Diocesi di Albenga-Imperia
Diocesi di Albenga-Imperia Dioecesis Albingaunensis-Imperiae Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Genova | ||
Regione ecclesiastica | Liguria | ||
Vescovo | Mario Oliveri | ||
Coadiutore | Guglielmo Borghetti | ||
Vicario generale | Ivo Raimondo | ||
Presbiteri | 176, di cui 129 secolari e 47 regolari 897 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 61 uomini, 331 donne | ||
Diaconi | 22 permanenti | ||
Abitanti | 168.200 | ||
Battezzati | 158.000 (93,9% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 979 km² | ||
Parrocchie | 162 | ||
Erezione | V secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Michele Arcangelo | ||
Concattedrali | Basilica di San Maurizio | ||
Santi patroni | San Michele Arcangelo Nostra Signora di Pontelungo | ||
Indirizzo | Via Episcopio, 5 - 17031 Albenga (SV) | ||
Sito web | www.diocesidialbengaimperia.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2013 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi di Albenga - Imperia (in latino: Dioecesis Albingaunensis - Imperiae) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Genova e appartenente alla regione ecclesiastica Liguria. Nel 2012 contava 158.000 battezzati su 168.200 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Mario Oliveri, affiancato dal vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti che la guida con pieni ed effettivi poteri[1].
Territorio
La diocesi comprende la parte occidentale della provincia di Savona e la parte orientale della provincia di Imperia.
Sede vescovile è la città di Albenga, dove si trova la cattedrale di San Michele Arcangelo. Ad Imperia la basilica di San Maurizio funge da concattedrale della diocesi. A Pietra Ligure sorge la basilica minore di San Nicolò.
Il territorio della diocesi si estende su 979 km² ed è suddiviso in 162 parrocchie, distribuite fra:
- la provincia di Savona, nei comuni di Alassio, Albenga, Andora, Arnasco, Balestrino, Boissano, Borghetto Santo Spirito, Borgio Verezzi, Casanova Lerrone, Castelbianco, Castelvecchio di Rocca Barbena, Ceriale, Cisano sul Neva, Erli, Finale Ligure (frazioni di Gorra e Olle), Garlenda, Giustenice, Laigueglia, Loano, Magliolo, Nasino, Onzo, Ortovero, Pietra Ligure, Stellanello, Testico, Toirano, Tovo San Giacomo, Vendone, Villanova d'Albenga e Zuccarello;
- e la provincia di Imperia, nei comuni di Aquila d'Arroscia, Armo, Aurigo, Borghetto d'Arroscia, Borgomaro, Caravonica, Cervo, Cesio, Chiusanico, Chiusavecchia, Civezza, Cosio di Arroscia, Diano Arentino, Diano Castello, Diano Marina, Diano San Pietro, Dolcedo, Imperia, Lucinasco, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pietrabruna (solo il capoluogo), Pieve di Teco, Pontedassio, Pornassio, Prelà, Ranzo, Rezzo, San Bartolomeo al Mare, Vasia, Vessalico e Villa Faraldi.
Storia
La tradizione locale fa di Albenga, tra il 121 ed il 125, la scena del martirio di san Calogero, originario di Brescia, un ufficiale della corte dell'imperatore romano Adriano; gli atti del suo martirio, insieme a quelli dei santi Faustino e Giovita, non sono totalmente verificati. Secondo alcuni autori[2] l'evangelizzazione di Albenga si deve a san Calimero, vescovo di Milano, nella seconda metà del III secolo; questo legherebbe la diffusione del cristianesimo ad Albenga e nella riviera di Ponente alla diocesi ambrosiana.
Le evidenze archeologiche dimostrano come già nel V secolo in città vi era una fiorente comunità cristiana; a questo periodo infatti risalgono la fondazione della cattedrale e del battistero di Albenga, nonché delle chiese cimiteriali extra moenia di San Calocero e di San Vittore. Inoltre la presenza di san Martino di Tours sull'isola Gallinara poco dopo la metà del IV secolo "sembra provare, già un secolo prima della citazione del vescovo Quintius, l'esistenza di un polo di vita cristiana organizzato, cui il santo avrebbe potuto far riferimento nella scelta del suo soggiorno eremitico".[3]
La diocesi sembra essere piuttosto tardiva, istituita quasi sicuramente dopo la morte di sant'Ambrogio.[4] Il primo vescovo di cui si abbia notizia certa è Quinzio, che nel 451 firmò la lettera sinodale di Eusebio, vescovo di Milano, a papa Leone I; nella lettera si stabiliva la condanna di Nestorio ed Eutiche (Mansi).
Originariamente suffraganea dell'arcidiocesi di Milano, la diocesi era limitata a nord dallo spartiacque appenninico; ad est arrivava a Finale Ligure e ad ovest comprendeva tutto il territorio dell'attuale Sanremo. La scoperta di un edificio ecclesiastico con fonte battesimale presso Riva Ligure e databile al VI secolo rivelano una organizzazione cristiane delle campagne e testimoniano anche una certa organizzazione pievana del territorio.
Nei secoli successivi le notizie sui vescovi di Albenga sono frammentarie fino all'XI secolo. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce il nome di un vescovo, finora ignoto, Benedetto, contemporaneo di Quinzio. Al concilio provinciale di Milano del 679, che si espresse contro il monotelismo, prese parte il vescovo Bono di Albenga; lo stesso prelato partecipò, l'anno successivo, al sinodo romano in preparazione al concilio ecumenico del 680-681. Altri due vescovi, Iuncio e Martiriano, collocabili storicamente tra la metà del VI e la metà dell'VIII secolo, sono menzionati negli Acta Sancti Martiriani episcopi et martiris. Di epoca pre-carolingia è il vescovo Desiderio, che consacrò la chiesa dell'abbazia di San Pietro in Varatella. Egidulfo prese parte al concilio provinciale di Milano dell'864. Chiude il IX secolo il vescovo Benedetto, non documentato da fonti certe, ma oggetto di venerazione nel Medioevo e canonizzato nel XVII secolo.
Ebbero notevole importanza i monasteri benedettini che contribuirono al consolidamento religioso della diocesi. Tra questi, in particolare, il monastero dell'isola Gallinara, dirimpetto ad Albenga, che ottenne da papa Benedetto IX nel 1044 l'esenzione dalla giurisdizione vescovile, e che ottenne diverse proprietà e munificenze in Italia, in Catalogna, in Provenza e in Corsica; nel 1169 fu sottomesso all'autorità degli arcivescovi di Genova; infine nel 1473, contestualmente alla perdita delle proprietà più prestigiose, viene concesso in commenda.
Nel 1159 papa Alessandro III assegnò la diocesi alla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Genova, ma il provvedimento non trovò immediata attuazione, tanto che ancora nel 1213 papa Innocenzo III ribadì al vescovo Enrico la sottomissione dovuta all'autorità metropolitica degli arcivescovi genovesi. Fu proprio a partire dal XIII secolo che si fecero più stretti i legami con Genova. Segno di questo stretto rapporto è il lungo episcopato di Lanfranco di Negro (1255-1288), genovese: alienò diversi beni della mensa vescovile a favore di famiglie genovesi; inserì diversi genovesi nel capitolo della cattedrale; durante il suo episcopato gli ordini mendicanti fecero il loro ingresso in diocesi.
Tra il XV ed il XVI secolo emerge la figura del vescovo Leonardo Marchese (1476-1513), «di famiglia albenganese, cui si ascrivono l'attenta cura del territorio diocesano, la fondazione di nuove parrocchie, la riorganizzazione dei beni della curia, ma anche raffinata cultura: lo provano gli splendidi codici miniati di cui il vescovo dota la biblioteca capitolare».[3]
Carlo Cicala (1554-1572), dopo aver preso parte al concilio di Trento, fu tra i primi ad applicare concretamente le sue disposizioni. L'8 maggio 1564 convocò il primo sinodo diocesano. Il 21 aprile 1569 istituì il seminario vescovile nel chiostro della cattedrale, che ebbe un nuovo edificio nel 1622 prima di trasferirsi nell'attuale sede nel 1929. Il numero dei sinodi si moltiplicarono con i successivi vescovi: Luca Fieschi ne convocò tre, Vincenzo Landinelli e Pier Francesco Costa due ciascuno. A quest'ultimo vescovo si deve anche la redazione, attuata dal canonico Gio Antonio Panieri, della monumentale opera, rimasta manoscritta e conservata negli archivi diocesani, intitolata Sacro, e vago Giardinello, fondamentale per la conoscenza dello stato della diocesi di Albenga nella prima metà del XVII secolo.[5]
Dopo san Benedetto, vescovo del IX secolo, nel Settecento la diocesi dette alla Chiesa un altro santo, Leonardo da Porto Maurizio, frate dei Minori riformati: «predicatore di grandissimo rilievo in tutta Italia ma soprattutto a Roma, egli è la figura centrale del grande giubileo del 1750, e propagatore della pratica della Via Crucis, che per primo predica al Colosseo appunto nell'Anno Santo voluto da papa Benedetto XIV».[3]
Nel primo Ottocento la diocesi vide ridimensionata la sua ampiezza territoriale. Nel 1803 una parrocchia delle valli di Albenga sul crinale alpino(ossia la frazione garessina di Cerisola) passò alla diocesi di Mondovì. Nel 1831 venticinque parrocchie della parte occidentale furono annesse alla diocesi di Ventimiglia: e cioè quelle dei comuni odierni di Sanremo; di Taggia; di Badalucco; di Montalto Ligure; di Triora; di Bajardo; di Ceriana; di Coldirodi; di Castellaro; di Bussana; di Terzorio; di Pompeiana; di Riva Ligure; di Santo Stefano al Mare; di Cipressa; di Lingueglietta; di Costarainera; di San Lorenzo al Mare; di Pietrabruna(frazioni di Boscomare e Torre Papponi); di Molini di Triora; di Carpasio e di Ospedaletti.
Tra i vescovi dell'Ottocento, figura di rilievo fu Raffaele Biale (1840-1870) che favorì e migliorò gli studi teologici del clero e favorì l'invio in missione di sacerdoti diocesani. Già nel 1816 un sacerdote di Triora, Giovanni da Molini, morì martire in Cina. I primi due patriarchi della restaurata sede di Gerusalemme dei Latini erano originari della diocesi: Giuseppe Valerga di Loano e Vincenzo Bracco di Torrazza.
L'Ottocento vide poi la nascita in diocesi di alcune congregazioni religiose femminili: nel 1836 Teresa Monaldo fondò a Loano le suore della Visitazione; ancora a Loano nel 1885, Francesca di Gesù (al secolo Anna Maria Rubatto) fondò le suore terziarie cappuccine; nel 1848 Maria Leonarda Ranixe istituì le suore clarisse della Santissima Annunziata.
Nel Novecento, «per molti anni è vescovo di Albenga Angelo Cambiaso, che vive gli anni per lui durissimi delle due guerre, intervenendo ripetutamente presso il comando tedesco fino al 1945, in particolare offrendosi come ostaggio in luogo di più di centocinquanta prigionieri civili, il 29 settembre 1943».[3]
Il 2 febbraio 1965 la diocesi incorporò la parrocchia di Nasino, che era appartenuta alla diocesi di Mondovì.[6]
Data l'importanza assunta dalla città di Imperia, capoluogo di provincia, il nome della diocesi è stato cambiato in diocesi di Albenga-Imperia il 1º dicembre 1973 e la basilica di San Maurizio eretta a concattedrale della diocesi.[7]
Cronotassi dei vescovi
- Quinzio † (menzionato nel 451)
- Benedetto I † (V secolo)[8]
- Gaudenzio ? † (menzionato nel 465)[9]
- Anonimo † (menzionato nel 552)[10]
- Onorato ? † (menzionato nel 585)[11]
- Iuncio † (VI/VIII secolo)
- San Martiriano † (VI/VIII secolo)[12]
- Bono † (prima del 679 - dopo il 680)
- Desiderio † (prima del IX secolo)[13]
- Egidulfo † (menzionato nell'864)[3]
- San Benedetto II, O.S.B. † (prima dell'885 - 16 febbraio 900 deceduto)
- Ingo o Ingolfo ? † (prima del 940 - dopo il 962)[14]
- Anonimo † (? - 998 dimesso)
- Erimberto † (menzionato nel 1046)
- Diodato, O.Carth. † (prima del 1075 - circa 1098 deposto)[15]
- Adalberto (o Aldeberto) † (prima del 1103 - 2 dicembre 1124 deceduto)[16]
- Ottone † (1125 - dopo il 1142)
- Trucco I †
- Bonifacio I † [17]
- Odoardo † (prima del 1150 - dopo il 1155)
- Roberto † (menzionato nel 1159)
- Lanterio I † (prima del 1171 - dopo il 1179)
- Alessandro † (menzionato nel 1180 circa)
- Alnardo † (menzionato nel 1189 e 1196)[18]
- Ibaldo Fieschi † (fine XII secolo)
- Trucco II † (menzionato nel 1199)[19]
- Oberto I † (1205 - 1º ottobre 1211 deposto)
- Enrico † (menzionato nel 1212)
- Oberto II † (1216 o 1217[20] - dopo il 1225)
- Simone I † (prima del 1230 - dopo il 1231)
- Bonifacio II † (menzionato nel 1233)
- Sinibaldo Fieschi † (prima del 1235 - 1238 dimesso, in seguito eletto papa con il nome di Innocenzo IV)
- Simone II † (1238 - ?)
- Imperiale Doria †
- Lanterio II † (prima del 1250 - 1255 ? deceduto)
- Lanfranco di Negro, O.F.M. † (17 febbraio 1255 - circa 1288 deceduto)
- Nicolò Vaschino, O.F.M. † (28 gennaio 1292 - dopo il 1302 deceduto)
- Emanuele Spinola † (13 maggio 1309[21] - circa 1320 deceduto)
- Giovanni, O.F.M. † (18 luglio 1321 - 1328 deceduto)
- Federico di Ceva † (4 dicembre 1329 - 1349 deceduto)
- Giovanni di Ceva † (18 febbraio 1350 - 13 settembre 1364 nominato vescovo di Tortona)
- Giovanni Fieschi † (13 settembre 1364 - 1390 deceduto)
- Gilberto Fieschi † (1390 - dopo il 1415 deceduto)
- Antonio Da Ponte † (10 luglio 1419 - 1429 deceduto)
- Matteo Del Carretto † (2 dicembre 1429 - 1448 deceduto)
- Giorgio Fieschi † (31 luglio 1448 - 21 dicembre 1459 dimesso) (amministratore apostolico)
- Napoleone Fieschi † (21 dicembre 1459 - 1466 deceduto) (amministratore apostolico)
- Valerio Calderina † (5 novembre 1466 - gennaio 1472 deceduto)
- Girolamo Basso della Rovere † (14 febbraio 1472 - 5 ottobre 1476 nominato vescovo di Recanati e Macerata)
- Leonardo Marchese † (5 ottobre 1476 - 31 luglio 1513 deceduto)
- Bandinello Sauli † (5 agosto 1513 - 19 novembre 1517 dimesso) (amministratore apostolico)
- Giulio de' Medici † (19 novembre 1517 - 5 maggio 1518 dimesso) (amministratore apostolico)
- Giangiacomo di Gambarana † (5 maggio 1518 - 1538 deceduto)
- Girolamo Grimaldi † (15 novembre 1538 - 27 novembre 1543 deceduto) (amministratore apostolico)
- Giovanni Battista Cicala † (5 dicembre 1543 - 30 marzo 1554 dimesso) (amministratore apostolico)
- Carlo Cicala † (30 marzo 1554 - 1572 dimesso)
- Carlo Grimaldi † (26 novembre 1572 - 11 ottobre 1581 deceduto)
- Luca Fieschi † (28 marzo 1582 - 29 dicembre 1610 deceduto)
- Domenico de' Marini † (11 aprile 1611 - 18 luglio 1616 nominato arcivescovo di Genova)
- Vincenzo Landinelli † (3 agosto 1616 - 1624 dimesso)
- Pier Francesco Costa † (29 aprile 1624 - 14 marzo 1655 deceduto)
- Francesco de' Marini † (2 agosto 1655 - 29 marzo 1666 nominato vescovo di Molfetta)
- Giovanni Tommaso Pinelli, C.R. † (29 marzo 1666 - giugno 1688 deceduto)
- Alberto Blotto, O.Carm. † (24 gennaio 1689 - dicembre 1690 deceduto)
- Giorgio Spinola † (12 novembre 1691 - settembre 1714 deceduto)
- Carlo Maria Giuseppe de Fornari † (20 febbraio 1715 - 16 novembre 1730 dimesso)
- Agostino Rivarola † (11 dicembre 1730 - 31 dicembre 1745 deceduto)
- Costantino Serra, C.R.S. † (9 marzo 1746 - 21 dicembre 1763 deceduto)
- Giuseppe Francesco Maria della Torre † (11 maggio 1764 - 9 febbraio 1779 deceduto)
- Stefano Giustiniani † (12 luglio 1779 - 29 marzo 1791 deceduto)
- Paolo Maggiolo † (26 settembre 1791 - 7 agosto 1802 deceduto)
- Angelo Vincenzo Andrea Maria Dania, O.P. † (20 dicembre 1802 - 6 settembre 1818 deceduto)
- Carmine Cordiviola † (2 ottobre 1820 - 29 agosto 1827 deceduto)
- Sede vacante (1827-1832)
- Vincenzo-Tommaso Piratoni, O.P. † (24 febbraio 1832 - 25 ottobre 1839 deceduto)
- Raffaele Biale † (27 aprile 1840 - 12 aprile 1870 deceduto)
- Pietro Anacleto Siboni † (27 ottobre 1871 - 23 giugno 1877 deceduto)
- Gaetano Alimonda † (21 settembre 1877 - 12 maggio 1879 dimesso)
- Filippo Allegro † (12 maggio 1879 - 2 dicembre 1910 deceduto)
- Giosuè Cattarossi † (11 aprile 1911 - 21 novembre 1913 nominato vescovo di Feltre e Belluno)
- Celso Carletti (Pacifico da Seggiano), O.F.M.Cap. † (25 agosto 1914 - 22 ottobre 1914 deceduto)
- Angelo Cambiaso † (22 gennaio 1915 - 6 gennaio 1946 deceduto)
- Raffaele De Giuli † (18 febbraio 1946 - 18 aprile 1963 deceduto)
- Gilberto Baroni † (30 maggio 1963 - 27 marzo 1965 nominato vescovo di Reggio Emilia)
- Alessandro Piazza † (18 maggio 1965 - 6 ottobre 1990 ritirato)
- Mario Oliveri, dal 6 ottobre 1990
Statistiche
La diocesi al termine dell'anno 2012 su una popolazione di 168.200 persone contava 158.000 battezzati, corrispondenti al 93,9% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1905 | ? | 119.280 | ? | 571 | 485 | 86 | ? | ? | ? | 170 | |
1959 | 117.280 | 117.500 | 99,8 | 328 | 226 | 102 | 357 | 140 | 935 | 169 | |
1969 | 148.584 | 148.770 | 99,9 | 268 | 182 | 86 | 554 | 94 | 895 | 136 | |
1980 | 165.500 | 165.792 | 99,8 | 252 | 168 | 84 | 656 | 1 | 111 | 786 | 192 |
1990 | 164.700 | 165.300 | 99,6 | 216 | 140 | 76 | 762 | 2 | 98 | 703 | 164 |
1999 | 162.000 | 164.000 | 98,8 | 197 | 129 | 68 | 822 | 12 | 84 | 481 | 162 |
2000 | 162.000 | 164.000 | 98,8 | 194 | 130 | 64 | 835 | 14 | 80 | 470 | 162 |
2001 | 162.000 | 164.000 | 98,8 | 192 | 131 | 61 | 843 | 16 | 77 | 470 | 162 |
2002 | 162.000 | 164.000 | 98,8 | 195 | 136 | 59 | 830 | 16 | 75 | 468 | 162 |
2003 | 162.000 | 164.000 | 98,8 | 182 | 128 | 54 | 890 | 16 | 72 | 464 | 162 |
2004 | 162.000 | 164.000 | 98,8 | 192 | 134 | 58 | 843 | 17 | 74 | 403 | 162 |
2006 | 163.000 | 165.000 | 98,8 | 196 | 139 | 57 | 831 | 17 | 73 | 443 | 163 |
2012 | 158.000 | 168.200 | 93,9 | 176 | 129 | 47 | 897 | 22 | 61 | 331 | 162 |
Note
- ^ Dalla Bolla papale di nomina: "Pertanto, con la Nostra Apostolica potestà, dopo averti sciolto dal vincolo della Sede episcopale di Pitigliano-Sovana-Orbetello ti nominiamo Vescovo Coadiutore di Albenga-Imperia con speciali facoltà, che consistono nella stessa giurisdizione che spetta al Vescovo diocesano secondo il can. 381", su www.diocesidialbengaimperia.it. URL consultato il 23 gennaio 2016.
- ^ P. Paganetti, Istoria ecclesiastica della Liguria, Genova 1765, pp. 11 e 270. G. B. Semeria, op. cit, p. 353. G. Rossi, op. cit., p. 76.
- ^ a b c d e Dal sito Beweb citato tra le fonti.
- ^ Calzamiglia, op. cit., p. 6.
- ^ Archivio diocesano di Albenga, [G. A. Paneri], Sacro, e vago Giardinello, succinto repilogo delle Ragioni delle Chiese, e Diocesi d'Albenga, cominciato da Pier Francesco Costa Vescovo d'Albenga dell'anno 1624, in tre tomi diviso, manoscritto cartaceo, tomi III.
- ^ Decreto Quo aptius animarum in AAS 57 (1965), pp. 610-611.
- ^ I due decreti In dioecesi Albinganensi in AAS 66 (1974), pp. 27-29.
- ^ Nome di vescovo restituito dall'epigrafia e attribuibile al V secolo (Calzamiglia, op. cit., p. 10).
- ^ Secondo Lanzoni, Gaudenzio era vescovo di Aveia in Abruzzo e partecipò al sinodo romano del 465. Anche Semeria sostiene che Gaudenzio "a vescovo certo di Albenga non può assegnarsi" (op. cit., p. 360). Dopo Gaudenzio, Ughelli pone il vescovo Salvio, che in realtà apparteneva alla sede di Albi in Gallia.
- ^ Nel sinodo milanese del 552 che manifestò la propria contrarietà alla condanna dei Tre Capitoli, furono presenti tutti i vescovi della Liguria, anche il vescovo di Albenga di cui però è ignoto il nome (Calzamiglia, op. cit., p.11; a p. 33 si dice che il vescovo era Iuncio).
- ^ Nella Vita sancti Verani, vescovo di Cavaillon, è menzionato un vescovo Honoratus; tuttavia secondo Lanzoni, Onorato non era vescovo di Albenga, ma di Milano, nel periodo in cui i vescovi milanesi risiedevano a Genova; fu in questo contesto che chiamò il santo a predicare il vangelo nel territorio di Albenga.
- ^ I nomi di Iuncio (Iuncius) e di Martiriano sono documentati dagli Acta Sancti Martiriani episcopi et martiris, noti in Italia solo dal 1969. Cfr. Calzamiglia, op. cit., pp. 10 e 22; N. Lamboglia, Un Vescovo di Albenga sconosciuto: S. Martiriano, in «Rivista Ingauna e Intemelia», XXVIII-XXX (1973-1975), n. 1-4, pp. 1-10.
- ^ Secondo la Chronica del monastero di San Pietro in Varatella, Desiderio consacrò la basilica di San Pietro in un'epoca incerta, prima dell'età carolingia (Calzamiglia, op. cit., p. 11).
- ^ Incerta è l'appartenenza di questo vescovo alla sede di Albenga, perché nei due documenti che riportano il suo nome non è mai detto di quale diocesi fosse vescovo (Semeria, op. cit, p. 365).
- ^ Fu condannato come simoniaco nel sinodo di Milano dell'aprile 1098, sub conditione, "se cioè entro la festa dei SS. Pietro e Paolo non avesse abbandonato la sede invasa o non avesse dato soddisfacente riparazione" (Calzamiglia, op. cit., pp. 28 e 33).
- ^ Una carta del 1123 riporta le firme dei vescovi suoi successori, che confermano la donazione fatta da Aldeberto; in ordine sono riportati i nomi di Ottone, Lanterio, Alnardo e Trucco. Semeria, op. cit., pp. 367-368.
- ^ I vescovi Trucco I e Bonifacio I sono menzionati da Ughelli, ma senza alcun riferimento documentario a sostegno.
- ^ Ughelli menziona un vescovo Alraudo nel 1189 e Airaldo nel 1196; in entrambi i casi non riporta alcuna documentazione a sostegno della sua cronologia; per Semeria si tratta dello stesso vescovo, di cui non esistono documenti che riportino il suo nome.
- ^ Ughelli riferisce che il nome di questo vescovo "floruit a. 1199" (col. 915), ma non ne riporta la fonte; secondo Semeria (op. cit., p. 373) non esiste alcun documento che menzioni il vescovo Trucco II.
- ^ Secondo Gams e Eubel, Oberto fu consacrato l'8 marzo 1217; Calzamiglia (op. cit., p. 29) riporta invece la data del 5 marzo 1216.
- ^ Era amministratore apostolico della sede prima della sua nomina (già nel 1306).
Fonti
- Annuario pontificio del 2013 e precedenti, in (EN) David Cheney, Diocesi di Albenga-Imperia, su Catholic-Hierarchy.org.
- Sito ufficiale della diocesi
- (EN) Albenga, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
- (EN) Diocesi di Albenga-Imperia, su GCatholic.org.
- La diocesi di Albenga-Imperia su Beweb - Beni ecclesiastici in web
- (LA) Ferdinando Ughelli - Nicola Coleti, Italia sacra, vol. IV, seconda edizione, Venezia 1719, coll. 910-924
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza 1927, pp. 841–842
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. XIII, Venezia 1857, pp. 529–575
- Giovanni Battista Semeria, Secoli cristiani della Liguria, volume II, Torino 1843, pp. 345–473
- Gerolamo Rossi, Storia della città e diocesi di Albenga, Albenga 1870
- Luciano Livio Calzamiglia, Argomenti di storia della Chiesa di Albenga-Imperia, Imperia 2014
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, pp. 810–811
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 81–82; vol. 2, p. 84; vol. 3, pp. 101–102; vol. 4, pp. 75–76; vol. 5, p. 75; vol. 6, pp. 73–74
Voci correlate
- Cattedrale di San Michele Arcangelo (Albenga)
- Basilica di San Maurizio (Porto Maurizio)
- Seminario vescovile di Albenga
- Museo diocesano (Albenga)
Altri progetti
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