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Francesco Alidosi: differenze tra le versioni

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{{Aristocratico
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{{Bio
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|AnnoMorte = 1511
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|Nazionalità = italiano
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[[File:CastelDelRioPalazzoAlidosi.JPG|miniatura|destra|[[Castel del Rio]], palazzo Alidosi]]


==Biografia==
== Biografia ==
{{citazione|Francesco degli Alidosi discendente dagli antichi signori d'Imola, detto di [[Castel del Rio]], dal luogo presso [[Imola]] dove nacque. Egli è notissimo nelle storie sotto il nome di Cardinal di Pavia|Eugenio Albèri, ''Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato'', Firenze, 1846, Serie II, Vol. II, pag. 20.}}
{{citazione|Francesco degli Alidosi discendente dagli antichi signori d'Imola, detto di [[Castel del Rio]], dal luogo presso [[Imola]] dove nacque. Egli è notissimo nelle storie sotto il nome di Cardinal di Pavia|Eugenio Albèri, ''Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato'', Firenze, 1846, Serie II, Vol. II, pag. 20.}}


Terzo figlio di Giovanni [[Alidosi]], signore di [[Castel del Rio]], studiò teologia all'[[università di Bologna]]. Si trasferì poi a [[Roma]] dove, sotto il patronato di [[Girolamo Riario]] (suo parente), lavorò per [[papa Sisto IV]] prima come [[abbreviatore]] e poi, dal [[1493]], come segretario apostolico.
Terzo figlio di [[Giovanni Alidosi]], signore di [[Castel del Rio]], dal quale ereditò la signoria assieme ai cinque fratelli.<ref>{{DBI|francesco-alidosi|Francesco Alidosi|autore=Gaspare de Caro|accesso=21 dicembre 2021}}</ref> Studiò teologia all'[[Università di Bologna]]. Si trasferì poi a [[Roma]] dove, sotto il patronato di [[Girolamo Riario]] (suo parente), lavorò per [[papa Sisto IV]] prima come [[abbreviatore]] e poi, dal [[1493]], come segretario apostolico.


Entrato nei favori del [[cardinale]] [[Giuliano della Rovere]], lo accompagnò in [[Francia]]. Quando il Della Rovere fu eletto papa col nome di [[Giulio II]], l'Alidosi fu appuntato ciambellano papale, poi tesoriere. Fu nominato [[diocesi di Pavia|vescovo di Pavia]] (maggio [[1505]]) e quindi ricevette la porpora cardinalizia (7 dicembre [[1507]]). Nel [[1506]] fu intestato all'Alidosi il comando supremo delle forze pontificie nelle spedizioni contro [[Perugia]] e [[Bologna]]<ref>Il comando operativo fu affidato ai seguenti capi militari: il duca d'Urbino, Guido Vaini d'Imola (cognato del cardinale, avendone sposato la sorella Onofria), Ramazzotto Ramazzotti e Giovanni da Sassatello.</ref>. Concluse vittoriosamente le campagne, fu ricompensato con la nomina a [[legato pontificio]] di [[Viterbo]] nel marzo del 1507 e di Bologna il 19 maggio [[1508]].
Entrato nei favori del [[cardinale]] [[Giuliano della Rovere]], lo accompagnò in [[Francia]]. Quando il Della Rovere fu eletto papa col nome di [[Giulio II]], l'Alidosi fu appuntato ciambellano papale, poi tesoriere. Fu nominato [[diocesi di Pavia|vescovo di Pavia]] (maggio [[1505]]) e quindi ricevette la porpora cardinalizia (7 dicembre [[1507]]). Nel [[1506]] fu intestato all'Alidosi il comando supremo delle forze pontificie nelle spedizioni contro [[Perugia]] e [[Bologna]]<ref>Il comando operativo fu affidato ai seguenti capi militari: il duca d'Urbino, Guido Vaini d'Imola (cognato del cardinale, avendone sposato la sorella Onofria), Ramazzotto Ramazzotti e Giovanni da Sassatello ("Cagnaccio").</ref>. Concluse vittoriosamente le campagne, fu ricompensato con la nomina a [[legato pontificio]] di [[Viterbo]] nel marzo del 1507 e di Bologna il 19 maggio [[1508]].


Arrivò a Bologna il 9 giugno 1508 (come amministratore apostolico dell'arcidiocesi); a novembre fu richiamato a Roma per consultazioni sull'imminente [[Guerra della Lega di Cambrai|guerra contro Venezia]]. Ritornò a Bologna nell'aprile del [[1509]] e in giugno la sua giurisdizione fu estesa alla [[Romagna]] e alle [[Marche]]. Adottò una politica fortemente repressiva nei confronti della fazione dei [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]] e per questo fu richiamato a Roma il 5 gennaio [[1510]], ma era di nuovo al suo posto in marzo.
Arrivò a Bologna il 9 giugno 1508 (come amministratore apostolico dell'arcidiocesi); a novembre fu richiamato a Roma per consultazioni sull'imminente [[Guerra della Lega di Cambrai|guerra contro Venezia]]. Ritornò a Bologna nell'aprile del [[1509]] e in giugno la sua giurisdizione fu estesa alla [[Romagna]] e alle [[Marche]]. Adottò una politica fortemente repressiva nei confronti della fazione dei [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]] e per questo fu richiamato a Roma il 5 gennaio [[1510]], ma era di nuovo al suo posto in marzo.
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Il 7 ottobre 1510 venne arrestato da [[Francesco Maria I della Rovere]], duca d'[[Urbino]] e comandante delle forze papali, con l'accusa di cospirazione con i francesi; [[Giulio II]] rigettò le accuse e lo promosse [[arcidiocesi di Bologna|vescovo di Bologna]], carica che l'Alidosi sommò a quella di legato pontificio.
Il 7 ottobre 1510 venne arrestato da [[Francesco Maria I della Rovere]], duca d'[[Urbino]] e comandante delle forze papali, con l'accusa di cospirazione con i francesi; [[Giulio II]] rigettò le accuse e lo promosse [[arcidiocesi di Bologna|vescovo di Bologna]], carica che l'Alidosi sommò a quella di legato pontificio.


[[File:CastelDelRioPalazzoAlidosi.JPG|miniatura|sinistra|[[Castel del Rio]], palazzo Alidosi]]
Nel maggio del [[1511]] Bologna fu conquistata dai francesi (che insediarono [[Annibale II Bentivoglio|Annibale Bentivoglio]]). L'Alidosi fu costretto alla fuga verso Castel del Rio. Il duca d'Urbino rinnovò le sue accuse contro di lui a Giulio II, che si trovava a Ravenna, e quando il cardinale decise di conferire personalmente con il Papa, la vicenda ebbe un tragico epilogo. La sera del 23 maggio 1511, mentre si recava dal papa, il cardinale fu assalito ed ucciso dal duca d'Urbino<ref>Giuseppe Cappelletti, ''Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni'', Venezia, 1845, Vol. III, pag. 531</ref>.
Nel maggio del [[1511]] Bologna fu conquistata dai francesi (che insediarono [[Annibale II Bentivoglio|Annibale Bentivoglio]]). L'Alidosi fu costretto alla fuga verso Castel del Rio. Il duca d'Urbino rinnovò le sue accuse contro di lui a Giulio II, che si trovava a Ravenna, e quando il cardinale decise di conferire personalmente con il Papa, la vicenda ebbe un tragico epilogo. La sera del 23 maggio 1511, mentre si recava dal papa, il cardinale fu assalito ed ucciso dal duca d'Urbino<ref>Giuseppe Cappelletti, ''Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni'', Venezia, 1845, Vol. III, pag. 531</ref>.


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Per sua volontà vennero intraprese le grandi opere monumentali tuttora presenti sul territorio di [[Castel del Rio]]: il Palazzo Alidosi, progettato dal [[Bramante]] e il Ponte Alidosi, commissionato a mastro Guerrieri da Imola per 500 scudi d'oro nel 1499, e monumento nazionale dal [[1897]] (r.d. n. 535 del 20/11/1897). Alla sua morte, la costruzione del Palazzo subì dei rallentamenti e venne infine sospesa per mancanza di fondi; oggi restano due torrioni ed il corpo centrale di quella che in origine doveva essere una rocca a pianta quadrata con quattro torrioni.
Per sua volontà vennero intraprese le grandi opere monumentali tuttora presenti sul territorio di [[Castel del Rio]]: il Palazzo Alidosi, progettato dal [[Bramante]] e il Ponte Alidosi, commissionato a mastro Guerrieri da Imola per 500 scudi d'oro nel 1499, e monumento nazionale dal [[1897]] (r.d. n. 535 del 20/11/1897). Alla sua morte, la costruzione del Palazzo subì dei rallentamenti e venne infine sospesa per mancanza di fondi; oggi restano due torrioni ed il corpo centrale di quella che in origine doveva essere una rocca a pianta quadrata con quattro torrioni.


== [[Genealogia episcopale]] ==
== Genealogia episcopale ==
La [[genealogia episcopale]] è:
* Cardinale [[Guillaume d'Estouteville]], [[Congregazione cluniacense|O.S.B.Clun.]]
* Cardinale [[Guillaume d'Estouteville]], [[Congregazione cluniacense|O.S.B.Clun.]]
* [[Papa Sisto IV]]
* [[Papa Sisto IV]]
* Papa [[Giulio II]]
* [[Papa Giulio II]]
* Cardinale Francesco Alidosi
* Cardinale Francesco Alidosi


==Note==
== Note ==
<references/>
<references/>


==Bibliografia==
== Bibliografia ==
*G. Cappelletti, ''Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni'', Vol. III, Venezia, 1845
*G. Cappelletti, ''Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni'', Vol. III, Venezia, 1845
*[[Eugenio Alberi]], ''Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato'', Serie II, Vol. II, Firenze, 1846
*[[Eugenio Alberi]], ''Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato'', Serie II, Vol. II, Firenze, 1846
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}}
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==Altri progetti==
== Altri progetti ==
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{{Interprogetto|commons=Category:Francesco Alidosi}}


==Collegamenti esterni==
== Collegamenti esterni ==
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* {{Collegamenti esterni}}
* {{Miranda|id=bios1505.htm#Alidosi|titolo=ALIDOSI, Francesco}}


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[[Categoria:Cardinali nominati da Giulio II]]
[[Categoria:Alidosi|Francesco]]
[[Categoria:Alidosi|Francesco]]
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[[Categoria:Signori di Castel del Rio|Alidosi, Francesco]]
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[[Categoria:Vescovi di Mileto]]
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Versione attuale delle 16:13, 24 lug 2024

Francesco Alidosi
Raffaello, probabile Ritratto del cardinale Alidosi, 1510/1511
Signore di Castel del Rio
con i 5 fratelli
Stemma
Stemma
In carica1490-1511
PredecessoreGiovanni Alidosi
SuccessoreRiccardo Alidosi
NascitaCastel del Rio, 1455
MorteRavenna, 24 maggio 1511
DinastiaAlidosi
PadreGiovanni Alidosi
Religionecattolica
Francesco Alidosi
cardinale di Santa Romana Chiesa
Un medaglione con il profilo del Cardinale Francesco degli Alidosi.
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1455 a Castel del Rio
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo6 marzo 1504 da papa Giulio II
Consacrato vescovo9 aprile 1504 da papa Giulio II
Creato cardinale1º dicembre 1505 da papa Giulio II
Pubblicato cardinale12 dicembre 1505 da papa Giulio II
Deceduto24 maggio 1511 a Ravenna
 

Francesco Alidosi (Castel del Rio, 1455Ravenna, 24 maggio 1511) è stato un cardinale e condottiero italiano.

«Francesco degli Alidosi discendente dagli antichi signori d'Imola, detto di Castel del Rio, dal luogo presso Imola dove nacque. Egli è notissimo nelle storie sotto il nome di Cardinal di Pavia»

Terzo figlio di Giovanni Alidosi, signore di Castel del Rio, dal quale ereditò la signoria assieme ai cinque fratelli.[1] Studiò teologia all'Università di Bologna. Si trasferì poi a Roma dove, sotto il patronato di Girolamo Riario (suo parente), lavorò per papa Sisto IV prima come abbreviatore e poi, dal 1493, come segretario apostolico.

Entrato nei favori del cardinale Giuliano della Rovere, lo accompagnò in Francia. Quando il Della Rovere fu eletto papa col nome di Giulio II, l'Alidosi fu appuntato ciambellano papale, poi tesoriere. Fu nominato vescovo di Pavia (maggio 1505) e quindi ricevette la porpora cardinalizia (7 dicembre 1507). Nel 1506 fu intestato all'Alidosi il comando supremo delle forze pontificie nelle spedizioni contro Perugia e Bologna[2]. Concluse vittoriosamente le campagne, fu ricompensato con la nomina a legato pontificio di Viterbo nel marzo del 1507 e di Bologna il 19 maggio 1508.

Arrivò a Bologna il 9 giugno 1508 (come amministratore apostolico dell'arcidiocesi); a novembre fu richiamato a Roma per consultazioni sull'imminente guerra contro Venezia. Ritornò a Bologna nell'aprile del 1509 e in giugno la sua giurisdizione fu estesa alla Romagna e alle Marche. Adottò una politica fortemente repressiva nei confronti della fazione dei Bentivoglio e per questo fu richiamato a Roma il 5 gennaio 1510, ma era di nuovo al suo posto in marzo.

Il 7 ottobre 1510 venne arrestato da Francesco Maria I della Rovere, duca d'Urbino e comandante delle forze papali, con l'accusa di cospirazione con i francesi; Giulio II rigettò le accuse e lo promosse vescovo di Bologna, carica che l'Alidosi sommò a quella di legato pontificio.

Castel del Rio, palazzo Alidosi

Nel maggio del 1511 Bologna fu conquistata dai francesi (che insediarono Annibale Bentivoglio). L'Alidosi fu costretto alla fuga verso Castel del Rio. Il duca d'Urbino rinnovò le sue accuse contro di lui a Giulio II, che si trovava a Ravenna, e quando il cardinale decise di conferire personalmente con il Papa, la vicenda ebbe un tragico epilogo. La sera del 23 maggio 1511, mentre si recava dal papa, il cardinale fu assalito ed ucciso dal duca d'Urbino[3].

In via San Vitale, nel centro storico della città, una lapide ricorda l'omicidio. Il suo teschio è conservato in una teca nella Biblioteca Classense.

Per sua volontà vennero intraprese le grandi opere monumentali tuttora presenti sul territorio di Castel del Rio: il Palazzo Alidosi, progettato dal Bramante e il Ponte Alidosi, commissionato a mastro Guerrieri da Imola per 500 scudi d'oro nel 1499, e monumento nazionale dal 1897 (r.d. n. 535 del 20/11/1897). Alla sua morte, la costruzione del Palazzo subì dei rallentamenti e venne infine sospesa per mancanza di fondi; oggi restano due torrioni ed il corpo centrale di quella che in origine doveva essere una rocca a pianta quadrata con quattro torrioni.

Genealogia episcopale

[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

  1. ^ Gaspare de Caro, Francesco Alidosi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 21 dicembre 2021.
  2. ^ Il comando operativo fu affidato ai seguenti capi militari: il duca d'Urbino, Guido Vaini d'Imola (cognato del cardinale, avendone sposato la sorella Onofria), Ramazzotto Ramazzotti e Giovanni da Sassatello ("Cagnaccio").
  3. ^ Giuseppe Cappelletti, Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, Venezia, 1845, Vol. III, pag. 531
  • G. Cappelletti, Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, Vol. III, Venezia, 1845
  • Eugenio Alberi, Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Serie II, Vol. II, Firenze, 1846
  • Deutscher Thomas Brian, Contemporaries of Erasmus: A Biographical Register of the Renaissance and Reformation, University of Toronto Press, 2003
  • Gaspare De Caro, ALIDOSI, Francesco, detto il Cardinal di Pavia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 22 agosto 2017. Modifica su Wikidata

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Signore di Castel del Rio Successore
Giovanni Alidosi 14901511
assieme ai 5 fratelli
Riccardo Alidosi

Predecessore Tesoriere generale della Camera Apostolica Successore
Ventura Benassai 1º gennaio 1504 – 12 dicembre 1505 Bernardo Dovizi da Bibbiena

Predecessore Vescovo di Mileto Successore
Giacomo Della Rovere 6 marzo 1504 – 26 marzo 1505 Sisto Franciotti Della Rovere

Predecessore Vescovo di Pavia Successore
Ascanio Maria Rossi Visconti 26 marzo 1505 – 24 maggio 1511 Antonio Maria Ciocchi del Monte

Predecessore Cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo Successore
Juan de Zúñiga y Pimentel 17 dicembre 1505 – 11 agosto 1506 Francesco Borgia

Predecessore Cardinale presbitero di Santa Cecilia Successore
Francesco Borgia 11 agosto 1506 – 24 maggio 1511 Carlo Domenico Del Carretto

Predecessore Amministratore apostolico di León Successore
Juan De Vera 4 maggio 1507 – 24 maggio 1511 Luigi d'Aragona

Predecessore Legato apostolico di Bologna Successore
Antonio Ferrero 19 maggio 1508 – 24 maggio 1511 Pietro Isvalies

Predecessore Amministratore apostolico di Bologna Successore
Giovanni Stefano Ferrero
(vescovo)
18 ottobre 1510 – 24 maggio 1511 Achille Grassi
(vescovo)
Controllo di autoritàVIAF (EN33090204 · CERL cnp00639432 · GND (DE129911739