Per Anger: differenze tra le versioni

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Versione delle 19:38, 6 gen 2024

Per Johan Valentin Anger

Console generale di Svezia a San Francisco
Durata mandato1961 –
1966
PredecessoreManne Lindholm
SuccessoreCarl Henrik Petersén

Ambasciatore di Svezia in Australia
Durata mandato1970 –
1975
PredecessoreGösta af Petersens
SuccessorePer Lind

Ambasciatore di Svezia in Canada
PredecessoreÅke Malmaeus
SuccessoreKaj Björk

Ambasciatore di Svezia alle Bahamas
SuccessoreKaj Björk

Dati generali
Università
  • Università di Stoccolma
  • Università di Uppsala[1]

Per Johan Valentin Anger (Göteborg, 7 dicembre 1913[1]Stoccolma, 25 agosto 2002[1]) è stato un diplomatico svedese, collaboratore di Raoul Wallenberg presso la legazione svedese a Budapest durante la seconda guerra mondiale, in quel periodo molti ebrei furono salvati perché forniti di passaporti svedesi. Dopo la guerra, trascorse molto tempo a cercare di chiarire il destino di Wallenberg.

Biografia

Gli inizi della carriera e la seconda guerra mondiale

Nato a Göteborg, ha studiato legge all'Università di Stoccolma e successivamente all'Università di Uppsala. Dopo essersi laureato nel novembre 1939, fu arruolato nell'esercito. Poco dopo, il Ministero degli Affari Esteri gli offrì un posto di tirocinante presso la legazione svedese a Berlino, che iniziò nel gennaio 1940. Fu assegnato al dipartimento del commercio, ma dopo che la legazione ricevette informazioni su un imminente attacco nazista in Norvegia e Danimarca, fu coinvolto nella trasmissione delle informazioni a Stoccolma. Nel giugno 1941 tornò a Stoccolma, dove si occupò delle relazioni commerciali tra Svezia e Ungheria. Nel novembre 1942 fu inviato a Budapest come secondo segretario della legazione svedese.[2]

Dopo che la Germania invase l'Ungheria il 19 marzo 1944, Anger fu coinvolto negli sforzi per aiutare gli ebrei ungheresi: ha dato origine all'idea di rilasciare dei passaporti provvisori svedesi e altri certificati speciali per proteggere gli ebrei dall'internamento e dalla deportazione. Inizialmente furono emessi settecento documenti. Sebbene la legalità dei documenti fosse messa in dubbio, il governo ungherese accettò di riconoscere i loro portatori come cittadini svedesi. Il 9 luglio, Raoul Wallenberg è arrivato a Budapest:[3] ha subito esteso l'iniziativa di Anger, introducendo pass protettivi colorati (Schutzpasse)[4] e creando "rifugi sicuri" in tutta la città. Anger e Wallenberg hanno lavorato insieme, spesso strappando letteralmente le persone ai trasporti e alle marce della morte. Dopo l'invasione sovietica nel gennaio 1945, sia Anger che Wallenberg furono presi in custodia. Anger è stato rilasciato tre mesi dopo, ma Wallenberg non è mai più tornato, diventando una delle persone scomparse più famose del XX secolo.[5]

Nel dopoguerra

Dopo la guerra, Anger prestò servizio in numerose sedi diplomatiche in Egitto, Etiopia, Francia, Austria e Stati Uniti. In seguito divenne capo del programma di aiuti internazionali della Svezia e servì come ambasciatore in Australia, Canada e Bahamas. Durante la sua carriera del dopoguerra, Anger ha guidato gli sforzi per scoprire cosa fosse successo a Wallenberg, incontrando anche personalmente il segretario generale sovietico Michail Gorbačëv negli anni '80.[1] Nel 2000, il governo russo ha finalmente riconosciuto che Wallenberg e il suo autista sono morti durante la custodia sovietica nel 1947, anche se le circostanze esatte della loro morte rimangono poco chiare.

Anger è morto a Stoccolma dopo aver subito un ictus.[6]

Riconoscimenti ed onorificenze

Targa sul sito dell'ex ambasciata svedese a Budapest, in onore di Carl Ivan Danielsson, Raoul Wallenberg e Per Anger.

Premio Per Anger

Il Premio Per Anger è stato istituito dal governo svedese per onorare la memoria dell'ambasciatore e viene assegnato per il lavoro e per le iniziative umanitarie in nome della democrazia. Il premio viene assegnato a singoli o gruppi che si sono distinti in passato o in tempi più recenti.[8]

Vincitori del premio

Nome Anno Motivazione
Gennaro Verolino 2004 Per aver salvato oltre 30.000 ebrei dall'Olocausto[9]
Arsen Sakalov 2005 Per aver documentato gli abusi nella repubblica di Cecenia
Ales' Bjaljacki 2006 Per aver lottato pubblicamente per i diritti umani
Yolanda Becerra 2007 Per aver sfidato le forze armate in un clima intimidatorio, al fine di rafforzare le voci che rischiano di essere messe a tacere
Sebastian Bakare 2008 Per aver lottato contro l'oppressione e per la libertà di parola
Brahim Dahane 2009 Per aver lottato per i diritti umani durante il conflitto tra Marocco e Sahara occidentale
Elena Urlaeva 2010 Attivista per i diritti umani in un ambiente ostile
Narges Mohammadi 2011 Per aver lottato pubblicamente per i diritti umani e la libertà delle donne in Iran
Sapiyat Magomedova 2012 Avvocato per i diritti umani in un ambiente violento e rischioso
Justine Ijeomah 2013 Per aver combattuto per i poveri ed i poco istruiti, e per lavorare ostinatamente per abolire la pena di morte
Rita Mahato 2014 Per aver lottato contro la violenza sessuale contro donne e ragazze
Islena Rey Rodríguez 2015 Attivista per i diritti umani in un ambiente ostile
Abdullah al-Khateeb 2016 Portavoce e manifestante pacifico per l'uomo diritti in Siria
Gégé Katana Bukuru 2017 Per aver lottato per i diritti delle donne e contro la violenza sessuale[10]
Teodora del Carmen Vásquez 2018 Per aver lottato per il diritto delle donne alla salute sessuale e riproduttiva in El Salvador[11]
Najwa Alimi 2019 Con grande coraggio e rischio per la propria vita, la giornalista Najwa Alimi combatte perché le donne siano viste e le loro storie ascoltate in Afghanistan. Un paese in cui le donne raramente possono uscire di casa da sole, figuriamoci lavorare ed essere viste in TV. Lavora anche per garantire che le ragazze abbiano accesso ai libri per rompere il loro isolamento attraverso la letteratura. Ispira speranza per una nuova generazione di ragazze e ragazzi afgani.[12]
Intisar Al-Amyal 2020 Si batte per i diritti delle donne in Iraq, ha documentato le violazioni dei diritti umani per 20 anni. Fa luce sulla violenza domestica, sui matrimoni precoci e sui delitti d'onore. Aumenta la consapevolezza dei bisogni urgenti delle donne e delle ragazze vittime dello Stato Islamico e di altri gruppi estremisti.[13]
S'bu Innocent Zikode 2021 Nonostante sia stato preso di mira e minacciato, Sibusiso Innocent Zikode mette in luce le ingiustizie commesse contro i cittadini più emarginati della società. I suoi sforzi aiutano ad aumentare la consapevolezza di cosa significhi avere diritto alla casa e alla terra.[14]

Note

  1. ^ a b c d Per Anger, 88; Swedish Diplomat Helped Save Jews From Nazi Camps, 28 agosto 2022.
  2. ^ Per Anger. Swedish diplomat who, along with Raoul Wallenberg, saved thousands of Jews from Nazi death camps, in The Guardian, 29 agosto 2002.
  3. ^ Per Anger Secretary of the Swedish Legation in Budapest, Hungary, 1944-45, su raoulwallenberg.net, The International Raoul Wallenberg Foundation.
  4. ^ Collections Search - United States Holocaust Memorial Museum, su collections.ushmm.org. URL consultato il 6 gennaio 2024.
  5. ^ Per Anger, Co-saviour with Raoul Wallenberg of Hungarian Jews, in Independent.co.uk, 30 agosto 2002.
  6. ^ Per Anger, 88, a Diplomat Who Helped Jews, Is Dead, in New York Times, 29 agosto 2002.
  7. ^ Per Anger - his activity to save Jews' lives during the Holocaust, su Yad Vashem.
  8. ^ Forum För Levande Historia, su levandehistoria.se.
  9. ^ Antonio Pintauro, Diocesi di Acerra - Una scuola a Budapest per Verolino, su diocesiacerra.it. URL consultato l'8 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  10. ^ Forum For Living History, su levandehistoria.se.
  11. ^ (SV) Teodora del Carmen Vásquez får Per Anger-priset 2018, su levandehistoria.se. URL consultato l'11 ottobre 2018. Ospitato su Forum för levande historia.
  12. ^ (SV) 2019: Najwa Alimi, su levandehistoria.se. URL consultato il 14 settembre 2021. Ospitato su Forum för levande historia.
  13. ^ (EN) 2020: Intisar Al-Amyal, su levandehistoria.se. URL consultato il 15 settembre 2021. Ospitato su Forum för levande historia.
  14. ^ (EN) 2020: S'bu Innocent Zikode, su levandehistoria.se. URL consultato il 15 settembre 2021. Ospitato su Forum för levande historia.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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