Non Mollare: differenze tra le versioni

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Regolarmente venivano stampate due o tremila copie, grazie al contributo volontario dei lettori e nel torno di poco tempo il giornale clandestino iniziò a circolare rapidamente. Il numero 5, del febbraio [[1925]], tirò 25&nbsp;000 copie grazie alla pubblicazione del memoriale di [[Filippo Filippelli ]]<ref>Direttore del quotidiano fascista “ Corriere Italiano” e proprietario dell’automobile con cui era stato ucciso [[Giacomo Matteotti]] e, pertanto, reso da [[Benito Mussolini|Mussolini]] parzialmente responsabile dell’omicidio.</ref>, in cui [[Benito Mussolini|Mussolini]] venne chiamato in causa come mandante dell’assassinio di [[Giacomo Matteotti]].
Regolarmente venivano stampate due o tremila copie, grazie al contributo volontario dei lettori e nel torno di poco tempo il giornale clandestino iniziò a circolare rapidamente. Il numero 5, del febbraio [[1925]], tirò 25&nbsp;000 copie grazie alla pubblicazione del memoriale di [[Filippo Filippelli ]]<ref>Direttore del quotidiano fascista “ Corriere Italiano” e proprietario dell’automobile con cui era stato ucciso [[Giacomo Matteotti]] e, pertanto, reso da [[Benito Mussolini|Mussolini]] parzialmente responsabile dell’omicidio.</ref>, in cui [[Benito Mussolini|Mussolini]] venne chiamato in causa come mandante dell’assassinio di [[Giacomo Matteotti]].


Nell’aprile del [[1925]] i fascisti trovarono alcuni pacchetti del giornale nello studio di tre avvocati fiorentini. A questo punto per il “gruppo dei salveminiani” l’esilio divenne una via obbligata. Nel novembre 1926 [[Carlo Rosselli]] e un gruppo di socialisti milanesi – tra cui [[Riccardo Bauer]] e [[Ferruccio Parri]] - iniziarono ad organizzare e a coordinare l'espatrio di [[Giuseppe Saragat]], [[Paolo Treves]], [[Pietro Nenni]] e [[Filippo Turati]].
Nell’aprile del [[1925]] i fascisti trovarono alcuni pacchetti del giornale nello studio di tre avvocati fiorentini. A questo punto per il “gruppo dei salveminiani” l’esilio divenne una via obbligata. Nel novembre [[1926]] [[Carlo Rosselli]] e un gruppo di socialisti milanesi – tra cui [[Riccardo Bauer]] e [[Ferruccio Parri]] - iniziarono ad organizzare e a coordinare l'espatrio di [[Giuseppe Saragat]], [[Paolo Treves]], [[Pietro Nenni]] e [[Filippo Turati]].
== Nel dopoguerra ==
== Nel dopoguerra ==
Le edizioni di «Non Mollare» ripresero tra il [[1945]] e il [[1961]] come organo del Partito d’Azione fiorentino sul quale scrisse tra gli altri [[Giorgio Spini]].<ref>[http://www.polistampa.com/asp/so.asp?id=7036]</ref>
Le edizioni di «Non Mollare» ripresero tra il [[1945]] e il [[1961]] come organo del Partito d’Azione fiorentino sul quale scrisse tra gli altri [[Giorgio Spini]].<ref>[http://www.polistampa.com/asp/so.asp?id=7036]</ref>

Versione delle 23:45, 4 mag 2011

Non Mollare fu un quotidiano clandestino antifascista - il primo in Italia - stampato a Firenze tra il gennaio e l'ottobre del 1925 e, come rivista dal 1945 al 1961.

Alcuni redattori del giornale nel 1925:Nello Traquandi, Tommaso Ramorino, Carlo Rosselli, Ernesto Rossi, Luigi Emery, Nello Rosselli.

A partire dal gennaio 1925, un gruppo d'intellettuali salveminiani – Nello Traquandi, Tommaso Ramorino, Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi e lo stesso Salvemini – dopo l’esperienza fiorentina del “Circolo della cultura”, destinata ad essere bruscamente interrotta da una violenta incursione delle camicie nere nella sede del circolo in Borgo Santi Apostoli, e quella ancor più rischiosa di “Italia Libera[1], decise di dare vita ad un «foglio clandestino di battaglia».

Il titolo, come ricorda Gaetano Salvemini richiamandosi ad un racconto di Ernesto Rossi, venne suggerito da Nello Rosselli.

«Avevamo passato in rassegna i nomi dei periodici italiani e stranieri che conoscevamo, risalendo fino a quelli del Risorgimento. Nessuno ci sembrava adatto per la testata del giornaletto che volevamo fare. In mancanza di meglio ci eravamo fermati sul nome “ Il Crepuscolo”. Ma non eravamo soddisfatti. Poteva dar luogo ad equivoci […] dal sostantivo si sarebbe potuto trarne l’aggettivo “crepuscolari”, con il quale non ci sarebbe certo piaciuto di essere qualificati… Fu Nello Rosselli finalmente a suggerire: Chiamiamolo “Non Mollare”. E tutti fummo subito d’accordo.»

Traquandi e Rossi avevano il compito di reperire notizie riservate sulle tipografie, osservando le rigorose regole della clandestinità.

Gli scopi del Non Mollare, nelle intenzioni dei suoi fondatori, non erano tanto quelle di costituire un quotidiano di informazione, ma soprattutto quelle di disobbedire alle proibizioni impartite dal governo fascista, esercitando il diritto a promuovere il “libero pensiero”.

Regolarmente venivano stampate due o tremila copie, grazie al contributo volontario dei lettori e nel torno di poco tempo il giornale clandestino iniziò a circolare rapidamente. Il numero 5, del febbraio 1925, tirò 25 000 copie grazie alla pubblicazione del memoriale di Filippo Filippelli [2], in cui Mussolini venne chiamato in causa come mandante dell’assassinio di Giacomo Matteotti.

Nell’aprile del 1925 i fascisti trovarono alcuni pacchetti del giornale nello studio di tre avvocati fiorentini. A questo punto per il “gruppo dei salveminiani” l’esilio divenne una via obbligata. Nel novembre 1926 Carlo Rosselli e un gruppo di socialisti milanesi – tra cui Riccardo Bauer e Ferruccio Parri - iniziarono ad organizzare e a coordinare l'espatrio di Giuseppe Saragat, Paolo Treves, Pietro Nenni e Filippo Turati.

Nel dopoguerra

Le edizioni di «Non Mollare» ripresero tra il 1945 e il 1961 come organo del Partito d’Azione fiorentino sul quale scrisse tra gli altri Giorgio Spini.[3]

Note

  1. ^ Un'associazione di reduci antifascisti indirizzata a propagandare la disobbedienza civile e ad organizzare azioni dimostrative, nata nel 1923 nello studio dell’avvocato Enrico Bocci e diretta da Dino Vannucci, Ernesto Rossi, Carlo Rosselli, Piero Calamandrei e Nello Rosselli.
  2. ^ Direttore del quotidiano fascista “ Corriere Italiano” e proprietario dell’automobile con cui era stato ucciso Giacomo Matteotti e, pertanto, reso da Mussolini parzialmente responsabile dell’omicidio.
  3. ^ [1]

Bibliografia

  • AA. VV., «Non mollare» (1925), Torino, Bollati Boringhieri 2005 ISBN 8833916278

Collegamenti esterni