 4 cilindri in linea 1.929 Diesel 66 kW (90 CV) @4.100 giri/min 186 N·m @2.400 giri/min A M-5 4.6 13,5 180 1320 1993-1998
2.5 Td 4 cilindri in linea 2.500 Diesel 92 kW (125 CV) @4.200 giri/min 294 N·m @2.000 giri/min A M-5 5.4 10,4 195 1420 1993-1998

L'Alfa Romeo 155 nelle competizioni

Alfa Romeo 155 V6 TI
L'Alfa Romeo 155 GTA

Nel 1992 venne prodotta, in onore della Giulia GTA, la 155 GTA: trazione integrale permanente, motore 2 litri turbo con testata plurivalvole capace di erogare 400 CV, intercooler raffreddato con getto d'acqua nebulizzato, cambio 6 marce e impianto frenante derivato dalla Formula 1. Questa meccanica era in gran parte basata su quella della Lancia Delta Integrale Evoluzione, che dominava i rally proprio nello stesso anno.

Il design della vettura fu affidato a Carlo Gaino dello studio Synthesis design. Con questa vettura l'Alfa Romeo gareggiò nel Campionato Italiano Superturismo conquistando il titolo con Nicola Larini e occupando i primi 4 posti in classifica frutto di 17 vittorie ottenute dai suoi piloti nell'arco delle 20 manche disputate.

Lo stesso argomento in dettaglio: Alfa Romeo 155 V6 TI.

Nel 1993 però i regolamenti cambiarono, e la 155 GTA divenne inutilizzabile per il Campionato Italiano Superturismo. Fu utilizzata perciò come base per la costruzione della 155 V6 TI, rispondente ai regolamenti FIA classe D1: spinta da un motore 2.500 V6 – con angolo tra le bancate di 60º, che erogava oltre 420 CV a 12.000 giri/min – e dotata di una sofisticata trazione integrale, la V6 TI era a tutti gli effetti un prototipo con telaio tubolare e cambio sequenziale. L'Alfa Romeo partecipò al DTM 1993 con 4 vetture, battendo la concorrenza tedesca di Mercedes-Benz, Opel e BMW. La 155 V6 TI vinse gran parte delle gare (12 su 20) ed il campionato costruttori, mentre Nicola Larini si laureò campione tra i piloti. Contemporaneamente, per i campionati di classe D2 che prevedevano una minore elaborazione rispetto ai modelli di serie, l'Alfa approntò la 155 Ts D2 sulla base del motore 2.0 litri Ts 8v di serie. Con questa vettura prese parte al Campionato Italiano Superturismo ma il ritardo nei collaudi dovuta alla maggior concentrazione di sforzi sulla vettura per il DTM costrinse la casa del Biscione a saltare il secondo appuntamento del campionato. Nonostante questo il suo alfiere Grabriele Tarquini rimase in lotta per il titolo fino alla fine lottando contro Bmw e Peugeot.

Anche nel 1994 la V6 TI, in versione evoluta rispetto all'anno precedente, ottenne la maggior parte delle vittorie (11 su 20) nel campionato DTM senza però riuscire a conquistare il titolo che andò alla Mercedes-Benz con la nuova Classe C con la quale Klaus Ludwig si dimostrò più costante nel marcare punti ad ogni gara. Nella classe D2 l'impegno si allargava dal Campionato Italiano a quello Britannico BTCC e a quello spagnolo, il CET. Grazie all'omologazione stradale di un modello in serie speciale, denominata Silverstone in onore allo sbarco nel BTCC, dotata di appendici aerodinamiche regolabili, la 155 D2 poté usufruire dei vantaggi di questa soluzione e fu subito seguita dalle altre case che inizialmente tentarono di osteggiarla costringendola a non partire in un round del campionato inglese. A fine anno però Gabriele Tarquini e Adrian Campos si laurearono campioni nel BTCC e nel CET rispettivamente con 8 e 4 vittorie di manche e Antonio Tamburini giunse 2º nel Campionato Italiano con una vettura semi-ufficiale (6 vittorie).

Alfa Romeo 155 TS Silverstone a Goodwood

L'Alfa Romeo preparò per il 1995 una vettura praticamente nuova per il DTM, carica di tecnologia elettronica avanzata (come un sofisticato sistema ABS con sensore laser nel sottoscocca). Per quanto riguarda le prestazioni della nuova 155 V6 TI, essa si dimostrò veloce in qualifica, ma era sovente penalizzata in gara proprio dalla sua sofisticazione, che la rendeva davvero poco affidabile. La sua livrea, passò dal rosso Alfa Romeo, all'eleganza del bianco Martini Racing. Nel tentativo di perfezionare questa vettura, la 155 D2 risentì della mancanza di sviluppo e dell'assenza di programmi ufficiali per le corse. Nel Campionato Italiano l'Alfa di Tarquini fu ritirata a metà stagione e il pilota utilizzato per gare spot negli altri campionati, tra cui BTCC e DTM. Nel campionato inglese, dopo le polemiche dell'anno precedente, corsero due 155 non ufficiali che non ottennero risultati di rilievo, mentre in Spagna continuò ad ottenere successi, a vincere il campionato questa volta fu Luis Villamil e ben figurarono anche gli altri piloti Alfa, Campos e Francia.

Alfa Romeo 155 V6 Ti DTM del 1993 del team Larini Alfa Corse nel "Museo Storico Alfa Romeo" a Arese

Nel 1996 – anno in cui il DTM si trasformò in ITC – la 155 V6 TI venne ulteriormente affinata dal punto di vista motoristico (con un nuovo motore V6 derivato dal motore V8 della Montreal, con angolo tra le bancate di 90º e potenza di 490 CV) e abbandonando un po' della sua troppo sofisticata elettronica, arrivò ad un soffio dalla vittoria nel campionato costruttori, perso per soli 9 punti all'ultima gara contro la Opel Calibra V6 4x4, nonostante l'Alfa avesse vinto più gare di tutti in quella stagione (10 su 26 di cui 7 con Alessandro Nannini) alla fine relegato al 3º posto in campionato dai troppi punti persi a causa di ritiri e della squalifica dalle due manche corse al Nurburging. Terzo quell'anno fu anche Fabrizio Giovanardi, pilota Alfa nel campionato italiano superturismo, che ottenne anche 2 vittorie. In quell'anno prese parte anche ad alcune gare del CET spagnolo dal quale l'Alfa si era ritirata ed ottenne 3 vittorie e 3 podi sulle 8 manche alle quali partecipò.

Il 1997 è l'ultimo anno di corse per la 155 nella categoria superturismo prima di passare il testimone al nuovo modello di casa Alfa, la 156. Chiuso il campionato ITC perché troppo costoso per le case automobilistiche (il DTM riprese solo nel 2000), l'Alfa Romeo poté concentrarsi sulla vettura D2 schierata dalla scuderia Nordauto. Nel campionato italiano con alla guida il pilota ormai punto di riferimento Fabrizio Giovanardi, l'Alfa 155 contese il titolo piloti ad Emanuele Naspetti con la ben più nuova BMW 320i, con 6 vittorie e altri piazzamenti sfiorò il titolo nel campionato costruttori che rimase aperto fino all'ultima gara. Contemporaneamente la partecipazione al campionato spagnolo portò a 3 vittorie di Giovanardi e 1 di Tamburini con la conquista di entrambi i titoli a fine anno. In Sudamerica, una 155 semi-ufficiale gestita sempre dalla Nordauto e pilotata da Osvaldo Lopez, a seguito di numerosi piazzamenti sul podio e della vittoria sul circuito di Londrina si classificò prima in campionato a pari merito con la Bmw di Oscar Larrauri. L'anno seguente confermò la competitività di una vettura ormai datata con il 3º posto sempre nel campionato sudamericano.

Palmarès

Superturismo
Campionato Italiano Superturismo (Nicola Larini)
Deutsche Tourenwagen Meisterschaft (Nicola Larini)
Deutsche Super-Tourenwagen Meisterschaft - Klass 2 (Franz Engstler)
Vice-Campione del Mondo Coppa FIA Automobili Turismo (Nicola Larini)
British Touring Car Championship (Gabriele Tarquini)
Campeonato Espanol Turismos (Adrian Campos)
Auto più vittoriosa nel mondo nelle categorie turismo.
Campeonato Espanol Turismos (Luis Villamil)
Campionato Superturismo Jugoslavo (Milovan Vesnic)
Campeonato Espanol Turismos (Fabrizio Giovanardi)
Campionato Sudamericano per Autovetture Turismo - Copa de las Naciones (C. Lopez)
Campionato Superturismo Jugoslavo (Milovan Vesnic)

Record del Mondo

Il 25 settembre 1992, sul Bonneville Speedway, un'Alfa 155 in versione Q4, elaborata fino a raggiungere la potenza di 365  CV, ottiene il record di velocità su terra per auto della categoria G/PS (G = 2 Litri, P = auto di produzione, S = Sovralimentata), raggiungendo la velocità di 293,307 km/h.

L'Alfa 155 e le forze dell'ordine

L'Alfa Romeo 155 è stata ampiamente utilizzata, a partire dal suo debutto (con i consueti tempi tecnici necessari per le procedure di scelta ed acquisto) dalle forze dell'ordine: Polizia, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza in primis come vettura di punta nei servizi di controllo del territorio - anche in colori civili, le cosiddette auto-civetta. Nello specifico, la Guardia di Finanza acquistò anche vari esemplari di modelli 2.0 turbo Q4, a trazione integrale (meccanica Lancia Delta integrale), impiegate soprattutto dai Baschi Verdi in compiti di controllo del territorio e anticontrabbando, mentre l'Arma dei Carabinieri ha acquisito la 155 in varie versioni, con compiti di pattuglia[6], e versioni civili.

La Polizia di Stato ha acquisito oltre 5.500 esemplari fra auto civetta e versioni con colori, entrate in servizio dal 1994 in poi. Le auto civetta, estratte dalla produzione di serie, riportavano numeri di telaio diversi e non specifici. Al contrario, i "modelli" di 155 assemblate dall'Alfa in blu polizia (938 Azzurro Polizia) hanno i seguenti codici: 167.266.0(0) | T.Spark 1.8 Polizia (basata sulla T.Spark 1.8 Media '92, è il modello che costituisce una buona parte degli acquisti); codice 167.166.0(0) | T.Spark 1.8 Polizia MY.95 (basata sulla T.Spark 1.8 MY.95, prodotta dall'Alfa in pochi esemplari dall'anno 1995 al 1997, alla polizia ne furono destinati alcuni); 167.066.0(0) | T.Spark 1.8 Polizia 16V (basata sulla T.Spark 1.8 Media 16 V, è la versione di cui la polizia - assieme alla Media 92 - ha acquistato più esemplari). Quasi tutte le specialità hanno usufruito della 155; a partire dalla Squadra volante e dalla Polizia stradale, passando per i Reparti mobili, la Polizia ferroviaria, il Servizio aereo, il Reparto prevenzione crimine, senza tralasciare i servizi generici e di autoradio presso i commissariati (in questo caso le auto non presentavano nessun logo di specialità sul parafango)[7].

Utilizzate in grosso numero fino oltre il 2000 e gradualmente sempre meno nel corso degli anni (erano comunque numerosi gli esemplari ancora operativi, fino all'arrivo delle Alfa Romeo 159, in tutti i corpi principali, nel Nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri ad esempio) vari esemplari di 155 sono stati fino agli anni 2010 presenti negli autocentri delle forze dell'ordine, impiegati in mansioni ormai non di emergenza, fino al loro esaurimento. Nel lungo arco di tempo durante il quale la 155 ha operato è oltretutto iniziato il progressivo taglio di risorse finanziarie, che ha costretto ad un utilizzo sempre più stressante anche delle auto di servizio (costrette a "lavorare" delle volte sulle 24 ore, cambiando pattuglia).[8] Complice lo stato di usura degli esemplari, la svalutazione dell'usato (per cui, contrariamente ai modelli precedenti, era facile per un privato trovare esemplari usati di 155 civili, assai meglio conservati, ad un prezzo analogo), non risultano molti gli esemplari sopravvissuti. Non vi sono ancora Alfa 155 esposte in Musei dei corpi di polizia.

Note

  1. ^ [1]
  2. ^ Sbarro Alfa Romeo 155 Sport Wagon Q4 1994, su sbarro.perso.neuf.fr. URL consultato il 6 febbraio 2013.
  3. ^ http://farm5.static.flickr.com/4031/4649732388_79534a2e65_b.jpg.
  4. ^ http://www.csai.aci.it/fileadmin/doc/ALLEGATO_J/AGG_REGOLAMEN/Roll_bar_Omologati_ACI_CSAI.pdf.
  5. ^ Evangelista, G.: Le targhe e i veicoli della Polizia e della M.V.S.N.; 2005.
  6. ^ Curiosità, Alfa Romeo - Tutte le gazzelle dei Carabinieri, su Quattroruote.it. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  7. ^ Evangelista, G.: Le targhe e i veicoli della Polizia e della M.V.S.N.; 2005.
  8. ^ Polizia e Democrazia.

Voci correlate

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