Oceania

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Oceania
Stati14
Superficie7 687 000 km²
Abitanti36 102 071[1] (2011)
Densità4,7 ab./km²
Fusi orarida UTC+8 a UTC-6 (passando per +12)
Nome abitantioceaniani[2]
Posizione dell'Oceania nel mondo

In senso stretto, Oceania è un termine utilizzato per indicare l'insieme della Polinesia, Melanesia e Micronesia, una suddivisione poco scientifica adottata da Jules Dumont d'Urville nel 1831. Deve il suo nome dalla parola greca okeanòs, ωκεανός, oceano.

In senso più ampio, con Oceania si intende il continente che comprende anche l'Australia e la Nuova Zelanda. Un sinonimo di Oceania è Continente Nuovo, o Nuovissimo Continente, nome che deriva dal fatto che, eccetto l'Antartide, fu l'ultimo ad essere scoperto dagli europei.

Descrizione

La ripartizione tradizionale dell'Oceania, utilizzata anche dalle Nazioni Unite per dividere il mondo in macroregioni, divide quindi il continente in:

I geografi e i linguisti preferiscono invece utilizzare una divisione in due sole regioni individuate in base a criteri geografici, botanici, zoologici culturali e linguistici.

Queste due zone sono:

La maggior parte delle terre emerse di questo continente appartiene all'Australia, ma viene usato il termine Oceania per parlare di questo continente perché sono le acque piuttosto che le terre emerse a collegare le sue varie parti. A volte l'Australia è considerata il corpo continentale dell'Oceania; si parla così di Australia per indicare il continente oceanico.

L'Oceania è il più piccolo dei continenti, e il penultimo per popolazione, dopo l'Antartide, con circa 32 milioni di abitanti.

Orografia

Le maggiori catene montuose dell'Oceania si trovano nelle tre maggiori isole, di arcipelaghi, del continente.
La catena che raggiunge le maggiori altitudini è quella della Nuova Guinea. Ne fanno parte le più alte vette del continente: il Puncjak Jaya o Carsztens (4.884 m). ed il Monte Wilhelm (4.509 m).
Vengono poi le Alpi Neozelandesi, che percorrono le due isole dell'omonimo arcipelago. La maggiore vetta di questa catena è il Monte Cook o Aoraki (3.764 m). nell'Isola del Sud.
Infine vi sono le Alpi Australiane, che costeggiano la costa orientale dell'Australia. Esse raggiungono solo la quota di 2.228 metri (Monte Kosciuszko nel Nuovo Galles del Sud).
Bisogna segnalare che anche montagne isolate e massicci presenti nelle isole minori possono raggiungere altezze elevate. Ad esempio il vulcano Mauna Kea, nell'isola di Hawaii raggiunge i 4.205 metri.

Idrografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Distribuzione delle risorse idriche.

L'Oceania è il secondo continente, dopo quello americano, per ricchezza di risorse idriche in rapporto alla popolazione.

Regioni, Stati e Territori

Lo stesso argomento in dettaglio: Stati dell'Oceania.
File:Oceania and subdivision.png
Oceania (Divisione in Macroregioni adottata dell'ONU)

Per la maggior parte l'Oceania consiste, oltre ad Australia e Nuova Zelanda, in piccole isole nazionali. Papua Nuova Guinea e Timor Est sono le uniche nazioni con dei confini su terra, con l'Indonesia.

Le nazioni dell'Oceania hanno diversi gradi di indipendenza dalle potenze coloniali che le possiedono, e hanno negoziato diversi tipi di accordo. La seguente lista contiene i territori che sono stati classificati come parte dell'Oceania dall'UNESCO; altri sono a volte aggiunti, secondo diverse interpretazioni.

Di seguito sono riportati gli Stati e i Territori dell'Oceania per ciascuna delle quattro regioni in cui le Nazioni Unite dividono il continente[3].

Melanesia

Paese densità (ab/km²) superficie (km²) popolazione
Bandiera delle Figi Figi 47 18.270 817.000 *
Bandiera della Nuova Caledonia Nuova Caledonia 11 19.060 244.600**
Bandiera della Papua Nuova Guinea Papua Nuova Guinea 11 462.840 5.191.000*
Bandiera delle Isole Salomone Isole Salomone 17 28.450 444.000 *
Bandiera di Vanuatu Vanuatu 16 12.200 190.000*

* Dati riferiti al 2006
**Dati riferiti al 2008

Micronesia

Paese densità (ab/km²) superficie (km²) popolazione
Bandiera di Guam Guam (Bandiera degli Stati Uniti USA) 307 549 155.000*
Isole Marshall 312 181 51.000 *
Bandiera della Micronesia Micronesia 194 702 119.000*
Isole Marianne Settentrionali (Bandiera degli Stati Uniti USA) 168 477 69.000*
Bandiera delle Kiribati Kiribati 131 811 83.000*
Bandiera di Nauru Nauru 644 21 13.528**
Bandiera di Palau Palau 42 458 19.000*

* Dati riferiti al 2006
** Dati riferiti al 2007

Polinesia

Paese densità (ab/km²) superficie (km²) popolazione
Bandiera delle Isole Cook Isole Cook (Bandiera della Nuova Zelanda NZ) 86 240 20.000*
Polinesia Francese (Bandiera della Francia FR) 62 4.167 259.596**
Wallis e Futuna (Bandiera della Francia FR) 77 274 15.000*
Bandiera di Samoa Samoa 60 2.944 180.000*
Bandiera delle Samoa Americane Samoa Americane (Bandiera degli Stati Uniti USA) 353 199 57.000*
Tuvalu 441 26 12.000*
Bandiera della Nuova Zelanda Tokelau (Bandiera della Nuova Zelanda NZ) 141 10 1.405****
Tonga 142 748 99.000*
Niue (Bandiera della Nuova Zelanda NZ) 8 260 1.800*
Isole Pitcairn (Bandiera del Regno Unito GB) 9,6 (2) 47 48***

* Dati riferiti al 2006
** Dati riferiti al 2007
*** Dati riferiti al 2008
**** Dati riferiti al 2004
(1) Niue dipende formalmente dalla Nuova Zelanda
(2) Il dato si riferisce alla sola isola di Pitcairn dove si trova la capitale Adamstown

Altri territori dell'Oceania

Densità di popolazione

Lista di paesi/dipendenze ordinati a seconda della densità di popolazione in abitanti/km2.

Queste cifre includono anche le acque interne (fiumi, laghi, ecc.) quindi possono essere inferiori a quelle presenti nelle schede dei vari paesi. Secondo i calcoli scientifici, il numero correlato all'Oceania varia da 36.000 a 40.000.

Storia dell'Oceania dagli indigeni ai primi esploratori europei

Le popolazioni indigene dell'Oceania si stabilirono nei luoghi dove poi le troveranno gli Europei in epoche molto più antiche di quello che si può credere; sfruttando il fatto che esisteva un tramite terrestre tra l'Asia e l'Oceania, i primi uomini giunsero in Nuova Guinea e in Australia circa 60.000 anni fa. Da questa prima "colonizzazione", in tempi molto più recenti se ne dipartì un'altra, incentivata dall'ormai consolidata conoscenza della navigazione: tra il 1000 a.C. e l'anno zero, cioè quando in Europa era nato da poco l'Impero Romano, migliaia di persone si spostarono gradualmente da un'isola all'altra, fino a popolare tutto il Pacifico. È assodato che questa "espansione" riguardò Polinesia e Melanesia, e dalle piccole isole appena raggiunte questi popoli arrivarono fino in Nuova Zelanda, mentre la Micronesia fu "scoperta" dagli abitanti dell'Indonesia circa nel 7000 a.C. Infine dalla Polinesia, nel corso del primo millennio della nuova era, mentre in Europa finiva l'Impero Romano e cominciava il Medioevo, essi si spinsero fino ai gruppi di isole più sperduti, come le Hawaii o l'isola di Pasqua, e forse persino l'America Meridionale, come testimonierebbero antiche leggende: come venne loro assicurato il successo? Grazie ad un'abilissima conoscenza delle onde, questi uomini furono sempre capaci di stabilire se e dove esistesse un'isola attorno a loro.

Il primo Europeo a vedere il Pacifico fu Vasco Nunez de Balboa nel 1513, e tra il 1519 e il 1522 Ferdinando Magellano fu il primo a navigarvi compiendo la prima circumnavigazione del globo; egli tuttavia non vide molte terre all'infuori di due atolli e delle isole Marianne, poiché aveva scelto di seguire una rotta troppo settentrionale. L'interesse degli Spagnoli verso le Indie ("il dominio personale dei Portoghesi") li portò a fondare una colonia nelle Filippine (da cui debolmente si espansero verso le Marianne e la Micronesia) e a collegarla via mare con il Messico o il Perù, dato che lo stretto di Magellano allungava di troppo il viaggio dall'Europa ed era troppo pericoloso. Sfruttando gli alisei, gli Spagnoli riuscirono a trovare la rotta giusta per effettuare i collegamenti nel Pacifico settentrionale (sembra strano che non abbiano mai scoperto le Hawaii), ma comunque numerosi loro viaggi furono diretti nell'emisfero meridionale alla ricerca di continenti sconosciuti; grandi navigatori quali Luis Vaez de Torres, Andres De Urdaneta, Alvaro De Saavedra, Pedro De Quiros e Alvaro De Mendana De Neyra dalla seconda metà del Cinquecento esplorarono l'Oceano Pacifico e scoprirono molte delle isole principali (Marchesi, Tuamotu, Salomone, Marshall, Santa Cruz, Nuove Ebridi) senza però prenderne possesso. Per di più i loro rapporti furono tenuti segreti dalla madrepatria (che considerava quell'oceano il suo mare privato) e poi dimenticati. Nel XVII secolo gli Olandesi si sostituirono ai Portoghesi come dominatori nelle Indie e da lì cominciarono a spingersi verso il Pacifico. Fino alla prima metà del Settecento furono uomini Olandesi a cominciare la complessa esplorazione dell'emisfero australe; ricordiamo Wilhelm Janszoon che nel 1606 sbarcò per primo in Australia, Abel Tasman che tra il 1639 e il 1644 esplorò le coste dello stesso continente, scoprì la Nuova Zelanda, la Tasmania, le Figi e le Tonga e Jacob Roggeveen che nel 1722 raggiunse per primo l'isola di Pasqua e le Samoa. Essi tuttavia, come avevano fatto gli Spagnoli, non colonizzarono quelle terre: le isole perché troppo piccole o lontane e l'Australia perché troppo arida (ma Tasman ne aveva esplorato solo la parte occidentale dominata dall'Outback, quando quella orientale era molto più ricca) che comunque venne chiamata a lungo "Nuova Olanda".

Dal Settecento ai giorni nostri

Ben presto furono gli Inglesi ad interessarsi alla zona. Tra il 1768 e il 1779 il capitano James Cook compì tre viaggi, nei quali esplorò la costa orientale dell'Australia appurando che non faceva parte dell'immaginario continente australe cercato già dagli Spagnoli: lo stesso per la Nuova Zelanda che circumnavigò interamente, mentre fu il primo a sbarcare alle isole Hawaii e a percorrere lo stretto di Torres (vedi sopra) intuendo che la Nuova Guinea e l'Australia non sono unite come tutti pensavano. Nel suo secondo viaggio Cook si spinse fino a latitudini freddissime, distruggendo il mito del continente australe: se esso esisteva, si trovava in luoghi così vicini al Polo Sud da non essere abitabili (L'Antartide sarà poi scoperto nel 1820). Le sue esplorazioni sono state certamente le più importanti nella storia dell'Oceania; tuttavia egli non fu il primo dei grandi navigatori che nel Settecento "girovagarono" per il Pacifico: dal 1766 al 1769 Louise Antoine de Bougainville era stato il primo francese a circumnavigare il globo, nel 1766 Samuel Wallis aveva (ri) scoperto le Tuamotu, tra cui la splendida Tahiti e le Pitcairn, nel 1785 Jean Francoise La Perouse era partito con l'intento di emulare i predecessori e nel 1699 William Dampier aveva seguito le orme di Tasman in Australia e scoperto la Nuova Irlanda e la Nuova Britannia. Gli ultimi grossi dubbi geografici furono chiariti da Matthew Flinders che nel 1801 definì una volta per tutte le coste dell'Australia e appurò che la Tasmania era un'isola, cosa che neanche Cook aveva capito. Nel frattempo iniziò a diffondersi il mito del "buon selvaggio" (creato da Bougainville, continua ancora oggi) che viveva in armonia con la natura. La colonizzazione di queste zone fu iniziata dagli Inglesi in Australia, ma in modo assai insolito: tanto scarso era l'interesse di questo continente a cui ormai l'Olanda aveva rinunciato, che fu usato come colonia penale; nel 1788 sbarcò a Botany Bay (dove oggi sorge Sydney) il primo carico di galeotti. Poco dopo tuttavia arrivarono anche altre persone, come in Nuova Zelanda (dal 1814) con l'intento di creare grossi allevamenti: questi uomini tenaci nel corso del XIX secolo prima scenderanno a patti (Trattato di Waitangi, 1840), poi sconfiggeranno i Maori in Nuova Zelanda e cacceranno gli Aborigeni nelle zone più ostili dell'Australia, che esploreranno in lungo e in largo; memorabile l'impresa di Robert Burke e William Wills che nel 1860 riuscirono a raggiungere la costa nord da Melbourne, attraverso deserti e foreste. Queste due grandi colonie inizieranno il lungo processo di emancipazione dall'Inghilterra dalla loro trasformazione in Dominions, l'Australia nel 1901 e la Nuova Zelanda nel 1907, alla piena indipendenza dopo la seconda guerra mondiale. Per quanto riguarda il resto dell'Oceania, verrà frequentato da missionari, mercenari e commercianti dall'inizio dell'Ottocento, ma le prime colonie saranno quelle francesi: Polinesia Francese e Nuova Caledonia dal 1842, a cui si aggiunge l'arcipelago di Wallis e Futuna nel 1853. Gli altri territori sono velocemente occupati da Germania (Micronesia e Nuova Guinea) e Inghilterra (tutte le altre isole) dal 1882 in poi, fino alla prima guerra mondiale, quando la Germania perde i suoi territori che passano all'Inghilterra e agli Stati Uniti. Proprio gli stati Uniti saranno gli unici alla fine a mantenere una certa influenza sul Pacifico per la loro vicinanza (mentre Francia e Inghilterra concederanno l'indipendenza a gran parte delle isole) soprattutto in Micronesia dove per decenni sono stati effettuati pericolosi esperimenti nucleari, dei quali oggi la popolazione locale deve arginare gli effetti. È comunque importante notare che ancora oggi questi tre stati mantengono un certo numero di colonie in Oceania, che quindi rimane l'unico continente ancora pienamente influenzato dalle potenze mondiali. Gli stati indipendenti sono 14.

Note

  1. ^ (EN) worldatlas.com
  2. ^ oceaniano, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ United Nations World Macro regions and components

Voci correlate

Altri progetti

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