Maria Stuarda (opera): differenze tra le versioni
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'''''Maria Stuarda''''' è un'[[opera lirica]] di [[Gaetano Donizetti]] su [[libretto]] di [[Giuseppe Bardari]] rappresentata in prima assoluta alla [[Teatro alla Scala|Scala]] il 30 dicembre [[1835]] diretta da [[Eugenio Cavallini]]. |
'''''Maria Stuarda''''' è un'[[opera lirica]] di [[Gaetano Donizetti]] su [[libretto]] di [[Giuseppe Bardari]] rappresentata in prima assoluta alla [[Teatro alla Scala|Scala]] il 30 dicembre [[1835]] diretta da [[Eugenio Cavallini]]. |
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==Sfortune e fortune dell'opera== |
== Sfortune e fortune dell'opera == |
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L'opera ebbe un'infelice genesi: uno fu il ritardo dell'opera, prevista per il 6 luglio, ma fu ritardata a causa del giovane e inesperto librettista (Bardari all'epoca era diciassettenne, studente di legge) il cui libretto dovette essere parecchie volte censurato. Un altro motivo fu la zuffa tra le due prime donne, [[Giuseppina Ronzi de Begnis]] e [[Anna del Serre]] (nei ruoli di Maria ed Elisabetta), venute alle mani nella scena dello scontro delle due regine, insultandosi tra di loro pesantemente, al punto che la de Begnis accusò la rivale di essere la favorita del compositore. Donizetti, ormai stufo dei litigi, replicò: ''«Io non proteggo nessuna di voi due, ma due puttane erano quelle (Elisabetta e Maria) e due puttane siete voi due»'', ponendo fine alle liti tra le due. |
L'opera ebbe un'infelice genesi: uno fu il ritardo dell'opera, prevista per il 6 luglio, ma fu ritardata a causa del giovane e inesperto librettista (Bardari all'epoca era diciassettenne, studente di legge) il cui libretto dovette essere parecchie volte censurato. Un altro motivo fu la zuffa tra le due prime donne, [[Giuseppina Ronzi de Begnis]] e [[Anna del Serre]] (nei ruoli di Maria ed Elisabetta), venute alle mani nella scena dello scontro delle due regine, insultandosi tra di loro pesantemente, al punto che la de Begnis accusò la rivale di essere la favorita del compositore. Donizetti, ormai stufo dei litigi, replicò: ''«Io non proteggo nessuna di voi due, ma due puttane erano quelle (Elisabetta e Maria) e due puttane siete voi due»'', ponendo fine alle liti tra le due. |
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L'opera arrivò al debutto un anno dopo, con una non proprio in forma [[Maria Malibran]] nel ruolo di Maria Stuarda. Sebbene la censura le imponesse di non cantare la parte in cui Maria insulta Elisabetta, la Malibran la cantò comunque. |
L'opera arrivò al debutto un anno dopo, con una non proprio in forma [[Maria Malibran]] nel ruolo di Maria Stuarda. Sebbene la censura le imponesse di non cantare la parte in cui Maria insulta Elisabetta, la Malibran la cantò comunque. L'opera venne proibita dopo sole sei recite, e riadattata a un altro libretto, ''[[Buondelmonte (opera)|Buondelmonte]]'', eseguita al [[Teatro San Carlo]] di Napoli nel [[1834]]. Fu ripresa solo nel 1865. Oggi è una della opere donizettiane più note. |
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Nel ruolo di Maria si distinsero soprattutto [[Beverly Sills]], [[Montserrat Caballé]], [[Leyla Gencer]], [[Joan Sutherland]], [[Edita Gruberova]] e [[Mariella Devia]]. Come Elisabetta va ricordata l'interpretazione del [[Soprano Falcon|soprani Falcon]] [[Shirley Verrett]] e [[Anna Caterina Antonacci]], e dei mezzosoprani [[Agnes Baltsa]] e [[Sonia Ganassi]]; come Roberto si possono ricordare [[Luciano Pavarotti]] e [[Juan Diego Florez]]. |
Nel ruolo di Maria si distinsero soprattutto [[Beverly Sills]], [[Montserrat Caballé]], [[Leyla Gencer]], [[Joan Sutherland]], [[Edita Gruberova]] e [[Mariella Devia]]. Come Elisabetta va ricordata l'interpretazione del [[Soprano Falcon|soprani Falcon]] [[Shirley Verrett]] e [[Anna Caterina Antonacci]], e dei mezzosoprani [[Agnes Baltsa]] e [[Sonia Ganassi]]; come Roberto si possono ricordare [[Luciano Pavarotti]] e [[Juan Diego Florez]]. |
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==Cast della prima assoluta== |
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Così come è successo nella ''[[Norma (opera)|Norma]]'' [[Vincenzo Bellini|belliniana]], così pure il contrasto tra i due personaggi femminili che, all'inizio erano soprani, fu sottolineato nel corso del tempo dalla consuetudine di far cantare il ruolo di Elisabetta a un [[mezzosoprano]]. In realtà, è sufficiente creare un contrasto tra i due tipi di soprano, secondo quanto prescritto dall'autore. |
Così come è successo nella ''[[Norma (opera)|Norma]]'' [[Vincenzo Bellini|belliniana]], così pure il contrasto tra i due personaggi femminili che, all'inizio erano soprani, fu sottolineato nel corso del tempo dalla consuetudine di far cantare il ruolo di Elisabetta a un [[mezzosoprano]]. In realtà, è sufficiente creare un contrasto tra i due tipi di soprano, secondo quanto prescritto dall'autore. |
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==Trama dell'opera== |
== Trama dell'opera == |
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===Primo atto=== |
=== Primo atto === |
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Elisabetta annuncia le sue nozze future col re di Francia (''Sì vuol di Francia il Rege''), per poter rafforzare il regno. Essa è allegra, e Talbot approfitta della sua contentezza per affrontare un argomento delicato: Maria Stuarda. Talbot chiede alla regina la liberazione della povera scozzese, detenuta in un castello in mezzo al bosco, accusata di alto tradimento. Cecil, il gran tesoriere, invece esorta la regina a non aver pietà. La regina è dubbiosa: ella sa che Maria ama l'uomo amato anche da lei stessa: Roberto Leicester. <br /> |
Elisabetta annuncia le sue nozze future col re di Francia (''Sì vuol di Francia il Rege''), per poter rafforzare il regno. Essa è allegra, e Talbot approfitta della sua contentezza per affrontare un argomento delicato: Maria Stuarda. Talbot chiede alla regina la liberazione della povera scozzese, detenuta in un castello in mezzo al bosco, accusata di alto tradimento. Cecil, il gran tesoriere, invece esorta la regina a non aver pietà. La regina è dubbiosa: ella sa che Maria ama l'uomo amato anche da lei stessa: Roberto Leicester. <br /> |
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Lo stesso Leicester viene incontrato da Talbot, che gli consegna un foglio: è da parte di Maria, a cui Talbot è andato appena fare visita (''Questa imago, questo foglio''). La regina, insospettita, riesce ad ottenere il foglio, e lo legge. Maria chiede, tramite Leicester, un colloquio alla Regina, nella sua prigione di Forteringa: Elisabetta, stupita, insinua che Leicester provi del tenero per la rivale. Alla fine la Regina, al colmo della gelosia, acconsente ad andare a Forteringa (''Era d'amor l'immagine'' - ''Sul crin la rivale''). |
Lo stesso Leicester viene incontrato da Talbot, che gli consegna un foglio: è da parte di Maria, a cui Talbot è andato appena fare visita (''Questa imago, questo foglio''). La regina, insospettita, riesce ad ottenere il foglio, e lo legge. Maria chiede, tramite Leicester, un colloquio alla Regina, nella sua prigione di Forteringa: Elisabetta, stupita, insinua che Leicester provi del tenero per la rivale. Alla fine la Regina, al colmo della gelosia, acconsente ad andare a Forteringa (''Era d'amor l'immagine'' - ''Sul crin la rivale''). |
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===Secondo atto=== |
=== Secondo atto === |
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Maria, reclusa nel castello di Forteringa, rievoca i bei momenti vissuti in Francia da bambina con la nutrice Anna (''Oh nube, che lieve''). La sua tranquillità viene turbata dai suoni delle trombe da caccia. Giunge Leicester, che spiega a Maria che la caccia è una scusa per Elisabetta per venire a vederla. Roberto la esorta a rimanere calma dinnanzi alla Regina (''Da tutti abbandonata''). <br /> |
Maria, reclusa nel castello di Forteringa, rievoca i bei momenti vissuti in Francia da bambina con la nutrice Anna (''Oh nube, che lieve''). La sua tranquillità viene turbata dai suoni delle trombe da caccia. Giunge Leicester, che spiega a Maria che la caccia è una scusa per Elisabetta per venire a vederla. Roberto la esorta a rimanere calma dinnanzi alla Regina (''Da tutti abbandonata''). <br /> |
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Elisabetta arriva a Forteringa col suo seguito: per l'imminente incontro delle due Regine v'è una tensione palpabile. Maria finalmente arriva, scortata da Talbot: (''È sempre la stessa''), e implora la pietà della cugina (''Morta al mondo e morta al trono''). Elisabetta tuttavia rimprovera a una prostrata Maria i suoi crimini: l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nella morte del secondo marito [[Enrico Stuart, Lord Darnley|Enrico Stuart]], nonché le numerose congiure che le vengono attribuite. Maria, all'inizio supplichevole, al colmo del furore, la copre d'insulti spregevoli (''Figlia impura di Bolena''). Elisabetta, infuriata più che mai, la fa arrestare, promettendole la scure. |
Elisabetta arriva a Forteringa col suo seguito: per l'imminente incontro delle due Regine v'è una tensione palpabile. Maria finalmente arriva, scortata da Talbot: (''È sempre la stessa''), e implora la pietà della cugina (''Morta al mondo e morta al trono''). Elisabetta tuttavia rimprovera a una prostrata Maria i suoi crimini: l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nella morte del secondo marito [[Enrico Stuart, Lord Darnley|Enrico Stuart]], nonché le numerose congiure che le vengono attribuite. Maria, all'inizio supplichevole, al colmo del furore, la copre d'insulti spregevoli (''Figlia impura di Bolena''). Elisabetta, infuriata più che mai, la fa arrestare, promettendole la scure. |
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===Terzo atto=== |
=== Terzo atto === |
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Elisabetta, nei suoi appartamenti, è indecisa se ordinare la condanna a morte della Stuarda, come le consiglia continuamente Cecil. L'arrivo di Leicester fa accendere in lei la gelosia, e le preghiere dell'amato non riescono a farla smuovere dal suo proposito (''D'una sorella, o barbara'') <br /> |
Elisabetta, nei suoi appartamenti, è indecisa se ordinare la condanna a morte della Stuarda, come le consiglia continuamente Cecil. L'arrivo di Leicester fa accendere in lei la gelosia, e le preghiere dell'amato non riescono a farla smuovere dal suo proposito (''D'una sorella, o barbara'') <br /> |
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Nel castello, Maria teme che la regina si vendichi su Leicester, e in quel momento giungono Talbot e Cecil, a confermarle la condanna. Maria rifiuta di essere confessata da un pastore protestante, essendo cattolica, come le offre Cecil. Rimasta sola con Talbot, Maria confessa tutti quanti i suoi peccati (l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nel complotto Babington). Talbot la perdona e le assolve i peccati (''Quando di luce rosea''). <br /> |
Nel castello, Maria teme che la regina si vendichi su Leicester, e in quel momento giungono Talbot e Cecil, a confermarle la condanna. Maria rifiuta di essere confessata da un pastore protestante, essendo cattolica, come le offre Cecil. Rimasta sola con Talbot, Maria confessa tutti quanti i suoi peccati (l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nel complotto Babington). Talbot la perdona e le assolve i peccati (''Quando di luce rosea''). <br /> |
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* Recitativo dopo la cavatina ''No, non m'inganno! Oh cielo!'' (Maria, Leicester) |
* Recitativo dopo la cavatina ''No, non m'inganno! Oh cielo!'' (Maria, Leicester) |
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* Duetto Maria-Leicester ''Ah no! Giammai discendere'' |
* Duetto Maria-Leicester ''Ah no! Giammai discendere'' |
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* Finale I ''Che loco è questo? - |
* Finale I ''Che loco è questo? - È sempre la stessa'' (Elisabetta, Leicester, Cecil, Talbot, Coro, Maria, Anna) |
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=== Parte III === |
=== Parte III === |
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* ''Quando di luce rosea'' duetto "della confessione" tra Talbot e Maria |
* ''Quando di luce rosea'' duetto "della confessione" tra Talbot e Maria |
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* ''Ah se un giorno da queste ritorte'' cabaletta finale di Maria |
* ''Ah se un giorno da queste ritorte'' cabaletta finale di Maria |
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Versione delle 07:34, 28 mar 2016
Maria Stuarda | |
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Maria Stuarda | |
Lingua originale | italiano |
Genere | tragedia lirica |
Musica | Gaetano Donizetti |
Libretto | Giuseppe Bardari (libretto online) |
Fonti letterarie | Maria Stuart di Friedrich Schiller |
Atti | tre |
Epoca di composizione | 1834 |
Prima rappr. | 30 dicembre 1835 |
Teatro | Milano, Teatro alla Scala |
Personaggi | |
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Maria Stuarda è un'opera lirica di Gaetano Donizetti su libretto di Giuseppe Bardari rappresentata in prima assoluta alla Scala il 30 dicembre 1835 diretta da Eugenio Cavallini.
Sfortune e fortune dell'opera
L'opera ebbe un'infelice genesi: uno fu il ritardo dell'opera, prevista per il 6 luglio, ma fu ritardata a causa del giovane e inesperto librettista (Bardari all'epoca era diciassettenne, studente di legge) il cui libretto dovette essere parecchie volte censurato. Un altro motivo fu la zuffa tra le due prime donne, Giuseppina Ronzi de Begnis e Anna del Serre (nei ruoli di Maria ed Elisabetta), venute alle mani nella scena dello scontro delle due regine, insultandosi tra di loro pesantemente, al punto che la de Begnis accusò la rivale di essere la favorita del compositore. Donizetti, ormai stufo dei litigi, replicò: «Io non proteggo nessuna di voi due, ma due puttane erano quelle (Elisabetta e Maria) e due puttane siete voi due», ponendo fine alle liti tra le due.
L'opera arrivò al debutto un anno dopo, con una non proprio in forma Maria Malibran nel ruolo di Maria Stuarda. Sebbene la censura le imponesse di non cantare la parte in cui Maria insulta Elisabetta, la Malibran la cantò comunque. L'opera venne proibita dopo sole sei recite, e riadattata a un altro libretto, Buondelmonte, eseguita al Teatro San Carlo di Napoli nel 1834. Fu ripresa solo nel 1865. Oggi è una della opere donizettiane più note.
Nel ruolo di Maria si distinsero soprattutto Beverly Sills, Montserrat Caballé, Leyla Gencer, Joan Sutherland, Edita Gruberova e Mariella Devia. Come Elisabetta va ricordata l'interpretazione del soprani Falcon Shirley Verrett e Anna Caterina Antonacci, e dei mezzosoprani Agnes Baltsa e Sonia Ganassi; come Roberto si possono ricordare Luciano Pavarotti e Juan Diego Florez.
Cast della prima assoluta
Ruolo | Registro vocale | Interprete |
---|---|---|
Maria Stuarda | soprano | Maria Malibran |
Elisabetta | soprano | Giacinta Puzzi Tosi |
Anna Kennedy | mezzosoprano | Teresa Moja |
Roberto Leicester | tenore | Domenico Reina |
Guglielmo Cecil | baritono | Pietro Novelli |
Giorgio Talbot | basso | Ignazio Marini |
Così come è successo nella Norma belliniana, così pure il contrasto tra i due personaggi femminili che, all'inizio erano soprani, fu sottolineato nel corso del tempo dalla consuetudine di far cantare il ruolo di Elisabetta a un mezzosoprano. In realtà, è sufficiente creare un contrasto tra i due tipi di soprano, secondo quanto prescritto dall'autore.
Trama dell'opera
Primo atto
Elisabetta annuncia le sue nozze future col re di Francia (Sì vuol di Francia il Rege), per poter rafforzare il regno. Essa è allegra, e Talbot approfitta della sua contentezza per affrontare un argomento delicato: Maria Stuarda. Talbot chiede alla regina la liberazione della povera scozzese, detenuta in un castello in mezzo al bosco, accusata di alto tradimento. Cecil, il gran tesoriere, invece esorta la regina a non aver pietà. La regina è dubbiosa: ella sa che Maria ama l'uomo amato anche da lei stessa: Roberto Leicester.
Lo stesso Leicester viene incontrato da Talbot, che gli consegna un foglio: è da parte di Maria, a cui Talbot è andato appena fare visita (Questa imago, questo foglio). La regina, insospettita, riesce ad ottenere il foglio, e lo legge. Maria chiede, tramite Leicester, un colloquio alla Regina, nella sua prigione di Forteringa: Elisabetta, stupita, insinua che Leicester provi del tenero per la rivale. Alla fine la Regina, al colmo della gelosia, acconsente ad andare a Forteringa (Era d'amor l'immagine - Sul crin la rivale).
Secondo atto
Maria, reclusa nel castello di Forteringa, rievoca i bei momenti vissuti in Francia da bambina con la nutrice Anna (Oh nube, che lieve). La sua tranquillità viene turbata dai suoni delle trombe da caccia. Giunge Leicester, che spiega a Maria che la caccia è una scusa per Elisabetta per venire a vederla. Roberto la esorta a rimanere calma dinnanzi alla Regina (Da tutti abbandonata).
Elisabetta arriva a Forteringa col suo seguito: per l'imminente incontro delle due Regine v'è una tensione palpabile. Maria finalmente arriva, scortata da Talbot: (È sempre la stessa), e implora la pietà della cugina (Morta al mondo e morta al trono). Elisabetta tuttavia rimprovera a una prostrata Maria i suoi crimini: l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nella morte del secondo marito Enrico Stuart, nonché le numerose congiure che le vengono attribuite. Maria, all'inizio supplichevole, al colmo del furore, la copre d'insulti spregevoli (Figlia impura di Bolena). Elisabetta, infuriata più che mai, la fa arrestare, promettendole la scure.
Terzo atto
Elisabetta, nei suoi appartamenti, è indecisa se ordinare la condanna a morte della Stuarda, come le consiglia continuamente Cecil. L'arrivo di Leicester fa accendere in lei la gelosia, e le preghiere dell'amato non riescono a farla smuovere dal suo proposito (D'una sorella, o barbara)
Nel castello, Maria teme che la regina si vendichi su Leicester, e in quel momento giungono Talbot e Cecil, a confermarle la condanna. Maria rifiuta di essere confessata da un pastore protestante, essendo cattolica, come le offre Cecil. Rimasta sola con Talbot, Maria confessa tutti quanti i suoi peccati (l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nel complotto Babington). Talbot la perdona e le assolve i peccati (Quando di luce rosea).
Maria sta per essere decapitata: i familiari ed Anna l'attendono per vederla l'ultima volta (Vedeste? - Vedemmo). Maria appare, e chiede a tutti di pregare per la sua anima (Deh, tu di un'umile preghiera). Il primo colpo di cannone introduce Cecil, che chiede a Maria l'ultimo desiderio: la regina chiede solo di avere Anna accanto a sé sul patibolo. Leicester, furente, entra, maledicendo l'ingiusta morte dell'amata: Maria lo supplica di perdonare, come lei ha perdonato ai suoi assassini, e si avvia al patibolo (Ah, se un giorno da queste ritorte).
- William Ashbrook, Donizetti. Le opere, prima edizione in lingua inglese: Donizetti and his Operas, Cambridge University Press, 1982, trad. it. di Luigi Della Croce, EDT, Torino 1987, pp. 130–136, 311-312 - ISBN 88-7063-047-1
Struttura musicale
- Sinfonia
Parte I
- Introduzione Qui si attenda. Ella è vicina - Ahi! Quando all'ara scorgemi (Coro, Elisabetta, Talbot, Cecil)
- Recitativo dopo l'introduzione Fra voi perché non veggio (Elisabetta, Cecil, Leicester)
- Recitativo e duetto Talbot-Leicester Hai nelle giostre, o Talbot - Questa imago, questo foglio
- Scena e duetto Elisabetta-Leicester Sei tu confuso? - Quali sensi!
Parte II
- Scena e cavatina di Maria Allenta il piè, regina - Oh nube! Che lieve per l'aria ti aggiri (Anna, Maria, Coro)
- Recitativo dopo la cavatina No, non m'inganno! Oh cielo! (Maria, Leicester)
- Duetto Maria-Leicester Ah no! Giammai discendere
- Finale I Che loco è questo? - È sempre la stessa (Elisabetta, Leicester, Cecil, Talbot, Coro, Maria, Anna)
Parte III
- Scena e Terzetto Cecil-Elisabetta-Leicester E pensi? e tardi? e vive - Quella vita a me funesta - Regina!
Parte IV
- Scena e duetto Maria-Cecil La perfida insultarmi - Che vuoi?
- Scena e duetto Maria-Talbot Oh mio buon Talbot! - Quando di luce rosea
- Finale II Vedeste? / Vedemmo... - Deh! Tu di un'umile - Di un cor che more reca il perdono - Ah! Se un giorno da queste ritorte (Coro, Anna, Maria, Cecil, Talbot, Leicester)
Brani famosi
- Quando all'ara scorgemi cavatina di Elisabetta
- Era d'amor l'immagine duetto tra Roberto ed Elisabetta
- O nube, che lieve...nella pace del mesto riposo cavatina di Maria
- Morta al mondo...figlia impura di Bolena scena "del confronto" tra Elisabetta e Maria
- Quando di luce rosea duetto "della confessione" tra Talbot e Maria
- Ah se un giorno da queste ritorte cabaletta finale di Maria
Registrazioni discografiche
Anno | Cast (Maria, Elisabetta, Leicester) | Direttore | Etichetta |
---|---|---|---|
1967 | Leyla Gencer, Shirley Verrett, Franco Tagliavini | Francesco Molinari-Pradelli | Memories |
1971 | Beverly Sills, Eileen Farrell, Stuart Burrows | Aldo Ceccato | Westminster Record |
1971, Milano | Montserrat Caballé, Shirley Verrett, Ottavio Garaventa | Carlo Felice Cillario | Opera d'Oro |
1975 | Joan Sutherland, Huguette Tourangeau, Luciano Pavarotti | Richard Bonynge | Decca |
1982 | Janet Baker, Rosalind Plowright, David Rendall | Charles Mackerras | Chandos |
1989 | Edita Gruberova, Agnes Baltsa, Francisco Araiza | Giuseppe Patané | Philips |
Registrazioni DVD
Anno | Cast (Maria, Elisabetta, Leicester) | Direttore | Etichetta |
---|---|---|---|
2001, Bergamo | Carmela Remigio, Sonia Ganassi, Joseph Calleja | Fabrizio Maria Carminati | Dynamic |
2008, Milano | Mariella Devia, Anna Caterina Antonacci, Francesco Meli | Antonino Fogliani | Arthaus Musik |
2009, Venezia | Fiorenza Cedolins, Sonia Ganassi, José Bros | Fabrizio Maria Carminati | Unitel Classica |
2013, New York | Joyce DiDonato, Elza van den Heever, Matthew Polenzani | Maurizio Benini | Erato |
Collegamenti esterni
- Programma di sala, con libretto e note, per l'allestimento 2009 al Teatro La Fenice di Venezia
Controllo di autorità | VIAF (EN) 184004731 · LCCN (EN) n80057039 · GND (DE) 300045840 · BNF (FR) cb139115913 (data) · J9U (EN, HE) 987007597326705171 |
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