Compagni di scuola (film): differenze tra le versioni
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Versione delle 19:49, 30 ago 2016
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Paese di produzione | Italia |
Durata | 118 min |
Genere | commedia |
Regia | Carlo Verdone |
Soggetto | Leonardo Benvenuti Piero De Bernardi Rossella Contessi Carlo Verdone |
Sceneggiatura | Leonardo Benvenuti Piero De Bernardi Carlo Verdone |
Produttore | Mario e Vittorio Cecchi Gori |
Fotografia | Danilo Desideri |
Montaggio | Antonio Siciliano |
Musiche | Fabio Liberatori |
Scenografia | Giovanni Natalucci |
Costumi | Luca Sabatelli |
Interpreti e personaggi | |
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Compagni di scuola è un film italiano del 1988 diretto e interpretato da Carlo Verdone su un soggetto scritto da egli stesso insieme a Piero De Bernardi, Leonardo Benvenuti e Rossella Contessi. Ispirato a un'esperienza personale dello stesso attore/regista, uscì nelle sale a dicembre 1988 prodotto da Mario e Vittorio Cecchi Gori e distribuito da Columbia.
Trama
Federica, affascinante trentacinquenne abbandonata dal ricco amante che l'ha mantenuta per anni, decide di organizzare a quindici anni dal diploma un incontro con i suoi ex compagni di liceo.
La rimpatriata prende sin dall'inizio una piega malinconica: molti ex compagni infatti riveleranno le loro frustrazioni e i fallimenti che la vita ha riservato loro fino a quel momento.
La galleria di personaggi è eterogenea: il professore di liceo in crisi esistenziale di mezza età con un'amante giovane; l'arricchito spaccone; l'attore fallito; la femminista arrabbiata; il politicante arrivista. Non manca chi nella vita ha avuto un'esistenza senza luci né ombre:
- Piero Ruffolo, soprannominato dagli ex-compagni Er Patata, è un professore di lettere in un liceo privato fuori Roma, oppresso dalla snervante e involgarita moglie. Ha una giovane amante, la sua allieva Cristina.
- Walter Finocchiaro, primo personaggio a comparire, è lo stereotipo dell'arricchito romano: volgare, spaccone, divenuto facoltoso tramite il commercio di carni all'ingrosso. Puntualmente pronto al motteggio dei suoi compagni, è cinico ed estremamente pesante nelle sue umilianti battute, in particolar modo nei confronti di Fabris. Vittima di un furto di denaro, alla fine si dimostra una persona genuina e sincera.
- Piermaria Fabris, secondo personaggio a entrare in scena. Talmente cambiato nell'aspetto da risultare irriconoscibile, diviene oggetto di scherno e battute assai pesanti da parte di molti ex compagni, in particolare Finocchiaro. Sarà il primo a lasciare la festa dopo l'ennesimo mancato riconoscimento da parte di una ex compagna di scuola e le conseguenti derisioni dei vecchi compagni.
- Federica Polidori, organizzatrice della rimpatriata. Donna affascinante, che ha vissuto da mantenuta fino all'abbandono da parte del suo amante. Pur sentimentalmente (ed economicamente) distrutta, dimostra grande gioia nel ritrovare gli ex compagni.
- Bruno Ciardulli, in arte Tony Brando (e noto in precedenza come Mike Foster). Cantante fallito e oberato dai debiti, irrimediabilmente immaturo, arriva al punto di umiliarsi davanti a tutti chiedendo l'elemosina in ginocchio, tenendo persino un piattino in bocca.
- Mauro Valenzani, un politico importante, sottosegretario ai lavori pubblici che viaggia scortato. Freddo, misterioso, cinico e cocainomane, prima convince Piero a portare la sua giovane amante alla festa poi se ne approfitta quando questi si assenta per regolare i conti con la moglie.
- Maria Rita Amoroso, malinconica psicanalista. Estremamente devota al suo lavoro, si adopera per tentare di risolvere i problemi di alcuni compagni, i quali però non si curano dei suoi. È lei che consiglia Ruffolo a chiarirsi definitivamente con la consorte.
- Armando Lepore e Lino Santolamazza giungono insieme alla villa dopo essersi accordati per una burla grottesca ai danni degli ex compagni, fingendo un'invalidità di Lino causata da un fantomatico incidente stradale.
- Ottavio Postiglione, stereotipo del secchione. Meridionalista, come ama definirsi, trapiantato al nord per lavoro. Estremamente logorroico ed esasperante, è per questo evitato dagli ex compagni, nonché addirittura narcotizzato da Finocchiaro e Ciardulli.
- Luca Guglielmi, vignettista, lasciato dalla moglie Valeria per la sua immaturità. Cerca in tutti i modi possibili di riconquistarla, alfine riuscendovi.
- Valeria Donati, affascinante giornalista in crisi con l'ex marito e compagno di scuola Luca, con cui si riappacifica proprio in occasione della rimpatriata.
- Gioia Savastano, la spiritosa della classe che in realtà cela una grande tristezza, che sarà rivelata più tardi quando annuncerà di essere sterile.
- Giulio Attenni, commercialista, separato dalla moglie e da sempre innamorato non corrisposto di Federica. È l'unico che mostra compassione nei riguardi di Fabris, cercando invano di convincere gli altri a non deriderlo. Si erge, in più, a fotografo e cameraman ufficiale della rimpatriata.
- Gloria Montanari, madre con un passato infelice e un bambino senza padre che porta con sé alla festa.
- Francesco Toscani, scapolo, il compagno che negli anni ha migliorato più di tutti il suo aspetto fisico. Perennemente innamorato di Margherita sin dai tempi della scuola, riallaccia un fugace rapporto con lei.
- Margherita Serafini, una bella donna sposata con un capitano dei Carabinieri che l'accompagna alla villa per tornare a riprenderla in seguito. Qui realizza che il feeling con Toscani è ancora vivo.
- Jolanda Scarpellini, amica zitella di Valeria cui è morbosamente legata. Permalosa e acida, viene sfruttata e derisa per tutta la sera da Lepore e Santolamazza.
- Cristina, la giovane allieva e amante di Ruffolo. Oppressa dal padre, al quale nasconde la relazione con il professore, è una ragazza fragile e ingenua, che si fa sedurre dall'onorevole Valenzani.
Valenzani, dopo aver abusato sessualmente di Cristina, abbandona la festa non prima di essere stato preso a pugni da Ruffolo e avere incassato il disprezzo di molti ex compagni (tra cui quello di Finocchiaro: «Aho', la palma der più stronzo j'è rimasta!»). Ciardulli, dopo aver casualmente scoperto la recita di Santolamazza, ordisce un brutto scherzo per smascherarlo, facendolo cascare dalla carrozzina legata al furgoncino del catering, procurandogli contusioni e fratture nonché il ricovero ospedaliero. Lepore si sfoga su Ruffolo appena sopraggiunto e ignaro dell'incidente.
Toscani trova sotto una poltrona un orecchino della Serafini andata via qualche ora prima, facendo presagire un seguito nel rapporto tra i due; Federica Polidori fa le valigie in quanto sfrattata dal suo amante, rimanendo quindi senza mestiere e senza soldi. Prima di congedarsi Attenni propone una foto di gruppo con quelli rimasti che Finocchiaro ritiene «i migliori».
Ruffolo è l'ultimo ad andarsene senza più moglie né amante e con l'auto in panne per la rottura della coppa dell'olio. Pur incerto sul proprio futuro ma liberatosi dei gravosi oneri coniugali e dopo aver dato un pugno a Valenzani, può finalmente concedersi serenamente una cicca di sigaretta gettata via da Ciardulli prima di salutarsi, il tempo di una boccata per poi assistere ai titoli di coda con un fermo immagine di Verdone sulle note di Dream a little dream nella versione dei Mamas & Papas.
Personaggi citati ma non presenti
- Sabatino Barbagallo, ricordato da tutti per la puzza che lo contraddistingueva, morto di leucemia tre anni prima (lo riferisce Gloria Montanari agli altri, stupiti dalla notizia).
- Fulvio Cantamessa, che ha declinato l'invito attraverso un telegramma dai contenuti irrispettosi, asserendo di voler ricordare gli ex compagni con i capelli ancora in testa.
- Micheloni, chiamato in causa da Toscani quando Luca Guglielmi entra nella villa con il casco in testa e invita i presenti a indovinare la sua identità.
- Paglia, citato in un dialogo tra Valenzani e Ruffolo.
Ambientazione, spunti e omaggi
Il film, dichiaratamente ispirato, per ammissione stessa di Carlo Verdone, all'analogo statunitense del 1983 Il grande freddo di Lawrence Kasdan[1], si differenzia dal modello di riferimento per l'assenza di critica generazionale[1]: nacque, altresì, da uno spunto autobiografico dello stesso Verdone e del suo compagno di scuola, e futuro cognato, Christian De Sica, i quali si trovarono invitati a una rimpatriata dai tristi esiti[2].
La colonna sonora, analogamente al Grande freddo, rivisita brani degli anni sessanta/settanta, tra cui A Salty Dog dei Procol Harum, Sugar, Sugar degli Archies, Do It Again degli Steely Dan e With a Girl Like You e Love Is All Around dei Troggs (di cui, contrariamente a quanto afferma Postiglione, il leader non era Chip Taylor, ma Reg Presley).
Nancy Brilli ricevette casualmente il ruolo di Federica Polidori: l'attrice, all'epoca sposata con Massimo Ghini, aveva accompagnato suo marito a una prova costumi e fu scritturata, anche se dovette subire un invecchiamento scenico di circa 10 anni, dovendo interpretare un'ultratrentenne. Tra l'altro, il nome Federica non era affatto comune negli anni cinquanta, decennio in cui i personaggi del film sono nati; si è ipotizzato che il nome, divenuto popolare solo vent'anni più tardi tanto da essere, nel 1976, il sesto più diffuso tra le neonate[3], fosse stato scelto per via dell'aspetto giovanile di Nancy Brilli[3].
Il film segnò l'esordio della carriera di caratterista del romano Angelo Bernabucci (1944-2014): questi, all'epoca poco più che quarantenne, abitante in via Giulia poco lontano dall'abitazione di Verdone, esercitava la professione di libraio, peraltro mai abbandonata anche dopo il debutto sul grande schermo. Il regista, mentre si trovava nell'officina meccanica di un conoscente comune, ne notò la cadenza e lo volle per affidargli la parte del rozzo e arricchito commerciante di carni[4]. Da lì iniziò per Bernabucci una carriera venticinquennale, che lo vide sempre interpretare il personaggio del cosiddetto “coatto” romano, di modi non raffinati ed eloquio greve.
Per quanto riguarda la lussuosa residenza in cui è ambientata la vicenda, citata nel film come «Villa Scialoja», si tratta di Villa Quintili, residenza che si trova lungo via Appia Antica a Roma[5][6]. Il set delle scene balneari fu invece il litorale della Capitale: quelle del tuffo notturno in mare furono girate allo stabilimento “la Marinella” a Castel Porziano, mentre quelle del litigio coniugale di Piero Ruffolo con sua moglie, invece, a Fregene (all'epoca ancora nel comune di Roma) presso lo storico stabilimento “la Nave”, riconoscibile dalle due strutture murarie rappresentanti altrettanti fumaioli, appunto a richiamare l'idea di una nave.
Premi e candidature
- 1989 - David di Donatello
- Migliore attrice non protagonista a Athina Cenci
- Nomination Migliore sceneggiatura a Leo Benvenuti, Piero De Bernardi e Carlo Verdone
- Nomination Migliore attore protagonista a Carlo Verdone
Note
- ^ a b Tullio Kezich, Ridiamo pure di noi, ex liceali dei ’50, in la Repubblica, 22 dicembre 1988. URL consultato il 22 maggio 2014.
- ^ Maria Pia Fusco, Rimpatriata tra ex alunni? Carlo Verdone la sconsiglia, in la Repubblica, 2 dicembre 1988. URL consultato il 22 maggio 2014.
- ^ a b Enzo Caffarelli, I nomi di donna nel cinema di Carlo Verdone, in Rivista Italiana di Onomastica, II, n. 2, Roma, Editrice Romana, secondo semestre 1996, pp. 387, ISSN 1124-8890 .
- ^ Cinema, addio all'attore Bernabucci, in Corriere della Sera, 26 aprile 2014. URL consultato il 22 maggio 2014.
- ^ Chiello, pag. 307
- ^ http://www.villaquintili.com/it/lavilla.html
Bibliografia
- Alessandro Chiello, C’eravamo tanto amati. I capolavori e i protagonisti del cinema italiano, Catania, Narcissus, 2014, ISBN 605-03-2773-4.
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Collegamenti esterni
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