Nozze di Cana (Veronese)

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Nozze di Cana
AutorePaolo Veronese
Data1563
Tecnicaolio su tela
Dimensioni666×990 cm
UbicazioneMuseo del Louvre, Parigi

Le Nozze di Cana è un dipinto di Paolo Caliari detto il Veronese del 1563, custodito al Louvre di Parigi.

Vicissitudini del dipinto

Il 6 giugno 1562 Veronese fu incaricato di decorare la parete di fondo del refettorio benedettino del complesso architettonico progettato da Andrea Palladio sull'Isola di San Giorgio Maggiore. La grande intesa tra Veronese e Palladio fu determinante per il formidabile risultato finale, la cui enorme fama si diffuse presto per tutta Europa.

Nel 1797 fu oggetto delle spoliazioni napoleoniche della Repubblica di Venezia, la grande tela fu smontata dalla parete l'11 settembre di quello stesso anno. Allocata originariamente da Napoleone al Louvre, venne tagliata in diversi pezzi fu ricomposta a Parigi, dove da allora si trova.

Descrizione e stile

Il dipinto mostra l'episodio della tramutazione dell'acqua in vino durante un matrimonio a Cana, contenuto nel Vangelo secondo Giovanni; la scena è ricca di particolari e mostra nella sua ambientazione una commistione di dettagli antichi e contemporanei.

L'architettura è certamente classica, caratterizzata da due vasti colonnati ai lati del dipinto; al centro si apre invece un cortile sormontato da una zona rialzata, cinta da una balaustra. Lo sfondo mostra un cielo azzurro macchiato da alcune nuvole bianche, nel quale si staglia una torre anch'essa in stile classico.

Al centro, in primo piano, si trovano dei musicisti intenti ad intrattenere i convitati; due di questi, l'uomo vestito di bianco con la viola da gamba e il personaggio con una tunica rossa e contrabbasso sarebbero secondo la tradizione Veronese stesso e Tiziano. Uno studio più recente collega l'identità del musicista seduto dietro a Veronese, suonando la viola da gamba, con il teorico musicale e maestro di cappella del Regno di Napoli, Diego Ortiz.[1] Altri personaggi celebri presenti nel dipinto sono, secondo diverse interpretazioni dei critici, Eleonora d'Asburgo, Francesco I di Francia, Maria I d'Inghilterra, Solimano il Magnifico, Vittoria Colonna, Carlo V, Marcantonio Barbaro, Daniele Barbaro, Giulia Gonzaga, Reginald Pole, Triboulet e Mehmed Pascià Sokolovič.

Le vesti dei personaggi sono sontuose ed eleganti, dai colori brillanti e motivi ricercati; al centro della tavolata siede Cristo vicino alla madre, entrambi sono ritratti composti e calmi, il Gesù guarda fisso verso l'osservatore della tela.

A motivo del grande favore incontrato dall'opera, a Veronese furono commissionate nei decenni successivi numerose varianti, anche se di dimensioni ridotte, che passarono alla storia come le "Cene" del Veronese. Le più celebri sono la Cena in casa di Simone della Pinacoteca di Brera a Milano, la tela del medesimo soggetto custodita alla Reggia di Versailles, la Convito in casa di Levi delle Gallerie dell'Accademia a Venezia, e la Cena in casa di Simone della Galleria Sabauda a Torino.

Una copia di uguali dimensioni è oggi collocata in luogo dell'originale nell'antico refettorio del convento di San Giorgio Maggiore.

Note

  1. ^ Manuel Lafarga, Teresa Chafer e Natividad Navalón, Il Veronese and Giorgione in concerto : Diego Ortiz in Venice. Il Veronese y Giorgione en concierto : Diego Ortiz en Venecia, 2ª ed., ISBN 9788409070206, OCLC 1083839165. URL consultato il 24 marzo 2019.

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