Storie di vita e malavita
Storie di vita e malavita, noto anche col titolo Racket della prostituzione minorile, è un film italiano del 1975, diretto da Carlo Lizzani e interpretato tra gli altri da Nicola de Buono e Mario Mattia Giorgetti, affiancati da un nutrito cast composto da attori non professionisti. Nel film appare anche una giovane Ilona Staller, non ancora Cicciolina, nel ruolo di una disinibita modella nel penultimo episodio.
Il film farà da apertura al genere verista che Lizzani proseguirà l'anno dopo con San Babila ore 20: un delitto inutile. Entrambi i film hanno le musiche composte da Ennio Morricone.
La trama
Milano, primi anni '70. Alle vicende di alcune ragazze, finite o inseritesi nel giro della prostituzione, si affiancano quelle dei loro clienti e di alcuni giovani malavitosi lombardi intenzionati a sfruttarle. Le vicende sono sei. All'inizio una donna fa prostituire la nipote minorenne in cambio di un passaggio in auto. C'è poi la storia di una giovane sarda, Rosina, introdotta nel giro con l'illusione di un impiego onesto e ben remunerato. Una vergine viene conservata tale dagli impeccabili sfruttatori per far salire il prezzo. Laura, una ragazzina appassionata di musica classica si vende per protesta contro la ricca famiglia. Antonietta, una quattordicenne incinta, è malvista dagli sfruttatori. Due ragazze si raccontano le proprie esperienze e, tra un cliente e l'altro, si amano tra loro, fino al suicidio della più giovane. Infine la donna dell'inizio con la nipote, aggredite in casa dagli sfruttatori, ne massacrano uno a colpi di bastone per poi occultarne il corpo e lasciare Milano con la solita tattica dell'autostop.
Produzione
Diretto da Carlo Lizzani e sceneggiato con Mino Giarda, venne realizzato con attori perlopiù completamente sconosciuti. A differenza di San Babila ore 20: un delitto inutile, in cui si è sceneggiato un singolo episodio di cronaca, per questo film si rese necessaria la ricerca sull'intero fenomeno della prostituzione minorile. Partendo da un reportage di Marisa Rusconi, la ricerca durò alcuni mesi ed ebbe modo di documentare storie realmente accadute e talmente drammatiche da avere difficoltà a tradurle in maniera sopportabile al pubblico per la visione del film, reso possibile solo per il grande talento e la sensibilità di Carlo Lizzani.