Coordinate: 48°07′34″N 11°40′40″E

Volo British European Airways 609

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Volo British European Airways 609
Un Airspeed Ambassador simile a quello coinvolto nell'incidente.
Tipo di eventoIncidente
Data6 febbraio 1958
TipoUscita di pista dopo decollo fallito a causa di accumuli di neve
LuogoMonaco di Baviera
StatoGermania Ovest (bandiera) Germania Ovest
Coordinate48°07′34″N 11°40′40″E
Numero di voloBE609
Tipo di aeromobileAirspeed Ambassador
Nome dell'aeromobileLord Burghley
OperatoreBritish European Airways
Numero di registrazioneG-ALZU
PartenzaAeroporto di Belgrado-Nikola Tesla, Belgrado, Serbia
Scalo intermedioAeroporto di Monaco-Riem, Monaco di Baviera, Germania
DestinazioneAeroporto di Manchester, Manchester, Regno Unito
Occupanti44
Passeggeri38
Equipaggio6
Vittime23
Feriti19
Sopravvissuti21
Mappa di localizzazione
Dati estratti da Aviation Safety Network[1]
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Il volo British European Airways 609 era un volo di linea protagonista di un incidente aereo avvenuto il 6 febbraio 1958, quando si schiantò al suo terzo tentativo di decollo da una pista ricoperta di neve mista a fango all'aeroporto di Monaco-Riem, nella Germania Ovest.

A bordo dell'aereo c'era la squadra di calcio del Manchester United, soprannominata i Busby Babes, insieme ad alcuni sostenitori e giornalisti: morirono 23 dei 44 passeggeri. Il volo charter, destinato all'aeroporto di Manchester, era gestito dalla British European Airways (BEA) utilizzando un velivolo Airspeed Ambassador, precisamente con matricola G-ALZU, intitolato a William Cecil, 1º barone di Burghley.

Contesto

I Busby Babes nel 1955

La Coppa dei Campioni fu disputata per la prima volta nel 1955, ma nessuna squadra inglese prese parte al torneo a causa delle regole imposte dalla Football League.

Il Manchester United partecipò alla Coppa dei Campioni 1956-1957 giungendo alle semifinali, dove venne sconfitto dai futuri campioni del Real Madrid; era quindi una delle formazioni favorite per l'edizione successiva del 1957-1958.

La squadra era conosciuta con nome di Busby Babes per via dell'allenatore Matt Busby e dell'età media dei giocatori, davvero molto giovane.

Il club aveva noleggiato un aereo per fare ritorno dalla partita di Coppa dei Campioni contro la squadra jugoslava della Stella Rossa di Belgrado, terminata con un pareggio per 3-3 (con questo risultato il Manchester United si era qualificato alle semifinali, avendo vinto la gara di andata per 2-1). Il decollo da Belgrado fu ritardato di un'ora perché il giocatore del Manchester United Johnny Berry aveva perso il suo passaporto[2]. Poi l'aereo fece una fermata programmata a Monaco per rifornirsi di carburante.

Mancava il "trainer" della squadra, di fatto il vice di Busby, Jimmy Murphy, casualmente assente in quanto impegnato come selezionatore della nazionale gallese nello spareggio per le qualificazioni al campionato mondiale di calcio 1958.

Lo schianto

Il capitano James Thain, il pilota, tentò di decollare due volte, ma entrambi i tentativi furono infruttuosi per un surriscaldamento del motore sinistro. Al terzo tentativo di decollo si decise di ovviare al surriscaldamento del motore sinistro "ritardandone" l'accelerazione, facendo percorrere all'aereo una lunghezza maggiore di quella usualmente richiesta. Per questo l'aereo fu costretto a utilizzare un tratto di pista non percorso quel giorno dagli altri aerei. In quella zona della pista era presente un sottile strato di neve sciolta, che ostacolò l'accelerazione dell'aereo, impedendo così il decollo.

Durante questa operazione l'aereo raggiunse i 117 nodi (217 km/h), ma nel tratto finale calò a 105 nodi (194 km/h), una velocità troppo bassa per poter volare e con troppa poca pista per poter interrompere il decollo.

Alle 15:04 l'aeroplano si schiantò sulla recinzione che circondava l'aeroporto e poi su una casa, che in quel momento era vuota. Parte dell'ala e parte della coda vennero strappate. Il velivolo prese fuoco. Il lato sinistro della cabina di pilotaggio colpì un albero, il lato destro della fusoliera un capanno di legno, all'interno del quale c'era un camion pieno di pneumatici e carburante, che esplose[3].

L'incidente provocò la determinazione dei limiti operativi per l'accumulo di ghiaccio consentito sulle piste. Le autorità aeroportuali tedesche (che erano legalmente responsabili dello stato delle piste, sebbene non conoscessero il pericolo che il ghiaccio sulla pista comporta per aerei come l'Ambassador), intentarono un'azione legale contro il capitano Thain, che sopravvisse allo schianto, sostenendo che era decollato senza sbrinare le ali e che la responsabilità per l'incidente era solo sua, nonostante numerosi testimoni affermassero che ciò non era vero.

Le ipotesi delle autorità tedesche erano fondate su una foto del velivolo (pubblicata su diversi giornali) scattata poco prima del decollo, dove è visibile la neve sulla superficie superiore dell'ala. Quando fu esaminato il negativo originale, tuttavia, non venne notato né neve né ghiaccio; la "neve" era dovuta a una copia in negativo delle immagini pubblicate. I testimoni che accorsero subito dopo lo schianto e che esclusero la presenza di ghiaccio, rilevata invece dal responsabile delle indagini, giunto sul luogo solo nella notte inoltrata, non vennero chiamati o presi in considerazione dagli inquirenti tedeschi e il procedimento contro Thain proseguì fino al 1968, quando fu finalmente esclusa - almeno dalle autorità britanniche - ogni sua responsabilità. La causa ufficiale, come riportato dalle autorità britanniche, fu un accumulo di ghiaccio e neve sciolta sulla pista che frenò improvvisamente l'aereo impedendogli di raggiungere la velocità necessaria per il decollo.

Thain, che fu licenziato dalla BEA poco dopo l'incidente e non venne mai più reintegrato, andò in pensione tornando a fare l'avicoltore nel suo allevamento situato nel Berkshire. Morì nel 1975 per un attacco di cuore all'età di 53 anni.


Vittime

Giocatori del Manchester Utd

Targa commemorativa all'Old Trafford

Staff del Manchester Utd

Giornalisti

Membri dell'equipaggio e altri passeggeri

  • Capitano Kenneth "Ken" Rayment - Copilota inglese (sopravvissuto allo schianto, morì 3 settimane dopo a causa di un trauma cerebrale e per le numerose ferite)
  • Tom Cable - steward
  • Bela Miklos - agente di viaggi
  • Willie Satinoff - tifoso amico personale Matt Busby

Sopravvissuti

Giocatori e staff Manchester Utd

Paul Scholes durante il derby di Manchester del 10 febbraio 2008, con indosso la speciale casacca commemorativa dei Busby Babes nel 50º anniversario del disastro aereo.

Altri sopravvissuti

  • Matt Busby - team manager (morto nel 1994)
  • Frank Taylor - giornalista (morto nel 1992)
  • James Thain - capitano (morto nel 1975)
  • George (Bill) Rodgers - radiocronista
  • Peter Howard - fotografo (morto nel 1996)
  • Margaret Bellis - hostess (morta nel 1998)
  • Ted Ellyard - telegrafista (morto nel 1964)
  • Nebojsa Bato Tomašević - passeggero (morto nel 2017)
  • Vera Lukić e sua figlia Vesna - passeggere salvate dal giocatore del Manchester United Harry Gregg. Al momento dell'incidente, Vera Lukić era incinta del suo ultimogenito Zoran.[4]
  • Signora Miklos - moglie di Bela Miklos, l'agente di viaggio che organizzò il volo e morì nell'incidente.
  • Rosemary Blakeley (Cheverton) - hostess[5]

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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