Peretola

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Peretola è oggi un sobborgo della periferia occidentale di Firenze, noto per ospitare nei suoi dintorni l'aeroporto internazionale della città, intitolato ad Amerigo Vespucci.

Il borgo di Peretola, che si sviluppò tra due grandi vie di comunicazione come la Via Pistoiese e la Via Pratese, fece parte del comune di Brozzi fino al 1928, anno in cui quest'ultimo fu soppresso.

La Pieve di Santa Maria a Peretola ospita un capolavoro di Luca Della Robbia, il Tabernacolo del Sacramento (1441) ed un fonte battesimale di Francesco di Simone Ferrucci (1446). Appena fuori dal vecchio borgo, si trova un grazioso oratorio (1510) di forma ottagonale, una piccola riproduzione in (allora) aperta campagna della Cupola di Santa Maria del Fiore di Filippo Brunelleschi, noto ai più come "la cupolina". L'edificio è però stato prima ridotto ad uno spartitraffico in occasione del raddoppio della Via Pratese (strada di grande comunicazione), poi è stato letteralmente "immerso" nella zona industriale e da ultimo è stato "sovrastato" dai piloni della nuova linea ferroviaria Firenze-Officine di Brozzi-Campi Bisenzio, senza contare gli aerei che lo sorvolano a poche decine di metri in fase di atterraggio nel vicino aeroporto.

Il borgo di Peretola fu l'ambientazione della celebre novella "Chichibio e la gru" del Decamerone di Giovanni Boccaccio (...il quale con un suo falcone avendo un dì presso a Peretola una gru ammazata...) e venne pure citato, purtroppo per la pessima qualità del vino che vi si produceva, da Francesco Redi nel suo "Bacco in Toscana" del 1685 (vv. 518-520)

«e per pena sempre ingozzi
vin di Brozzi,
di Quaracchi e di Peretola»

La cattiva qualità del vino di questa zona doveva essere davvero proverbiale. Nel 1593 il Collegio degli Osti di Firenze lanciava una scherzosa condanna contro gli Accademici della Crusca in cui si stabiliva che ai dotti linguisti non venisse servito altro che il pessimo vino delle "Cinque Terre di Toscana" ovvero Brozzi, Quaracchi, Peretola, San Donnino e Lecore, così chiamate in contrappasso alle celebri Cinque Terre liguri, produttrici di vini eccellenti. Il vino di queste terre a detta degli osti era particolarmente cattivo e sapeva di botte, di secco, di muffa, di leno, di cuoio, di marcorella.

Lo scienziato e scrittore Francesco Redi scrisse un racconto, intitolato "Il gobbo di Peretola" dove si narra la storia di un gobbo di questa località che, invidioso della buona sorte toccata ad un altro gobbo guarito dalle streghe di Benevento della sua malformazione, s’era recato senza indugio laggiù, ma, avendo trattato male le streghe, era stato punito con l’aggiunta d’una seconda gobba.

Per concludere le citazioni letterarie, Peretola viene nominata da Aldo Palazzeschi nelle prime pagine delle "Sorelle Materassi".

Peretola fu il luogo di origine della famiglia Vespucci, da cui nacque il celebre navigatore Amerigo. Nel vecchio borgo è ancora ben conservata la casa della famiglia ed al suo famoso esponente è stato intitolato il vicinissimo aeroporto. Sempre qui nacque Tommaso Masini, detto Zoroastro da Peretola, amico e collaboratore di Leonardo da Vinci che si narra fosse lo spericolato collaudatore della "macchina per volare" inventata dallo scienziato. Come è noto, l'ardito esperimento fallì ma pare che Tommaso non riportasse serie conseguenze fisiche dallo sfortunato volo.