Samira Saleh al-Naimi: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
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Samira Saleh al-Naimi era un noto avvocato e difensore dei diritti umani, conosciuta e molto stimata per le sue attività che comprendevano la difesa dei detenuti e il sostentamento delle famiglie disagiate della città di [[Mosul|Mossul]].
Samira Saleh al-Naimi era un noto avvocato e difensore dei diritti umani, conosciuta e molto stimata per le sue attività che comprendevano la difesa dei detenuti e il sostentamento delle famiglie disagiate della città di [[Mossul]].


Samira Saleh al-Naimi è stata [[Pena di morte|condannata a morte]] da un [[tribunale]] religioso-militare illegale e terrorista per aver pubblicato sul social network Facebook messaggi che criticavano la distruzione di luoghi di preghiera a [[Mossul]] da parte dei terroristi [[Jihad|jihadisti]] dell'autoproclamatosi [[Califfato]] di religione jihadista sunnita. Sul suo profilo al-Naimi aveva definito barbarica la distruzione delle moschee e dei santuari di preghiera di altre [[Confessione religiosa|confessioni religiose]].
Samira Saleh al-Naimi è stata [[Pena di morte|condannata a morte]] da un [[tribunale]] religioso-militare illegale e terrorista per aver pubblicato sul social network Facebook messaggi che criticavano la distruzione di luoghi di preghiera a [[Mossul]] da parte dei terroristi [[Jihad|jihadisti]] dell'autoproclamatosi [[Califfato]] di religione jihadista sunnita. Sul suo profilo al-Naimi aveva definito barbarica la distruzione delle moschee e dei santuari di preghiera di altre [[Confessione religiosa|confessioni religiose]].

Versione delle 08:03, 16 nov 2015

Samira Saleh al-Naimi (1963Mossul, 22 settembre 2014) è stata un avvocato e attivista irachena.

Biografia

Samira Saleh al-Naimi era un noto avvocato e difensore dei diritti umani, conosciuta e molto stimata per le sue attività che comprendevano la difesa dei detenuti e il sostentamento delle famiglie disagiate della città di Mossul.

Samira Saleh al-Naimi è stata condannata a morte da un tribunale religioso-militare illegale e terrorista per aver pubblicato sul social network Facebook messaggi che criticavano la distruzione di luoghi di preghiera a Mossul da parte dei terroristi jihadisti dell'autoproclamatosi Califfato di religione jihadista sunnita. Sul suo profilo al-Naimi aveva definito barbarica la distruzione delle moschee e dei santuari di preghiera di altre confessioni religiose.

Arrestata il 17 settembre 2014, dopo cinque giorni di torture e un processo sommario attraverso il quale fu accusata di apostasia,[1][2] è stata uccisa pubblicamente per fucilazione da un plotone di esecuzione incapucciato, in una piazza di Mossul e il suo corpo abbandonato sul ciglio della strada.

Voci correlate

Collegamenti

Note

  1. ^ (EN) Iraq: Lawyer and human rights defender Samira Saleh Al-Naimi executed by ISIS in Mosul, su gc4hr.org, Gulf Center for Human Rights, 23 settembre 2014. URL consultato il 26 dicembre 2014.
  2. ^ Isil, attivista irachena torturata 5 giorni prima di essere uccisa, su lapresse.it, lapresse, 25 settembre 2014. URL consultato il 26 dicembre 2014.