Museo del Cinquecento
Museo del Cincuecento | |
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Museo del Cinquecento | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Bergamo |
Indirizzo | Piazza Vecchia |
Coordinate | 45°42′14.32″N 9°39′45.05″E |
Caratteristiche | |
Tipo | artistica |
Istituzione | 2012 |
Apertura | 28 gennaio 2012 |
Visitatori | 58 735 (2019) |
Sito web | |
Il Museo del Cinquecento si trova nel Palazzo del Podestà di Bergamo in Piazza Vecchia ed è stato aperto nel 2012 con l'intendo di avvicinare i visitatori attraverso le sale interattive, alla vita cittadina nel XVI secolo che ha modificato la vita della città orobica, sia sotto l'aspetto urbanistico che commerciale. Il museo fa parte della rete dei musei che raccontano la storia della città[1].
Sede
Il museo si trova nel Palazzo del Podestà con l'ingresso posto tra le due piazze più antiche della città: piazza Vecchia e piazza del Duomo entrambi sedi dei poteri cittadini sia civile che religioso, dove troneggia il Campanone centro della vita cittadina.
La città di Bergamo ebbe una grande storia nel XIII secolo con la formazione del comune e fu più volte occupata dalle importanti famiglia milanesi dei Della Torre prima e dei Visconti poi, fino al 1428, quando con l'arrivo della Serenissima la città visse un periodi di prosperità e di sviluppo.Il periodo veneto che fu quello che portò pace e ricchezza alla città è documentato nel museo interattivo.
Storia
Il palazzo del Podestà subì nel tempo molte trasformazioni e destinazioni, gli scavi che aveva portato alla luce quella che era l'urbe romana, posti sotto l'antica pavimentazione, a conferma dei numerosi rimaneggiamenti dell'edificio, e l'importante storia cittadina hanno condotto la Fondazione Bergamo nella storia a scegliere un nuovo metodo di approccio con i visitatori, attraverso un percorso a tappe, per renderli con una innovativa offerta culturale, partecipi non solo spettatori.[2]. La fondazione volle confermare la fiducia nella cultura non solo come opportunità ma come identità di ogni persona.
L'allestimento del museo è stato realizzato dallo N!03 di Milano, con la collaborazione di Alessandro Bettonagli dell'Architecture Entertainment, ed è integrato da schede di approfondimento, tablet, QRCode, che consentono a ogni visitatore di personalizzare il proprio percorso.[3]
Sale espositive
Il museo accompagna attraverso l'interattività alla conoscenza dei personaggi e dei prodotti che erano la cita cittadina durante il Rinascimento bergamasco e non solo, perché ogni storia di collega alla storia più grande delle scoperte e delle conoscenze. Un metodo moderno di comunicazione, attraverso un viaggio che possa condurre alla conoscenza, attraverso la personalizzazione del percorso attraverso schede di approfondimento, tablet e con il Codice QR. Il museo permette inoltre la visita ad una città su tre livelli differenti, quallo romano su di un piano sotto il livello stradale, quello intermedio con le sale espositive, fino a vedere la città dall'alto del Campanone. Il museo si sviluppa sulla zona archeologica, prosegue su di un perscorso di sette sale, per terminare con la visita alla torre civica.
Area archeologica
Dal piazza Vecchia attraverso la grande apertura ad arco a sesto acuto del palazzo si accede ai resti del protourbano di epoca protostorica (VI-V sec. a.C.), con il foto roomano dell'epoca tardo repubblicana imperiale. Si prosegue poi verso il cavedio rinascimentale, la parte meglio conservata del Seicento con i resti di affreschi e colonne con capitelli, zona che collega elle diverse sale.
SALA I: Questo mondo si può dir nuovo
La sala attraveso una grande grafica animata con cartine geografiche antiche e la voce di uomini, racconta il mondo che era consociuto nel Cinquecento, con i commerci che Venezia teneva da oriente ad occidente e che univano e dividevano i diversi popoli attraverso alleanze politiche, guerre e domini, mettendo al centro la città di Bergamo come ultimo confine d'occidente della ricchissima Repubblica veneta.
Dal museo si accede anche all'antica torre poi diventata campanaria, un tempo hospicio, casa-torre della famiglia ghibellina dei Suardi. Nel XIV secolo la torre divenne hospicio magno comnis pergami in quo morantur rectores comunis Pergami apud turrim dicti hospicii, indicando che fosse stata ampliata diventando la sede dei rettori, ospitando anche le carceri cittadine. Divenne poi di proprietà dell'amministrazione cittadina che vi pose le campane e dal 1656 denominata Campanone con il compito di suonare ogni sera cento rintocchi di campana, che un tempo indicavano la chiusura delle porte cittadine.[4]
Note
- ^ La storia è fatta di storie vienile ad ascoltare, su museodellestorie.bergamo.it, Museo delle storie di Bergamo-Bergamo la città dei Mille. URL consultato il 10 dicembre 2018.
- ^ CONCEPT DI PROGETTO, a cura di N!03 con ALESSANDRO BETTONAGLI Entertainment Architecture, su lightstorage.ecodibergamo.it, N!03. URL consultato il 10 dicembre 2018.
- ^ ecodibergamo.it, L'Eco di Bergamo, 2012, https://www.ecodibergamo.it/stories/cultura-e-spettacoli/263455_museo_del_500/ . URL consultato il 10 dicembre 2018.
- ^ in hospitio magno comunis Pergami apud carcerem comunis Pergami GianMario Petrò, Dalla Piazza di S. Vincenzo alla Piazza Nuova. I luoghi delle istituzioni tra l'età comunale e l'inizio della dominazione veneziana attraverso le carte, Sestante, 2008, ISBN 9788895184913.
Bibliografia
- AA.VV, Il Cinqueento Bergamo e l'età veneta, Sestante Edizioni, 2012, ISBN 978-88-6642-066-8.
Voci correlate
- Museo donizettiano
- Torre civica di Bergamo
- Palazzo del Podestà (Bergamo)
- Rocca di Bergamo
- Storia di Bergamo
Altri progetti
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