Giovanni da Scanzo: differenze tra le versioni
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Questo non lo rese immune dalle lotte intestine che invadevano la città, assistette spettatore impotente anche alla distruzione del palazzo vescovile durante uno scontro tra i guelfi [[Colleoni (famiglia)|Colleoni]], accusati di aver ucciso Jacopo da Mozzo che era sostenito dei ghibellini [[Suardi (famiglia)|Suardi]]. Il Bucelli fu ospitato dalla famiglia Rivola presso la [[Chiesa di San Michele al Pozzo Bianco|chiesa di san Michele]] e dalla basilica di [[Chiesa di Sant'Alessandro in Colonna (Bergamo)| sant'Alessandro]]<ref>{{cita web|url =http://www.bergamosera.com/cms/2013/04/19/bergamo-scomparsa-le-lotte-fra-fazioni-e-la-pena-del-bando/|titolo =Bergamoscomparsa ːle lotte fra le fazioni e la pena del bando|editore =Bergamo sera|accesso =8 marso 2018}}</ref>. |
Questo non lo rese immune dalle lotte intestine che invadevano la città, assistette spettatore impotente anche alla distruzione del palazzo vescovile durante uno scontro tra i guelfi [[Colleoni (famiglia)|Colleoni]], accusati di aver ucciso Jacopo da Mozzo che era sostenito dei ghibellini [[Suardi (famiglia)|Suardi]]. Il Bucelli fu ospitato dalla famiglia Rivola presso la [[Chiesa di San Michele al Pozzo Bianco|chiesa di san Michele]] e dalla basilica di [[Chiesa di Sant'Alessandro in Colonna (Bergamo)| sant'Alessandro]]<ref>{{cita web|url =http://www.bergamosera.com/cms/2013/04/19/bergamo-scomparsa-le-lotte-fra-fazioni-e-la-pena-del-bando/|titolo =Bergamoscomparsa ːle lotte fra le fazioni e la pena del bando|editore =Bergamo sera|accesso =8 marso 2018}}</ref>. |
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Il cancelliere della curia Bartolomeo da Osa, documentò quotidianamente l'attività pastorale del Bucelli. La descrizione puntigliosa delle attività del vescovo, ci danno una immagine chiara del Bucelli |
Il cancelliere della curia Bartolomeo da Osa, documentò quotidianamente l'attività pastorale del Bucelli. La descrizione puntigliosa delle attività del vescovo, ci danno una immagine chiara del Bucelli sia come uomo che come vescovo. Le difficoltà che dovette affrontare ce lo raffigurano dal carattere energico ma sensibile alla cultura, a lui si deve la committenza per i lavori di affrescature dell'''[[Aula della Curia|camera nova alta episcopatus]]''. L'affresco raffigurante il vescovo orante nell'aula della curia vescovile, secondo gli studiosi raffigurerebbe il Bucelli eseguiti durante il suo episcopato<ref>{{cita web|url =http://www.bergamosera.com/cms/2013/10/23/bergamo-scomparsa-laula-della-curia/|titolo=Bergamo scomparsaːL'aula della Curia|editore=Bergamo sera|accesso=8 marzo 2018}}</ref>, dedicandosi in modo attivo anche all'attività pastorale<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books/about/Sinodo_diocesano_tenuto_in_Bergamo_l_ann.html?id=fs_2jwEACAAJ&redir_esc=y|titolo=Sinodo diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo|annno =1853|accesso =25 gennaio 2018}}</ref>. |
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Nel 1304 convocò il ''sinodo diocesano'' che vide la presenza di 171 prelati che vide un rinnovamento della chiesa di Bergamo, dove vennero emanati decreti che regolamentarono con chiarezza quale doveva essere il ruolo degli uomini di chiesa rispetto a fedeli. Il sinodo decretò la condanna per chi avesse profanato i sacramenti, o rubato e danneggiato edifici sacri, l'evasione dei dazi sul trasporto, il gioco d'azzardo e confermando quanto era già stato decretato dal sinodo di Milano del 1287, tenuto da Ottone Visconti che garantiva il divieto di uso e abuso dei beni ecclesistici <ref>{{cita testo|titolo=Sinodo Diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo tratto da un codice Pergameno di Bartolomeo Ossa esistente nell'archivio capitolare e pubblicato|autore=Giovanni Finazzi|editore=Boniardi-Pogliani|città=Milano|anno=1853}}</ref>. <br>Nel 1309 finalmente la città raggiunse la riappacificazione tra le famiglie grazie alla mediazione di Lanfranco Amici e Valentino Solari del [[Chiesa di Santo Stefano (Bergamo)|Monastero di santo Stefano]] e Filippo Vimercati e Guglielmo Pietrogallo del [[Convento di San Francesco (Bergamo)|convento di san Francesco]]. |
Nel 1304 convocò il ''sinodo diocesano'' che vide la presenza di 171 prelati che vide un rinnovamento della chiesa di Bergamo, dove vennero emanati decreti che regolamentarono con chiarezza quale doveva essere il ruolo degli uomini di chiesa rispetto a fedeli. Il sinodo decretò la condanna per chi avesse profanato i sacramenti, o rubato e danneggiato edifici sacri, l'evasione dei dazi sul trasporto, il gioco d'azzardo e confermando quanto era già stato decretato dal sinodo di Milano del 1287, tenuto da Ottone Visconti che garantiva il divieto di uso e abuso dei beni ecclesistici <ref>{{cita testo|titolo=Sinodo Diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo tratto da un codice Pergameno di Bartolomeo Ossa esistente nell'archivio capitolare e pubblicato|autore=Giovanni Finazzi|editore=Boniardi-Pogliani|città=Milano|anno=1853}}</ref>. <br>Nel 1309 finalmente la città raggiunse la riappacificazione tra le famiglie grazie alla mediazione di Lanfranco Amici e Valentino Solari del [[Chiesa di Santo Stefano (Bergamo)|Monastero di santo Stefano]] e Filippo Vimercati e Guglielmo Pietrogallo del [[Convento di San Francesco (Bergamo)|convento di san Francesco]]. |
Versione delle 09:22, 9 mar 2018
Giovanni da Scanzo vescovo della Chiesa cattolica | |
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Giovanni da Scanzo | |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Bergamo |
Nato | a Scanzorosciate |
Nominato vescovo | 31 luglio 1295, |
Deceduto | 12 novembre 1309 |
Giovanni da Scanzo, o Bucelli Giovanni (Scanzorosciate, circa 1250 – Bergamo, 12 novembre 1309), è stato un vescovo cattolico italiano.
Biografia
Malgrado non si conoscano le sue origini e l'anno di nascita, è certo che studiò teologia a Bergamo divenendo presbitero. Il cognome Bucelli risulta indicato solo nelle relazioni scritte dal notaio della curia Bartolomeo da Osa, è maggiormente conosciuto con quello che dovrebbe indicare la sua città di provenienza.
Si recò a Roma al seguito dell'arcidiacono Cassono della Torre dove lavorò per vent'anni presso la cancelleria della curia romana. Grazie alle sue capacità venne nominato canonico di Bergamo dal papa Gregorio X, ma Bergamo, che era rimasta senza vescovo nel 1292 dopo la morte di Roberto Bonghi, si trovava in una situazione politica cittadina molto problematica.
Il capitolo dei canonici della cattedrale, si trovò nell'incapacità di eleggere un nuovo vescovo, causa i dissidi delle famiglie che rappresentavano le diverse fazione e che desideravano imporre il proprio prescelto. Coprì il ruolo, facendone le veci, il vicario capitolare Petrazano Petrazani di Modena.
Il Bucelli fu investito del titolo di vescovo di Bergamo con la bolla Aduniversalis Ecclesiae il 31 luglio 1295, e consacrato da Giovanni Boccamazza, ma attese il mese di dicembre ad occuparne la cattedra, causa la grave situazione cittadina. Fece un ingresso solenne preceduto dalle bolle pontifice di Bonifacio VIII che non solo gli conferivano la nomina ma anche il diritto di collazione di quattro canonicati e le prebende delle chiese collegiate, lettere presentate non solo alle gerarchie ecclesiastiche ma anche agli amministratori comunali.
Questo non lo rese immune dalle lotte intestine che invadevano la città, assistette spettatore impotente anche alla distruzione del palazzo vescovile durante uno scontro tra i guelfi Colleoni, accusati di aver ucciso Jacopo da Mozzo che era sostenito dei ghibellini Suardi. Il Bucelli fu ospitato dalla famiglia Rivola presso la chiesa di san Michele e dalla basilica di sant'Alessandro[1].
Il cancelliere della curia Bartolomeo da Osa, documentò quotidianamente l'attività pastorale del Bucelli. La descrizione puntigliosa delle attività del vescovo, ci danno una immagine chiara del Bucelli sia come uomo che come vescovo. Le difficoltà che dovette affrontare ce lo raffigurano dal carattere energico ma sensibile alla cultura, a lui si deve la committenza per i lavori di affrescature dell'camera nova alta episcopatus. L'affresco raffigurante il vescovo orante nell'aula della curia vescovile, secondo gli studiosi raffigurerebbe il Bucelli eseguiti durante il suo episcopato[2], dedicandosi in modo attivo anche all'attività pastorale[3].
Nel 1304 convocò il sinodo diocesano che vide la presenza di 171 prelati che vide un rinnovamento della chiesa di Bergamo, dove vennero emanati decreti che regolamentarono con chiarezza quale doveva essere il ruolo degli uomini di chiesa rispetto a fedeli. Il sinodo decretò la condanna per chi avesse profanato i sacramenti, o rubato e danneggiato edifici sacri, l'evasione dei dazi sul trasporto, il gioco d'azzardo e confermando quanto era già stato decretato dal sinodo di Milano del 1287, tenuto da Ottone Visconti che garantiva il divieto di uso e abuso dei beni ecclesistici [4].
Nel 1309 finalmente la città raggiunse la riappacificazione tra le famiglie grazie alla mediazione di Lanfranco Amici e Valentino Solari del Monastero di santo Stefano e Filippo Vimercati e Guglielmo Pietrogallo del convento di san Francesco.
Nel medesimo anno il Bucelli si recò a Milano per cercare di intervenire nella liberazione dell'arcivescovo Cassono della Torre, che era stato imprigionato dal cugino Guido accusandolo di aver sostenuto i Visconti. Ma il vescovo, che si trovava già in gravi condizioni di salute, non sopportò le fatiche del viaggio morendo improvvisamente a Milano il 12 novembre[5].
Note
- ^ Bergamoscomparsa ːle lotte fra le fazioni e la pena del bando, su bergamosera.com, Bergamo sera. URL consultato l'8 marso 2018.
- ^ Bergamo scomparsaːL'aula della Curia, su bergamosera.com, Bergamo sera. URL consultato l'8 marzo 2018.
- ^ Sinodo diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo, su books.google.it. URL consultato il 25 gennaio 2018.
- ^ Giovanni Finazzi, Sinodo Diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo tratto da un codice Pergameno di Bartolomeo Ossa esistente nell'archivio capitolare e pubblicato, Milano, Boniardi-Pogliani, 1853.
- ^ Bergamo notizie patrie raccolte da Carlo Facchinetti almanacco per l'anno 1827, Stampaerie Mazzoleni. URL consultato l'8 marzo 2018.
Bibliografia
- Giovanni Finazzi, Sinodo Diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo tratto da un codice Pergameno di Bartolomeo Ossa esistente nell'archivio capitolare e pubblicato, Milano, Boniardi-Pogliani, 1853.
- Bortolo Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, II, Bergamo, pp. 65, 143, 161, 191, 241.
Collegamenti esterni
- Giulia Berardi Azzola, BUCELLI, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 14, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1972. URL consultato il 6 marzo 2018.
Voci correlate