Domenico Flabanico: differenze tra le versioni
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'''Domenico Flabanico''' fu il ventinovesimo [[Doge (Venezia)|doge]] di [[Venezia]], eletto dopo una sede vacante di un anno. Questo perché alcuni, dopo la destituzione di [[Pietro Barbolano]] ventottesimo doge, avrebbero voluto riportare sul trono dogale [[Ottone Orseolo]], ventisettesimo doge, che era stato esiliato a [[Costantinopoli]]. Nel [[1032]] comunque [[Ottone Orseolo]] morì di malattia senza poter rientrare a Venezia. |
'''Domenico Flabanico''' fu il ventinovesimo [[Doge (Venezia)|doge]] di [[Venezia]], eletto dopo una sede vacante di un anno. Questo perché alcuni, dopo la destituzione di [[Pietro Barbolano]] ventottesimo doge, avrebbero voluto riportare sul trono dogale [[Ottone Orseolo]], ventisettesimo doge, che era stato esiliato a [[Costantinopoli]]. Nel [[1032]] comunque [[Ottone Orseolo]] morì di malattia senza poter rientrare a Venezia. |
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Domenico Flaibanco si era arricchito con il commercio della seta, ed era probabilmente discendente |
Domenico Flaibanco si era arricchito con il commercio della seta, ed era probabilmente discendente da un ''gens romana''. Come doge, fu dapprima orientato a soddisfare l'insoddisfazione popolare contro le famiglie nobiliari, ma successivamente basò la propria forza sull'oligarchia basata su un consiglio nobiliare (il futuro ''minor consiglio'' della [[Repubblica di Venezia]]) che sosteneva gli interessi generali delle famiglie possidenti; egli favorì l'espansione agricola nell'entroterra ed il rafforzamento della flotta, creando così nuova ricchezza e quindi nuova nobiltà ed alleanze. |
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Versione delle 13:30, 12 lug 2006
Domenico Flabanico fu il ventinovesimo doge di Venezia, eletto dopo una sede vacante di un anno. Questo perché alcuni, dopo la destituzione di Pietro Barbolano ventottesimo doge, avrebbero voluto riportare sul trono dogale Ottone Orseolo, ventisettesimo doge, che era stato esiliato a Costantinopoli. Nel 1032 comunque Ottone Orseolo morì di malattia senza poter rientrare a Venezia.
Domenico Flaibanco si era arricchito con il commercio della seta, ed era probabilmente discendente da un gens romana. Come doge, fu dapprima orientato a soddisfare l'insoddisfazione popolare contro le famiglie nobiliari, ma successivamente basò la propria forza sull'oligarchia basata su un consiglio nobiliare (il futuro minor consiglio della Repubblica di Venezia) che sosteneva gli interessi generali delle famiglie possidenti; egli favorì l'espansione agricola nell'entroterra ed il rafforzamento della flotta, creando così nuova ricchezza e quindi nuova nobiltà ed alleanze.
Durante il suo dogado non vi furono guerre. Il doge morì di morte naturale.