Gallia: differenze tra le versioni
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L'ultimo sussulto della resistenza gallica all'occupazione avvenne nel [[52 AC]] quando i Galli si coalizzarono sotto la guida del carismatico [[Vercingetorige]] che venne però sconfitto nell'assedio di Alesia catturato e portato a Roma in catene per sfilare dietro al carro del vincitore ed essere giustiziato.<br> |
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Versione delle 14:29, 26 feb 2006
La Gallia corrisponde grossomodo all'attuale territorio francese.
In realtà il nome Gallia venne dato dagli abitanti di Roma ad una zona assai più vasta che comprendeva l'attuale Italia settentrionale e il Belgio.
Il nome Gallia deriva dal modo in cui i Romani chiamavano le popolazioni celtiche ivi stanziate.
Queste popolazioni sono di origine indoeuropea e pertanto giunsero in Europa contemporaneamente alle altre.
Di queste antiche popolazioni celtiche non è rimasto molto se non qualche menhir in Bretagna e alcune costruzioni in pietra al di là della Manica.
Oggi le popolazioni che più si avvicinano a quelle che colonizzavano la Francia 2000 anni fa si trovano proprio in Bretagna e, nel Regno Unito in Galles e Irlanda.
Le odierne popolazioni francesi invece sono i discendenti della fusione tra civiltà latina e celtica, mescolatesi dopo la conquista di Cesare. È un errore pensare che i Franchi abbiano contribuito in modo determinante nel mutare la composizione etnica della Gallia, dal momento che essi furono assimilati quasi subito nello strato celto-latino preesistente. L'unica traccia che lasciarono nella nazione francese è il suo stesso nome, che tra l'altro era inizialmente riferito alla sola area parigina.
La società gallica era contraddistinta da un frazionamento del territorio in tribù ma questo non impediva la presenza di contatti fra le diverse tribù.
Questi contatti erano per lo più tenuti dai druidi che tanto hanno affascinato nei secoli successivi gli scrittori. Questi erano il tramite tra il cielo e l'uomo e cercavano di placare l'ira degli dei oppure ottenere favori mediante sacrifici di animali.
Inoltre si riteneva che fossero capaci di leggere il futuro nelle viscere degli animali o nel volo degli uccelli mediante la cosiddetta aruspicina.
Erano inoltre considerati dei medici e si credeva conoscessero i poteri delle erbe officinali.
I Galli erano già noti ai Greci e ai Fenici che navigando erano già giunti ad avere contatti commerciali con i Galli soprattutto in Provenza.
La loro prima apparizione nella storia però si ha con il sacco di Roma del 390 AC in cui le popolazioni celtiche guidate da Brenno attaccarono la città e la saccheggiarono. La storiografia latina riporta l'episodio associato a quello delle oche capitoline che secondo la leggenda facendo rumore avrebbero svegliato i soldati romani scongiurando l'occupazione del Campidoglio.
Viene però anche riportata la cocente umiliazione inferta ai Romani quando Brenno chiese oro in cambio della sua ritirata da Roma; i Romani non avrebbero mai più dimenticato questa lezione e fino all'arrivo di Attila, Roma non sarebbe più stata saccheggiata.
Quasi due secoli dopo ritroviamo i Galli che aiutano l'esercito d'Annibale proveniente dalla Spagna ad attraversare le Alpi e in seguito a combattere nella pianura padana contro le truppe inviate contro di lui dai consoli Romani.
La sconfitta di Annibale e la progressiva espansione della repubblica portò prima all'occupazione della Gallia Cisalpina (attuale pianura padana), e poi al consolidamento di una testa di ponte oltralpe in Provenza.
Ancora oggi il nome di questa regione francese ricorda la sua origine (Provence: da provincia nome con cui i romani indicavano i territori al di fuori dell'Italia).
La cosiddetta Gallia Narbonese avrebbe rappresentato il punto di partenza per le conquiste di Gaio Giulio Cesare ed era unita alla capitale mediante la via Aurelia.
Fattosi nominare proconsole e governatore di questa provincia, Giulio Cesare, partì alla conquista del territorio ancora non occupato spingendosi fin sulla Manica ed in Belgio.
Le sue gesta sono narrate in un'opera da lui intitolata "de bello gallico".
In questa opera riporta anche i costumi e le usanze delle molteplici tribù galliche che via via incontrò e sconfisse.
L'ultimo sussulto della resistenza gallica all'occupazione avvenne nel 52 AC quando i Galli si coalizzarono sotto la guida del carismatico Vercingetorige che venne però sconfitto nell'assedio di Alesia catturato e portato a Roma in catene per sfilare dietro al carro del vincitore ed essere giustiziato.
Da questo momento i destini della Gallia e dell'impero andranno di pari passo con la romanizzazione dei Galli e la costruzione di cittadine, strade ed acquedotti.
Ancora oggi si possono ammirare le opere romane ad Aix-en-Provence, Arles e Nimes. Inoltre le città di Lione e di Parigi furono fondate su siti preesistenti di villaggi gallici.
Il confine sul Reno sarà il punto massimo di espansione verso la Germania.
Con la ristrutturazione dell'impero da parte di Diocleziano in tetrarcati la Gallia divenne uno dei due territori affidati ai cesari, imperatori subordinati, destinato a diventare poi augusti.
A questo punto però l'impero inizia ad essere attaccato da nuove tribù di stirpe germanica che attraversano sempre più spesso il confine. Queste tribù si stanziano nei territori che precedentemente appartenevano ai Galli e la più forte e determinata risulta essere quella dei Franchi.
All'inizio del V secolo in ogni caso Attila decise di muovere guerra contro l'esercito Romano di stanza in Gallia ma fu sconfitto dal generale Ezio nella battaglia dei Campi Catalaunici.
La sorte della Gallia si sarebbe ufficialmente divisa da quella di Roma solo nel 476 alla caduta dell'impero ma di fatto Roma non controllava più da tempo questa regione.
Da questo momento in poi la storia della Gallia e quella della Francia coincidono e il nome Gallia dato alla Francia resisterà per tutto il medioevo negli scritti in latino.