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== La Libreria Guida ==
== La Libreria Guida ==

Ancora prima di entrare nel campo editoriale, la Guida (srl a gestione familiare) era attiva dal [[1920]] come libreria a [[Port'Alba]]. Negli anni del [[fascismo]] la libreria fu un ritrovo di intellettuali antifascisti<ref>{{cita libro |autore = [[Giorgio Amendola]] |titolo = Una scelta di vita |edizione = 5 |città = Milano |editore = [[Rizzoli]] |anno = 1976 |pagina = 162 |sbn = IT\ICCU\LO1\0549071}}</ref>.
Ancora prima di entrare nel campo editoriale, la Guida (srl a gestione familiare) era attiva dal [[1920]] come libreria a [[Port'Alba]]. Negli anni del [[fascismo]] la libreria fu un ritrovo di intellettuali antifascisti<ref>{{cita libro |autore = [[Giorgio Amendola]] |titolo = Una scelta di vita |edizione = 5 |città = Milano |editore = [[Rizzoli]] |anno = 1976 |pagina = 162 |sbn = IT\ICCU\LO1\0549071}}</ref>.


Negli anni Sessanta prendevano «il via – nella “saletta rossa” della libreria Guida – una serie di incontri che la faranno diventare (in un
Negli anni Sessanta prendevano «il via – nella “saletta rossa” della libreria Guida – una serie di incontri che la faranno diventare (in un
periodo molto buio) il luogo centrale della vita culturale napoletana»<ref>N. Tranfaglia, A. Vittoria, ''Storia degli editori italiani. Dall’unità alla fine degli anni Sessanta'', Laterza, Roma-Bari 2000, p. 349 e ss..</ref>. Qui [[Giuseppe Ungaretti]], [[Eugenio Montale]],
periodo molto buio) il luogo centrale della vita culturale napoletana»<ref>N. Tranfaglia, A. Vittoria, ''Storia degli editori italiani. Dall’unità alla fine degli anni Sessanta'', Laterza, Roma-Bari 2000, p. 349 e ssg.</ref>. Qui [[Giuseppe Ungaretti]], [[Eugenio Montale]],
[[Alberto Moravia]], [[Roland Barthes]],
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[[Jack Kerouac]], [[Pier Paolo Pasolini]],
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molti dei quali diventeranno a
molti dei quali diventeranno a
loro volta personaggi di primo piano
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della vita culturale napoletana»<ref>N. Tranfaglia, A. Vittoria, ''Storia degli editori italiani. Dall’unità alla fine degli anni Sessanta'', Laterza, Roma-Bari 2000, p. 349 e ss..</ref>.
della vita culturale napoletana»<ref>N. Tranfaglia, A. Vittoria, ''Storia degli editori italiani. Dall’unità alla fine degli anni Sessanta'', Laterza, Roma-Bari 2000, p. 349 e ssg.</ref>.


La libreria "fu palcoscenico delle provocazioni dei
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== Note ==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*F. Piemontese, ''Guida'', in A. Mainardi (a cura di), ''Storia dell’editoria d’Europa'', II. Italia, Shakespeare & Company, Firenze 1995, pp. 560-61.
* F. Piemontese, ''Guida'', in A. Mainardi (a cura di), ''Storia dell’editoria d’Europa'', II. Italia, Shakespeare & Company, Firenze 1995, pp. 560-61.


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[[Categoria:Case editrici italiane]]
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[[Categoria:Cultura a Napoli]]

Versione delle 16:00, 10 apr 2017

Guida Editori
StatoItalia (bandiera) Italia
Fondazione
Fondata daAlfredo Guida
Sede principaleNapoli, via Bisignano, 11
Sito webwww.guidaeditori.it/

La Guida Editori è una casa editrice fondata a Napoli da Alfredo Guida.

La casa editrice

L'azienda acquistò nel 1930 dalla casa editrice Moderna di Caserta i diritti di pubblicazione dell'opera omnia di Francesco D'Ovidio. "Il 5 maggio 1931, con la sigla AGE, nasceva l'azienda del Guida, il quale pubblicò i 18 volumi dell'insigne linguista e, poco dopo, due opere di Roberto Bracco, i cui diritti in precedenza appartenevano all'editore Sandron"[1]. Nel 1935 venne assegnata alla casa editrice la medaglia d'oro alla prima Esposizione universale di Bruxelles.

Dopo una chiusura nel 1968, la casa editrice fu riaperta da Mario Guida, pubblicando opere di Eugenio Garin e Bernard Groethuysen. La casa editrice ha anche pubblicato opere di Umberto Eco, Giuseppe Galasso, Andrea Camilleri e Martin Heidegger.[2]

La Libreria Guida

Ancora prima di entrare nel campo editoriale, la Guida (srl a gestione familiare) era attiva dal 1920 come libreria a Port'Alba. Negli anni del fascismo la libreria fu un ritrovo di intellettuali antifascisti[3].

Negli anni Sessanta prendevano «il via – nella “saletta rossa” della libreria Guida – una serie di incontri che la faranno diventare (in un periodo molto buio) il luogo centrale della vita culturale napoletana»[4]. Qui Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Alberto Moravia, Roland Barthes, Jack Kerouac, Pier Paolo Pasolini, Domenico Rea, Indro Montanelli e Pierre Klossowski parteciparono a dibattiti che richiamavano «una gran folla di intellettuali, soprattutto giovani, molti dei quali diventeranno a loro volta personaggi di primo piano della vita culturale napoletana»[5].

La libreria "fu palcoscenico delle provocazioni dei giovani Edoardo Sanguineti e Umberto Eco e fu teatro dei proclami beat di Allen Ginsberg e Fernanda Pivano. (...) Tra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso, a Napoli c’erano sei librerie Guida: a Port’Alba, a piazza San Domenico Maggiore, a piazza dei Martiri e altre tre al Vomero, tutte appartenenti ai figli di Alfredo Guida e dei suoi due fratelli"[6].

Note

  1. ^ Maria Iolanda Palazzolo, Alfredo Guida, in Dizionario biografico degli italiani, LXI volume, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004.
  2. ^ Armando Grassi, Un giovane editore per oltre 60 anni tra i libri, in Il Denaro, n. 168, venerdì 7 settembre 2012, p. 5. URL consultato il 7 ottobre 2012.
  3. ^ Giorgio Amendola, Una scelta di vita, 5ª ed., Milano, Rizzoli, 1976, p. 162, SBN IT\ICCU\LO1\0549071.
  4. ^ N. Tranfaglia, A. Vittoria, Storia degli editori italiani. Dall’unità alla fine degli anni Sessanta, Laterza, Roma-Bari 2000, p. 349 e ssg.
  5. ^ N. Tranfaglia, A. Vittoria, Storia degli editori italiani. Dall’unità alla fine degli anni Sessanta, Laterza, Roma-Bari 2000, p. 349 e ssg.
  6. ^ Di Bari, Luca, In morte di una libreria, in Historia Magistra (rivista di storia critica), 14, 1, 2014 (Milano: Franco Angeli, 2014), che prosegue: "Una alla volta sono scomparse tutte. A mantenere l’ultima bandiera è Sergio Guida con un piccolo esercizio a Montesanto, chiamato Papiria e senza il brand Guida. Restano aperte le Guida di Salerno, Benevento e Caserta, gestite da cooperative dei dipendenti".

Bibliografia

  • F. Piemontese, Guida, in A. Mainardi (a cura di), Storia dell’editoria d’Europa, II. Italia, Shakespeare & Company, Firenze 1995, pp. 560-61.