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Tutto è Uno: differenze tra le versioni

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Versione delle 13:49, 14 mar 2013

Tutto è uno
Titolo originaleThe Holographic Universe
L'ipotesi della scienza olografica
AutoreMichael Talbot
1ª ed. originale1991
1ª ed. italiana1997
Generesaggio
Sottogenerefisica, psicologia, filosofia
Lingua originaleinglese

Tutto è uno è un saggio scritto da Michael Talbot, pubblicato nel 1991 negli U.S.A. e nel 1997 in Italia, che descrive con grande ricchezza di fonti scientifiche sperimentali la possibilità di una visione olografica della realtà.

Argomento

Nella parte iniziale ci viene descritto cosa sia un ologramma, di cui è dato anche un grafico dettagliato. In seguito, spaziando dalla fisica alla psicologia, gli studi che l'autore porta alla nostra attenzione sono quelli di nomi famosi quali Karl Pribram, Einstein, Bohr, Bohm, il famoso psichiatra Stanislav Grof. Una vasta costellazione di studi distinti, condotti in campi diversi, che concorrono a disegnare la trama di una ipotesi: l'ipotesi della scienza olografica. La presentazione di questi studi distinti è intervallata da suggestive citazioni letterarie di poesie di William Blake e scritti di Sant'Agostino e Proust, disegnando la prospettiva filosofica di un universo in cui in ogni singolo elemento, ad es. l'uomo stesso, è possibile rinvenire la struttura completa del Tutto.

Struttura

Il volume si suddivide in nove capitoli.

Il cervello come ologramma

Viene data la descrizione verbale e grafica di un ologramma. Viene poi discussa la possibilità di un modello olografico per tutto l'universo, suggerendo che tale modello possa spiegare ad es. le sincronicità, cioè le cosiddette coincidenze. Vengono citati gli studi condotti nel 1987 da Robert G. Jahn, fisico, e Brenda J. Dunne, psicologa, riguardanti l'interazione psichica della mente con la realtà materiale. A seguire, l'autore propone di approcciarsi anche a campi della conoscenza come la fisica quantistica senza il timore reverenziale che già la denominazione suscita, penetrando quell'alone di paura che ci blocca, ovviamente senza arroganza, senza andare superficialmente ad intuito, dilettantisticamente, bensì seguendo il rispetto sempre per la competenza, per le persone che comunque hanno studiato e indagato e ci presentano dati scientifici; senza bloccarci nel timore, nel timore di comprendere, andando dunque davvero in fondo alle problematiche con curiosità e gioia, volendo davvero chiederci, con onestà, se tale conoscenza ci arricchisce, se dice anche qualcosa per noi, se può esserci comunicata in maniera chiara, questa conoscenza, non volutamente resa oscura per la persona comune; vedere se noi, noi stessi come persone siamo parte di questa conoscenza, o se invece noi siamo una cosa e la conoscenza sia una realtà distante e misteriosa diversa da noi come persone; osservare e valutare da noi stessi se con onestà ci si aprono nuovi spiragli in una realtà altrimenti ben triste, dove il miglioramento personale ci è precluso o è congelato in rigidi dogmi che non comunicano più energia vitale, passione di fare, entusiasmo per la vita, passione di realizzare qualcosa in condivisione con gli altri; una realtà forse in cui la conoscenza è asettica, priva di vita, frammentata in settori non comunicanti tra loro e relegata solo agli addetti ai lavori; una realtà priva della possibilità che una persona possa trarre dai più vari studi una visione d'insieme per arricchirsi e elevare il proprio livello di consapevolezza. La stessa espressione livello di consapevolezza - che è la cosa più semplice preziosa e vitale - viene spesso resa volutamente così contorta e complessa da scoraggiare il lettore che, onestamente, vorrebbe arricchirsi e migliorarsi soprattutto come persona, e non solo come serbatoio di nozioni mentali combattenti le une contro le altre. Infine Talbot espone gli studi mirabili dello psichiatra Stanislav Grof, che davvero ci fanno entusiasmare, aprendo la nostra visuale, il modo in cui vediamo la realtà. Sperando sempre che non vi sia eccesso di antagonismo e soppressione, però, cercando di spegnere davvero il fuoco della rabbia in noi, contemplando, semplicemente contemplando, con calma, nuove possibilità proposte anche da antichi studi come quello citato di Grof, moderando il nostro antagonismo, davvero cercando di valutare in modo ecologico l'effetto di nostre critiche, rabbie, avversioni, ecologico nel senso di cercare onestamente di prevedere a lungo termine che effetto avranno sugli altri esseri, a lungo termine, le nostre parole di rabbia, perché non è nella conoscenza asettica, nella polemica sterile, ma in un silenzioso e contemplativo arricchimento interiore la possibilità di crescita che abbiamo come esseri, crescita nostra personale, crescita nel miglioramento nel rapporto che abbiamo verso gli altri, essendo davvero persone migliori verso gli altri, migliori spiritualmente.

Il cosmo come ologramma

L'autore ci espone gli studi di Bohm che negli anni condussero a delineare una ipotesi di struttura olografica dell'universo. Vari esempi vengono riportati, tra cui, quello forse più suggestivo, è quello della particella che a volte è una particella, e subito dopo non lo è più, diventando un'onda. A seguire viene descritta sia la possibilità di una interconnessione fra tutti i fenomeni del cosmo, sia la possibilità che vi siano ordini o dimensioni che sovrintendono alla realtà quotidiana, ossia sono implicite nella realtà che viviamo e ad essa preposte. Con più dettaglio che nel capitolo precedente sono esposti e commentati dall'autore gli studi di Stanislav Grof che, col tempo, hanno portato all'evoluzione della psicologia transpersonale.

Il modello olografico e la psicologia

I sogni e l'universo olografico; la psicosi e l'ordine implicito; sogni lucidi e universi paralleli; la terapia olotropica; difetti nella trama della realtà. La definizione di Jung del concetto di sincronicità: uno dei più grandi contributi del famoso uomo di scienza. Lo studio delle personalità multiple effettuato presso il National Institutes of Health da parte di Frank Putnam.

Io canto il corpo olografico

Vengono descritti numerosi casi di effetto placebo, casi in cui convinzioni personali di pazienti affetti da gravi patologie cliniche hanno alterato il decorso della malattia, casi di guarigioni sorprendenti e particolari. A seguire la descrizione del mock-up ossia la visualizzazione mentale ad es. di un risultato sportivo agonistico positivo, come tecnica di allenamento per gli atleti sovietici in vista delle competizioni internazionali; la possibile connessione di tali immagini mentali con il tutto olografico; le conclusioni del Dott. Lewis Thomas sul potere dell'inconscio in merito alla sparizione di lievi disturbi anche cutanei, come le semplici verruche.

Una tasca colma di miracoli

Il capitolo inizia con una citazione di Sant'Agostino, per la quale i miracoli non sono una opposizione alla natura, ma uno stimolo per noi ad ampliare il nostro livello di consapevolezza e percepire anche nuovi aspetti, nuove dimensioni implicite nella natura materiale che sperimentiamo nel vivere quotidiano. A seguire esempi e studi condotti sulla psicocinesi; una spiegazione della psicocinesi data dallo stesso Bohm; descrizione specifica degli esperimenti condotti al REG (Random Events Generator) dai Dottori Robert G. Jahn e Brenda J. Dunne.

Vedere olograficamente

Viene proposta la possibilità che il nostro corpo fisico sia il risultato dell'interazione di campi più sottili determinati dalle nostre menti; la possibilità che alcune persone abbiano la percezione di tali campi sottili; la definizione di Bohm di campo elettrico.

Il tempo oltre la mente

La possibilità che in una quarta dimensione, ossia una dimensione superiore e implicita nella nostra normale e consueta terza dimensione che viviamo quotidianamente, il tempo non sia lineare come noi lo percepiamo: i momenti non sarebbero infilati l'uno di seguito all'altro, in una successione quali le perline poste su un filo; la percezione, l'essenza stessa del tempo nella quarta dimensione sarebbe diversa da quella che ci appare qui nella nostra terza dimensione; Norman Emerson e le sue scoperte archeologiche.

Viaggiare nell'ologramma

Il Dott. Kenneth Ring e la sua interpretazione delle percezioni tramite il corpo; la descrizioni di possibili percezioni oltre il corpo fisico.

Ritorno al tempo del sogno

Le esperienze oniriche come interessante studio per l'ipotesi olografica; l'azione del laser sulla pellicola olografica e il suono olofonico; nuovi tipi di computer e livelli superiori di consapevolezza.

Note


Voci correlate

Fonti bibliografiche

  • Wilder Penfield, The Mystery of the Mind: A Critical Study of Consciousness and the Human Brain - Princeton, 1975
  • Karl Lashley, In Search of the Engram - New York, 1950, pp. 454-482
  • Karl Pribram, Languages of the Brain - Monterey, California, 1977
  • J. Collier e C. B. Burckhardt, Optical Holography - New York, 1971
  • Richard Restak, The Brain - New York, 1979
  • F. David Peat, Synchronicity: The Bridge between Mind and Matter - New York, 1987
  • Jeanne Achterberg, Imagery in Healing - Boston, 1985

Collegamenti esterni