Festa di sant'Alfio a Lentini: differenze tra le versioni

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===La leggenda della [[peste]]===
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[[Immagine:S.Alfio 2008 (254).JPG|thumb|2.832 × 2.128px|right|Interno dell'Ex Cattedrale di Lentini, sepolcri dei Santi Martiri.]]
[[Immagine:S.Alfio 2008 (254).JPG|thumb|2.832 × 2.128px|right|Interno dell'Ex Cattedrale di Lentini, sepolcro dei Santi Martiri.]]
Quando i tre fratelli di [[Vaste]] giunsero a [[Lentini]], la trovarono appestata.
Quando i tre fratelli di [[Vaste]] giunsero a [[Lentini]], la trovarono appestata.
Riuscirono, però, a miracolarla, liberandola dalla peste. Oggi, nella chiesa di [[San Francesco di Paola]], si conserva a sinistra dell'altare un frammento di roccia che conserva le orme dei tre fratelli che sarebbero state lasciate nel momento in cui Lentini fu liberata dalla peste.
Riuscirono, però, a miracolarla, liberandola dalla peste. Oggi, nella chiesa di [[San Francesco di Paola]], si conserva a sinistra dell'altare un frammento di roccia che conserva le orme dei tre fratelli che sarebbero state lasciate nel momento in cui Lentini fu liberata dalla peste.
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===La leggenda del [[terremoto]]===
===La leggenda del [[terremoto]]===
Questa leggenda riguarda sempre la chiesa di Maria della Fontana o dei tre Santi.
Questa leggenda riguarda sempre la chiesa di Maria della Fontana o dei tre Santi.
Nell'[[abside]], si trovano le statue di cera raffiguranti i tre santi. Si racconta che, in occasione del ricordo della traslazione delle reliquie dei tre fratelli ([[2 settembre]]), le statue vennero spostate e portate fuori dalla chiesa: nello stesso istante, si abbatté su Lentini un violento sisma, tanto che le statue vennero immediatamente riportate all'interno della chiesa ed il sisma cessò.
Nell'[[abside]], si trovano le statue di cera raffiguranti i tre santi. Si racconta che, in occasione del ricordo della traslazione delle reliquie dei tre fratelli ([[2 Settembre]]), le statue vennero spostate e portate fuori dalla chiesa: nello stesso istante, si abbatté su Lentini un violento sisma, tanto che le statue vennero immediatamente riportate all'interno della chiesa ed il sisma cessò.
Da allora non vennero più spostate.
Da allora non vennero più spostate.


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Quest'antica usanza rispecchierebbe l'unione fraterna tra i Santi Martiri, la quale supera ogni barriera temporale.
Quest'antica usanza rispecchierebbe l'unione fraterna tra i Santi Martiri, la quale supera ogni barriera temporale.


- Nella mattinata dell'11 maggio, nell''''Ex Cattedrale''' di Lentini vi è la celebrazione della SS.Messa in onore dei martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, la quale funzione religiosa è svolta dal vescovo dell'[[Arcidiocesi di Siracusa]] e accompagnata dalla celebre '''Corale Polifonica "Ad Dei Laudem"''' di [[Lentini]].
- Nella mattinata dell'11 maggio, nell''''Ex Cattedrale''' di Lentini vi è la celebrazione della SS.Messa in onore dei Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, la quale funzione religiosa è svolta dal vescovo dell'[[Arcidiocesi di Siracusa]] e accompagnata dalla celebre '''Corale Polifonica "Ad Dei Laudem"''' di [[Lentini]].


===La ricorrenza del tre===
===La ricorrenza del tre===
La ricorrenze del tre rappresenta forse più che una leggenda, un elemento di coincidenza facilmente appurato, prendendo in esame i giorni e le date riguardanti i tre Santi: nacquero tutti il terzo giorno di un mese, sono tre fratelli, giunsero a Lentini il [[3 settembre]] del 252, vennero martirizzati nel 253, il giorno dei tre Santi si festeggia il 10 maggio, i pozzi aperti dalla lingua di S.Alfio durante il suo martirio sono tre.
La ricorrenze del tre rappresenta forse più che una leggenda, un elemento di coincidenza facilmente appurato, prendendo in esame i giorni e le date riguardanti i tre Santi: nacquero tutti il terzo giorno di un mese, sono tre fratelli, giunsero a Lentini il [[3 settembre]] del 252, vennero martirizzati nel 253, il giorno dei tre Santi si festeggia il [[10 Maggio]], i pozzi aperti dalla lingua di S.Alfio durante il suo martirio sono tre.


==="Influenza" catanese===
==="Influenza" catanese===
- Nonostante la festa a [[Lentini]] in onore di [[S.Alfio]] abbia avuto una certa influenza (dovuta alla vicinanza) con la festa catanese in onore di [[S.Agata]], la Vara lentinese è più grande rispetto a quella catanese.
- Nonostante la festa a [[Lentini]] in onore di [[S.Alfio]] abbia avuto una certa influenza (dovuta alla vicinanza) con la festa catanese in onore di [[S.Agata]], la '''Vara Lentinese''' è più grande rispetto a quella '''Catanese'''.


- Il celebre '''"Busto di S.Agata"''' è piuttosto piccolo e facilmente divisibile dalla sua Vara mentre il '''Fercolo di S.Alfio''' è molto più grande (dimensioni leggermente superiori a quelle umane nonché seduto sulla poltrona d'argento) e non viene mai spostato altrove (salvo rare eccezioni come restauri).
- Il celebre '''"Busto di S.Agata"''' è piuttosto piccolo e facilmente divisibile dalla sua Vara mentre il '''Fercolo di S.Alfio''' è molto più grande (dimensioni leggermente superiori a quelle umane nonché seduto sulla '''poltrona d'argento''') e non viene mai spostato altrove (salvo rare eccezioni come restauri).


==Compatroni==
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==S.Alfio nel mondo==
==S.Alfio nel mondo==

Versione delle 15:21, 8 mag 2011

(SCN)

«Prima Diu e i Santi Mattri, Mattri Santi!»

(IT)

«Prima Dio e (poi) i Santi Martiri, Martiri Santi!»

(SCN)

«E chiamamulu a Sant'Affiu, Sant'Affiu!»

(IT)

«E chiamiamolo a Sant'Alfio, Sant'Alfio!»

Template:InfoFestività

La Festa di Sant'Alfio è la più importante festa religiosa della città di Lentini (SR) e si celebra in onore dei tre Santi Patroni della città. Si svolge tutti gli anni dalla sera del 9 all'alba del 12 maggio e il 2 settembre.

Alfio, Filadelfo e Cirino sono tre santi cristiani del III secolo.

Secondo la tradizione agiografica, erano tre fratelli, figli di due patrizi di fede cristiana, Vitale e Benedetta, vissuti nella cittadina di Vaste in provincia di Lecce; i tre sarebbero stati uccisi durante l'epoca delle persecuzioni imperiali, accusati di aver provocato la generale rovina in cui era caduto l'Impero romano.

Sant'Alfio è considerato il Patrono dei muti.

Festività e riti

Nella chiesa madre di Lentini, a tutt'oggi, si conserva un busto reliquiario d'argento che contiene il cuore di Sant'Alfio, che la sera del 9 maggio viene portato in processione.

All'una di notte viene aperta la chiesa e inizia il "giru santu", ovvero il giro santo effettuato dai tradizionali "Nuri", cioè uomini coperti solo da calzoncini bianchi, che scalzi toccano correndo i luoghi legati al martirio dei tre fratelli, invocandoli con la tipica espressione "Prima DDiu e i Santi Mattri" (prima Dio e poi i santi Martiri) a cui si risponde "Mattri Santi" (Martiri Santi).

Il 10 maggio il fercolo argenteo di Sant'Alfio e le reliquie vengono portati in processione dai Cavalieri del Santo Sepolcro con il mantello bianco crociato di rosso, la deputazione ed i Devoti Spingitori, i canonici con la mozzetta purpurea. La città è vestita a festa, tramite le tradizionali luminarie, e gli stendardi rossi appesi ai balconi delle case, con la scritta "W S.Alfio", "W. S.Alfio S.Filadelfo S.Cirino" o semplicemente "W. i SS. Martiri".

Tutto questo è accompagnato da momenti commoventi, fino all'alba del 12 maggio quando il santo viene riposto nella sua cappella.

File:S alfio2006-05.JPG
I "Nuri" accostati all'Ex Cattedrale in procinto di iniziare il "giru santu".

I festeggiamenti in onore dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino a Lentini rientrano negli appuntamenti religiosi e tradizionali più importanti nel panorama siciliano e italiano.

La Chiesa e i Santi Martiri

Si concludeva così la breve vita terrena dei tre Santi, ma il loro sangue non era stato versato invano.

L'ultimo vescovo Costantino (787), intimorito dai pericoli di una imminente invasione musulmana, impose in gran segreto il trasferimento delle sacre reliquie nel suo convento di Fragalà al principio del IX secolo e da allora i lentinesi non ne ebbero più notizie.

Sino al 22 settembre del 1516 quando alcuni operai, nell'abbattere un muro del monastero di Fragalà, trovarono nascosta in un sacco di tela una cassetta contenente ossa umane ed un manoscritto in greco antico. Informato l'abate, questi si premurò di far tradurre il documento che confermò essere quelle ossa i resti umani dei 3 giovani fratelli che erano stati martirizzati a Lentini. Grande fu la gioia dei monaci che, dopo una solenne processione, conservarono le reliquie nella loro chiesa sotto l'altare da tempo consacrato ai 3 martiri. La notizia ben presto giunse a Catania e poi a Lentini, dove si decise di mandare cinque sacerdoti ed un laico alla Badia di Fragalà per sondare gli umori di quei monaci e nello stesso tempo per studiare la topografia del convento nel caso si dovesse optare per un ricorso alla forza. La missione non ebbe purtroppo un esito felice: sulla loro richiesta i monaci non si pronunciarono apertamente, avallarono diritti, chiesero di sentire prima i loro superiori.

File:S alfio2006-07.JPG
S.Alfio all'interno dell'Ex Cattedrale di Lentini.

Al ritorno a Lentini questa presa di posizione fu illustrata dagli sconfitti ambasciatori ai loro concittadini che, desiderosi di avere al più presto i resti dei propri Martiri protettori, votarono ad unanimità in assemblea di armare una spedizione per avere con la forza quello che non erano riusciti ad ottenere con la forza di quella legge naturale che dava loro il diritto al possesso delle sacre reliquie. Questa, al comando di Giovanni Musso, giunse sul far della notte del 29 agosto, di fronte al Convento di Fragalà. Dopo aver bussato ripetutamente e rassicurato i monaci delle loro intenzioni, i lentinesi, visti vani i tentativi di pacifico accesso, decisero l'azione di forza. In breve entrarono nel cortile.

Ai monaci, impauriti per quella brusca invasione di armati, parteciparono ancora una volta il nobile scopo della loro missione, che altro non era di ritornare in possesso delle reliquie dei loro Santi protettori; reliquie che alla fine furono loro consegnati dall'abate. il 2 settembre 1517 quindi, 80 cavalieri entrarono al galoppo a Lentini, accolti dagli applausi, e portavano, sorretta da "fra servo di Dio" la cassetta con le reliquie dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino. Questa fu consegnata ai sacerdoti della chiesa di Lentini e dopo una solenne processione custodita nella Chiesa dei Martiri.

Ma se il cittadino lentinese era stato soddisfatto nelle sue aspirazioni la chiesa leontina, invece, non poteva chiudere questo capitolo della sua nobile storia con quell'atto di forza "extra legem". Così mandò vari doni ai monaci di Fragalà e, successivamente, tramite alla brillante arringa di difesa di Don Costantino, inviato espressamente dal senato Lentinese in Vaticano, chiese e ottenne dal sommo pontefice Leone X la conferma della titolarità del possesso delle reliquie e la remissione di ogni censura.

I Fratelli Martiri esposti all'interno dell'Ex Cattedrale di Lentini il 2 settembre di ogni anno.

I vescovi lentinesi fino al IX secolo

La breve vita terrena dei tre santi si concluse, dunque, in modo tragico. Essi vennero però a costituire il seme della chiesa lentinese, che ebbe il privilegio di essere elevata a sede vescovile, privilegio che tenne sino al 790. Il primo vescovo di Lentini fu Neofito, nuovo nome di quell'Alessandro, vicario di Tertullo, convertitosi anch'egli al cristianesimo e consacrato nel 259. Seguirono Rodippo (290), Crispo (305), Teodosio Maratonide (338), Feliciano (372), Herodion (407), Teodosio (438), Crescenzio (496), Luciano I (538), Alessandro (600), Lucido (643), Luciano II (649), Costantino (787), con cui si chiude la serie storicamente accertata.

Inni a S.Alfio

Col passare del tempo, i cittadini lentinesi hanno elaborato una serie di inni in onore del loro Santo Patrono. Attualmente, gli inni maggiormente utilizzati sono:


Testo di monsignor Moschitto - Musica di Don Paolo Leggeri:

1. A Lentini di zagara adorna,

nella luce dei santi più bella,

il tuo sangue, cadendo, risorse

in fulgore di splendida stella.

Ritornello: O martire Sant'Alfio,

dammi l'ardente brama

del cielo e dell'amore,

File:S.Alfio 2008 (217).JPG
S.Alfio venerato a Lentini.

dammi la forza indomita

di confessar la fé.

2. Tre fratelli di stirpe latina,

in quell'era di strage e tormenti,

dieder forti la vita novella,

per ardore di fede roventi.

Rit.: O martire sant'Alfio…

3. In un'alba di maggio dorata

tre cherubini spiriti aleggianti,

sorvolando con strofe desiata,

tre corone riportano al cielo.

Rit.: O martire Sant'Alfio…

4. Le corone che mai sulla terra

vengon spente dall'ira e dal sangue,

che dal mondo ne fanno una serra

di germogli, di gigli e di Santi.

Rit.: O martire Sant'Alfio…

File:S.Alfio 2007 (254)bis.JPG.JPG
S.Alfio in Piazza Duomo e il popolo lentinese che intona gli inni a Lui dedicati.


Testo di don Giovanni M. D'Asta:

1. O Sant'Alfio glorioso

dal tuo trono eccelso in ciel

volgi il guardo tuo pietoso

sul tuo popol fedel.

Ritornello: Tutti noi concittadini

t'invochiamo con amor

o Sant'Alfio su Lentini

le tue grazie spargi ognor.

2. Coi fratelli benedetti

Filadelfo e Cirino

ora infiamma i nostri petti

per Gesù d'amor divino.

Ritornello: Tutti noi concittadini

v'invochiamo con amor

o fratelli su Lentini

vostre grazie date ognor.

Leggende

Attorno alle tre figure dei Santi Martiri della chiesa di Lentini ruotano numerose leggende e credenze che vengono trasmesse oralmente da padre in figlio. Alcune di esse trovano riscontro nelle documentazioni storiche, altre sono basate su testimonianze scritte dagli storici, altre ancora vengono semplicemente raccontate. Qui di seguito ne riportiamo alcune.

La leggenda del Simeto

La vara di S.Alfio, accompagnata dai Devoti Spingitori, prima della celebre "Agghianata ra Santa Cruci".

Si narra che durante le persecuzioni cristiane da parte dei romani, i tre fratelli di Vaste, giunti ormai nei pressi di Lentini, più esattamente nel fiume Simeto, si trovarono nella difficoltà di doverlo attraversare, avendo i soldati romani alle loro spalle; il Simeto allora più grande e rigoglioso di quanto sia oggi, era un turbinio di acque. I tre fratelli, non avendo altra possibilità, si avventurarono in quelle acque, ma invece di sprofondarvi, vi camminarono sopra, mentre i soldati romani che volevano prenderli vi annegarono.

La leggenda del cavallo

Nella grotta rupestre di Tertullo, chiamata a rutta di ra Tattullu, carcere dei tre santi, nella parte di destra in alto si possono vedere delle orme di zoccoli di cavallo, di cui non si sa ben spiegare l'origine. Alcuni dicono sia stato un cavallo alato, altri dicono si trattasse del cavallo di Tertullo che cadde dalla sommità della grotta, altri le attribuiscono al mito di Pegaso alato.

La leggenda della peste

Interno dell'Ex Cattedrale di Lentini, sepolcro dei Santi Martiri.

Quando i tre fratelli di Vaste giunsero a Lentini, la trovarono appestata. Riuscirono, però, a miracolarla, liberandola dalla peste. Oggi, nella chiesa di San Francesco di Paola, si conserva a sinistra dell'altare un frammento di roccia che conserva le orme dei tre fratelli che sarebbero state lasciate nel momento in cui Lentini fu liberata dalla peste.

La leggenda dei pozzi

Quella dei pozzi è, forse, l'unica leggenda che si avvalga di elementi materiali che ne spieghino l'origine. Si racconta che, durante il martirio dei tre fratelli, la lingua mozzata di Sant'Alfio cadesse a terra, facendo tre balzi e scavando tre pozzi. Ancora oggi nella Chiesa della Fontana, edificata sulle basi di un foro romano, è possibile scrutare i tre pozzi nel luogo in cui vennero martirizzati. In occasione della festa patronale, quello centrale viene aperto e l'acqua santa contenuta miracolosamente si innalza di livello.

La leggenda del terremoto

Questa leggenda riguarda sempre la chiesa di Maria della Fontana o dei tre Santi. Nell'abside, si trovano le statue di cera raffiguranti i tre santi. Si racconta che, in occasione del ricordo della traslazione delle reliquie dei tre fratelli (2 Settembre), le statue vennero spostate e portate fuori dalla chiesa: nello stesso istante, si abbatté su Lentini un violento sisma, tanto che le statue vennero immediatamente riportate all'interno della chiesa ed il sisma cessò. Da allora non vennero più spostate.

Curiosità

File:S.Alfio 2008 (304).JPG
S.Alfio all'interno della Chiesa della Fontana con lo sguardo rivolto verso i fratelli.

- Nella notte tra il 10 e l'11 di maggio la Vara di S.Alfio viene riposta all'interno della Chiesa della Fontana con lo sguardo rivolto verso i fratelli, collocati da secoli nell'abside della chiesa. Quest'antica usanza rispecchierebbe l'unione fraterna tra i Santi Martiri, la quale supera ogni barriera temporale.

- Nella mattinata dell'11 maggio, nell'Ex Cattedrale di Lentini vi è la celebrazione della SS.Messa in onore dei Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, la quale funzione religiosa è svolta dal vescovo dell'Arcidiocesi di Siracusa e accompagnata dalla celebre Corale Polifonica "Ad Dei Laudem" di Lentini.

La ricorrenza del tre

La ricorrenze del tre rappresenta forse più che una leggenda, un elemento di coincidenza facilmente appurato, prendendo in esame i giorni e le date riguardanti i tre Santi: nacquero tutti il terzo giorno di un mese, sono tre fratelli, giunsero a Lentini il 3 settembre del 252, vennero martirizzati nel 253, il giorno dei tre Santi si festeggia il 10 Maggio, i pozzi aperti dalla lingua di S.Alfio durante il suo martirio sono tre.

"Influenza" catanese

- Nonostante la festa a Lentini in onore di S.Alfio abbia avuto una certa influenza (dovuta alla vicinanza) con la festa catanese in onore di S.Agata, la Vara Lentinese è più grande rispetto a quella Catanese.

- Il celebre "Busto di S.Agata" è piuttosto piccolo e facilmente divisibile dalla sua Vara mentre il Fercolo di S.Alfio è molto più grande (dimensioni leggermente superiori a quelle umane nonché seduto sulla poltrona d'argento) e non viene mai spostato altrove (salvo rare eccezioni come restauri).

Compatroni

Alfio, Filadelfo e Cirino sono compatroni di alcuni comuni italiani:

File:S.Alfio 2008 (49).JPG
La Reliquia di S.Alfio e i fuochi in Piazza Duomo la sera del 9 Maggio.

S.Alfio nel mondo

Alfio, Filadelfo e Cirino vengono celebrati anche d'oltralpe:

Collegamenti esterni

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