Vai al contenuto

RCW 80

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 15 ott 2021 alle 15:06 di InternetArchiveBot (discussione | contributi) (Recupero di 0 fonte/i e segnalazione di 1 link interrotto/i.) #IABot (v2.0.8.2)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
RCW 80
Regione H II
RCW 80
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneCentauro
Ascensione retta13h 46m 30s[1]
Declinazione-62° 54′ 00″[1]
Coordinate galattichel = 309,2; b = -00,7[1]
Distanza11400[2] a.l.
(3500[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)21' x 10'[3]
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Dimensioni119,6 a.l.
(36,7 pc)
Altre designazioni
G309.2-00.6;[1] Gum 48d; Avedisova 2507
Mappa di localizzazione
RCW 80
Categoria di regioni H II

RCW 80 è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione australe del Centauro.

Appare come una nube estesa e diffusa situata nella parte meridionale della costellazione, immersa nei ricchi campi stellari della Via Lattea australe a breve distanza angolare dell'ammasso aperto NGC 5281. Data la sua declinazione fortemente australe, la sua osservazione è possibile solo dalle regioni dell'emisfero australe terrestre e da quelle tropicali dell'emisfero boreale; dall'emisfero sud appare circumpolare fino alle latitudini subtropicali. Il periodo più indicato per la sua osservazione nel cielo serale va da marzo ad agosto.

Si tratta di una grande regione H II molto evoluta, situata sul Braccio del Sagittario alla distanza di circa 3500 parsec (11400 anni luce);[2] le fonti della sua ionizzazione sarebbero la supergigante blu HR 5171B, di classe spettrale B0IP, e la supergigante HD 119646, di classe B2Ia, situate alla medesima distanza.[4] Alla regione H II è associata una nube molecolare gigante, la cui massa, in base alle emissioni 12CO, è stata calcolata attorno a 2,3x106 M, mentre a breve distanza da essa si trova il resto di supernova SNR G309.2-00.6.[2][5]

Al suo interno sono attivi dei fenomeni di formazione stellare, come è testimoniato dalla presenza di alcune sorgenti di radiazione infrarossa, fra le quali spicca IRAS 13431-6224,[6] e tre maser, di cui uno a idrossido, uno ad acqua e uno a metanolo.[7] I processi in atto interessano sia la formazione di stelle di piccola massa, rilevabili nel vicino e medio infrarosso, sia le stelle di grande massa; sono state individuate diverse sorgenti coincidenti con giovani protostelle di Classe I e Classe II profondamente immerse nei gas in cui si sono originate, e T Tauri classiche e stelle Ae/Be di Herbig, circondate da un disco protoplanetario. Questi processi di formazione stellare sarebbero stati indotti dall'espansione della regione stessa nel mezzo interstellare, aumentandone la pressione e causando dei collassi locali. Circa 10 milioni di anni fa si sarebbe formata la prima generazione di stelle della regione, riunite in un'associazione OB, gran parte delle quali esplosero come supernovae circa 4-6 milioni di anni fa generando una superbolla in espansione; questa, assieme all'azione del vento stellare, diede luogo alla seconda ondata di formazione stellare, iniziata circa 1-3 milioni di anni fa e osservabile tuttora assieme ad una terza ondata di stelle ancora profondamente immerse nei gas. Questa serie di processi è anche responsabile della morfologia attuale della regione H II.[2]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  2. ^ a b c d e Karr, J. L.; Manoj, P.; Ohashi, N., Gum 48d: An Evolved H II Region with Ongoing Star Formation, in The Astrophysical Journal, vol. 697, n. 1, maggio 2009, pp. 133-147, DOI:10.1088/0004-637X/697/1/133. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  3. ^ Rodgers, A. W.; Campbell, C. T.; Whiteoak, J. B., A catalogue of Hα-emission regions in the southern Milky Way, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 121, n. 1, 1960, pp. 103–110. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  4. ^ Avedisova, V. S.; Kondratenko, G. I., Exciting stars and the distances of the diffuse nebula, in Nauchnye Informatsii, vol. 56, 1984, p. 59. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  5. ^ Guseinov, O. H.; Ankay, A.; Tagieva, S. O., Observational Data on Galactic Supernova Remnants: III. The Supernova Remnants Within l = 270^o - 360^o, in Serbian Astronomical Journal, dicembre 2004, DOI:10.1088/0004-637X/697/1/133. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  6. ^ Helou, George; Walker, D. W., Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases. Volume 7: The small scale structure catalog, in Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases, vol. 7, 1988, pp. 1-265. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  7. ^ Avedisova, V. S., A Catalog of Star-Forming Regions in the Galaxy, in Astronomy Reports, vol. 46, n. 3, marzo 2002, pp. 193-205, DOI:10.1134/1.1463097. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Galaxy Map - RCW Catalogue (from 71 to 80) [collegamento interrotto], su galaxymap.org.
  • Avedisova 2507 - Galaxy Map, su galaxymap.org.
  Portale Oggetti del profondo cielo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di oggetti non stellari