Macintosh

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Macintosh
computer
Versione 2012 di iMac.
Paese d'origineStati Uniti
ProduttoreApple
Inizio vendita24 gennaio 1984
SO di seriemacOS
Sito webwww.apple.com/mac/

Macintosh (abbreviato come Mac)[1] è una famiglia di computer prodotti dalla Apple Inc. commercializzati a partire dal 1984 e facenti uso del sistema operativo macOS. Basata prima su processori M68k seguiti dai PowerPC e poi sull'architettura x86, deve il suo nome a una popolare varietà di mela ("apple" in inglese), la McIntosh. La scelta del nome è stata attribuita a Jef Raskin, l'esperto di interfacce di computer che ne sviluppò il progetto.[2] All'inizio era un'alternativa economica e domestica al Lisa, un avanzato microcomputer aziendale, il cui sviluppo è stato assorbito per la linea Macintosh. Il Mac è divenuta la linea standard di sviluppo dei computer Apple, allo scomparire della linea evolutiva dell'Apple II.

Generalità

Il Macintosh 128K, dal nome dei suoi 128 KB di RAM, venne lanciato il 24 gennaio 1984. Fu il primo PC di successo[3] che utilizzava un'interfaccia utente grafica (GUI) e un mouse invece della riga di comando. Le sue caratteristiche tecniche rivoluzionarono l'industria informatica a metà degli anni '80, mantenendo la sua linea evolutiva di sviluppo fino ad oggi.

La gamma di prodotti Mac oggi varia dal desktop di base Mac Mini ai server di fascia media come Mac Pro. I sistemi Mac si rivolgono principalmente al mercato domestico, dell'istruzione e della creatività professionale. La produzione di Mac si basa su un modello di integrazione verticale in cui Apple fornisce tutti gli aspetti del proprio hardware e crea il proprio sistema operativo, preinstallato su tutti i Mac. L'hardware consente il funzionamento di altri sistemi operativi: dal 1998, i Mac sono in grado di supportare sistemi operativi come Linux, FreeBSD e Windows. Allo stato attuale è anche possibile modificare il sistema operativo Apple per renderlo compatibile con la maggior parte dell'hardware esistente; è il cosiddetto movimento OSx86.

I primi Macintosh erano basati sui microprocessori della famiglia Motorola MC68000, con tecnologia CISC. A marzo 1994, Apple introdusse i chip PowerPC del consorzio Apple-IBM-Motorola alla gamma Macintosh, passando alla tecnologia RISC. Nel 2006, Apple avviò la transizione dalla linea PowerPC ai processori Intel con architettura x86. I Mac di oggi utilizzano le serie di microprocessori Intel Core i3, Intel Core i5, Intel Xeon e Intel Core i7. Tutti gli attuali modelli di Mac sono dotati di una versione nativa dell'ultima versione di macOS. L'ultimo aggiornamento è macOS Big Sur, disponibile dal novembre 2020.

Storia

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Legenda
Legenda


1979-1984: I primi progetti e lo sviluppo

Uno storico Macintosh 128K

Nel 1979, Jef Raskin chiede a Mike Markkula di poter dirigere un piccolo progetto segreto di nome "Annie" che viene ribattezzato dallo stesso Raskin "Macintosh". Raskin voleva realizzare un computer dal costo non superiore a 1.000 dollari con uno schermo e una tastiera integrati, facile da usare. Quando nel 1980 Steve Jobs perde la direzione del progetto Lisa, inizia a concentrarsi sul progetto Macintosh di Raskin.

Jobs questa volta la spunta, riesce a prendere il controllo del progetto e a far allontanare Raskin dalla Apple. Jobs cerca subito di dare una svolta al progetto trasformandolo in un computer, sempre accessibile, ma anche di "folle bellezza". Il progetto, come il Lisa, si orienta così verso un computer con una'interfaccia grafica, e l'utilizzo del mouse.

L'innovazione che caratterizza il Macintosh rispetto al precedente Apple Lisa, ma anche i computer Xerox Alto e Xerox Star, sta nell'importare l'interfaccia grafica grezza all'ambiente scrivania con icone che oggi tutti conosciamo. Il team Mac, ispirandosi al sistema operativo Xerox, introduce delle novità importantissime, come le icone (disegnate da Susan Kare), la possibilità di avere finestre sovrapposte su più livelli, programmi di disegno grafico e videoscrittura che oggi tutti conosciamo. Inoltre viene data tantissima importanza, per la prima volta, ai font, sia visualizzati a schermo sia stampati. Nel Mac fanno anche il debutto per la prima volta programmi come Word ed Excel, sviluppati dalla Microsoft appositamente per la Apple.[4]

La prima generazione ed il Macintosh 128k

Lo stesso argomento in dettaglio: Macintosh 128K.
Steve Jobs con Wendell Brown in occasione del lancio del software Hippo-C per Macintosh, sviluppato da Brown (1984).

Il primo modello di Macintosh 128K fu messo in vendita il 24 gennaio 1984, al prezzo di 2.495 dollari. Appena dopo il lancio riscosse molto successo, però alla fine del 1984 le vendite si ridussero a meno di 10.000 unità mensili a causa dei limiti hardware. L'assenza di una ventola di raffreddamento rendeva l'elaboratore molto silenzioso ma ne causava un notevole surriscaldamento, tanto da portarlo a conquistarsi il soprannome di "tostapane beige". Inoltre la scarsa memoria, l'assenza di un hard disk interno e la presenza di una sola unità floppy lo rendevano terribilmente lento.[5]

Nel 1985, la combinazione del Mac col programma PageMaker e con la nuova stampante laser di Apple (la LaserWriter) diedero vita a una soluzione a costo relativamente basso per l'editoria e la grafica pubblicitaria, un'attività che sarebbe diventata nota col nome di desktop publishing. L'interesse per il Mac esplose, tanto che si diffuse ampiamente presso le tipografie, gli studi di grafica e le aziende editoriali.

I modelli dal 1998 al 2006

Lo stesso argomento in dettaglio: Mac OS X.
Un Power Mac G4 "Quicksilver" (2003)

Nei primi anni novanta molti ritenevano che l'architettura RISC delle CPU avrebbe presto superato nettamente la velocità, pure crescente, delle CPU del vecchio tipo CISC (come la serie m68k del Mac e la serie x86 di Intel). Venne annunciata un'alleanza tra Apple Computer, IBM e Motorola allo scopo di sviluppare una nuova serie di CPU RISC, detta PowerPC. Il software esistente per Mac, che era stato scritto per la serie 68000 (compresa molta parte del Mac OS), fu fatto girare sui nuovi modelli dotati di PowerPC grazie a un'emulazione software.

Nel 2001 il Macintosh fece un secondo fondamentale cambiamento, questa volta nel suo sistema operativo, passando dal vecchio Mac OS al nuovo Mac OS X il cui kernel è basato su Unix. Durante il Keynote del WWDC 2005, Steve Jobs annunciò il passaggio dai processori PowerPC alle CPU Intel.

Con sei mesi di anticipo rispetto alle previsioni, il 10 gennaio 2006, durante il tradizionale Keynote del Macworld Expo, Steve Jobs presentò i nuovi iMac e il nuovo MacBook Pro con CPU Core Duo di Intel. Il giorno 7 agosto 2006, dopo soli 210 giorni e ben prima delle aspettative, la transizione ai processori Intel fu completata. Da quel giorno non sono più in commercio sistemi Macintosh con processori PowerPC. In questa transizione, Apple ha abbandonato il supporto per l'emulatore "Classic" che rendeva possibile eseguire applicazioni scritte per Mac OS 9.

Compatibilità

L'introduzione dei chip Intel introdusse la possibilità di eseguire il sistema operativo Windows nativamente senza emulazione da parte di software come Virtual PC. A marzo 2006, un gruppo di hacker annunciò di aver eseguito Windows XP su uno dei nuovi Mac Intel. Questo gruppo pubblicò il proprio software come Open Source (a codice aperto) per il download sul proprio sito web.[6] Ad aprile 2006, Apple annunciò la beta pubblica del proprio sistema "multi OS", chiamato "Boot Camp", che consente agli utenti Mac di installare Windows sui propri computer. Le versioni successive hanno aggiunto il supporto per Windows Vista. Boot Camp era incluso come standard in Mac OS 10.5. Quindi, sebbene non ufficialmente, Boot Camp ha aperto le porte per eseguire praticamente qualsiasi sistema operativo che gira sulla piattaforma x86 come Linux, FreeBSD, Ubuntu, SUSE, Red Hat.[7][8]

L'introduzione di questa funzionalità all'interno del sistema operativo ha reso i Mac utilizzabili con la maggior parte dei sistemi operativi disponibili, cambiando il panorama di "incompatibilità" e di chiusura precedente.

Attualità

Nonostante la quota di mercato dei computer occupata dal Mac non superi il 10%, negli ultimi anni Apple ha avuto un aumento significativo. Molti hanno sostenuto che ciò è in parte dovuto al successo dell'iPod e dell'iPhone, poiché in genere chi rimane soddisfatto dopo aver utilizzato un iPod o un iPhone acquista poi altri dispositivi Apple come i Mac, secondo il noto "effetto alone".[9] Anche l'inclusione dei chip Intel è un fattore che ha influenzato l'incremento delle vendite. Dal 2001 ad oggi, le vendite dei Mac sono aumentate costantemente. Apple ha registrato vendite per 3,36 milioni di Mac durante le festività natalizie del 2009.[10] Nel primo trimestre del 2011 la quota di mercato di Macintosh continuava a crescere da 7,3% nel 2010 al 9,3% nel 2011.[11]

Il 24 febbraio 2011, Apple è stata la prima azienda a lanciare un computer che utilizzasse la nuova interfaccia I/O Intel Thunderbolt (nome in codice Light Peak). Utilizzando la stessa interfaccia fisica di una porta MiniDisplay e retrocompatibile con quella standard, Thunderbolt ha due canali di dati paralleli con velocità di trasferimento di Gbit/s ciascuno.[12]

Al WWDC 2020 la Apple ha annunciato il passaggio dalle CPU Intel agli Apple Silicon, processori ad architettura ARM derivati da quelli usati negli iPad Pro. Entro la fine del 2020 dovrebbero essere commercializzati i primi Mac dotati di questi nuovi processori; l'azienda ha annunciato che la fase di transizione del software sarà completata nell'arco di due anni.[13]

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Caratteristiche

Prima del Mac solo altre due piattaforme avevano offerto di serie il mouse e un'interfaccia grafica: il Lisa della stessa Apple, nel 1983 (primo computer costruito da Apple a disporre di interfaccia grafica e mouse), ma soprattutto lo Xerox Star, presentato nel 1981, un computer veramente all'avanguardia per i suoi tempi ma che non ebbe la fortuna che meritava. Il Macintosh costituì l'evoluzione dei precedenti modelli di computer. Lisa, rivolto a un'utenza professionale, ebbe un successo limitato a causa dell'alto costo. Macintosh invece riscosse un grande successo commerciale.

La sua interfaccia grafica usava per la prima volta metafore facili da comprendere, quali il cestino, la scrivania, le finestre, gli appunti, aprendo l'uso del computer anche a persone non dedite all'informatica. Per questo motivo il Macintosh è considerato una pietra miliare nello sviluppo dell'industria del computer.[14]

Tutta la comunicazione fra macchina e utente è prevalentemente visiva, basata su icone e finestre di dialogo. Dal lato dell'utente, lo strumento principale di interazione con la macchina è il mouse, vero e proprio braccio idealmente portato dentro lo schermo, con il quale si possono “afferrare” e muovere gli oggetti mostrati a video. Ad esempio, per lanciare un programma, basta cliccare due volte col mouse sull'icona corrispondente. La metafora della scrivania funziona anche per l'azione di spostamento degli oggetti: file e cartelle possono essere spostati in zone diverse del disco semplicemente trascinandoli con il mouse. Se un oggetto è trascinato “nel” cestino, viene cancellato. All'accensione compare un'icona (metafora del Mac): all'utente è richiesta l'introduzione di un disco contenente il sistema operativo Mac OS. Il boot può avvenire indifferentemente da qualsiasi drive. Se il dischetto inserito è buono, un'icona di un Mac che sorride dà il benvenuto; in caso contrario il drive lo espelle e sul video compare l'icona di un Mac triste.

La principale caratteristica dell'ambiente scrivania è la presenza fissa dei menu sullo schermo. Il menu mela gestisce le operazioni fondamentali. Contiene una serie di utilità tra cui:

  • appunti e archivio appunti: consente il trasferimento (mediante i comandi di taglia, copia e incolla) di testi, disegni, fogli elettronici ecc. da un'applicazione all'altra
  • orologio-sveglia, grazie al quale il sistema fornisce automaticamente data di creazione e ultima modifica di ogni file;
  • calcolatrice;
  • blocco degli appunti
  • pannello di controllo (per regolare l'immagine di sfondo, la velocità del mouse, il volume dell'altoparlante ed altro).

In ambiente scrivania, le istruzioni possono essere date anche da tastiera. Il nome del file può essere lungo fino a 40 caratteri, invece degli 8 abituali. Inoltre, a ciascun file è assegnata un'icona, in modo da renderlo facilmente riconoscibile. I file possono essere visualizzati per icone, in ordine alfabetico, di tipo, di data, di dimensione.

Sulle finestre di dialogo appaiono pulsanti virtuali: dove ce ne sono due, all'utente è richiesta una scelta (per esempio, inizializzare o espellere un dischetto), dove ce n'è uno, all'utente è richiesta una conferma (ad esempio, se appare il messaggio “Questo elemento è protetto o in uso e non può essere eliminato”).

Innovazioni

Il Macintosh 128K (nome originale Macintosh, serie Classica) è stato il primo computer con interfaccia grafica e mouse di serie che riuscì a conquistare un vasto pubblico di utenti e ad entrare prepotentemente nel mercato.[14] Con questo grande successo, Apple riscattò l'iniziale tiepida accoglienza riservata all'Apple Lisa, il suo predecessore, e dimostrò che l'idea del concetto di scrivania virtuale, che si basava su un'interfaccia WIMP (Windows, Icons, Mouse, Pointer), era vincente. Con questa mossa, Apple riuscì a dimostrare che il paradigma WIMP veniva apprezzato a livello mondiale anche da neofiti o da professionisti che non fossero addetti del settore dell'informatica, che un'interfaccia grafica faceva presa e attirava la curiosità di grandi masse e che, infine, la semplicità e intuitività del concetto di mouse associato a una GUI desktop (appunto "scrivania" in inglese) apriva finalmente l'informatica domestica, hobbystica e professionale a un pubblico che, fino a quel momento, era stato timido e restio ad avvicinarsi a quel "misterioso" oggetto (così allora veniva considerato) che è il personal computer, visto come strumento di élite e non di uso comune.[14]

Innovazioni introdotte o rese popolari dal Macintosh originale (o dai modelli successivi)[14]:

Le campagne pubblicitarie

Il primo Mac

Lo stesso argomento in dettaglio: 1984 (spot).

Il Macintosh 128 fu presentato con uno spettacolare spot televisivo durante la pausa pubblicitaria del XVIII Super Bowl il 22 gennaio del 1984[15]. Il famoso spot fu diretto da Ridley Scott e aveva come protagonista un'atleta femminile che gettava un martello contro l'immagine TV a schermo gigante di un dittatore (il Grande Fratello, ispirandosi al tiranno del romanzo 1984 di Orwell, ma alludendo anche all'azienda dominante a quel tempo, IBM).

Get a Mac

«Get a Mac» («prendi un Mac») era lo slogan di una serie di pubblicità create dall'agenzia pubblicitaria TBWA per la Apple Inc. La campagna veniva trasmessa dal 2006 al 2010.[16][17]

Trasmessi dai canali televisivi statunitensi, canadesi, australiani e neozelandesi,[18] gli spot diventarono facilmente riconoscibili grazie al fatto che ognuno di questi seguì uno specifico standard: su uno sfondo bianco, un uomo vestito con abiti casual introduce se stesso come un Macintosh gestito da macOS («Ciao, sono un Mac...»), mentre un goffo uomo vestito con un completo e una cravatta si presenta come un personal computer (« [...] e io sono un PC.») - l'allusione è al sistema operativo concorrente Microsoft Windows.[19][20]

Lo scopo era giocare sui difetti di Windows: i titoli degli spot furono, infatti, Virus, Spyware, Restart e altri (si ricorda che negli Stati Uniti la pubblicità comparativa esplicita è ammessa dalla legge). Gli spot venivano diffusi anche su Internet.

Modelli

Elenco dei modelli della serie Macintosh (in ordine alfabetico):

Note

  1. ^ La Apple non ha mai ufficialmente cambiato il nome della linea di prodotti, ma piuttosto sembra accettare entrambe le versioni.
  2. ^ ACM: Ubiquity - A Conversation with Jef Raskin
  3. ^ La Macintosh 128k, la primera computadora personal, su excelsior.com.mx.
  4. ^ Walter Isaacson, Steve Jobs, Mondadori, 2011; cap. X; pagg. 124-131.
  5. ^ Walter Isaacson, Steve Jobs, Mondadori, 2011; cap. XVII; pag. 206.
  6. ^ Hackers get Windows XP to run on a Mac, su msnbc.msn.com, MSNBC (AP).
  7. ^ Boot Camp, su apple.com, Apple.
  8. ^ Jim Dalrymple, New Apple software lets Intel Macs boot Windows, su macworld.com, Macworld.
  9. ^ Joe Wilcox, The iPhone Halo Effect, Apple Watch - eweek.com, 22 de agosto de 2008. URL consultato il 10 de septiembre de 2008 (archiviato dall'url originale il 9 de septiembre de 2008).
  10. ^ Apple Reports First Quarter Results, su apple.com, Apple.
  11. ^ http://www.loopinsight.com/2011/04/13/apples-mac-market-share-grows-18-9-in-first-quarter/
  12. ^ Thunderbolt Technology: The Fastest Data Connection to Your PC Just Arrived, su newsroom.intel.com.
  13. ^ (EN) Apple announces Mac transition to Apple silicon, su Apple Newsroom. URL consultato il 26 giugno 2020.
  14. ^ a b c d Leander Kahney. Il culto del Mac. Milano, Mondadori informatica, 2004. ISBN 88-04-53645-4
  15. ^ Durante questo periodo il governo statunitense proibì la commercializzazione del Mac nei paesi appartenenti al blocco sovietico: la tecnologia utilizzata sul Macintosh era considerata troppo avanzata per poter essere resa liberamente disponibile. La stessa cosa si verificò alla fine degli anni novanta quando Apple introdusse dei Power Mac G4 talmente potenti da non poter essere venduti ad alcune nazioni "nemiche" degli Stati Uniti d'America. Apple sfruttò la situazione creando una pubblicità dove un Power Mac G4 veniva circondato da dei cingolati statunitensi per impedire che la sua potenza di calcolo cadesse in mani nemiche.
  16. ^ (EN) Apple kills its "Get a Mac" ad campaign Archiviato il 29 maggio 2010 in Internet Archive.
  17. ^ (EN) Apple kills 'Get a Mac' ad campaign
  18. ^ (EN) Get a Mac
  19. ^ (EN) New Get a Mac ad takes over YouTube
  20. ^ (EN) Apple expands anti-Windows 7 campaign to Google search

Bibliografia

  • Paolo Capobussi, Macintosh – Un nuovo modo di lavorare, Gruppo Editoriale Jackson, 1985.
  • Apple & Raskin, Jef. Macintosh Human Interface Guidelines. Addison-Wesley. 1992. ISBN 0-201-62216-5
  • Apple Inc. Press release Library.
  • Deutschman, Alan. The Second Coming of Steve Jobs. Broadway. 2001. ISBN 0-7679-0433-8
  • Hertzfeld, Andy. Macintosh stories.
  • Hertzfeld, Andy. Revolution in the Valley. O'Reilly Books. 2004. ISBN 0-596-00719-1
  • Kahney, Leander. The Cult of Mac. No Starch Press. 2004. ISBN 1-886411-83-2
  • Kawasaki, Guy. The Macintosh Way. Scott Foresman Trade. 1989. ISBN 0-673-46175-0
  • Kelby, Scott. Macintosh... The Naked Truth. New Riders Press. 2002 ISBN 0-7357-1284-0
  • Knight, Dan. Macintosh History: 1984. 2005.
  • Levy, Steven. Insanely Great: The Life and Times of Macintosh, the Computer That Changed Everything. Penguin Books. ISBN 0-14-029177-6
  • Linzmayer, Owen. Apple Confidential 2.0.. No Starch Press. 2004. ISBN 1-59327-010-0
  • Page, Ian. MacTracker Macintosh model database 4.3.1. 2007.
  • Sanford, Glen. Apple History. 2006.
  • Singh, Amit. A History of Apple's Operating Systems.

Voci correlate

Altri progetti

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