Vai al contenuto

Giovanni Damasceno: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
CruccoBot (discussione | contributi)
m ha spostato San Giovanni Damasceno a Giovanni Damasceno: eliminato attributo
(Nessuna differenza)

Versione delle 17:14, 7 lug 2006

San Giovanni Damasceno, nato Giovanni Mansùr a Damasco intorno al 650 da famiglia araba di fede cristiana, santo cattolico e Dottore della Chiesa.

In giovane età, per le sue eccellenti doti intellettuali e grazie alla posizione della sua famiglia, diviene consigliere del Califfo della sua città, che, in un'epoca caratterizzata da convivenza e (precaria) tolleranza religiosa in palestina, lo nomina, pur cristiano, Gran Visir di Damasco. Caduto in disgrazia presso il suo protettore, viene processato per tradimento e gli viene amputata la mano sinistra. Si allontana dunque da Damasco e si fa monaco a San Sabba (o San Saba), monastero fra Betlemme e Gerusalemme, dove è fatto Vescovo. Predica e scrive moltissimo, guadagnandosi la fama di "San Tommaso d'Oriente", e muore secondo la tradizione nel 749, alla veneranda età di 99 anni.

L'opera più ricordata è il De Fide Orthodoxa, dove, grande devoto della Madonna, sostiene la verginità della stessa Sant'Anna, madre di Maria. Impegnato contro l'iconoclastia, decretata dall'imperatore di Costantinopoli Leone III nel 726, le sue tesi prevalgono, insieme a quelle di San Germano di Costantinopoli, nel Secondo concilio di Nicea (787, dopo la sua morte). Fatto Santo e Dottore della Chiesa, è ricordato tradizionalmente il 4 dicembre (con memoria facoltativa), data alla quale è stato riportato nel Nuovo Calendario del Concilio Vaticano II, dopo essere stato a lungo ricordato il 27 marzo.

Sull'amputazione della mano all'origine della conversione, nasce una leggenda molto diffusa: Giovanni avrebbe offerto la mano tagliata ad un'immagine della Madonna, senza chieder nulla. Dall'icona sarebbe uscita una mano della Vergine, che avrebbe riattaccato l'arto offeso. Allora Giovanni fece applicare all'icona una mano votiva d'argento. Col successo dei dogmi del Santo, crebbe anche la fama di questa madonna con tre mani, detta Tricherusa, frequente nell'iconografia ortodossa, di cui si conserva una copia preso il monastero di Chilandàri, nella penisola del Monte Athos, repubblica monastica in territorio greco. Una grande immagine di San Giovanni Damasceno si trova nella chiesa di San Blandano di Bronte, ai piedi dell'Etna, dove è ritratto nella pala destra dell'altare con tre braccia, due protese a venerare la Vergine, una nell'atto di scrivere.

Omonimi

Giovanni Damasceno, pur operante a Gerusalemme, non va confuso con San Giovanni di Gerusalemme. In realtà quest'ultimo non è una persona, ma un monastero di Gerusalemme città, eretto nel 577 da Papa Gregorio Magno come ospedale per i pellegrini in terrasanta ed intitolato a San Giovanni Battista, protettore dei pellegrini e dei viandanti. L'ordine dei monaci di San Giovanni Battista di Gerusalemme (Fratres Hospitalarii) diventa famoso perché si convertono a cavalieri (noti anche col nome di cavalieri di Rodi o di Malta), divisi in tre ulteriori ordini, di cui il più famoso è quello dei difensori del Tempio, i famosi Templari. La città di Akko (arabo Akka), in Palestina, è luogo dei Cavalieri di Gerusalemme ed è detta anche nella tradizione San Giovanni d'Acri. Un ultimo San Giovanni è più noto alla tradizione dell'ospitalità come patrono dei pellegrini, degli ospedali e degli stampatori: San Giovanni di Dio (Juan Ciudad, 1495-1550, portoghese) fondatore dell'Ordine Fatebenefratelli.


  • Piero Bargellini, Mille Santi del giorno, Vallecchi editore, 1977